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Il Regno Unito utilizzava un approccio “person connection” per definire

l’insider, da cui derivava la classificazione in Primary e Secondary

Insiders, a seconda della relazione con la società emittente. Forti spinte

innovative hanno portato ad un approccio misto “information and person

connection” per ampliare il raggio di azione delle norma. L’information

connection approach considera insider chiunque possieda informazioni

privilegiate relative all’emittente in qualità di insider, senza dar valore

alla relazione tra il soggetto agente e l’emittente.

126

La classica nozione di Insider è quella di un amministratore di una

emittente che ottiene dal consiglio di amministrazione informazioni price

sensitive relative ai titoli della società da lui amministrata e che su questi

126

Z. SU AND M. A. BERKAHN ‘The Definition of “Insider” in Section 3 of the

Securities Markets Act 1988: A Review and Comparison with other Jurisdictions’

School of Accountancy, Massey University, New Zealand, Discussion Paper Series

218, November 2003. p.1.

titoli opera, in nome e per conto proprio, sulla base dell’informazione

privilegiata, poiché ancora riservata, ottenuta. In questa situazione

l’amministratore sfrutta la propria posizione ed il vantaggio conoscitivo

che ne deriva. L’amministratore, in qualità di Insider primario, potrebbe

altresì comunicare l’informazione ottenuta a terzi, ma questo

continuerebbe a rappresentare un caso di insider dealing.

Il caso di utilizzo dell’informazione da parte dell’amministratore

potrebbe avere come obiettivo l’ottenimento di un profitto o il tentativo

di evitare una perdita, in entrambi i casi questi si avvantaggia a discapito

di investitori ignari.

Originariamente il termine insider veniva utilizzato per indicare coloro i

quali erano all’interno, inside, di una società e che avevano accesso ad

informazioni interne al sistema, quali amministratori, impiegati e soci di

maggioranza; tuttavia, questa nozione tradizionale è stata superata.

L’attuale ratio sottesa alla disciplina dell’insider dealing consiste nella

tutela della trasparenza e correttezza del mercato, affinché l’investitore

mantenga la propria fiducia nei confronti di questo anche garantendo una

simmetria informativa, almeno in termini di possibilità di informarsi.

La nozione tradizionale risultava limitata poiché non soltanto gli

amministratori sono in grado di acquisire informazioni riservate, al

contrario molti altri soggetti hanno regolare accesso a questo tipo di

informazioni, spesso molto più degli stessi amministratori ed è per

questa ragione che il concetto di insider oggi è inteso in senso lato e

subisce una sotto classificazione in Insider Primari e Secondari.

Nel diritto anglosassone anche i Primary Insiders subiscono una ulteriore

suddivisione, in traditional insiders e access insiders. Per traditional

insiders si intendono coloro i quali, per il proprio ruolo, hanno maggiori

attività svolta, si trovano in un tale rapporto con l’emittente da renderli

probabili possessori di informazioni riservate.

La frammentarietà della disciplina dell’insider dealing nel Regno Unito

è tale da fornire una duplice definizione di insider, una contenuta nel

Criminal Justice Act 1993 e l’altra nel Financial Securities and Markets

Act 2000. La quasi sovrapponibilità delle due definizioni dipende dalla

somiglianza delle fonti

127

: la definizione di primary insider, in

particolare traditional insider, contenuta nel Criminal Justice Act 1993

128

è il risultato dell’adeguamento all’art. 2 c.1 della Insider Dealing

Directive

129

; mentre quella contenuta nel Financial Services and Markets

Act 2000

130

deriva dalla definizione fornita dalla Market Abuse Directive.

Quest’ultima sembra la più pertinente. La Direttiva elencava gli insider

nell’art. 2(1)

131

, che risultava molto simile all’art. 2 (1) della Direttiva

127

KAREN CONNOLLY ‘European Union: Implementing Measures under the

Market Abuse Directive’ (2002) 4 Journal of International Financial Markets 99.

128

Section 57(2)(a)(i)…a person has information from an inside source if and only if-

(a) he has it through-

(i) being a director, employee or shareholder of an issuer of securities.

129

Directive 89/592/EEC coordinating regulations on insider dealing (Insider Dealing

Directive) [1989] OJ L334/30.

