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214 Ibidem, pag

Capitolo 4: DIGITAL DEVICE E APP NELLO SPORT DAL SELFIE AL QUANTIFIED SELF

4.1 LA DEVICE CULTURE

“Gli uomini ora sono diventati strumenti dei loro strumenti.”

[Henry D. Thoreau, Walden, 1854] Ogni strumento o mezzo di comunicazione è nuovo nel momento in cui viene ideato e distribuito, e l’apparente estraneità di ogni new medium deve essere disarticolata e scomposta in una triplice analisi per renderlo comprensibile sia nell’uso strumentale-tecnologico sia nelle implicazioni antropo-psico-sociologiche622; le dimensioni analitiche evidenziate da Lievrouw e Livingstone sono:

- Strumento come dispositivo tecnologico ed artefatto culturale utilizzato per comunicare o informarsi (requisito funzionale);

- Modalità di uso e tipologia delle attività che gli utenti adottano per comunicare/ricevere informazioni;

- Forme di riorganizzazione individuale e sociale che essi sviluppano.

Per quanto concerne lo sviluppo degli strumenti mobili nella digital network society odierna è opportuno soffermarsi nuovamente sul principio di «convergenza digitale»; già presentata al pubblico nel 1995623, “per Negroponte la convergenza è uno specifico della digitalizzazione, [mentre] per Jenkins essa è un fenomeno di lungo periodo, di cui la digitalizzazione permette una nuova tappa”624, che distingue l’evoluzione tra vecchi e nuovi media e fornisce nuove chiavi interpretative della realtà. La convergenza digitale consente inoltre fenomeni di innovazione tecnologica, simbolica e sociale nella quotidianità delle persone625, ad esempio nella fruizione e reinterpretazione personalizzata di prodotti commerciali e nella condivisione di questi attraverso il medesimo dispositivo. Questa innovazione permette così di comprendere come i social media network si siano diffusi maggiormente a seguito della diffusione degli smartphone, perché essi non solo si sono sviluppati secondo principi tali da soddisfare bisogni

622 Lievrouw Leah A., Livingstone Sonia, 2005, Introduction, in: Lievrouw Leah A., Livingstone Sonia, 2005,

New Media: Social shaping and social consequences of ICTs, London, Sage, pag. 7

623 Negroponte Nicholas, 2004, Essere digitali, Milano, Sperling & Kupfer

624 Colombo Fausto, 2013, Il potere socievole. Storia e critica dei social media, Milano-Torino, Bruno

Mondadori, pag. 20

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funzionali, emotivi e sociali degli utenti, ma anche e soprattutto perché i dispositivi digitali, personali, portatili e convergenti, consentono nello stesso strumento di accedere ad Internet e alle piattaforme web, avere servizi e software dedicati, registrare e condividere contenuti personali e di fruire pienamente della multimedialità e dell’interattività degli artefatti culturali odierni.

La convergenza ha inoltre operato una cesura più significativa perché ha racchiuso in sé sia i progressi tecnologici ma anche i residui culturali della società moderna e del processo di digitalizzazione in un unico dispositivo personalizzato capace di inserire il singolo individuo nello stream informazionale, comunicativo e iper-socializzato soprattutto attraverso l’ubiquità626 di questi e il distacco dai legami di dipendenza territoriale e temporale, cioè proseguendo verso l’accentuazione dell’individualismo sociale.

Come ha notato Sonia Livingstone, le nuove tecnologie rimodellano le pratiche di consumo e fruizione e in particolare hanno mutato il concetto di audience627 commerciale in utenti attivi e prosumer, e poiché i nuovi mezzi consentono a tutti di esprimersi occorre analizzare criticamente non solo il flusso di queste comunicazioni e le nuove forme sociali che consentono, ma anche la natura culturale insita e riconosciuta allo stesso prodotto tecnologico.

