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Dal 1978 al 1979: preludio all'invasione sovietica

L'AFGHANISTAN INTERNO: COSTITUZIONE, RIFORME SOCIALI E RUOLO DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

2.3 Dal 1978 al 1979: preludio all'invasione sovietica

Gli eventi iniziarono a cambiare a partire dal 1978, anno in cui la situazione nel paese cominciò a farsi drammatica «con l'intensificarsi delle lotte contro il governo e delle proteste per chiedere migliori condizioni di vita e processi di ammodernamento sociale come scuole, sanità e nuovi diritti19»: il picco delle rivolte si ebbe con l'assassinio di

un dirigente del PDPA. Il giorno del suo funerale migliaia di manifestanti ne approfittarono per protestare ancora contro il governo, a cui seguirono repressioni e incarceramenti, tra cui quelle degli stessi dirigenti del PDPA. Il 27 aprile dello stesso anno un nuovo colpo di stato portò all'uccisione di Daud e di tutta la sua famiglia (diciannove membri in tutto), successivamente alla nascita di un consiglio rivoluzionario e infine alla proclamazione della DRA con Taraki presidente e Amin ministro degli Esteri. Taraki annunciò fin da subito il suo programma, destinato a far uscire l'Afghanistan dalle condizioni di arretratezza con cui l'avevano costretto secoli di malgoverno20. La

nuova giunta rivoluzionaria ereditò un paese socialmente e culturalmente a livello medievale, economicamente e produttivamente arretrato, colmo di analfabetismo, miseria, fame e disoccupazione21,

oltreché un paese diverso dal punto di vista etnico e tribale. Diversi

popolazione», composta da diverse componenti come i membri della già citata Meli Jirga, membri del governo e delle forze armate e anche da rappresentanti provinciali

e locali.

19 E. Vigna, Afghanistan ieri e oggi, Napoli, La città del Sole, 2001, p. 17. 20 G. Vercellin, op. cit, p. 141.

furono gli obiettivi democratici che si intendevano raggiungere come: la limitazione delle grandi proprietà terriere, consegna della terra ai contadini senza terra, sviluppo dell'economia nazionale, alfabetizzazione e democratizzazione della vita sociale e politica. Le nuove riforme del regime prevedevano la «sovietizzazione e la laicizzazione del paese»22, anche se le nuove proposte avevano

alimentato il malcontento di larghi strati della popolazione, proprio perché i termini di laicizzazione e sovietizzazione non piacevano: fu a quel punto che incominciò a organizzarsi la resistenza armata. Essa dunque cominciò un po' prima dell'avanzata sovietica, senza le truppe sovietiche e per protestare contro la piega comunista che stava prendendo il paese23. Mosca comunque decise di non inviare le proprie

truppe, ma solo consiglieri e la fornitura di armi.

All'interno del paese Taraki, per implementare le rivolte socialiste, diede vita a un'ondata di violenza con arresti di massa (nella temibile prigione di Pul-i-Charki), torture ed esecuzioni24, soprattutto nei

confronti dei suoi avversari politici. Chiaramente la Costituzione del 1977 era stata soppressa, visto che tra i suoi articoli vietava espressamente la tortura. Non mancarono delle accuse agli stessi membri del PDPA. Tra l'altro, le zone rurali insorsero contro i progetti di riforma agraria e contro i sistemi di prestiti islamici. Venne inoltre vietata la dote alle spose, fu legalizzata la libera scelta nei matrimoni e resa obbligatoria l'istruzione universale secondo i dogmi del

22 G. Chiesa, Vauro, Afghanistan anno zero, Milano, Edizioni Angelo Guerini e Associati SPA, 2001, p. 17.

23 «Secondo la storia ufficiale gli aiuti della CIA ai mujaheddin cominciarono nel

1980, ovvero dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, ma la verità tenuta segreta fino ad ora è che la prima direttiva per aiuti segreti agli oppositori del regime filo sovietico di Kabul fu firmata dal presidente Carter il 3 luglio 1979. Quello stesso giorno scrissi al presidente che gli aiuti avrebbero indotto i sovietici a un intervento militare, il giorno in cui l'URSS varcò ufficialmente il confine afghano, scrissi al presidente Carter, abbiamo l'occasione di dare ai sovietici il loro Vietnam..»

Intervista di Zibignev Brzezinski, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale (M. Guerrini, Afghanistan, Afghanistan passato e presente, cit, p. 247).

