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CAPITOLO 4 HERMANN HESSE:

1. L E ANIME DI H ERMANN H ESSE

Poeta e romanziere, convinto pacifista negli anni in cui imperversa in Europa la Grande Guerra, Hermann Hesse è lo scrittore tedesco che più di ogni altro ha saputo dar voce, attraverso i suoi scritti, non solo alla propria crisi personale ma anche a quella di tutta un’epoca.

La sua inquietudine è quella di un artista poliedrico e vagabondo, derivata, in parte, dalle influenze cosmopolite del padre, cittadino russo nato in Estonia, e in parte da quelle della madre, originaria della Svizzera e nata in India, l’angolo del mondo dove Hesse si recherà nel 1911 alla ricerca di una serenità interiore che tra la Germania e la Svizzera gli sembra impossibile raggiungere.

Nel corso della sua vita intensa e disordinata, fatta di viaggi, inquietudini e dedizione alla scrittura, Hesse ha sempre manifestato un particolare interesse per l’arte, intesa sia come arte figurativa che come arte musicale. Poeta dall’età di tredici anni, Hesse sembra custodire in sé anche l’anima del pittore e quella del musicista, anime a un tempo autonome e congiunte: la pittura diviene ben presto un’attività necessaria, e la musica, come dimostrano le sue ampie produzioni epistolari e letterarie, occuperà sempre un posto privilegiato nella sua vita. All’età di nove anni, il giovanissimo Hermann prende lezioni di violino e più tardi impara

89 a suonare il flauto (Sorell, 94-97). Così, gradualmente, la musica si rivela un importante punto di riferimento, tant’è che giunge a considerarla “an ever-ready means of departure and refuge”, “one touch-stone in life for an understanding between two people” (Sorell, 94)133. Hesse è consapevole, infatti, che la musica, per sua natura, possiede caratteri comuni all’essenza poetica, ed è per questo che il suo obiettivo principale sembra essere, almeno in questa prima fase della sua esistenza, “to make of life a song and pure music” (Sorell, 95)134. Per il giovane Hesse, dunque, la musica e la pittura si coniugano in una monade perfetta e si riversano, nella loro interdipendenza, nei temi e nella struttura dei suoi romanzi, ormai considerati da buona parte della critica − quella più attenta alle innovazioni del romanzo di inizio secolo − tra i più suggestivi e ben strutturati. Der

Steppenwolf, dunque, rientra a pieno titolo nell’ambito della narrativa degli anni Venti aderente al filone delle interrelazioni tra le arti.

Le anime di Hesse, però, trascorso un certo periodo di pacifica convivenza, conoscono una fase di forte contrapposizione. Se all’inizio, infatti, “the musician gave emotional sustenance to the writer who, on the other hand, was also supported by the painter through the growing awareness of form and colour” (Sorell, 97)135, col passare degli anni Hesse si rende conto di quanto sia forte, dentro di sé, la battaglia tra il pittore e il musicista. È proprio questa, infatti, la contrapposizione che racconterà in Klingsors Letzter Sommer136, dove Klingsor usa la musica per liberarsi dal naturalismo del colore e, nello stesso tempo, si appella al colore per

133 “un mezzo di partenza e rifugio sempre presente”, “una pietra di paragone per la comprensione

tra due persone” (trad. mia).

134 “di fare della vita un canto e pura musica” (trad. mia).

135 “il musicista ha dato sostanza emozionale allo scrittore che, a sua volta, era supportato dal pittore

attraverso la consapevolezza della forma e del colore” (trad. mia).

136 Klingsors Letzter Sommer (trad. it. L’ultima estate di Klingsors), pubblicato nel 1920, è un

romanzo breve, considerato un’opera pittorica. Il protagonista è un pittore di mezza età in cui parte della critica ha voluto vedere la figura di Vincent Van Gogh (1853-1890).

90 placare il suo interesse per la musica. Non è dunque un caso che Ziolkowski, uno dei critici più autorevoli dei romanzi di Hesse137, affermi più volte non solo la sostanziosa presenza della musica ma anche la sua importanza, sia a livello formale che contenutistico, nelle opere dello scrittore tedesco: “music is one of the more cospicuous elements in his life and works” (190)138.

Nei romanzi di Hermann Hesse, d’altro canto, è evidente la consapevolezza delle possibili implicazioni negative che potrebbero sorgere a seguito del coinvolgimento totale, della mente umana, nello spirito musicale, soprattutto alla luce delle riconosciute potenzialità della musica di risvegliare nell’uomo false illusioni e di contribuire all’accentuarsi del senso di distacco dell’artista dalla realtà (Sorell, 95)139. Nel corso della sua vita, Hesse aveva gradualmente sostituito l’ammirazione per l’emozionalismo romantico con quella per l’armonia classica, ovvero Chopin con Mozart e Bach o, in altre parole, il dionisiaco con l’apollineo. Hesse si libera così dell’immagine della musica quale mezzo di fuga e fonte di ispirazione passionale tipicamente romantica, e giunge all’ideazione della disciplina musicale, simbolo dell’ordine e dell’armonizzazione dei disaccordi, come affermazione della vita e della serena felicità (Sorell, 96-97). Questo è anche ciò che Hermann Hesse vuole raccontare in Der Steppenwolf e lo farà servendosi di magistrali tecniche e metafore musicali140.

137 Theodore Ziolkowski pubblicò il primo contributo su Hesse e la musica nel 1958 in «Modern

Language Quarterly». Qui il riferimento bibliografico è alla monografia The Novels of Hermann

Hesse, 1966.

138 “la musica è uno degli elementi più rilevanti della sua vita e delle sue opere” (trad. mia).

139 Questa concezione della musica come mezzo che può condurre all’isolamento e alla solitudine

sarà al centro della vita di Harry Haller, il protagonista di Der Steppenwolf. Ad essa si contrappone la musica più coinvolgente e socievole del latino Pablo, il sassofonista che condurrà Haller all’analisi di sé e alla scoperta delle infinite possibilità dell’io, nonché all’acquisizione del fascino del riso e del potere dell’ironia.

140 Come verrà messo in evidenza nel corso di questo capitolo, Der Steppenwolf è un romanzo

esemplare per la costruzione formale e contenutistica di natura musicale. Per quanto riguarda la forma, Ziolkowski parla di forma-sonata del romanzo per la prima volta nel 1958; Herminie e Harry Haller, poi, sono inseriti nella partitura romanzesca come se si seguisse la tecnica del contrappunto

91 In effetti, l’interesse di Hesse per vari compositori che cominciò proprio con il suo primo entusiasmo per Chopin, matura nel culto di Mozart in Der

Steppenwolf e culmina con l’eulogia della suprema arte di Bach in Das

Glasperlenspiel141. Quello della musica è un tema affascinante per l’autore, tanto da costituire una traccia costante nella maggior parte delle sue opere.