Innanzitutto, i personal informatic device rientrano non solo nella categoria degli artefatti culturali ma, stando alla definizione di Foucault e alla reinterpretazione di Stiegler, rappresentano anche una nuova forma di hypomnemata, termine concettualizzato da Platone e reinterpretato per riferirsi a “quegli oggetti che vengono generati in funzione di supporto esterno della memoria”628 e che consentono una traduzione di informazioni personali attraverso artefatti e tecnologie di memorizzazione al fine di consentire uso, rielaborazione e riappropriazione simbolica dei dati informativi nel tempo. Secondo Stiegler, in particolare, l’uso di questi strumenti è indispensabile nei processi culturali di soggettivazione e adozione dei modelli culturali629 condivisi; inoltre, i dispositivi digitali odierni sono anche strumenti e tecniche di autocontrollo del corpo e di riorganizzazione della vita personale630, che aprono però le porte a rischi sociali di sorveglianza digitale, dal momento che tali strumenti rispondono a logiche neoliberali ideologiche di auto-disciplinamento sociale e di privatizzazione, o di violazione della privacy e appropriazione dei dati personali631.

626 Lievrouw Leah A., Livingstone Sonia, 2005, Introduction, in: Lievrouw Leah A., Livingstone Sonia, 2005,

New Media: Social shaping and social consequences of ICTs, London, Sage, pag. 8

627 Livingstone Sonia, 1999, New media, new audiences, in: “New Media & Society”, 1999, Volume 1, Issue

1, pagg. 59-66

628 Foucault Michel, 1997, Ethics: Subjectivity and Truth, New York, The New Press, pag. 273

629 Stiegler Bernard, 2014, Prendersi cura. Della gioventù e delle generazioni, Napoli-Salerno, Orthotes 630 Stiegler Bernard, 2015, Symbolic Misery, Cambridge, Polity Press

631 Millington Brad, 2014, Smartphone Apps and the Mobile Privatization of Health and Fitness, in: “Critical

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Questi strumenti tecnologici, quindi, “non sono più strumenti del sé, dal momento che, iper-connessi in Rete, finiscono per incappare in modelli di individualità e di socialità estremamente facili da governare ed indirizzare [… secondo] modalità espressive già riconoscibili nel cyberspazio, ossia, frutto di quei codici che più efficacemente inducono gli utenti a orientare la propria attenzione e a reagire (quindi, a produrre feedback)”632. Gli smartphone [letteralmente «telefono intelligente»] sono i principali e ubiquitari personal informatic device digitali di cui oggi la grandissima maggioranza della popolazione occidentale dispone; per comprendere gli effetti e le implicazioni sociali di questi strumenti è necessario definirne brevemente le caratteristiche tecnologiche. Tutti gli smartphone sono strumenti di comunicazione (vocale e testuale) e supporti di memorizzazione e di informazione; essi sono stati sviluppati secondo la «logica del primato dell’immagine»633, poiché dispongono di ampio schermo touch-respondant che rende attraverso l’immagine e la responsività aptica immediata conoscenza e fruizione dei processi svolti.

“A rendere gli smartphone così performanti e funzionali rispetto a telefoni cellulari di precedente generazione sono l'aumento delle prestazioni in termini di processamento e memorizzazione […] unite a sistemi operativi sviluppati ad hoc […] e ad interfacce utente sempre più facili da usare come ad esempio lo schermo tattile. […] La caratteristica principale degli smartphone è tuttavia la possibilità di installare applicazioni di terze parti (software, giochi, temi) [come le App] per aumentare le funzionalità del dispositivo mobile. Alcune di queste funzionalità aggiuntive sono rese possibili dall'integrazione nel dispositivo mobile di sensori quali accelerometro, giroscopio, […] cardiofrequenzimetro, ecc.”634. I sensori o trasduttori digitali, semplificandone la definizione, sono strumenti tecnologici capaci di rilevare – più o meno accuratamente – particolari dati fisici (es. temperatura, accelerazione, posizione gps, ecc.) o fisiologici (es. battito cardiaco, glicemia, ecc.) e di trasformarli in informazioni digitali; essi sono poi integrati direttamente in smartphone o smart objects (wearable device, smartwatch, bracelets, ecc.) o collegati in bluetooth/wi-fi ad altri dispositivi (smartphone o computer) in grado di registrare, elaborare, trasmettere e mostrare i dati rilevati.