Article 2(1):

Each member state shall prohibit any person who:

- by virtue of his membership of the administrative, management or supervisory

bodies of the issuer,

- by virtue of his holding in the capital of the issuer, or

- because he has access to such information by virtue of the exercise of his

employment, profession or duties, possesses inside information from taking advantage

of that information(…).

130

Section 118B(a) and (b)

...an insider is any person who has inside information-

(a) as a result of his membership of an administrative, management or supervisory

body of an issuer of qualifying investments,

(b) as a result of his holding in the capital of an issuer of qualifying investments.

131

Market Abuse Directive, Article 2(1)...

The first subparagraph shall apply to any person who possesses that information:

(a) by virtue of his membership of the administrative, management or supervisory

bodies of the issuer; or

precedente, con un’unica rilevante differenza: l’aggiunta di un nuovo

strumento d’accesso alle informazioni nell’espressione “in ragione di

attività criminose”. Questa novità è diretta a prevenire il coinvolgimento

di associazioni a delinquere e gruppi terroristici nel mercato finanziario,

allo scopo di coprire le proprie attività illegali e finanziarle attraverso il

profitto ottenuto sul mercato.

132

I traditional insider secondo il Criminal Justice Act 1993 sono gli

amministratori, gli impiegati o i soci, mentre per il Financial Services

and Markets Act 2000 sono i membri dell’organo amministrativo,

direttivo o di controllo, o i soci. Il punto è se il Financial Services and

Markets Act 2000 nell’indicare gli organi già elencati comprenda o meno

tutti gli amministratori e gli impiegati, poiché ci sono casi in cui non si

può dire di rivestire un ruolo amministrativo o direttivo, come ad

esempio il caso del rappresentante legale. Tuttavia, in soccorso

interviene la categoria degli access insider, che comprende tutti gli

impiegati della società che, in ragione della loro posizione, posseggono

inside information;

133

per questa ragione non vi possono essere dubbi se

considerare un impiegato insider primario.

In sintesi, sia il Criminal Justice Act 1993 sia il Financial Services and

Markets Act 2000 conferiscono automaticamente la qualità di insider ad

individui che potrebbero possedere informazioni riservate in ragione del

ruolo rivestito, i traditional insider; ancora il Criminal Justice Act 1993

attribuisce automaticamente lo status di insider agli impiegati, senza

riguardo per la loro posizione, considerando che non dipende

(c) by virtue of his having access to the information through the exercise of his

employment, profession or duties; or

(d) by virtue of his criminal activities.

132

Market Abuse Directive, Recitals 17 and 14.

133

MICHAEL ASHE ‘The Directive on Insider Dealing’ (1992) 13 Company Lawyer

15. p.17.

direttamente dal ruolo ricoperto la probabilità che acquisiscano

informazioni riservate. In questo senso, un inserviente che si trovi a

contatto con documenti riservati potrebbe essere considerato un insider,

senza tener conto della posizione che riveste.

134

Per entrambe le leggi, il Financial Services and Markets Act 2000 ed il

Criminal Justice Act 1993, lo status di insider va conferito

automaticamente ai soci dell’emittente, senza tener conto della quota

detenuta nella società, non esistono soglie di partecipazione, sebbene il

socio di maggioranza abbia maggiori possibilità di acquisire

informazioni riservate e quindi rivestire la posizione di insider.

Nel Company Securities (Insider Dealing) Act 1985, l’art. 1 c. 5 definiva

l’insider includendo la categoria di coloro i quali intendono, in una

particolare capacità negoziale, fare un’ offerta pubblica d’acquisto.

Quando questa legge è stata sostituita dall’adozione del Criminal Justice

Act 1993, questa categoria specifica di insiders è stata ignorata, tuttavia

rientrava nell’ambito degli access insider come definiti dal Criminal

Justice Act 1993, categoria più ampia e quindi di più facile apprensione.

Un profilo problematico nella definizione di insider consiste

nell’individuare le modalità di acquisizione dell’informazione. Nel

Criminal Justice Act 1993 i traditional insider posseggono

l’informazione se la hanno, per utilizzare una traduzione neutra che non

implichi processi traslativi, in qualità di amministratori, impiegati o soci

di una emittente. Qui la legge sembra richiedere un nesso causale tra la

qualifica rivestita dal soggetto e il suo aver acquisito l’informazione. Ad

esempio, se l’individuo fosse un lavavetri, venuto a conoscenza

dell’informazione riservata solo per essersi trovato a pulire i vetri della

134

KEITH WOTHERSPOON ‘Insider Dealing: The New Law: Part V of the Criminal

Justice Act 1993’ (1994) 57 The Modern Law Review 419. p.425.

sede dell’emittente, questi l’avrebbe acquista incidentalmente, non in

relazione al rapporto di lavoro.

