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214 Ibidem, pag

2.3 LE PRATICHE DI FITNESS E WELLNESS IN ITALIA

Secondo dati Istat e una ricerca condotta dallo SportComLab344 dell’Università di Bologna nel 2011, le pratiche motorie amatoriali e individuali che si rifanno a valori postmoderni e orientano il loro obiettivo principale sul miglioramento del corpo sono:

- “Il fitness, ovvero la cura del corpo muscoloso come espressione di vigore fisico e mentale, riprende l’antico ideale eudemonistico espresso dal motto «mens sana in corpore sano», però lo realizza mediante le tecnologie del corpo medicalizzato e «palestrato»;

- La wellness, ovvero l’impiego dell’attività fisica al fine di preservarsi il più a lungo possibile in buona salute, predilige il movimento al servizio dell’io «sano»;

- Le pratiche motorie in ambiente naturale e in gruppo realizzano l’aspirazione a realizzare relazioni libere ed autentiche, sia con gli altri, sia con la natura”345; - Infine, vi è il gruppo misto molto ampio che mescola le componenti dei precedenti

tre gruppi sopra esposti.

344 Martelli Stefano, 2011, Sport, media e intrattenimento. Emozioni in/controllate e struttura emergente,

Milano, FrancoAngeli, pagg. 139-164

345 Martelli Stefano, Porro Nicola, 2013, Manuale di sociologia dello sport e dell’attività fisica, Milano,

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Secondo tale ricerca, sebbene sia già datata e la sensazione sia di una crescita del gruppo del wellness, la popolazione si divide nel gruppo fitness-eudemonista con circa il 28% dei praticanti, nel gruppo dei salutisti-wellness, circa il 6%, e nel gruppo dei relazionisti-naturalisti, che costituiscono il 16%; il gruppo misto, invece, racchiude il rimanente 50%346.

Rimanenze del body-building vi sono ancora nelle pratiche di una parte dei frequentatori delle palestre, come anche possiamo trovare commistioni di sport semi-agonistici con il fitness, ad esempio le varie versioni di allenamenti simil-marziali come il bootcamp o il kardio-kombat, o pratiche di gruppo come il crossfit, che prevedono una notevole capacità fisico-atletica. Nel suo complesso, come evidenzia una ricerca condotta da The Nielsen Company nel 2013 per conto del gruppo Les Mills, produttore di attrezzature e di programmi per il fitness, il fitness è lo sport più comune e praticato nel mondo, con una popolazione stimata del 27% totale che frequenta una palestra, un centro salute o un centro fitness, e il 61% degli esercizi svolti sono della tipologia del fitness347 (corsi fitness, allenamento in sala attrezzi, spinning, personal training, esercizi a corpo libero, ecc.).

Tra le pratiche del wellness, invece, possiamo considerare lo stesso fitness come una disciplina in esso compresa e finalizzata ed integrata nelle attività di benessere delle persone, come lo sono anche jogging, yoga e stretching, i massaggi e la frequentazione di centri benessere e spa (salus per aquam), l’alimentazione ortoressica e la meditazione, i viaggi e i consumi di prodotti culturali e tutte quelle attività che concorrono a completare la ricerca di well-being generalizzata.

L’importanza di questo trend è dimostrata anche dal volume monetario dell’economia del wellness348, che è passata dai circa 500 miliardi di dollari349 di dieci anni fa circa ai 3700 miliardi di dollari350 del 2015 e che vede fruitori di servizi, professionisti, ricercatori, industrie e anche Stati coinvolti nel processo economico e culturale, non solo nell’ambito delle pratiche motorie e dell’alimentazione, ma anche del turismo di benessere, di cosmetica, salutismo e medicina alternativa. In Italia, nel 2014 il settore fitness/wellness impiega più di 70mila persone e 30mila centri tra palestre, centri benessere ed estetici, spa e simili, con un volume monetario di circa 10 miliardi di euro per 18 milioni di clienti, secondo uno studio del Centro Studi Bnl-AICEB dell’Università Milano Bicocca, dato ancor più rilevante se si considera che sempre per l’anno 2014 la