A conferire però lo statuto di eccezionalità e di affordance essenziali nella società digitale635 ai device digitali è l’integrazione dei servizi Internet in un dispositivo mobile: potendo disporre ovunque di questo strumento, l’accessibilità ad Internet diventa parte integrante della stessa esistenza delle persone, tanto da spingerli “verso un approccio

632 Forte Fulvio, 2016, Il cyberspazio tra governamentalità e digitalità, in: “La Deleuziana” – Rivista online

di Filosofia, 2016, Numero 3, visibile su:

http://www.ladeleuziana.org/wp-content/uploads/2016/12/Forte.pdf, pagg. 99-100

633 Brabazon Tara, 2015, Digital fitness: Self-monitored fitness and the commodification of movement, in:

“Communication, Politics and Culture”, 2015, Volume 48, Issue 2, pag. 8

634 Wikipedia, L’Enciclopedia libera – www.wikipedia.it, voce: Smartphone

635 Rainie Lee, Wellman Barry, 2012, Networked: il nuovo sistema operativo sociale, Milano, Guerini

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mentale «internet-first», incoraggiandoli a utilizzare i loro smartphone […] quando vogliono trovare la risposta a un quesito o pubblicare contenuti”636. Ciò inoltre influisce sulla comprensione della realtà, delle caratteristiche dello spazio e del tempo637, sull’organizzazione sociale della vita quotidiana e sulla gestione delle relazioni sociali, ora percepite come sempre «vive» e letteralmente a portata di mano, ma allo stesso tempo più distanti e meno rilevanti proprio perché è sempre possibile condividere e comunicare con le proprie conoscenze. È inoltre proprio la rivoluzione del mobile Internet ad aver corroborato lo sviluppo dei SNS e ad aver profondamente mutato la società digitale perché negli anni Duemila, con l’immissione sul mercato degli smartphone, si è ridotto il digital divide mobile (cioè il possesso e la capacità di uso dei cellulari) ma anche il digital divide e knowledge gap generali638.

Una interessante conseguenza sociologica della mobile-ization639 delle attività quotidiane e delle modalità relazionali è data dalle dinamiche odierne degli incontri interpersonali: se prima dell’uso dei cellulari gli incontri tra persone erano fortemente determinati da un previo accordo su luogo ed orario e tempo di permanenza insieme, il cellulare consente ora una ridefinizione sia delle dinamiche di accordo secondo quelle pratiche di «iper-coordinamento»640 attraverso il cellulare che consentono di approssimare continuamente il tempo e il luogo, definiti anche soft-time e soft-location641, attraverso comunicazioni continuative gestite nella contemporaneità, sia una dilatazione dell’incontro stesso attraverso contatti prima e dopo l’incontro fisico. Attraverso il cellulare, inoltre, e soprattutto attraverso smartphone ed SNS, le persone sperimentano un processo sociale di soggettivazione e relazionalità digitale e di continua “presenza connessa”642 anche in assenza fisica delle persone; di contro, però, lo psicologo Gergen oppone il rischio sociale di “presenza assente”643 dovuta all’attenzione prestata al dispositivo e al suo uso non solo in situazioni di «disattenzione civile» ma anche in situazioni sociali che dovrebbero presuppore relazioni dirette con attenzione focalizzata e sostenuta. Ciò però, essendo tutti gli utenti a conoscenza della perenne connettività dei dispositivi, è in parte dovuto anche alla cosiddetta “paura di rimanere fuori” o di

636 Ibidem, pag. 150

637 Longo Giuseppe O., 2005, Homo Techonologicus, Roma, Meltemi

638 Rainie Lee, Wellman Barry, 2012, Networked: il nuovo sistema operativo sociale, Milano, Guerini

Scientifica, pag. 139

639 Ibidem, pag. 166

640 Ling Rich, 2004, The Mobile Connection, San Francisco, Morgan Kaufmann

641 Carrasco Juan A., Hogan Bernie, Wellman Barry, Miller Eric J., 2008, Agency in Social Activity

Interactions: The Role of Social Networks in Time and Space, in: “Journal of Economic and Social Geography”,

2008, Volume 99, Issue 5, pagg. 562-583

642 Campbell Scott, Park Yong J., 2008, Social implications of mobile telephone, in: “Sociology Compass”,

2008, N. 1, pagg. 371-378, visibile su:

http://www.blackwell-compass.com/subject/sociology/article_view?article_id=soco_article_bpl080

