Cesare Castellotti
Nel panorama della carrozzeria italiana, Ber-tone è uno dei nomi di maggiore spicco, un marchio di prestigio, che ha varcato continenti ed oceani, raggiungendo una fama indiscus-sa di gusto e di moda.
È un creatore geniale di singoli prototipi o di piccole e medie serie di vetture, nelle quali esprime le sue idee innovatrici di stilista d'a-vanguardia, proponendo soluzioni che fanno camminare la fantasia nel futuro dell'automo-bile.
La storia della Carrozzeria Bertone si identi-fica con quella dello stile italiano nell'auto. È l'azienda più anziana del settore, con oltre 60 anni di ininterrotta attività.
Viene fondata infatti nel 1912 da Giovanni Bertone, per la produzione di parti per car-rozzerie.
Dal 1921 si dedica esclusivamente alla costru-zione di carrozzerie per autovetture: è situata in Corso Peschiera, a Torino, ed ha 70 ope-rai. I primi telai carrozzati sono la SPA 9000 e la FIAT 501 «Competizione», cui seguono quelli di tutte le più famose marche italiane dell'epoca: Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Chiri-biri, Seat, Isotta Fraschini, Ceirano. Negli anni dal '28 al '38 la Bertone lavora prin-cipalmente su modelli di serie per la Lancia. A partire dal '34, quando l'azienda ha anco-ra dimensioni artigianali, inizia la propria at-tività Nuccio Bertone, figlio del fondatore. La sua prima preoccupazione è la creazione di modelli destinati alla vendita diretta, in mo-do da porre una alternativa alle lavorazioni eseguite per conto di Case committenti. Dopo il periodo bellico, durante il quale ven-gono curate commesse per enti militari,
Nuc-cio Bertone assume definitivamente la direzio-ne dell'azienda. Riprende l'attività direzio-nei settori della piccola e della media serie, su telai Fiat, Alfa Romeo e Lancia. Nel '52 vengono acqui-site le prime commesse di una certa importan-za all'estero (MG, Bristol).
Nel '53 inizia la realizzazione del prototipo Al-fa Romeo Giulietta Sprint che, presentato nel-la primavera 1954 al Salone di Torino, segna l'inizio di uno dei più fortunati capitoli della storia della carrozzeria italiana. Nata prima della berlina (lanciata un anno e mezzo do-po), la Sprint sigla il decollo industriale di Ber-tone. Progettata prevedendo una produzione di 500 unità, si finisce per costruirne 40 mila. Si deve a questa automobile, ed al maggior la-voro da essa determinato, la decisione di tra-sferire lo stabilimento a Grugliasco, dove si reperisce una vasta area di terreno. I lavori ini-ziano nel '57, per concludersi tre anni dopo. Il complesso arriverà ad avere 1500 dipendenti ed una potenzialità annua di 20 mila autovet-ture.
Nel frattempo la Bertone ha instaurato con la tedesca NSU un rapporto di collaborazione che porta alla produzione in serie del model-lo «Sport Prinz».
Dal sodalizio con l'Alfa Romeo nascono due modelli di prestigio: la Giulietta Sprint Spe-ciale (giudicata ancor oggi dagli esperti come uno dei più puri esempi dell'« industriai de-sign» applicato all'automobile), e la 2600 Sprint.
Un importante esempio di collaborazione in-dustriale nell'ambito del MEC ha inizio nel '62, con la presentazione della Simca 1000 Coupé. Lo sviluppo del lavoro per la Casa
I PROTOTIPI
Nel corso della sua esistenza la Bertone ha disegnato, progettato, e costruito innumerevoli modelli di auto di successo.
Nei soli ultimi anni dal 1950 ad oggi, la Casa torinese ha realizzato 40 modelli di produzione e ben 58 prototipi. Ciascuno di questi ultimi rappresenta un concentrato di creatività ed un grande sforzo di ricerca rivolto ad esplorare nuovi concetti e tendenze estetico-funzionali, generando così un enor-me patrimonio di idee e soluzioni tecniche.
Vediamo brevemente i «pezzi» che si possono considerare pietre miliari della fortuna e della rino-manza internazionale della Bertone. Del 1956 è la Abarth Record, del '63 la Corvair Testudo, del '64 l'Alfa Romeo Canguro, dei '65 la Ford Mustang, del '66 la Porsche 911 Spider.
Un anno particolarmente fecondo è il 1967, che segna la nascita della Miura Spider, della Jaguar « P i r a n a » , dell'Alfa Romeo Montreal, della Lamborghini «Marzal», della Fiat 125 Executive, e della « P a n t h e r » . Seguono: l'Alfa Romeo « C a r a b o » (1968), la Fiat 128 Coupé e l'Autobianchi «Ru-nabout» (1969), la Lancia Stratos (1970), la Citroen Camargue (1972), la NSU Trapeze (1973), la Maserati « Quattroporte » e la Lamborghini Bravo (1974), il Fiat Visitors Bus e la X l / 9 Dallara (1975), l'Alfa Romeo Navajo, la 131 Abarth Rally, e la Ferrari « Rainbow» (1976), la Jaguar Ascot (1977), la Lancia Sibilo (1978), e la Volvo Tundra (1979). Il decennio '80 è cominciato con la Lamborghini « Athon» (1980), ed è proseguito con la Mazda MX-81 (1982), la Delfino (1983), la X l / 9 , la Cabrio Palinuro e la Ramarro (1984).
