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La Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI)

Nel documento Theatre Teaches (pagine 47-50)

La Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, nel panorama universitario svizzero

3. La Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI)

La SUPSI, il cui varo è avvenuto nel 1997, rappresenta l’identità SUP per quanto attiene all’area italofona del Paese, vale a dire il Cantone Ticino e il Cantone Grigioni italofono: queste due entità costituiscono appunto la Svizzera italiana.

Fondata sul diritto federale, essa:

- offre oltre 30 corsi di laurea a livello Bachelor (laurea triennale), Master (laurea magi- strale) e Diploma (percorsi formativi post-bachelor e post-master inferiori ai 90 ECTS), caratterizzati da un insegnamento d’avanguardia che all’istruzione teorico-scientifica classica unisce un orientamento professionale;

- sviluppa un sistema di formazione continua per l’aggiornamento, il perfezionamento e la specializzazione di professionisti nei diversi campi di sua pertinenza;

- annette grande attenzione alla ricerca applicata, svolta in settori chiave attraverso pro- getti acquisiti in modo competitivo presso le grandi agenzie europee e nazionali o su mandato di aziende e istituzioni;

- fornisce servizi a imprese e a enti per l’accrescimento o il consolidamento di un buon baga- glio di conoscenze e competenze in stretta connessione con il territorio di appartenenza. La SUPSI, costituita di 4 Dipartimenti e di 3 Scuole affiliate si è trovata a respirare il 6

clima culturale degli ultimi lustri, in particolare il cosiddetto Processo di Bologna del 1999, che ha comportato, con una serie di successivi aggiustamenti e perfezionamenti, una rifor- ma strutturale di rilievo nello Spazio europeo dell’istruzione superiore. Si è giunti così a

https://www.sbfi.admin.ch/sbfi/it/home/formazione/fps.html, p. 238.

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“Esistono notevoli differenze tra le diverse aree disciplinari per quanto concerne l’inserimento profes- sionale, sia in relazione al tasso di occupazione che alla qualità del lavoro svolto. I livelli più elevati di occupazione e le percentuali più alte di persone che esercitano un’attività corrispondente alle loro qualifiche si riscontrano tra i diplomati nei settori sanità, architettura/edilizia/progettazione e lavoro sociale. La situazione più critica, in quanto al tasso di attività, è invece quella dei diplomati nelle di- scipline artistiche, del design nonché della chimica e delle scienze della vita” ([Ivi, p. 239).

Va precisato che i detentori di una maturità liceale sono tenuti a svolgere uno stage di pratica, solitamen- te della durata di un anno, nel settore professionale di riferimento, prima di essere ammessi a una SUP.

La SUPSI è così composta: Dipartimento ambiente costruzioni e design (DACD) si propone di

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coniugare – nella formazione, nella ricerca e nelle prestazioni di servizio – la dimensione tecnica e quella del design; Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale (DEASS) riunisce al suo in- terno tre ambiti di competenza: l'economico-aziendale, il sanitario e il sociale; Dipartimento forma- zione e apprendimento (DFA) le cui attività si concentrano sulla formazione iniziale e continua dei docenti della scuola dell’infanzia, scuola elementare, secondario I e secondario II, sulla ricerca in educazione e sui servizi al territorio in campo educativo; Dipartimento tecnologie innovative (DTI) si occupa delle scienze dell’ingegneria in ambito applicato, nel settore industriale, dei servizi tecnolo- gici e informatici sia per quanto riguarda la formazione sia per la ricerca. Ai quattro Dipartimenti si aggiungono tre Scuole affiliate: Accademia Teatro Dimitri (propone una formazione di base, unica a livello europeo, in tutti gli ambiti del teatro di movimento), Conservatorio della Svizzera italiana (scuola di musica di grado universitario), Fernfachhochschule Schweiz (offre corsi di laurea ricono- sciuti a livello federale nello studio a distanza combinato nei settori dell’economia, dell’informatica e dell‘Engineering e gestisce centri regionali a Zurigo, Basilea, Berna e Briga).

