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CAPITOLO 4 HERMANN HESSE:

2. H ERMANN H ESSE E IL SUO TEMPO

3.6 La danza della vita

L’incontro con Herminie si rivela, sin da subito, come una possibilità di salvezza e di redenzione. È proprio Herminie che, dopo aver messo Haller di fronte ai suoi limiti − ma anche alle sue potenzialità − lo conduce, attraverso la danza, sulla strada verso la guarigione250.

Herminie sfida allora il tempo di Haller, cerca di punirlo per le sue piccole dimenticanze o per la sua noncuranza. È lei la persona che dice di comprenderlo fino in fondo: “Lo dico soltanto per farti vedere che so comprenderti” [...] “Ti capisco benissimo” (Hesse, Steppenwolf, 95). È lei il suo alter ego: “[…] sono una specie di specchio tuo, […] dentro di me c’è qualche cosa che ti risponde e ti comprende” (Hesse, Steppenwolf, 101)251. Ed Haller è pienamente consapevole dell’ondata di freschezza e vitalità che Herminie porta nella sua vita se egli stesso afferma:

Plötzlich ein Mensch, ein lebendiger Mensch, der die trübe Glasglocke meiner Abgestorbenheit zerschlug und mir die Hand hereinstreckte, eine gute, schöne, warme Hand![...]

250 Ricorderà l’autore, al termine della narrazione, che la storia di Haller rispecchia i problemi che

un’intera generazione in crisi si trova ad affrontare all’inizio del secolo e non solo. Il libro, infatti, come si riscontra nella conclusiva “Nota dell’autore”, “offre una storia di pene e sofferenze, ma non è il libro di un disperato, bensì di un credente” (Hesse, Il lupo della steppa, 194). Non è, dunque, solo il racconto di un percorso tortuoso, di una malattia e di una crisi, ma la storia di una guarigione. Una tale dichiarazione, a conclusione di un racconto che ha tra i suoi protagonisti l’immortale Goethe, non può che rimandare a Die Laden des jungen Werther (1774), opera che, come lo stesso autore tenne a sottolineare più volte, non era soltanto la storia di un uomo disperato per le pene d’amore sofferte a causa di Charlotte. Con il Werther, infatti, diversamente da quanto avrebbe suggerito dalla storia della ricezione di quest’opera, l’intento dell’autore non era quello di lanciare il messaggio che per amore si può morire, quanto piuttosto quello di aver ucciso una parte di sé profondamente tormentata che di fatto, al momento della stesura del romanzo, non esisteva più. I tormenti e i dolori del giovane ed infelice Werther, la sua malinconia e autocommiserazione, la paura di vivere e di affrontare l’esistenza umana, sono guardati da Goethe con occhio altamente critico. Così, attraverso il suicidio della sua creatura letteraria, largamente modellata sulla vicenda personale del giovane Goethe, l’autore dichiara la sconfitta della sua crisi e la conseguente conquista della guarigione e della serenità che Hermann Hesse celebra proprio in questo romanzo.

251 È qui che compare per la prima volta un riferimento esplicito al tema dello specchio e quindi del

127 Plötzlich eine Türe offen, durch die das Leben zu mir

hereinkam! Ich konnte vielleicht wieder leben, ich konnte vielleicht wieder ein Mensch werden (Hesse, Steppenwolf, 132)252.

È importante osservare che Haller non conosce ancora il nome della donna cui confessa le sue paure e con la quale sente di avere molte affinità, perché non chiede, non fa domande; ed Herminie, a sua volta, non rivela nulla della sua vita, a partire proprio dal nome, che il protagonista ricostruirà di lì a poco dal volto ermafrodito dell’essere che ha di fronte253:

Ja, indem ich jetzt ihr Gesicht genau betrachtete, mußte ich ihr recht geben, es war ein Knabengesicht. Und als ich mir eine Minute Zeit ließ, begann das Gesicht zu mir zu sprechen und erinnerte mich an meine eigene Knabenzeit und an meinen damaligen Freund, der hatte Hermann geheißen. Einen Augenblick schien sie ganz in diesen Hermann verwandelt (Hesse, Steppenwolf, 139-140)254.