643 Gergen Kenneth J., 2002, The challenge of Absent Presence, in: Katz James E., Aakhus Mark A., 2002,

Perpetual contact. Mobile Communication, Private Talk, Public Performance, Cambridge, Cambridge

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essere dimenticati/sostituiti dal proprio gruppo amicale, in inglese fomo (o «fear of missing out») e fobo (o «fear of better options»)644, un tipo di pressione/bisogno di mantenere costantemente attive tutte le relazioni, che si oppone alla spinta individualistica che il dispositivo consente: se il dispositivo rende le persone individuali, il desiderio di integrazione rende le persone iper-sociali.

Tornando agli strumenti tecnologici, l’evoluzione degli ultimi quindici anni ha consentito una diffusione di massa di rilevatori digitali e dispositivi, gli smart objects personali di cui i wearable device fanno parte, che costituiscono quella serie di device conosciuti come Internet of Things, ora connessi insieme in una logica di grid computing ed in grado di svolgere una molteplicità di funzioni integrate utili nella vita quotidiana tali da modificare la natura del rapporto uomo-tecnologia e da far confluire quest’ultimo in una rielaborazione della stessa cultura tale per cui, se nel 1998 si poteva dubitare delle parole di Longo in merito alla nuova configurazione antropologica dell’homo technologicus che sarebbe proceduta verso una “macchinizzazione dell’uomo”645, oggi si può sostenere con maggior credibilità che «la tecnologia sta diventando organica (per/con l’uomo) e che la natura (umana) sta diventando tecnologica»646.

Un wearable device, o dispositivo indossabile, è un particolare device digitale che si indossa solitamente al polso e abbina, insieme ad un piccolo elaboratore dotato di memoria digitale e di trasmettitore di dati, differenti funzioni come quelle di un orologio e funzioni simili a quelle dello smartphone. Nella maggior parte dei casi questi sono caratterizzati da sensori, rilevatori e applicazioni inerenti l’ambito del fitness e quasi tutti sono «accoppiabili» tramite bluetooth allo smartphone e a specifiche App in grado di registrare, elaborare e restituire visivamente i dati: uno degli obiettivi principali di questi dispositivi è difatti quella di effettuare un monitoraggio continuo, discretamente accurato e attraverso dispositivi senza fili, restituendo immediatamente informazioni oggettive di natura metrologica647. Questi dispositivi sono, “al loro stato d’arte oggettivo, minuscoli computer che gli utenti indossano sul loro corpo, come occhiali, smartwatch [letteralmente «orologio intelligente»], wristband [polsini], bracelet [braccialetti] o oggetti attaccati all’abbigliamento. La tecnologia indossabile è diventata popolare; essa consente a chi la indossa di accedere ad informazioni personali in tempo reale. Applicazioni specifiche possono essere usate in ambito di salute, fitness, alimentazione e cura dell’invecchiamento”648. Con un termine preciso, Webster definisce queste

644 Reagle Joseph, 2015, Following the Joneses: FOMO and conspicuous sociality, in: “First Monday”, 2015,

Volume 20, Issue 10

645 Longo Giuseppe O., 1998, Il nuovo Golem: come il computer cambia la nostra cultura, Roma, Laterza 646 Arthur Brian W., 2011, La natura della tecnologia. Che cos’è e come evolve, Torino, Codice

647 McGrath Michael J., Scanaill Cliodhna Nì, Nafus Dawn, 2013, Sensor Technologies. Healthcare, Wellness

and Environmental Applications, New York, Apress

648 Kaewkannate Kanitthika and Kim Soochan, 2016, A comparison of wearable fitness devices, in: “BMC

Public Health”, 2016, 16:433, visibile e scaricabile su: https://doi.org/10.1186/s12889-016-3059-0, pag. 1

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tecnologie «bio-object», allo scopo di descrivere l’assemblaggio di forme di bio-tecnologizzazione del corpo il cui funzionamento dipende dall’interazione volontaria tra persona, App e dispositivo, e dati ottenuti649.