stabilire un apparato di titoli riconosciuti e comparabili reciprocamente fra i Paesi aderenti (attualmente 48), facente capo alla definizione di un comune sistema di crediti (basato sulla durata, sul carico di lavoro del singolo corso e sui relativi risultati di apprendimento: “lear- ning outcomes”) per facilitare il riconoscimento dei titoli elargiti o dei periodo di studio seguiti nel contesto geopolitico in causa, al fine di promuovere la mobilità degli studenti e anche dei docenti.

La creazione del Servizio didattica e formazione dei docenti (SEDIFO) va inscritta per l’appunto nella temperie del movimento di rinnovamento pedagogico sostenuto in Europa dal Processo di Bologna, con l’intento di incrementare la qualità dell’istruzione terziaria.

Se, dalle sue origini, nel mondo accademico si è assistito al primato della ‘ricerca’ ri- spetto al versante della ‘formazione’ (vedi “ranking” di progressione delle carriere fondato unicamente su ricerche e relative pubblicazioni), negli ultimi tempi è accresciuta la consa- pevolezza circa la necessità di una migliore articolazione e di un maggiore riequilibrio nel riconoscimento del valore di entrambi i settori in causa.

Questo dibattito ha favorito la costituzione – nell’alveo delle università – di strutture, centri e luoghi specifici di riflessione e di svolgimento di studi sul terreno pedagogico-di- dattico con la finalità di favorire la professionalizzazione delle forze impiegate nel compar- to formativo ai vari livelli istituzionali e in particolare per le posizioni chiave: responsabili, docenti, ecc. In genere si tratta di entità od organismi centralizzati, direttamente od organi- camente connessi alle direzioni delle istituzioni d’appartenenza, così da conferire loro un ruolo strategico e funzioni multidimensionali o trasversali.

Come accennato, è in tale panorama globale che oltre un decennio fa è stato istituito, in forma embrionale, il SEDIFO, che negli ultimi anni ha visto accrescersi il proprio ruolo/ mandato istituzionale, da un lato, con il suo collocamento all’interno dello Staff della Dire- zione generale e, dall’altro, fungendo da organo volto a garantire l’ottemperamento delle condizioni quadro decise dai vertici della SUPSI nel 2016, le quali prevedono l’obbligo da parte dei formatori di disporre di una qualifica o una preparazione didattica specifica, in rapporto alle funzione d’insegnamento assunte, come sintetizzato nello schema seguente . 7

Secondo le ‘Direttive interne’: “La qualifica didattica SUPSI è richiesta per le seguenti funzioni,

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qualora il collaboratore dovesse assumere un onere di docenza del 40% o superiore, oppure fosse coinvolto in moduli ritenuti strategici dalla Direzione: docente, docente-ricercatore, docente profes- sionista, docente professionista senior. La qualifica didattica è inoltre richiesta per le seguenti funzio- ni: Professore, Professore aggiunto, Docente senior e Docente ricercatore senior. Il conseguimento del corso introduttivo alla formazione terziaria universitaria è richiesto per le seguenti funzioni, nel caso in cui il collaboratore assumesse un onere di docenza inferiore al 40%: docente, docente-ricercatore, docente professionista, docente professionista senior. Il conseguimento del corso introduttivo alla formazione terziaria universitaria è inoltre richiesto per la figura del ricercatore senior. I collaboratori che svolgono una funzione per la quale sono richieste delle competenze didattiche, dispongono di un periodo di quattro anni per conseguire il corso introduttivo alla formazione terziaria universitaria, rispettivamente per ottenere la qualifica didattica SUPSI”. http://www.supsi.ch/home/dms/supsi/docs/ supsi/documenti-ufficiali/DirettiveInterneSUPSI.pdf

Nel documento Theatre Teaches (pagine 47-50)