24 Testimonianza di ex parlamentare afghana Fawzia Koofi, citando i dissidenti che venivano gettati nel fiume: «In quei giorni, dai fiumi dell'Afghanistan si levava il

fetore dei cadaveri di migliaia di persone, tutte trucidate senza un ragionevole processo». (F. Koofi, Lettera alle mie figlie, Milano, Sperling & Kupfer, 2011, p.

marxismo25. Ma al di là di motivazioni tecniche, dal punto di vista

“marxista” fu proprio la riforma agraria a dare i maggiori problemi perché questa riforma modificò le strutture sociali ed economiche del paese. Fu subito annunciata da Taraki fin dal suo discorso inaugurale del 1978 prevedendo una serie di obiettivi come: aumento della produzione agricola, e soprattutto la rottura dei tradizionali rapporti economici26. In pratica il contadino un tempo apparteneva al locale

proprietario terriero per i debiti contratti precedentemente dalla sua famiglia, quindi fin dal momento della nascita27. Con i decreti di

riforma il contadino veniva considerato un uomo libero, in quanto furono aboliti tutti i debiti verso i feudatari e gli usurai. E tutto questo fa capire come vi sia stato una sorta di cambiamento nell'assetto socio- economico del paese e la diffidenza della società rurale nei confronti delle innovazioni. A tutto questo si aggiunse il fatto che Taraki, il primo anno di governo rivoluzionario, aveva personalizzato il proprio culto della personalità: aveva prodotto e diffuso centinaia di manifesti che lo definivano “Il Grande Maestro”28. Come da contorno, la

resistenza armata si fece più accentuata a partire da gennaio del 1979, quando vi furono dei potenti scontri nelle regioni orientali del paese tra le truppe di Taraki che destabilizzarono il paese29. Taraki poi venne

ucciso da Amin, ma la situazione non cambiò granché dal punto di vista sociale: anche sotto Amin vi era stato l'arresto e l'esecuzione di migliaia di dissidenti politici: si è stimato che all'incirca 12.000 prigionieri fossero stati giustiziati30, ma dopo che divenne presidente

ne rilasciò 850. Economicamente parlando: «l'economia fu seriamente danneggiata sotto Amin. Il commercio fu in uno stato disastroso e i

25 Steve Coll, op. cit, p. 40. 26 G. Vercellin, op. cit, p. 142.

27 S. Noja, L'Islam moderno: dalla conquista napoleonica al ritiro dell'Armata

Rossa dall'Afghanistan, Milano, Mondadori, 1990,p. 271.

28 S. Coll, op. cit.,p. 41.

29 Analizzando i dati delle guerriglie, si nota che solo nel 1979, dal punto di vista economico gli scontri provocarono la riduzione del 9% delle terre seminate, con la produzione di cereali che subì un calo del 10%, mentre le colture industriali scesero al 25-30% e il reddito nazionale pro capite diminuì del quasi 14%. (E. Vigna, op. cit. p. 25.)

trasporti erano disorganizzati»31, riferì qualche anno dopo il Sultano

Alì Keshtmand, Ministro della pianificazione sotto Karmal. Tra l'altro, con questa guerra l'Afghanistan era divenuto il principale produttore di eroina e gestiva il 60% del mercato americano. Per arginare questo mercato i mujaheddin perpetuarono delle violenze nei confronti dei contadini, imponendo nelle zone da loro controllate la coltivazione dell'oppio.

Le rivolte armate continuarono fino a quando vi fu l'intervento armato sovietico, il quale «portò all'eliminazione di un capo di stato in carica grazie a un precedente colpo di mano, e alla sua sostituzione con un esule»32. L'esule era Karmal e l'intervento armato quella volta avvenne

con delle vere e proprie truppe.

2. 4 Le riforme sociali sotto Karmal e Najibullah.

L'invasione dell'Afghanistan si dimostrò «una catastrofe per l'Afghanistan che col tempo avrebbe contagiato il resto del mondo»33.

Questa drammaticità iniziò con l'avvelenamento di Amin e alla successione di Babrak Karmal, «l'uomo scelto dal Cremlino»34. Quella

che all'inizio venne considerata un'invasione, ma che nel giro di qualche mese si tramutò in guerra che durò fino al 1988, ebbe più un risvolto a carattere internazionale piuttosto che nel panorama politico interno. Infatti questa guerra vide la contrapposizione tra Stati Uniti da una parte, che iniziarono a finanziare i mujaheddin e dall'altra chiaramente l'Unione Sovietica, mentre la popolazione afghana subì le conseguenze di questa guerra per procura.

Karmal, nel periodo compreso tra il 1980 e il 1986, anno della sua destituzione, fece proposte interessanti fin dall'inizio del suo mandato e in particolare nella sua prima trasmissione radio fece delle

31 J. B. Amstutz, op. cit, p. 55. 32 G. Vercellin, op. cit. p. 149. 33 K. E. Meyer, op. cit, p. 195. 34 M. H. Kakar, op. cit. p. 66.