135

Ancora, se un impiegato apprendesse

un’informazione riservata fuori dal proprio orario di lavoro, quella

condizione richiesta dalla clausola through being, già tradotta come in

qualità di, non potrebbe dirsi soddisfatta. Lo spazio ritagliato da questa

clausola risulta essere troppo angusto e rende facilmente eludibile

l’intera disciplina anti- insider;

136

il Financial Services and Markets Act

2000 si è preoccupato di sostituirla con la formula più ampia as a result

of , come effetto della posizione rivestita. Non è ancora chiara la ragione

per la quale la legge richieda una specifica modalità/ condizione in cui

un insider dovrebbe aver acquisito l’informazione; questo potrebbe

valere sopratutto in relazione ai primary insider, che hanno la più alta

probabilità di possedere informazioni riservate ed è più facile che

abbiano la consapevolezza della natura privilegiata dell’informazione

stessa.

Oltre ai traditional insider, fin qui descritti, un’altra categoria di primary

insider è contemplata nella disciplina anti- insider del Regno Unito,

quella degli Access Insider, ovvero coloro quali non hanno un rapporto

diretto con l’emittente, ma vi sono legati dal servizio che forniscono. Ci

si è spostati dall’arcaica convinzione che un insider debba avere un

rapporto stabile con la società, verso una più ampia definizione di

insider. Questa categoria include avvocati, commercialisti e banche di

investimento che rivestono un ruolo determinante per le decisioni della

società e per questa ragione devono avere accesso ad informazioni,

135

MICHAEL ASHE ‘Who is an Insider?’ in BARRY RIDER AND MICHAEL

ASHE (Eds.) The Fiduciary, the Insider and the Conflict: a Compendium of Essays

(Dublin: Brehon Sweet & Maxwell, 1995). p.77.

136

M. STAMP AND T. JAGGERS ‘United Kingdom’ in M. STAMP AND T.

JAGGERS (eds.) International Insider Dealing (Old Woking: City & Financial Publ.,

c2005). pp.199-20.

anche di natura riservata, relative all’emittente stessa. In alcune

circostanze l’essere a conoscenza di rilevanti informazioni relative alla

società cui prestano il proprio servizio, può indurre gli access insider

all’abuso di queste.

Il Regno Unito utilizza oggi il concetto di vantaggio informativo come

discrimine tra insider, possibili autori di condotte da insider dealing, ed

outsider, piuttosto che il rapporto più o meno stabile con l’emittente

interessata. Per questa ragione il Criminal Justice Act 1993 include nei

primary insider anche gli access insider,

137

i quali hanno accesso alle

informazioni di natura riservata in virtù del proprio impiego, ufficio o

professione.

Il Financial Services and Markets Act 2000 ha introdotto una simile

elencazione di access insider

138

, tuttavia il termine “ufficio” è stato

sostituito dal termine “doveri”, senza però mutarne il significato, poiché

in entrambi i casi sembrano inclusi gli impiegati pubblici che possono

aver accesso alle informazioni riservate in virtù del proprio ufficio o dei

propri doveri.

139

Una rilevante differenza tra la definizione di insider primari contenuta

nel Criminal Justice Act 1993 e quella contenuta nel Financial Services

and Markets Act 2000 resta la previsione di un nuovo mezzo di accesso

alle informazioni sintetizzato nell’espressione by virtue of criminal

137

Section 57(2)(a)(ii)

...a person has information from an inside source if and only if- (a) he has it through-

[…]

(ii) having access to the information by virtue of his employment, office or profession.

138

Section 118B(c) and (d)

...an insider is any person who has inside information- ...

(c) as a result of having access to the information through the exercise of his

employment, profession or duties,

(d) as a result of his criminal activities.

139

KEITH WOTHERSPOON ‘Insider Dealing: The New Law: Part V of the Criminal

Justice Act 1993’ (1994) 57 The Modern Law Review 419. pp.425-6.

activities, in virtù di attività criminose; l'aggiunta si è resa necessaria

all’adeguamento del diritto inglese alla direttiva europea sugli abusi di

mercato

140

.

