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I mujaheddin prima e il Fronte Unito poi: i diritti umani negat

TRA TORTURE E AIUTI UMANITARI: LE CONDIZIONI DI VITA DELLA POPOLAZIONE

3.3 I mujaheddin prima e il Fronte Unito poi: i diritti umani negat

I mujaheddin presero il potere il 25 aprile del 1992. Analizzando la situazione dal punto di vista interno, durante i quattro anni in cui controllarono Kabul, i mujaheddin si scontrarono tra di loro per assumere il controllo della città e del paese. Tra le varie fazioni vi erano delle alleanze puramente fittizie. Gli scontri per accaparrarsi il potere iniziarono fin da subito e, un anno dopo, nel 1993, la conta delle vittime era già di 10.000 civili. In quell'anno Kabul «sprofondò nella violenza e nella miseria»39. Uno degli episodi più gravi di

quell'anno fu il massacro di decine uomini e lo stupro di centinaia di donne dell'etnia Hazara40, iniziato l'11 febbraio del 1993 nel distretto

di Afshar, a Kabul. La maggior parte dei combattimenti e delle devastazioni avveniva a Kabul, ma anche in altre città minori bande dei mujaheddin seminavano il panico. I mujaheddin diedero inizio a un'ondata di distruzione non soltanto a livello fisico, ma anche a livello materiale e intellettuale, infatti:

In quegli anni, il Museo Archeologico di Kabul, le cui collezioni erano tra le più prestigiose del mondo, venne usato come bunker e il settanta per cento delle centinaia di migliaia di preziosi reperti antichi furono saccheggiati e distrutti. Furono saccheggiati anche gli Archivi Nazionali, le biblioteche vennero date alle fiamme e fu bruciato persino il Corano41.

Non mancarono atti di persecuzioni nei confronti delle altre religioni, ad esempio sikh e e indù, due minoranze presenti in Afghanistan.

39 S. Coll, op. cit, p. 331.

40 Nei confronti di questa etnia c'è sempre stata una sorta di avversione, dovuta al solo fatto che le persone Hazara sono musulmane sciite. La storiografia descrive di atti di persecuzioni e massacri avvenuti fin da centinaia di anni. Solo con la rivoluzione di aprile del 1978 avevano trovato un'occasione di riscatto e di un'affermazione di identità e dignità, ma le cose erano peggiorate in seguito con la guerra civile e con i talebani. Anche cronache recenti ci hanno descritto dei massacri perpetuati nei loro confronti.

41 J. Malalai, Finché avrò voce: la mia lotta contro i signori della guerra e

Soprattutto gli indù dovettero patire le peggiori umiliazioni, in quanto vennero ripetutamente umiliati dai mujaheddin: fu vietato loro di organizzare feste in nome della loro religione, ma soprattutto una delle umiliazioni più gravi fu l'obbligo di portare una fascia gialla intorno al braccio. Inoltre i maschi indù vennero fatti circoncidere, sebbene questa pratica non facesse parte della loro cultura42.

Fino al 1996 continuò questo terrore di massa in cui vennero impiccati o fucilati migliaia di uomini e donne, altrettanti mutilati o internati in campi di prigionia. «Un popolo al limite della sopravvivenza» ha scritto Gino Strada43.

Dal punto di vista politico, economico e sociale vennero emananti dei decreti che abolirono quelli del precedente governo rivoluzionario, senza realmente pianificare o progettare vere e proprie alternative per costruire un nuovo Stato. Inoltre la città fin dal 1993 era priva di energia elettrica, si moriva di stenti e migliaia di persone contavano sullo sforzo delle poche organizzazioni internazionali presenti per ricevere un po' di generi alimentari come tè e pane quotidiani44. Vi era

anche un'emergenza sanitaria senza precedenti, soprattutto nelle campagne dove si moriva a causa della lontananza dagli ospedali. Nel marzo del 1995 le forze del comandante Massoud a Kabul commisero violazioni e saccheggi di alcuni villaggi45, abbandonandosi «ad atti di

violenza indiscriminata e sistematica»46.

Nel 1996 vi fu la presa dei talebani a Kabul e la disfatta dei

mujaheddin, i quali non si ritirarono ma si unirono nel già citato

Fronte Unito per la Salvezza dell'Afghanistan (o Alleanza del Nord). Nonostante l'unione tra le diverse fazioni e i diversi esponenti di differenti etnie, le violazioni dei diritti umani non mancarono.

Un report sull'Afghanistan dell'HWR (Human Watch Right) del 2001 scrisse:

42 Passim J. Malalai, op. cit. p. 47.

43 G. Strada, Pappagalli Verdi. Cronache di un chirurgi di guerra, Milano, Feltrinelli, 2013, p. 44.

44 S. Coll, op. cit, p. 18.

45 A. Rasanayagam, op. cit, p. 148. 46 E. Vigna, op. cit. p. 63.

Durante la guerra civile in Afghanistan le fazioni principali del Fronte Unito (Alleanza del Nord) hanno commesso ripetutamente degli abusi dei Diritti dell'Uomo e le violazioni delle leggi umanitarie internazionali, comprese uccisioni, bombardamenti aerei indiscriminati e devastanti, attacchi aerei ai civili, esecuzioni sommarie, violenze e persecuzioni in base a religione o etnia, reclutamento e uso dei bambini come soldati e uso e utilizzo di mine antiuomo, saccheggio e incendio di case e villaggi. Molte di queste violazioni effettuate in modo “diffuso e sistematico” possono essere una base di accusa per crimini contro l'umanità47.

Per poi proseguire elencando tutte le violazioni delle varie Convenzioni Internazionali commesse tra il 1992 e il 1999 (Convenzione di Ginevra del 1954, Secondo Protocollo Addizionale di Ginevra del 1977 e Convenzione di Ginevra del 1956).

In un episodio del 20 settembre del 1998 intervenne il Comitato Internazionale della Croce Rossa definendo i massacri compiuti dalle truppe del comandante Massoud come «uno degli attacchi più feroci degli ultimi anni»48:

Negli anni tra il 1992 e il 1996 i vari partiti si erano spartiti il paese tra di loro, mentre si combatteva per il controllo di Kabul. Nel solo 1994 sono stati valutati in 25.000 i morti di Kabul, con la distruzione di un terzo della città e gran parte della restante seriamente danneggiati da razzi e colpi di artiglieria. Nelle zone controllate da essi non c'era nessuna norma di legge, queste forze sono interamente dedite a violenza, esecuzioni sommarie, arresti, torture, rapimenti, stupri, estorsioni49.