Fig. 2. La "Giulietta Sprint" 119541 segnò il decollo in-dustriale della Carrozzeria torinese Bertone.
francese porta alla costruzione di un nuovo stabilmento a Caselle, dove viene prodotta la aggiornata versione 1200 «S».
Alla Carrozzeria torinese si rivolge anche la BMW, per realizzare una piccola serie di vet-ture di pregio: il Coupé 3200 C.S.
Dal '66 al '68 la Bertone conosce un periodo di sviluppo eccezionale, passando da 13 mila a 29.500 carrozzerie annue, un incremento produttivo medio vicino al fantastico tasso del 40% all'anno.
La spiegazione di questo successo va
ricerca-ta nella straordinaria affermazione dello Spi-der Fiat 850 sul mercato statunitense. Nel 1968 la Bertone sforna 120 Spider al giorno, e quasi il 90% è destinato agli USA. La produzione complessiva di questa macchina arriverà a 140 mila esemplari.
Unitamente a questo lavoro di media serie, Bertone produce, in piccola serie, altre vettu-re di pvettu-restigio, tra le quali spicca la Lambor-ghini Miura, che è come un vero fenomeno, destinata a lasciare una traccia indelebile nel-la storia dell'automobile.
Fig. 3. La Xl/9, disegnata da Bertone, è l'auto italiana finora più venduta in America: ne sono già state pro-dotte più di 170 mila.
Fig. 4. La Cabrio Bertone, su meccanica Fiat Ritmo, va a gonfie vele in America e in Italia. Piace soprattutto ai giovani.
Fig. 5. Nuccio Bertone con alcuni dei suoi disegnatori nel Centro Stile di Caprie, in Val di Susa.
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meno unico e irripetibile nella storia del ral-ly, la Ferrari « Dino 308 GT 4 », e la Innocen-ti Mini, un insuperabile esempio di design fun-zionale applicato a vetture di piccola cilin-drata.
Intanto ha preso il via nel '72 la produzione della « X1 /9», la prima Fiat a motore centra-le, l'auto italiana finora più venduta in Ame-rica: la sua produzione ha già superato le 170 mila unità.
La svolta storica per la Bertone avviene all'i-nizio degli anni '80.
Nell'82 infatti lo stilista torinese affianca alla sua tradizionale attività di designer quella di costruttore automobilistico vero e proprio. La Cabrio (su meccanica Fiat Ritmo) e la X l / 9 vengono prodotte e vendute direttamente da Bertone con il proprio marchio, che risulta co-sì responsabile non solo della produzione, ma altresì della commercializzazione dei model-li, e di tutti i problemi concernenti la garan-zia e l'assistenza post-vendita del prodotto. Il Centro Stile, creato nella quiete di Caprie, in Val di Susa, studia dal canto suo, e realiz-AU'inizio degli anni '70 si delinea per la
Ber-tone una situazione di rafforzamento delle po-sizioni già raggiunte, e si creano le premesse Per un ulteriore balzo in avanti. Vengono tra l'altro installati impianti di verniciatura elet-troforetica che pongono la Carrozzeria di Gru-gliasco al primo posto tra le aziende del set-tore per la modernità delle attrezzature. Si allacciano altresì, o si riprendono, stimo-lanti rapporti con Ferrari, Innocenti, Mase-rati e Lancia. Nascono così alcune vetture di eccezionale interesse, come la Stratos,
feno-Fig. 6. La Volvo 780, ultima creazione di Bertone. Rias-sume la tecnica svedese e lo stile italiano.
za, numerosi modelli per grandi Case automo-bilistiche.
Fra le più recenti collaborazioni con le mar-che estere, sono da citare quelle con la Citroen e la Volvo.
La Citroen è una delle Case francesi (insieme alla Peugeot, che si affida a Pininfarina) ad aver voluto incaricare gli stilisti italiani di stu-diare la linea di alcune loro vetture. Il design della riuscita BX è nato proprio dalle mani del-la équipe di Bertone. Non altrettanto sembra voler fare la Renault, e i risultati si vedono: la Règie francese continua a produrre macchi-ne che come gusto estetico lasciano alquanto a desiderare.
Quanto alla Volvo, la prima collaborazione con Bertone risale a dieci anni fa, con la rea-lizzazione, dapprima del modello 264 TE e poi della 262 Coupé. Quest'ultima vettura ha rap-presentato una svolta importante nella gestio-ne aziendale Bertogestio-ne: la 262 ha comportato non soltanto la costruzione della carrozzeria, ma il ciclo completo di produzione. Ed ora, ecco la «780», che nasce da un ac-cordo di joint-venture con la Casa svedese: un'elegantissima berlina due porte, che rias-sume la tecnica svedese e il design italiano. La « 780 » rappresenta una nuova espressione del-la qualità Volvo, sicuramente destinata al suc-cesso presso l'élite automobilistica internazio-nale. Di questa raffinata vettura, Nuccio Ber-tone firma l'intero progetto, dalla
definizio-ne formale del modello all'intero ciclo produt-tivo.
In questa prima fase ne vengono prodotte da 2.500 a 3.000 all'anno. Poi sarà la clientela a determinarne il ritmo produttivo. Un nuovo interessante capitolo, insomma, del-la storia di Bertone, nato artigiano e divenu-to carrozziere moderno, rivoluzionario, e ca-pace di imprevedibili ardimenti. Spesso ha per-sino stimolato il progresso tecnologico nel campo della meccanica, sempre tenendo alta nel mondo la quotazione del made in Italy.