Si ritiene sia diretta a prevenire coinvolgimenti di associazioni a

delinquere e gruppi terroristici nel mercato finanziario, con il fine di

coprire le proprie attività illegali e finanziarle. Inoltre, si può pensare che

questo nuovo mezzo d’accesso previsto, serva a coprire casi di furto di

informazioni o qualunque altra attività criminale diretta ad ottenere

informazioni riservate. Sembra che il primo degli obiettivi individuati,

ovvero la lotta al terrorismo ed alle associazioni a delinquere, sia

compito della legge anti- riciclaggio; è infatti azzardato affidare questo

arduo compito alla disciplina contro gli abusi di mercato

141

.

Ancora, questa aggiunta potrebbe essere criticata anche sotto il secondo

profilo finalistico, quello relativo al furto di informazioni, in quanto più

specifico oggetto della normativa penale. In breve, sembra esserci

confusione in merito alle finalità dell’aggiunta del criminal insider come

mezzo di accesso alle informazioni riservate.

Getta luce sulla questione il caso di seguito.

Il signor David Isaacs, un esperto investitore, non aveva alcun rapporto

con la Trafficmaster plc (società a partecipazione pubblica) ed utilizzava

le bacheche online per scambiare informazioni sull’andamento dei titoli.

140

Market Abuse Directive 2003/6/CE, Recital 14:

This Directive meets the concerns expressed by the Member States following the

terrorist attacks on 11 September 2001, as regards the fight against financing terrorist

activities.

Recital 17:

As regards insider dealing, account should be taken of cases where inside information

originates not from a profession or function but from criminal activities, the

preparation or execution of which could have a significant effect on the prices of one

or more financial instrument or on price formation in the regulated market as such.

141

It is indicated that the Market Abuse Directive was adopted in the aftermath of the

terrorist attacks of 11 September 2001, which made the international community

reconsider combating financing terrorism.

Conosceva un impiegato della Trafficmaster, che aveva tenuto una

riunione sulla gestione interna durante la quale erano stati prodotti

verbali che erano stati distribuiti internamente. I verbali contenevano

rilevanti informazioni su operazioni intraprese, o in procinto di esserlo,

dalla Trafficmaster. Il signor Isaacs fece visita al suo conoscente,

impiegato della Trafficmaster, e mentre questi si trovava fuori dalla

stanza Isaacs lesse e memorizzò il contenuto dei verbali della riunione.

Li pubblicò sulle bacheche online ed acquistò quote della

Trafficmaster.

142

Questo caso rivela la difficoltà di inquadrare con certezze questo nuovo

mezzo di accesso, in quanto nel caso di specie si parlò di criminal

insider, poiché le informazioni erano state acquisite senza il consenso ed

in violazione della privacy dell’impiegato della Trafficmaster, ma senza

che potesse ravvisarsi un vero e proprio reato. Inoltre, sembra

paradossale che ad occuparsi di accesso illegale alle informazioni sia il

Financial Services and Markets Act 2000 piuttosto che il Criminal

Justice Act 1993.

Potrebbe in fine sostenersi che acquisire informazioni riservate attraverso

attività criminose possa far rientrare gli autori della condotta nella

categoria degli insider secondari intesi come coloro i quali sono in

possesso di inside information, ottenute con altri mezzi, e consapevoli

della riservatezza delle informazioni o di un’alta probabilità che queste

siano tali.

142

FINANCIAL SERVICES AUTHORITY, Final Notice, David Isaacs, 28 February

2005. pp.3-6. The FSA found that Mr Isaacs’ behaviour in terms of dissemination of

information relating to Trafficmaster fell within the scope of the original Section

118(1)(b) and 118(2)(a) of the FSMA 2000. His actions in disseminating information

on the internet amounted to a ‘misuse of information’.

Tralasciando il criminal insider nel Regno Unito, che come si è visto non

sembra contemplare la figura ormai affermatasi nel diritto italiano di

colui il quale sfrutta il proprio intento criminoso come informazione

privilegiata

143

; è fondamentale concentrarsi su di uno degli aspetti di

maggiore criticità della definizione di insider.

Il diritto anglosassone richiede delle particolari modalità di acquisizione

dell’informazione da parte degli access insider. Il problema risiede nella

diversa formulazione delle due norme contenute nelle due leggi

anti-abuso: il Criminal Justice Act 1993 ed il Financial Services and Markets

Act 2000.