Tuttavia, se Herminie è propensa a nascondere ad Haller molti dettagli della sua vita, non tarda a rivelare né le proprie intenzioni, né quello che costituirà un piano molto ben costruito per riportare il protagonista alla scoperta di sé:

Ich will mit dir um Leben und Tod spielen, Brüderchen, und ich will dir meine Karten, noch eh wir anfangen zu spielen, offen zeigen (Hesse, Steppenwolf, 142)255.

E con un tono di soddisfazione mista ad orgoglio aggiungerà: “Du brauchst

252 “Una creatura umana che a un tratto infrangeva la grigia campana di vetro della mia vita spenta e

mi porgeva la mano, una mano buona, bella, calda! […] Finalmente una porta aperta dalla quale entrava la vita! Forse potevo ricominciare a vivere, ridiventare un uomo” (Hesse, Il lupo della

steppa, 96).

253 Il volto di Herminie, sin dall’inizio, ricordava ad Haller una persona della sua infanzia ma non ne

riusciva a ricordare il nome. Cfr. paragrafo 3.7 del presente capitolo.

254 “Osservandola attentamente dovetti proprio convenire che aveva un volto da ragazzo. E

prendendomi un minuto di tempo quel volto, fattosi eloquente, mi rammentò la mia infanzia e un amico di allora che si chiamava Ermanno” (Hesse, Il lupo della steppa, 100-101)

255 Voglio giocare con te alla vita e alla morte, e prima d’incominciare la partita voglio mostrarti le

128 mich, um tanzen zu lernen, lachen zu lernen, leben zu lernen” (Hesse, Steppenwolf, 103)256, introducendo uno dei temi più affascinanti e simbolici del romanzo, ovvero il rapporto tra la vita e l’arte della danza. D’altra parte, Herminie “vive danzando e partecipa con il movimento del corpo al ritmo creativo del cosmo” (Mecocci, in

Hermann Hesse e l’altro, 67). È lei, infatti, che insegnerà ad Haller ad amare, a vivere la vita attiva e dionisiaca, a godere delle piccole gioie inaspettate.

Ad Haller, Herminie rivela anche che la sua missione potrà ottenere risultati tangibili se si dimostrerà propenso a seguire ogni sua disposizione, fino al termine del suo compito, poco prima che Haller giunga, inconsapevole e incredulo, a obbedirle per mettere in atto l’ultimo drammatico ordine: quello di porre fine alla sua esistenza. Herminie rivela: “Du wirst meinen Befehl erfüllen und wirst mich töten. Das ist es. Frage nicht mehr!” (Hesse, Steppenwolf, 144)257.

Dalle prime dichiarazioni del protagonista, sembra quindi chiaro che Herminie rappresenti l’essenza vitale, anzi proprio quella vita che Haller non ha il coraggio di allontanare da sé258 e che, inconsciamente e in modo passivo, stava invece attendendo259. Il paragone della donna con la vita, con l’attimo che racchiude il senso dell’esistenza, è esemplificativo dell’importanza che la donna avrà nella vita di Haller:

Oh, darin war Hermine wie das Leben selbst: stets nur Augenblick, nie im voraus zu berechnen. […]sie war einfach so ganz dem Augenblick ergeben, daß sie, ebenso wie jedem lustigen Einfall, auch jedem flüchtigen dunklen Schauer aus fernen Seelentiefen her offenstand und ihn

256 “Hai bisogno di me per imparare a ballare, a ridere, a vivere” (Hesse, Il lupo della steppa, 143). 257 “Tu eseguirai il mio ordine e mi ucciderai. Ecco tutto. Non fare altre domande!” (Hesse, Il lupo

della steppa, 103). Corsivo nell’originale italiano.

258 Haller rimanda più volte il suicidio e dunque la fine della sua esistenza.

259 È questo, in fondo, ciò che rivela anche la poesia “Der Steppenwolf” che Haller compone come

autoritratto dopo aver letto il ritratto di sé proveniente dall’alto in “Tractat vom Steppenwolf”. Si veda il paragrafo 3.4 del presente capitolo.

129 sich ausleben ließ (Hesse, Steppenwolf, 145-146)260.

