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Demasiado corazón : il racconto di una resistenza

La complessa realtà messicana fa da sfondo al romanzo Demasiado corazón, costruito attorno a fatti reali documentati con l’intento evidente di una critica sociale agli eccessi nati dall’economia globale, critica fondatasi, tra l’altro, sugli scritti di Eduardo Galeano e Noam Chomksy. Il medico Lazzaro Alvarado viene ucciso mentre sta cercando di denunciare l’utilizzo di rifiuti tossici nel materiale di costruzione dei condomini che circondano le

maquiladoras di Tijuana ed in cui gli abitanti si stanno ammalando l’uno dopo l’altro. La sua

lotta trova però una continuazione nella ricerca dei colpevoli da parte del suo amico Leandro, video-giornalista italiano, affiancato dal fratello della vittima e da Adelita, nome probabilmente ispirato ad una leggendaria guerrigliera della rivoluzione zapatista372.

La canzone meticcia Demasiado corazón di Willy De Ville, scritta in lingua spagnola ed inglese, scandisce un romanzo polifonico che mette in scena attraverso i suoi personaggi il contrasto fondamentale tra i ribelli perdenti dal « troppo cuore » e i vincitori cinici e senza fede. Queste figure di « perdenti ma non vinti »373 si imbattono nelle logiche capitalistiche di una multinazionale farmaceutica che ha commissionato l’omicidio del medico a Bart Croce, ex membro delle forze speciali americane. Per questo personaggio cinico e autodistruttivo, prigioniero del ricordo ossessivo delle torture inflitte, la parola credere « non esiste nella vita reale »374, e l’eccesso di cuore dei ribelli rappresenta l’invidiato punto resistente, la fede associata al fatto « che hanno troppo cuore, questi bastardi. Noi vinceremo, ma non avremo mai i loro cuori… O forse sì. Con il tempo, nessun ideale resiste alla putredine della realtà circostante… » (DC 54). Malgrado il cinismo di Bart che contesta l’utilità di qualsiasi lavoro di informazione in un mondo in cui « quando l’orrore deborda, quando è in eccesso, non c’è alcuna reazione » (DC 156), la forza della telecamera consente a Leandro di denunciare le ingiustizie della realtà sociale messicana e di filmare le confessioni dell’assassino. Il

372

Si tratterebbe di Adela Velarde Perez : cf. Ibid., p. 129.

373

CACUCCI, P., Storie di perdenti ma non vinti, interview de CENNI, R., in Libertaria, 2001, <http://www.libertaria.it/articoli_online/perdentvinti.pdf>, consultato il 27/9/2009.

374

CACUCCI,P., Demasiado corazón, Milan, Feltrinelli, 1999, p. 136 ; d’ora in poi indicato nel testo con la sigla DC seguita dal numero della pagina della citazione.

personaggio del giornalista diventa una sorta di riflesso intra-diegetico dell’impegno dell’autore, autore al quale però la scrittura resistente conferisce la possibilità di approfondire le vicende narrate, di suscitare l’interpretazione, il coinvolgimento e l’indignazione nella memoria del lettore.

L’epilogo del romanzo si sposta a San Cristobal de Las Casas, nel Chiapas dell’inverno 1994, proprio il giorno della rivolta Zapatista degli indios insorti, guidati dal subcomandante Marcos. Questo evento storico ha proiettato il movimento rivoluzionario sulla scena internazionale così come i termini « globalizzazione » e « neoliberismo » che secondo Pino Cacucci, erano rimasti sconosciuti fino a quando « gli zapatisti del Chiapas non si assunsero l’onere di denunciare al mondo che significavano morte e devastazione, sterminio per fame e malattie, associato a distruzione sistematica degli equilibri ecologici »375. Il racconto si chiude con la voce di uno dei ribelli in cui sembra riecheggiare l’impegno dello scrittore : « […] se ti chiedi cosa accadrà domani, continuerai a non fare niente. Non siamo qui per dare risposte, ma per porre domande » (DC 225).

Il viaggio può costituire una metafora della condizione umana sempre confrontata a nuovi incontri, nuove esperienze di vita, nuove frontiere da valicare. E la narrazione ha il potere di delinearne i contorni, di smussarne le asperità o di evidenziarne i contrasti. In questa terza via, lo scrittore può decidere di porgere al reale il suo specchio stendhaliano e di rimanere quindi passivo osservatore sul ciglio del cammino. Ma può anche scegliere di mettersi in moto ed unire i propri passi a quelli che percorrono il fango della strada, ne affrontano le insidie e continuano a voler correre verso l’orizzonte. « L’unica alternativa per non subire una storia è raccontare mille storie alternative »376 affermano i Wu Ming. Una forma di resistenza contro- storica che il viaggio nel caleidoscopio messicano ed il racconto delle sue lotte sociali, culturali, politiche ed esistenziali delineano nella narrativa ibrida di Pino Cacucci.

Riassunto – Résumé

Il Messico di Pino Cacucci : tra racconto e resistenza

Nella memoria culturale italiana ed europea, l’America latina rappresenta un continente di immigrazione ed esilio, una terra mitizzata di passioni, lotte e ribellioni. Un mondo al quale Pino Cacucci si avvicina progressivamente e che determina l’evoluzione della sua esperienza di « raccontatore di storie ». Storie che approdano o si radicano in Messico, tra narrativa e saggistica, finzione e cronaca. Il viaggio nella terra meticcia diventa reazione contro l’inerzia di una realtà italiana in crisi, traccia un itinerario che porta narratore, personaggi e lettore a scoprire le varie sfaccettature di una nuova realtà, spingendoli a considerare la propria da un’altra prospettiva. Lo studio delle voci narranti e dei protagonisti di Puerto Escondido, La

polvere del Messico e Demasiado corazón esplora il modo in cui questo percorso nello spazio

messicano conferisce una funzione di resistenza ai personaggi e al racconto della loro erranza.

375

CACUCCI,P., « Como México no hay dos », in Carta, 8 juin 2000, p. 31, cit. in GEMIGNANI, N., op. cit., p. 33.

376

Le Mexique de Pino Cacucci : entre récit et résistance

Dans la mémoire culturelle italienne et européenne, l’Amérique latine est un continent d’immigration et d’exil, une terre mythifiée de passions, combats et rébellions. Un monde que Pino Cacucci aborde progressivement et qui détermine l’évolution de son expérience de « conteur d’histoires ». Histoires qui aboutissent ou se situent au Mexique, entre roman et essai, fiction et chronique. Le voyage dans cette terre métissée se fait réaction contre l’inertie d’une société italienne en crise et trace un itinéraire qui amène narrateur, personnages, lecteur à découvrir les multiples facettes d’une autre réalité et à adopter par conséquent un point de vue différent sur leur propre réel. L’étude des voix narratives et des personnages principaux de Puerto Escondido, La polvere del Messico et Demasiado corazón explore la manière dont ce parcours dans l’espace mexicain confère une fonction de résistance aux personnages et au récit de leur errance.

Un lettore dell’Altro Mondo : Mario Luzi (1914-2005) e la