«speranzose promesse»35, come un'amnistia generale che avrebbe

portato al al rilascio di un gran numero di prigionieri politici arrestati durante il regime di Amin, promise inoltre di garantire la libertà individuale e la difesa della proprietà privata. In più sostenne che da quel momento in avanti non ci sarebbero più state esecuzioni e che presto sarebbe stata redatta una nuova Costituzione36, si offrì di

restituire le terre confiscate ai proprietari terrieri, a condizione che rinunciassero a ogni attività antigovernativa e vendessero i loro prodotti allo stato37 e al fine di attirarsi le simpatie dei rappresentanti

religiosi promise la costruzione di centinaia di moschee, la ristrutturazione di altre già presenti sul territorio38 e anche il

finanziamento per l'hajj (il pellegrinaggio alla Mecca), ma questa impresa si rivelò inutile in quanto gli stessi rappresentanti religiosi si resero conto che si trattava «di un programma politico che rimaneva nella sostanza contrario ai suoi valori e ai suoi interessi»39. Le misure

elencate furono realizzate a poco a poco, eccetto che per il rilascio del numero dei prigionieri: infatti si stima che prima dell'invasione i detenuti per motivi politici erano circa 270040 e già il 6 gennaio del

1980 i rilasciati furono 2600.

Nell'aprile del 1980 il regime di Karmal adottò una Costituzione temporanea intitolata “Principi Fondamentali della Repubblica Democratica dell'Afghanistan”, redatta già quando era al potere Amin e che non differiva molto da quella del 1977 in tema di libertà e condizioni di vita, ma che sulla carta fu «intricatamente contraddittoria»41. Infatti sulla carta appariva una perfetta democrazia

35 Ivi, p. 71. 36 Ibidem.

37 E. Giunchi, op. cit, p. 89.

38 Durante la guerriglia i mujaheddin distrussero molte moschee. Il governo, per rispetto della tradizione islamica, stanziò fondi per la riparazione e la ricostruzione delle moschee 5 milioni di afghani e costruì 29 nuove moschee nel solo 1982 (E.Vigna, op. cit, p. 30), mentre si stima che dal 1981 al 1984 la controrivoluzione avesse – in totale – distrutto 250 moschee e che il governo avesse stanziato complessivamente oltre 850 milioni di afghani (dollari) per la costruzione di 59 nuove moschee e il restauro di altre 559. (EVigna, op. cit, p. 36).

39 E. Giunchi, op. cit, p. 89. 40 M. H. Kakar, op. cit,. 72. 41 Ivi, p. 73.

costituzionale, molto vicina ai diritti individuali, tuttavia leggendola meglio ci si rendeva conto che era un documento che attribuiva il monopolio del potere al partito di Karmal, nel senso che si favoriva ulteriormente lo stato rispetto ai cittadini. Ad esempio, l'articolo 29 garantiva il diritto di «condurre una vita sicura e il diritto di libertà e di parola e pensiero»42, mentre l'articolo 30 proclamava: «il diritto di

un imputato di essere un presunto innocente fino ad essere dichiarato colpevole»43.

Fin dall'inizio del suo mandato Karmal godette dell'appoggio sovietico e questa sorta di Costituzione provvisoria durò poco perché vi fu la rappresaglia dei mujaheddin, i quali non mancarono di farsi sentire e di ostacolare qualunque progetto di Karmal44, oltreché di uccidere

tantissimi soldati sovietici.

Questa situazione durò fino al 1986, anno della destituzione di Karmal e alla sostituzione con Najibullah, un altro uomo scelto da Mosca, anzi più precisamente da Michail Gorbačëv, il quale si rese conto che Karmal non era stato in grado di promuovere la riconciliazione nazionale. Najibullah rafforzò le istituzioni in senso democratico e il paese vide ancora una volta la promulgazione di una Costituzione, pari a quella del 1964 in cui introduceva una democrazia parlamentare multipartitica. La Costituzione ideò un sistema presidenziale con un parlamento bicamerale elettivo. Dichiarò l'Islam la Sacra religione e dichiarò che il potere dello stato apparteneva al popolo dell'Afghanistan. Ancora, garantì i diritti democratici degli individui e rese legale formare partiti politici, la società venne dichiarata multi-