Egli ribadisce più volte l’attitudine e l’abilità di Herminie di condurre il gioco della vita e di coinvolgerlo in esso senza forzature, insegnandogli con discrezione a godere di ogni attimo della sua esistenza:

Diese Frau, die mich so vollkommen durchschaut hatte, die mehr über das Leben zu wissen schien als alle Weisen, betrieb das Kindsein, das kleine Lebensspiel des Augenblicks mit einer Kunst, die mich ohne weiteres zu ihrem Schüler machte. Mochte das nun hohe Weisheit sein oder einfachste Naivität: wer so dem Augenblick zu leben verstand, wer so gegenwärtig lebte und so freundlichsorgsam jede kleine Blume am Weg, jeden kleinen spielerischen Augenblicks wert zu schätzen wußte, dem konnte das Leben nichts anhaben (Hesse, Steppenwolf, 146)261.

I pensieri di Haller sulla vitalità di quella donna sorprendente verranno condivisi con la stessa poco dopo, quando dichiara:

Du wirst ja mit dem Leben so spielend fertig, du hast ja diese wunderbare Hochachtung vor den kleinen Dingen und Genüssen, du bist eine solche Künstlerin im Leben (Hesse, Steppenwolf, 163)262.

Haller confessa poi di aver ricevuto da uno sconosciuto, qualche giorno prima, una inquietante dissertazione, che delineava i tratti di una persona metà

260 “[…] Erminia era come la vita: sempre attimo, mai calcolabile in anticipo. […] Lei si

abbandonava talmente all’istante che sapeva accogliere, come ogni idea allegra che ogni brivido cupo dalle lontane profondità dell’anima, e lo lasciava svilupparsi” (Hesse, Steppenwolf, 104-105).

261 “Quella donna che aveva visto così profondamente nel mio cuore, che pareva conoscesse la vita

più di tutti i sapienti, eseguiva il gioco della vita infantile con un’arte che mi fece diventare senz’altro suo discepolo. Fosse profonda saggezza o schietta ingenuità, chi sapeva vivere così nell’attimo fuggevole, chi abbracciava così il presente e sapeva apprezzare con amore fraterno ogni piccolo fiore sul margine della via, ogni piccolo calore dell’istante che fugge, doveva certo dominare la vita” (Hesse, Il lupo della steppa, 104).

262 “Tu riesci a vivere come se la vita fosse un gioco, hai un meraviglioso rispetto delle piccole cose

130 uomo e metà lupo. Egli stesso si riconosceva perfettamente in quel ritratto e con grande stupore, mentre Herminie non sembra affatto sorpresa dal racconto ed esprime serenamente la sua opinione sull’argomento:

Meistens sind Tiere traurig […] Und wenn ein Mensch sehr traurig ist, nicht weil er Zahnweh hat oder Geld verloren, sondern weil er einmal für eine Stunde spürt, wie alles ist, das ganze Leben, und er ist dann richtig traurig, dann sieht er immer ein wenig einem Tier ähnlich − er sieht dann traurig aus, aber richtiger und schöner als sonst. So ist es, und so hast du ausgesehen, Steppenwolf, als ich dich zuerst gesehen habe (Hesse, Steppenwolf, 148)263.

È qui che si inserisce il primo concreto riferimento ad Herminie come colei che impartisce ordini e, contemporaneamente, come ballerina al passo coi tempi. Ed è proprio a questo punto che avviene la prima esplicita identificazione di Herminie con la danza e della danza, quindi, con la vita. Herminie, ordina ad Haller di comprare gli attrezzi necessari per imparare a ballare:

Also, paß auf, die Musik wirst du dir kaufen, das kostet höchstens soviel wie ein Tanzkurs bei einer Lehrerin. Die Lehrerin sparst du, die mache ich selber. Dann haben wir Musik, sooft wir wollen, und das Grammophon bleibt uns obendrein (Hesse, Steppenwolf, 149)264.

Esperta maestra di ballo e di vita, dunque, Herminie sembra perfettamente accordata con i ritmi della vita moderna in tonalità maggiore265 e a tempo di

263 “Per lo più le bestie sono tristi. […] E quando un uomo è molto triste, non perché abbia il mal di

denti o abbia perduto denaro ma perché sente a un certo momento come sono le cose, com’è la vita, ed è triste per questo, allora assomiglia sempre un pochino a una bestia; ha l’aspetto triste ma è più bello, più a posto del solito. Così sembravi tu, lupo della steppa, quando ti vidi la prima volta” (Hesse, Il lupo della steppa, 106).

264 “Fai così: compri la musica che ti costerà al massimo quanto un corso di lezioni da una maestra.

