La fase successiva di verifica del professionista riguarda la fattibilità del piano. Tale attività di verifica, è riconducibile alla valutazione critica e prognostica degli assunti e delle previsioni contenute nel piano e mira a individuare con quale grado di ragionevole probabilità i contenuti e le previsioni del piano siano idonei a conseguire il superamento della crisi o il miglior soddisfacimento dei creditori.
Con l’attestazione di fattibilità, e la conseguente assunzione di responsabilità, l’esperto consente alla platea degli interessati di poter effettuare una valutazione ponderata dei contenuti del programma.
L’attestazione rilasciata dovrà contenere le ragioni e le assunzioni che hanno condotto il professionista al rilascio dell’attestazione stessa, in funzione del rilevato requisito dell’idoneità del piano e della sua complessiva adeguatezza al raggiungimento degli obiettivi.
Affinché l’esperto possa considerare il piano realizzabile e attendibile, la sua analisi non potrà prescindere dalla verifica della sussistenza di alcuni requisiti cardine:
- conciliabilità con il contesto del mercato di riferimento;
- comparabilità con i risultati e gli andamenti storici dell’azienda;
- idoneità delle risorse disponibili al perseguimento degli obiettivi prefissati; - coerenza della situazione di partenza con gli obiettivi del piano.
A differenza di quanto accade con relazione alla verifica sulla veridicità dei dati aziendali, la quale implica l’analisi di elementi attuali, com’è ovvio, il giudizio sulla fattibilità del piano, data la sua natura prognostica, è molto complesso.
Affinché l’attestatore possa rendere il suo giudizio sulla fattibilità del piano, è necessario che nello stesso siano evidenziate esplicitamente le ipotesi che il management pone a fondamento della strategia di risanamento.
In particolare, se il piano prevede il proseguimento della gestione aziendale deve tenere conto della ragionevole evoluzione del mercato di riferimento e dell’evoluzione dei rapporti con il contesto competitivo (clienti, fornitori, concorrenti), se prevede la dismissione di cespiti patrimoniali deve dare atto della sussistenza di eventuali soggetti
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interessati all’acquisto e dei criteri di loro valorizzazione nella prospettiva della liquidazione63.
Laddove il piano preveda la continuazione dell’attività, l’attestatore deve verificare che nello stesso sia presente la stima dell’evoluzione della domanda di mercato per i principali prodotti o servizi offerti dall’azienda; a questo proposito la valutazione può seguire percorsi diversi a seconda della dimensione dell’impresa: per le piccole imprese generalmente la domanda viene stimata tramite proiezioni dei ricavi di vendita degli ultimi esercizi, per quelle di grandi dimensioni può essere stimata anche come percentuale dell’intera domanda di mercato. In entrambi i casi il management e l’advisor devono indicare sulla base di quali assunti sono state ipotizzate le variazioni e l’attenzione dell’esperto deve essere massima nei casi in cui le variazioni ipotizzate si discostino significativamente dagli ultimi risultati; in tali casi l’attestatore dovrà verificare se sussistano dei fattori di discontinuità tali da giustificare simili deviazioni. Oltre all’evoluzione della domanda l’attestatore verifica anche l’evoluzione prevista dei rapporti con i principali clienti alla luce della situazione di crisi, valutando se vi sia la possibilità di recuperare o migliorare i rapporti commerciali.
Altro aspetto che l’attestatore deve verificare è la coerenza delle ipotesi strategiche con il contesto in cui l’azienda opera. In particolare i principi richiamano:
- la coerenza degli assunti su cui il piano si fonda e il mercato in cui l’azienda opera; - la coerenza tra le strategie di risanamento da adottare e la disponibilità di risorse da
potervi destinare;
- la coerenza tra gli interventi previsti e i tempi necessari per il dispiegamento dei loro effetti.
Dovendosi dare luogo a un giudizio basato sulla regola del “più probabile che non”, è indispensabile che il piano muova da assunti la cui attendibilità sia stata attentamente vagliata: di qui la necessità che il professionista verifichi alla radice le assunzioni del piano; è evidente che laddove queste non dovessero risultare condivisibili o eccessivamente ottimistiche, l’intera costruzione del progetto di turnaround, rischierebbe di costituire un mero esercizio astratto, privo dell’imprescindibile aggancio con la realtà su cui si deve fondare l’attestazione di fattibilità64
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63 Se i soggetti interessati ad acquistare i cespiti da dismettere non sono ancora stati individuati, non è comunque pregiudicata la fattibilità del piano.
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S. Ambrosoni e A. Tron, i principi di attestazione dei piani di risanamento approvati dal CNDCEC e il
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Affinché la strategia di risanamento abbia una più elevata probabilità di successo è auspicabile che la stessa presenti significativi caratteri di discontinuità rispetto ai fattori che hanno determinato la crisi. Generalmente, situazioni di crisi finanziaria sono il risultato di deterioramenti del rapporto tra costi e ricavi operativi, ed è proprio con riferimento a questi ultimi che l’attestatore deve valutare l’adeguatezza della strategia di risanamento cercando di comprendere quali siano i fattori in grado di incidere positivamente sulle marginalità operative. L’attuazione di una strategia meramente finanziaria, ricorrendo a nuova finanza, non può generare conseguenze positive se non è accompagnata da modifiche dell’assetto produttivo commerciale e competitivo.
La strategia generale di risanamento prevista nel piano si deve tradurre in un action plan (piano di intervento) che evidenzi le azioni previste e i tempi di realizzo delle stesse. L’action plan rappresenta lo sviluppo a breve della strategia identificata con la pianificazione di medio-lungo periodo ed è utile in quanto dà esplicita evidenza alla correlazione tra singoli obiettivi previsti, modalità operative per raggiungerli e strategia generale di intervento65; si sostanzia nell’enucleazione delle azioni che il management intende porre in essere, partendo dalla situazione iniziale, fino al momento in cui gli obiettivi si potranno considerare raggiunti.