42 J. B. Astutz, op. cit, p. 272. 43 Ibidem.

44 Dal punto di vista economico si stima che sotto Karmal il PIL crebbe del 2,4% il suo programma prevedeva la costruzione di diciassette fabbriche per aumentare la produzione industriale. Proseguì inoltre la riforma a agraria e idrica. Per 760.000 famiglie furono cancellati i debiti fiscali. Due anni dopo l'inizio delle ostilità, nel 1982, la produzione industriale crebbe dell'1,5% e quella agricola del 3%. La riforma agraria e dell'acqua proseguirono per permettere l'emancipazione dei contadini e dei nomadi da sottomissioni feudali e il governo si interessò di contadini e operai. Offrendo rispettivamente materia prima per le loro colture e salari più elevati. Passim (E. Vigna, op. cit, pp. 28-29).

nazionale45. Anche Najibullah non riuscì a portare a termine i suoi

tentativi di riconciliazione durante il periodo sovietico, questo perché l'opposizione si rifiutò di arrivare a un compromesso per vie negoziali. L'Unione Sovietica infatti stava cercando di uscire da questo conflitto dispendioso ed era ormai alla fine dei giorni. Il ritiro definitivo dell'Armata Rossa in Afghanistan avvenne nel febbraio del 1989, dopo gli accordi di Ginevra del 1988. Dopo il ritiro dei militari sovietici Najibullah restò solo al potere, aiutato finanziariamente dall'URSS almeno fino al 1991. Durante il suo periodo politico vi fu una sorta di “anteprima della guerra civile”. Il potere era ancora nelle mani di una fazione comunista, per questo motivo i mujaheddin non smisero di combattere, fino al 1992, quando riuscirono a conquistare Kabul e a destituire Najibullah, il quale fu costretto a rifugiarsi in un complesso delle Nazioni Unite.

2.4 1 Le Costituzioni del 1986 e del 1990

La Costituzione del 198646 si componeva di Preambolo e anch'essa di

13 capitoli, per un totale di 149 articoli.

Fu emanata con un decreto del Presidente della Repubblica dell'Afghanistan, ossia Najibullah a quel tempo. Il Capitolo primo era dedicato alla fondazione del sistema statale, ossia ancora una volta si trova il riferimento alla Repubblica «una e indivisibile», alle varie lingue ed etnie del paese, al ruolo dell'Islam come religione di Stato. Il Capitolo due era dedicato al sistema economico e non differenziava rispetto al Capitolo tre della Costituzione del 1977. Il Capitolo tre era dedicato ai diritti fondamentali dei cittadini, ai doveri e alle libertà individuale. Nel 1986 si parlava ancora di uguaglianze tra uomo e donna, del diritto all'istruzione e di tutelare la salute delle donne e dei loro bambini. Un'attenzione particolare venne data ai rifugiati:

45 Cifr, M. H. Kakar, op. cit, pp 262-263.

46 Il testo della Costituzione del 1986 è disponibile a questo indirizzo:

l'articolo 36 tutelava il loro ritorno (return home). I soliti articoli sul divieto della tortura e dell'essere giustiziati senza un processo valido non furono rispettati nemmeno sotto il regime di Najibullah. Capitolo quattro e cinque intitolati rispettivamente “Loya Jirga” e “Presidente”, mentre il sei all'Assemblea Nazionale. All'ottavo, la parte dedicata al potere Giudiziario. In tal senso nessuna novità rispetto alla precedente Costituzione. Però nuovo fu il Capitolo Sette, con una nuova dicitura: “Il Consiglio dei Ministri” ossia «il più alto organo esecutivo e amministrativo», composto da primo ministro, ministri e Presidente.» Il Capitolo nove rappresentò anch'esso una novità, infatti prese il nome di “Ufficio Procuratore” (Attorney Office), il quale veniva definito dall'articolo 117 come: «un sistema unificato basato sul principio di centralismo», che in sostanza aveva il compito di mantenere le leggi. Questo nuovo termine fu probabilmente dovuto all'influenza della comunità internazionale dopo 6 anni di guerra. Ancora, Capitolo undici “Il Consiglio Locale”, che spartiva i suoi compiti nei distretti e nelle province e il dieci, “Il Consiglio Costituzionale”, che tutelava sul rispetto delle leggi Costituzionali. Ultimi Capitoli dodici e tredici, rispettivamente sulla politica estera e sulle disposizioni varie. Per la prima volta sparì la parte dedicata agli emendamenti.

Per finire la Costituzione del 199047, emanata ancora una volta da

Najibullah e l'ultima fino al 2004. Questa Costituzione ricalcò praticamente quella del 1986, le diciture dei Capitoli erano le stesse, tranne che per il Preambolo che venne tolto, e uguale fu lo stesso numero di articoli. Venne annullata dai mujaheddin durante la guerra civile.

47 Il testo della suddetta Costituzione è disponibile a questo indirizzo:

http://digitalcommons.unl.edu/cgi/viewcontent.cgi? article=1014&context=afghanenglish