Il Criminal Justice Act 1993 richiede che l’access insider ottenga

l’informazione by virtue, in virtù/ in ragione, del proprio impiego, ufficio

o professione, mentre per il Financial Services and Markets Act 2000

l’access insider deve acquisire l’informazione through the exercise,

attraverso l’esercizio, del proprio impiego, professione o dei propri

doveri.

Un esempio pratico nel caso del cameriere che, nell’atto di prendere le

ordinazioni, capti informazioni riservate su di una emittente dai discorsi

di alcuni suoi amministratori. Ci si chiede se in questo ed in casi simili

si possa parlare di access insider. Materialmente il cameriere acquisisce

l’informazione nell’atto di compiere il proprio lavoro, inoltre la norma

non richiede alcun tipo di relazione professionale o economica tra il

soggetto agente e l’emittente

144

, per cui astrattamente si potrebbe parlare

di access insider anche nell’ipotesi descritta.

143

Fattispecie molto simile all’insider di se stesso, se non fosse per l’illiceità della

notizia auto-elaborata.

144

KEITH WOTHERSPOON ‘Insider Dealing: The New Law: Part V of the Criminal

Justice Act 1993’ (1994) 57 The Modern Law Review 419. p.426.

Ci si chiede allora se, in base alla disposizione di cui al Criminal Justice

Act 1993, si richieda un altro tipo di nesso funzionale tra l’insider e

l’emittente dei titoli oggetto dell’informazione. La risposta è affermativa,

soprattutto se si osserva che la Commissione Europea nella versione

definitiva della Direttiva

145

ha sostituito l’espressione in the exercise of

con la locuzione by virtue

146

; quest’ultima indica la necessità di un nesso

funzionale tra il soggetto agente e l’emittente, affinché si possa parlare di

insider e quindi di reato di insider dealing. Appurato che secondo il

Criminal Justice Act 1993 in assenza di legami funzionali il soggetto che

acquisisce accidentalmente un’informazione riservata non può definirsi

insider, un nuovo profilo critico emerge dall’espressione che il Financial

Services and Markets Act 2000 oggi utilizza, ovvero la locuzione

through the exercise. Non è chiaro se l’attuale formulazione stia a

significare la non rilevanza di un nesso funzionale tra l’impiego, la

professione o i doveri e l’accesso alle informazioni e serva a superare

casi incerti quale quello del cameriere di cui in esempio.

Potrebbe sostenersi che la sussistenza di una sorta di nesso funzionale sia

utile alla classificazione di un insider come access, in qualità di insider

primario, piuttosto che secondario. Per semplificare, non sembra

ragionevole considerare il cameriere come un insider primario, qualifica

che lo caricherebbe della stessa responsabilità di un amministratore

dell’emittente. Dall’altra parte, appare corretto considerare insider

primario un impiegato di una società che si occupa di contabilità, che

quindi ha accesso ad informazioni riservate in ragione del proprio

rapporto di funzione con la società emittente.

145

The Insider Dealing Directive adottata nello U.K. attraverso il Criminal Justice Act

1993.

146

TAKIS TRIMIDAS ‘Insider Trading: European Harmonization and National Law

Reform’ (1991) 40 JCLQ 919. p.926.

Se si ammettesse la non necessità di un nesso di questo tipo, gli operatori

ecologici avrebbero lo stesso tipo di responsabilità di un amministratore

della società emittente i titoli oggetto dell’informazione. Un risultato

ingiusto, se non assurdo.

Va sottolineato, in conclusione, che le circostanze in cui il cameriere ha

acquisito le informazioni lo colloca tra gli insider secondari

147

. Le

difficoltà che si incontrano nell’inquadrare la portate della locuzione by

virtue sono sintomatiche della quasi impossibilità di tracciare una

definizione di insider che includa ogni potenziale categoria.

Gli insider secondari

Nel Regno Unito il Financial Services and Markets Act 2000 statuisce

che si dice insider secondario colui il quale ha ottenuto, si usa proprio il

verbo to obtain, con altri mezzi informazioni riservate. Il tentativo di

interpretare il verbo obtain riporta al Company Securities (Insider

Dealing) Act 1985 ed in particolare al caso di una banca d’affari con il

ruolo di consulente finanziario di una emittente. L’accusato, che