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DELL'ITALIAN STYLE"

Nel documento Cronache Economiche. N.003, Anno 1985 (pagine 89-93)

Cesare Castellotti

Nel panorama della carrozzeria italiana, Ber-tone è uno dei nomi di maggiore spicco, un marchio di prestigio, che ha varcato continenti ed oceani, raggiungendo una fama indiscus-sa di gusto e di moda.

È un creatore geniale di singoli prototipi o di piccole e medie serie di vetture, nelle quali esprime le sue idee innovatrici di stilista d'a-vanguardia, proponendo soluzioni che fanno camminare la fantasia nel futuro dell'automo-bile.

La storia della Carrozzeria Bertone si identi-fica con quella dello stile italiano nell'auto. È l'azienda più anziana del settore, con oltre 60 anni di ininterrotta attività.

Viene fondata infatti nel 1912 da Giovanni Bertone, per la produzione di parti per car-rozzerie.

Dal 1921 si dedica esclusivamente alla costru-zione di carrozzerie per autovetture: è situata in Corso Peschiera, a Torino, ed ha 70 ope-rai. I primi telai carrozzati sono la SPA 9000 e la FIAT 501 «Competizione», cui seguono quelli di tutte le più famose marche italiane dell'epoca: Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Chiri-biri, Seat, Isotta Fraschini, Ceirano. Negli anni dal '28 al '38 la Bertone lavora prin-cipalmente su modelli di serie per la Lancia. A partire dal '34, quando l'azienda ha anco-ra dimensioni artigianali, inizia la propria at-tività Nuccio Bertone, figlio del fondatore. La sua prima preoccupazione è la creazione di modelli destinati alla vendita diretta, in mo-do da porre una alternativa alle lavorazioni eseguite per conto di Case committenti. Dopo il periodo bellico, durante il quale ven-gono curate commesse per enti militari,

Nuc-cio Bertone assume definitivamente la direzio-ne dell'azienda. Riprende l'attività direzio-nei settori della piccola e della media serie, su telai Fiat, Alfa Romeo e Lancia. Nel '52 vengono acqui-site le prime commesse di una certa importan-za all'estero (MG, Bristol).

Nel '53 inizia la realizzazione del prototipo Al-fa Romeo Giulietta Sprint che, presentato nel-la primavera 1954 al Salone di Torino, segna l'inizio di uno dei più fortunati capitoli della storia della carrozzeria italiana. Nata prima della berlina (lanciata un anno e mezzo do-po), la Sprint sigla il decollo industriale di Ber-tone. Progettata prevedendo una produzione di 500 unità, si finisce per costruirne 40 mila. Si deve a questa automobile, ed al maggior la-voro da essa determinato, la decisione di tra-sferire lo stabilimento a Grugliasco, dove si reperisce una vasta area di terreno. I lavori ini-ziano nel '57, per concludersi tre anni dopo. Il complesso arriverà ad avere 1500 dipendenti ed una potenzialità annua di 20 mila autovet-ture.

Nel frattempo la Bertone ha instaurato con la tedesca NSU un rapporto di collaborazione che porta alla produzione in serie del model-lo «Sport Prinz».

Dal sodalizio con l'Alfa Romeo nascono due modelli di prestigio: la Giulietta Sprint Spe-ciale (giudicata ancor oggi dagli esperti come uno dei più puri esempi dell'« industriai de-sign» applicato all'automobile), e la 2600 Sprint.

Un importante esempio di collaborazione in-dustriale nell'ambito del MEC ha inizio nel '62, con la presentazione della Simca 1000 Coupé. Lo sviluppo del lavoro per la Casa

I PROTOTIPI

Nel corso della sua esistenza la Bertone ha disegnato, progettato, e costruito innumerevoli modelli di auto di successo.

Nei soli ultimi anni dal 1950 ad oggi, la Casa torinese ha realizzato 40 modelli di produzione e ben 58 prototipi. Ciascuno di questi ultimi rappresenta un concentrato di creatività ed un grande sforzo di ricerca rivolto ad esplorare nuovi concetti e tendenze estetico-funzionali, generando così un enor-me patrimonio di idee e soluzioni tecniche.

Vediamo brevemente i «pezzi» che si possono considerare pietre miliari della fortuna e della rino-manza internazionale della Bertone. Del 1956 è la Abarth Record, del '63 la Corvair Testudo, del '64 l'Alfa Romeo Canguro, dei '65 la Ford Mustang, del '66 la Porsche 911 Spider.

Un anno particolarmente fecondo è il 1967, che segna la nascita della Miura Spider, della Jaguar « P i r a n a » , dell'Alfa Romeo Montreal, della Lamborghini «Marzal», della Fiat 125 Executive, e della « P a n t h e r » . Seguono: l'Alfa Romeo « C a r a b o » (1968), la Fiat 128 Coupé e l'Autobianchi «Ru-nabout» (1969), la Lancia Stratos (1970), la Citroen Camargue (1972), la NSU Trapeze (1973), la Maserati « Quattroporte » e la Lamborghini Bravo (1974), il Fiat Visitors Bus e la X l / 9 Dallara (1975), l'Alfa Romeo Navajo, la 131 Abarth Rally, e la Ferrari « Rainbow» (1976), la Jaguar Ascot (1977), la Lancia Sibilo (1978), e la Volvo Tundra (1979). Il decennio '80 è cominciato con la Lamborghini « Athon» (1980), ed è proseguito con la Mazda MX-81 (1982), la Delfino (1983), la X l / 9 , la Cabrio Palinuro e la Ramarro (1984).