Il vissuto arricchito che si può esperire tutti questi smart device prende il nome di augmented reality650 (AR); la “Realtà Aumentata” viene definita da Di Bari e Magrasso già 10 anni fa come un arricchimento delle percezioni sensoriali attraverso informazioni ottenute da software, sensori e dispositivi tecnologici non ottenibili da un essere umano privo di queste tecnologie651. Questa definizione, ancora attuale e precisa, è incrementata dalla nuova definizione categoriale di questi dispositivi, l’Internet of Things652 (o IoT), cioè la rete la rete dei dispositivi fisici e degli elementi integrati con elettronica, software, sensori, ecc. dotati di connettività di rete che consentono a questi «dispositivi intelligenti» di raccogliere, scambiare ed elaborare dati tra loro e con servizi di piattaforme server remoti653, con lo scopo di restituire informazioni o svolgere attività più complesse e differenti dalla natura dei dati raccolti.

Con una operazione concettuale di raccordo tra le teorie di Internet, i progressi tecnologici dei dispositivi e le evoluzioni culturali di quella che fu considerata ad inizio secolo la “information society”654, questo sistema a rete di conoscenze e possibilità, espresso anche come “un’infrastruttura globale per la società dell’informazione, capace di abilitare servizi avanzati attraverso l’interconnessione (fisica o virtuale) di oggetti basati su tecnologie esistenti ed evolventi di comunicazioni ed informazioni interoperabili”, può essere considerato una ulteriore evoluzione della società stessa, che sta prendendo il nuovo e fascinoso nome di “Society 4.0”, aggettivata come “(R)Evolution of Society”655, in quanto gli aspetti che l’ubiquitous computing è capace di coinvolgere sono così variegati, complessi e ricchi di possibilità da trascendere i servizi cmc, hti e m2m (machine-to-machine) e da divenire promotori di nuove evoluzioni culturali e sistemi comunicazionali.

La commistione di tecnologie digitali iperconnesse, relazioni sociali e attività sociali e culturali porta non solo ad un entanglement duale dei trend per cui «il biologico si sta

649 Webster Andrew, 2012, Introduction. Bio-Objects: Exploring the boundaries of life, pagg.1-10, in:

Vermeulen Niki, Tamminen Sakari, Webster Andrew, 2012, Bio-Objects: Life in the 21st Century, Farnham,

Ashgate

650 Jurgenson Nathan, 2012, When atoms meet bits: social media, the mobile web and augmented revolution,

in: “Future Internet”, 2012, Volume 4, Issue 1, pagg. 83-91

651 Di Bari Vito, Magrasso Paolo, 2005, 2015 weekend nel futuro: viaggio nelle tecnologie che stanno per

cambiare la nostra vita, Milano, Il Sole 24 Ore

652 The Internet of Things Council - www.theinternetofthings.eu

653 Uckelmann Dieter, Harrison Mark, Michahelles Florian, 2011, Architecting the Internet of Things, Berlin,

Springer

654 Bell Daniel, 1976, The coming of post-industrial society: a venture in social forecasting, New York, Basic

Books

Castells Manuel, 2004b, L’età dell’informazione: economia, società, cultura, Milano, Egea

655 Jeschke Sabina, 08/04/2014, Society 4.0 – (R)Evolution of Society?”, Aachen, Aachen Universität, visibile

su:

www.ima-zlw-ifu.rwth-aachen.de/fileadmin/user_upload/INSTITUTSCLUSTER/Publikation_Medien/Vortra ege/download//Society_4.0_8May2014.pdf

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facendo sempre più tecnologico» e «la tecnologia sta diventando sempre più biologica»656, con le reciproche aree mutuamente influenzate ed accelerate, ma sta generando anche una mole di informazioni mai avuta prima (i cosiddetti big data)657, operando modifiche nella configurazione sociale delle relazioni interpersonali e delle attività umane in generale658, principalmente, come riportano importanti studi svolti nei Paesi Bassi659, nell’ambito delle attività di cura e disciplina del corpo.

