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I dati economici devono essere declinati in dati finanziari e patrimoniali. L’art. 186-bis della legge fallimentare, stabilendo che il piano debba indicare le “risorse finanziarie necessarie e le relative modalità di copertura”, ne richiede espressamente la declinazione finanziaria; questa ha un duplice obiettivo:

a) misurare i flussi di cassa liberi da poter destinare al pagamento dei creditori concorsuali, e quindi all’adempimento della proposta.

b) Dare evidenza dell’idoneità del piano a consentire il superamento dello stato di crisi attraverso il riequilibrio della situazione finanziaria.

Per passare dai dati economici a quelli finanziari occorre comprendere come i ricavi e i costi si traducano in incassi e pagamenti, ossia occorre individuare il cash convertion cycle. Per cash convertion cycle (o durata media del ciclo del circolante) si intende il periodo intercorrente tra il pagamento ai fornitori dei fattori produttivi correnti e il momento dell’incasso dai clienti dei ricavi per le vendite o le prestazioni.

Si tratta, in sostanza, di indagare i tempi medi con i quali si succedono i flussi finanziari legati ai cicli gestionali correnti di acquisto-trasformazione-vendita.

Tali flussi finanziari sono legati, ovviamente, al pagamento dei costi relativi all’acquisizione dei fattori produttivi correnti e all’incasso dei ricavi relativi alle vendite.

Quando l’incasso derivante dalle vendite avviene successivamente al pagamento dei fattori produttivi correnti, lo svolgimento dei cicli operativi genera un fabbisogno finanziario che deve essere coperto per garantire il mantenimento della solvibilità a

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breve; quando invece l’incasso delle vendite precede il pagamento degli acquisti correnti, i cicli gestionali generano liquidità agevolando il mantenimento delle condizioni di equilibrio finanziario o, per ciò che in questa sede più interessa, favorendo il loro recupero.

Per analizzare la durata media del ciclo del circolante è necessario calcolare: 1) i tempi di giacenza delle rimanenze;

2) i tempi di incasso dei crediti commerciali; 3) i tempi di pagamento dei debiti commerciali.

La velocità di rinnovo delle singole classi di valori del circolante operativo può essere osservata in termini di frequenza di rotazione o di tempo medio di esistenza; nel primo caso l’indice calcolato esprime quante volte nel corso di un esercizio lo stock di valori si rinnova per effetto dei cicli gestionali, nel secondo esprime quanti giorni impiega in media lo stock di valori a rinnovarsi in conseguenza dei cicli gestionali.

Il tempo medio di giacenza delle rimanenze si ottiene dal rapporto tra il numero di giorni di un anno e l’indice di rotazione delle scorte; quest’ultimo a sua volta è dato dal rapporto tra le vendite e il valore delle giacenze di magazzino.

In formule:

rotazione scorte = vendite/valore del magazzino giacenza media delle scorte = 365/rotazione scorte

La modalità di calcolo degli indici suesposta, sebbene largamente diffusa, non è esente da imperfezioni tecniche: in primo luogo le vendite sono un dato di flusso riferito all’intero esercizio mentre il magazzino è un dato stock riferito alla chiusura dell’esercizio. Si tratta di un problema che assume maggiore criticità nelle aziende che alla fine dell’esercizio hanno rimanenze fortemente scostate da quelle medie dell’esercizio42

e che può essere in parte risolto facendo ricorso al valore medio del magazzino durante l’esercizio. In secondo luogo le vendite e il magazzino sono valorizzati mediante criteri di valutazione differenti: i ricavi di vendita sono infatti ottenuti come somma di prezzi di vendita, mentre il magazzino è in genere valorizzato al costo43. Poiché il prezzo è sistematicamente superiore al costo, il calcolo conduce a

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Situazione tipica delle aziende che hanno una gestione delle scorte caratterizzata da forte stagionalità. 43

La valutazione al presumibile valore di realizzo, qualora quest’ultimo sia inferiore al costo, rappresenta un caso poco frequente nella prassi.

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una sovrastima dell’indice di rotazione e conseguentemente a una sottostima del tempo medio di giacenza. Per ovviare al problema è possibile sostituire ai ricavi delle vendite il costo del venduto, ottenuto come somma algebrica tra il costo di acquisto delle merci e la variazione delle rimanenze di merci44.