E risparmi la maestra perché ti insegno io. Musica ne abbiamo poi quanto vogliamo e per di più ti rimane il grammofono” (Hesse, Steppenwolf, 107).

265 Mathis Lussy nel Traité de l’expression musicale (1874), sostiene che ogni tonalità possiede un

diverso potenziale di sonorità e colore. La tonalità maggiore di un brano musicale è generalmente usata per esprimere toni brillanti e positivi, nonché ritmi vivaci.

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foxtrot266. Il grammofono, però, non costituisce per Haller un elemento consono al suo stile di vita, né tantomeno al suo arredamento:

Daß jetzt in meiner Stube, neben Novalis und Jean Paul, in meiner Gedankenklause und Zuflucht amerikanische Tanzschlager erklingen und ich dazu tanzen sollte, das war eigentlich mehr, als ein Mensch von mir verlangen konnte (Hesse, Steppenwolf, 150)267.

Tuttavia, egli ha promesso di obbedire e di abbandonarsi completamente al destino che Herminie gli indica con discrezione. Compra così un grammofono, prodotto dei tempi che egli rifiuta, dimostrando un primo cenno di apertura alla vita, mentre la sua “maestra” continua a ricoprire il ruolo di guida verso la conoscenza delle potenzialità della vita stessa, e gli insegna il primo ballo, un

foxtrot. E Haller, che non ha mai negato, neanche a se stesso, un’obiettiva analisi del suo essere e delle sue capacità, dichiara:

[...] zum Tanzen mußte man Fähigkeiten mitbringen, die mir vollkommen fehlten: Fröhlichkeit, Unschuld, Leichtsinn, Schwung. Nun, ich hatte es mir ja längst gedacht (Hesse, Steppenwolf, 155)268.

Le qualità del ballo, dunque, coincidono con le qualità distintive della vita, cui Haller comincia ad avvicinarsi, gradualmente e con inaspettata fiducia. È

266 Il foxtrot è un tipo di danza molto in voga negli anni Venti del secolo scorso. La musica su cui si

eseguono le semplici coreografie del foxtrot segue un ritmo cadenzato e allegro, di quattro quarti. Nel foxtrot la coppia di ballerini compie movimenti speculari (solo in pochissimi casi la coppia abbandona la presa chiusa), eleganti e simultanei, muovendosi per la sala con passi ampi ma senza forzature. Se Herminie insegna ad Haller questo tipo di ballo è perché in esso l’uno sta di fronte all’altra e si osserva come se fosse davanti a uno specchio, anticipando le situazioni in cui Haller verrà messo di fronte al proprio sé nel teatro magico attraverso uno specchio, ma soprattutto alludendo al loro rapporto complementare e interdipendente.

267 “Che nella mia stanza accanto a Novalis e Jean Paul, nel rifugio dei miei pensieri, dovessero

risuonare ora i ballabili americani in voga e io ci dovessi ballare, era più di quanto una creatura umana potesse pretendere da me” (Hesse, Il lupo della steppa, 107).

268 “Per ballare ci vogliono qualità che io non avevo assolutamente: allegria, ingenuità, leggerezza,

132 proprio durante una lezione di ballo che Haller incontra per la prima volta Pablo, altra figura misteriosa della sua tormentata vicenda:

[…] und zwischenein machte sie mich mit dem Saxophonbläser bekannt, einem dunklen, schönen, jungen Menschen von spanischer oder südamerikanischer Herkunft, der, […] alle Instrumente spielen und alle Sprachen der Welt sprechen konnte (Hesse, Steppenwolf, 156)269.

Come ben presto avrà modo di capire, l’incontro con Pablo ed Herminie è solo un ulteriore passo sulla strada verso la comprensione di sé. La danza, il ballo, costituiscono un indispensabile mezzo per il raggiungimento di un obiettivo ben preciso270. È per questo che l’ingresso nel teatro magico sarà preceduto da una serata interamente dedicata alla danza, in cui Haller avrà l’occasione di dar prova dei suoi progressi con Marie, con Herminie ma anche con molte altre donne presenti alla festa. L’ultima danza, quella più importante, che suggella la fine della vecchia vita e l’inizio di una nuova esistenza, è la “danza nuziale” di Haller ed Herminie: è l’incontro ravvicinato con lo specchio, quello ufficiale con l’altro da sé.