Per completare l’analisi socioculturale sui device digitali, fondamentale importanza nella diffusione di questi hanno avuto lo sviluppo user-friendly del software di sistema e di applicazioni specifiche (App) attraverso le quali poter svolgere una vasta possibilità di funzioni, quali ad esempio il gioco e l’intrattenimento, l’ascolto di musica, la visualizzazione di mappe con funzionalità Gps, la rilevazione e il monitoraggio di dati personali, ecc.. Le App a loro volta si suddividono in App native, che si utilizzano interamente nello specifico dispositivo mobile, in Web App, che si installano sul dispositivo ma che utilizzano Internet e servizi web-based per elaborare dati e ottenere informazioni da restituire attraverso l’App (e questo è il caso di molte App come quelle di social networking o di messaging), e in App ibride, cioè che coniugano le capacità sia delle native sia delle Web App, come nel caso di quelle di Fitness e Salute, che possono sfruttare lo smartphone e un dispositivo esterno come uno smartwatch per rilevare dati fisiologici, elaborare nel dispositivo alcune informazioni più elementari e poi comunicare con piattaforme server per registrare dati e ottenere servizi aggiuntivi.

Una ulteriore innovazione di interesse sociologico è stata la realizzazione di App per l’instant messaging (ad esempio WhatsApp e Messenger) e per social networking e media sharing, come Facebook, Twitter, Instagram e YouTube. Queste App sono strutturate per consentire un veloce, facile ed efficiente utilizzo di ogni specifica piattaforma attraverso il dispositivo mobile, consentendo un uso ancora più diffuso, capillare ed eterogeneo di esse da parte delle persone durante la propria vita quotidiana. È importante ricordare, riprendendo Manuel Castells, che i “media sociali hanno il potere di strutturare il tipo di azioni che gli utenti possono mettere in atto, dato che le tecnologie che li costituiscono offrono possibilità ma anche limiti entro i quali è possibile

656 Van Est Rinie (with assistance of Rerimassie Virgil, van Keulen Ira, Dorren Gaston), 2014, Intimate

technology: The battle for our body and behaviour, Den Haag, Rathenau Instituut Press, pag. 12

657 Eskens Sarah, Timmer Jelte, Kool Linda, van Est Rinie, 2016, Beyond Control. Exploratory study on the

discourse in Silicon Valley about consumer privacy in the Internet of Things, Den Haag, Rathenau Instituut

Press, pag. 16

658 Van Est Rinie (with assistance of Rerimassie Virgil, van Keulen Ira, Dorren Gaston), 2014, Intimate

technology: The battle for our body and behaviour, Den Haag, Rathenau Instituut Press, pag. 13 –

Letteralmente: “Interactions between people change, precisely because machines are increasingly penetrating into our privacy and social life”.

659 I Paesi Bassi si stanno affermando come la nazione europea più avanzata nel settore degli smart objects

e degli studi hti, correlati precipuamente con le attività fisiche, il salutismo preventivo e l’e-health care. In particolare, gli studi più innovativi sono svolti presso il Rathenau Instituut di Den Haag, la Technische Universiteit di Eindhoven e il Quantified Self Institute di Groningen, presso i quali ho potuto verificare l’uso delle tecnologie e valutare le ricadute sociali, nonché informarmi attraverso la loro letteratura scientifica sia tecnologica sia sociologica.

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utilizzarli”660; allo stesso tempo vengono anche strutturati dalla personalizzazione portata all’estremo dalle App dei dispositivi portatili, in quanto attraverso la scelta di queste si esprime anche la propria appartenenza individualistica ai trend culturali postmoderni, poiché “le app che una persona ha sul proprio smartphone o tablet sono una specie di impronta digitale – solo che, invece di essere un insieme di linee, è la combinazione degli interessi, delle abitudini e delle relazioni sociali che identifica una persona”661. Tale processo ha una ricaduta sulle modalità di esplicazione della personalità, perché l’insieme di App, considerabile come un insieme espressivo-strumentale degli interessi e delle necessità dell’individuo, contribuisce all’affermazione di un «sé confezionato» analogamente a quanto avviene con i beni di consumo strumentalizzati dagli habitus personali; inoltre le App consentono agli utenti anche “infinite possibilità di personalizzare la loro esperienza digitale in base alle (almeno apparentemente) diverse combinazioni di interessi, abitudini e relazioni sociali”662 attribuendo una ulteriore importanza all’individualità del soggetto. App e