Il tempo medio di incasso dei crediti verso clienti, esprime in giorni il tempo che in media i crediti impiegano per rinnovarsi completamente e si ottiene dal rapporto tra il numero di giorni di un anno e l’indice di rotazione dei crediti commerciali; quest’ultimo a sua volta è dato dal rapporto tra le vendite e i crediti verso clienti iscritti in bilancio. In formule:

rotazione crediti commerciali = vendite/crediti commerciali tempo medio di incasso dei crediti = 365/rotazione crediti commerciali

Anche in queste modalità di calcolo sono presenti imperfezioni tecniche: in primo luogo le vendite sono un dato di flusso riferito all’intero esercizio mentre i crediti sono un valore di stock riferito alla fine dell’esercizio45; in secondo luogo le vendite e i crediti sono valorizzati in modo differente in quanto nei secondi è compresa anche l’imposta sul valore aggiunto. Tale limitazione può essere rimossa utilizzando un valore dei crediti verso clienti “depurato” dall’IVA. Le formule diventano:

rotazione crediti commerciali = vendite/(crediti commerciali/(1 + aliquota IVA)) tempo medio di incasso dei crediti = 365/rotazione crediti commerciali

Il tempo medio di pagamento dei debiti verso fornitori, esprime in giorni il tempo che in media i debiti impiegano per rinnovarsi completamente e si ottiene dal rapporto tra il numero di giorni di un anno e l’indice di rotazione dei debiti commerciali; quest’ultimo a sua volta è dato dal rapporto tra gli acquisti e i debiti verso fornitori iscritti in bilancio.

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Per le aziende industriali, le quali normalmente hanno diversi tipi di rimanenze (materie prime, semilavorati e prodotti in corso di lavorazione, prodotti finiti) si presenta la necessità di calcolare gli indici di rotazione e di giacenza media per ogni tipologia di merce.

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Anche in questo caso il problema può essere attenuato (ma non risolto) facendo ricorso al valore medio dei crediti durante l’esercizio.

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In formule:

rotazione debiti commerciali = acquisti/debiti commerciali

tempo medio di pagamento dei fornitori = 365/rotazione debiti commerciali

Così come rilevato per il calcolo degli indici relativi ai crediti e al magazzino, anche tali formule presentano delle imperfezioni: in primo luogo gli acquisti sono un dato di flusso riferito all’intero esercizio mentre i debiti sono un valore di stock riferito alla fine dell’esercizio46

; in secondo luogo gli acquisti e i debiti sono valorizzati in modo diverso in quanto i secondi sono comprensivi dell’imposta sul valore aggiunto. Per ovviare al problema è possibile utilizzare un valore di debiti verso fornitori “depurato” dall’IVA. Le formule diventano:

rotazione debiti commerciali = acquisti/(debiti commerciali/(1 + aliquota IVA)) tempo medio di pagamento dei fornitori = 365/rotazione debiti commerciali

L’informazione di sintesi maggiormente rilevante che può essere ottenuta dall’analisi degli indicatori di rotazione del capitale circolante netto è costituita dalla durata media del ciclo del circolante.

Per la costruzione di questo indicatore è necessario indagare, nell’ambito dei cicli operativi correnti, la concatenazione dei momenti rilevanti sotto il duplice profilo economico e finanziario; i momenti di rilevanza economica sono quelli di esecuzione delle prestazioni relative all’acquisto dei beni o dei servizi ed alla vendita del prodotto. I momenti di rilevanza finanziaria sono quelli di regolamento monetario degli acquisti e delle vendite. In presenza di dilazioni di pagamento, i momenti di rilevanza finanziaria corrispondono al pagamento dei debiti verso fornitori e all’incasso dei crediti verso clienti.

Poiché la durata media del ciclo del circolante è pari al tempo, espresso in giorni, mediamente intercorrente tra il pagamento ai fornitori e l’incasso dai clienti, per calcolarla è necessario effettuare la somma algebrica tra:

tempo medio di giacenza delle scorte (che incrementa la durata del ciclo del circolante);

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Così come per i crediti il problema può essere attenuato (ma non risolto) facendo ricorso al valore medio dei debiti durante l’esercizio.

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tempo medio di incasso dei crediti verso clienti (che incrementa la durata del ciclo del circolante);

tempo medio di pagamento dei debiti verso fornitori (che riduce la durata del ciclo del circolante).

In formula:

durata media del circolante = giacenza media delle scorte + tempo medio di incasso dei crediti – tempo medio pagamento fornitori

Fattore non assolutamente trascurabile nell’ambito dell’analisi in commento, è l’impatto che la notizia dell’accesso alla procedura potrebbe avere sui rapporti con i fornitori; questi presumibilmente tenderanno a esigere pagamenti in tempi più brevi rispetto a quelli di dilazione concessi quando l’impresa era in bonis con inevitabile ripercussione negativa sul cash convertion cycle.