Fig. 2. La "Giulietta Sprint" 119541 segnò il decollo in-dustriale della Carrozzeria torinese Bertone.

francese porta alla costruzione di un nuovo stabilmento a Caselle, dove viene prodotta la aggiornata versione 1200 «S».

Alla Carrozzeria torinese si rivolge anche la BMW, per realizzare una piccola serie di vet-ture di pregio: il Coupé 3200 C.S.

Dal '66 al '68 la Bertone conosce un periodo di sviluppo eccezionale, passando da 13 mila a 29.500 carrozzerie annue, un incremento produttivo medio vicino al fantastico tasso del 40% all'anno.

La spiegazione di questo successo va

ricerca-ta nella straordinaria affermazione dello Spi-der Fiat 850 sul mercato statunitense. Nel 1968 la Bertone sforna 120 Spider al giorno, e quasi il 90% è destinato agli USA. La produzione complessiva di questa macchina arriverà a 140 mila esemplari.

Unitamente a questo lavoro di media serie, Bertone produce, in piccola serie, altre vettu-re di pvettu-restigio, tra le quali spicca la Lambor-ghini Miura, che è come un vero fenomeno, destinata a lasciare una traccia indelebile nel-la storia dell'automobile.

Fig. 3. La Xl/9, disegnata da Bertone, è l'auto italiana finora più venduta in America: ne sono già state pro-dotte più di 170 mila.

Fig. 4. La Cabrio Bertone, su meccanica Fiat Ritmo, va a gonfie vele in America e in Italia. Piace soprattutto ai giovani.

Fig. 5. Nuccio Bertone con alcuni dei suoi disegnatori nel Centro Stile di Caprie, in Val di Susa.

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meno unico e irripetibile nella storia del ral-ly, la Ferrari « Dino 308 GT 4 », e la Innocen-ti Mini, un insuperabile esempio di design fun-zionale applicato a vetture di piccola cilin-drata.

Intanto ha preso il via nel '72 la produzione della « X1 /9», la prima Fiat a motore centra-le, l'auto italiana finora più venduta in Ame-rica: la sua produzione ha già superato le 170 mila unità.

La svolta storica per la Bertone avviene all'i-nizio degli anni '80.

Nell'82 infatti lo stilista torinese affianca alla sua tradizionale attività di designer quella di costruttore automobilistico vero e proprio. La Cabrio (su meccanica Fiat Ritmo) e la X l / 9 vengono prodotte e vendute direttamente da Bertone con il proprio marchio, che risulta co-sì responsabile non solo della produzione, ma altresì della commercializzazione dei model-li, e di tutti i problemi concernenti la garan-zia e l'assistenza post-vendita del prodotto. Il Centro Stile, creato nella quiete di Caprie, in Val di Susa, studia dal canto suo, e realiz-AU'inizio degli anni '70 si delinea per la

Ber-tone una situazione di rafforzamento delle po-sizioni già raggiunte, e si creano le premesse Per un ulteriore balzo in avanti. Vengono tra l'altro installati impianti di verniciatura elet-troforetica che pongono la Carrozzeria di Gru-gliasco al primo posto tra le aziende del set-tore per la modernità delle attrezzature. Si allacciano altresì, o si riprendono, stimo-lanti rapporti con Ferrari, Innocenti, Mase-rati e Lancia. Nascono così alcune vetture di eccezionale interesse, come la Stratos,

feno-Fig. 6. La Volvo 780, ultima creazione di Bertone. Rias-sume la tecnica svedese e lo stile italiano.

za, numerosi modelli per grandi Case automo-bilistiche.

Fra le più recenti collaborazioni con le mar-che estere, sono da citare quelle con la Citroen e la Volvo.

La Citroen è una delle Case francesi (insieme alla Peugeot, che si affida a Pininfarina) ad aver voluto incaricare gli stilisti italiani di stu-diare la linea di alcune loro vetture. Il design della riuscita BX è nato proprio dalle mani del-la équipe di Bertone. Non altrettanto sembra voler fare la Renault, e i risultati si vedono: la Règie francese continua a produrre macchi-ne che come gusto estetico lasciano alquanto a desiderare.

Quanto alla Volvo, la prima collaborazione con Bertone risale a dieci anni fa, con la rea-lizzazione, dapprima del modello 264 TE e poi della 262 Coupé. Quest'ultima vettura ha rap-presentato una svolta importante nella gestio-ne aziendale Bertogestio-ne: la 262 ha comportato non soltanto la costruzione della carrozzeria, ma il ciclo completo di produzione. Ed ora, ecco la «780», che nasce da un ac-cordo di joint-venture con la Casa svedese: un'elegantissima berlina due porte, che rias-sume la tecnica svedese e il design italiano. La « 780 » rappresenta una nuova espressione del-la qualità Volvo, sicuramente destinata al suc-cesso presso l'élite automobilistica internazio-nale. Di questa raffinata vettura, Nuccio Ber-tone firma l'intero progetto, dalla

definizio-ne formale del modello all'intero ciclo produt-tivo.

In questa prima fase ne vengono prodotte da 2.500 a 3.000 all'anno. Poi sarà la clientela a determinarne il ritmo produttivo. Un nuovo interessante capitolo, insomma, del-la storia di Bertone, nato artigiano e divenu-to carrozziere moderno, rivoluzionario, e ca-pace di imprevedibili ardimenti. Spesso ha per-sino stimolato il progresso tecnologico nel campo della meccanica, sempre tenendo alta nel mondo la quotazione del made in Italy.

PER UNA CONDUZIONE ECONOMICA

Nel documento Cronache Economiche. N.003, Anno 1985 (pagine 89-93)