346 Risultati di una factor analysis su gruppi dinamici clusterizzati nel 2011, in cui già si ravvisava una

crescita del gruppo wellness e il cambiamento degli altri gruppi, non statisticamente esprimibile. Martelli Stefano, 2011, Sport, media e intrattenimento. Emozioni in/controllate e struttura emergente, Milano, FrancoAngeli, pag. 65

347 The Nielsen Company, August 2014, Les Mills Global Consumer Fitness Survey, visibile su:

https://www.slideshare.net/Bryankorourke/nielsen-global-consumer-exercise-trends-survey-2014

348 Pilzer Paul Z., 2002, The Wellness revolution, Hoboken, Wiley

349 Russo Giovanna (a cura di), 2011, La società della wellness. Corpi sportivi al traguardo della salute,

Milano, FrancoAngeli, pag. 7

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spesa totale di tutto il settore sport si è aggirata su circa 25 miliardi di euro; per quanto riguarda un confronto con l’area europea, l’Italia è al primo posto per il numero di palestre e centri fitness (circa 8500) ed è al quarto posto come volume di fatturati, dopo Regno Unito, Germania e Spagna.351

Per quanto riguarda la dimensione fisico-motoria, come si può vedere nella seguente tabella tratta da un articolo352 del 2014 di Economia e Finanza, basato sulla ricerca precedentemente considerata di The Nielsen Company, si evince come la frequenza di palestre e centri benessere sia maggiore negli under 54, anche con figli, e come la maggioranza si concentri negli under 35, prevalentemente senza figli o con figli piccoli. Queste stesse persone sono quelle che dedicano maggior attenzione all’estetica e non solo alla salute o al movimento, e destinano maggiori attenzioni alla cura della persona, del corpo e della propria immagine; tra le varie motivazioni sono probabilmente ravvisabili anche una maggiore disponibilità di tempo e di risorse economiche, il desiderio di avere un maggior numero di conoscenze e relazioni attraverso la frequentazione dei luoghi e la ricerca di un miglior aspetto estetico.

Infine, le attività del terzo gruppo possono essere un incontro tra pratiche di benessere e fitness da un lato ed ecologia e socialità dall’altro: molto frequenti sono i gruppi di amici che praticano ciclismo amatoriale o jogging nei parchi, come anche trekking ma anche pratiche più estreme (ad esempio il bungee jumping) o legate al turismo.

351 Lo Surdo Chiara, Wellness e Fitness: un mercato in forma, in: La Repubblica – Economia e Finanza –

07/07/2014, visibile su: http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/stili-di- vita/2014/07/07/news/wellness_e_fitness_un_mercato_in_forma-90929235/

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“Un corollario di queste trasformazioni del costume e della stessa filosofia delle attività, con il successo di pratiche non competitive, del fitness, del wellness, delle esperienze neo-salutistiche o ispirate a forme esotiche di culture del corpo, è l’affermarsi di nuovi soggetti di offerta. Per un verso si espande e si specializza il mercato: centri fitness, società commerciali, palestre full time, ecc. Per un altro si producono forme di contaminazione fra culture del tempo libero e nuovi loisir. Molte pratiche open air, competitive e non competitive, sino al no limits, crescono nell’ibridazione fra sport, turismo, ricerca emozionale.”353

Per quanto riguarda i luoghi dove vengono praticati gli sport individuali per il corpo e il fitness, da una recente indagine

Eurobarometro354 (con possibilità di risposta multipla e priva di ordine di preferenza), risulta che, nel caso italiano, le persone preferiscono svolgere le proprie attività all’aperto o in un parco (36%), a casa (13%), in luoghi situati sul tragitto casa-lavoro (23%) come centri fitness e palestre (15%) e centri sportivi (19%).

Ciò evidenzia che tendenzialmente le persone (1 su 4) preferiscono avere i luoghi dove praticare sport in zone prossimali agli spazi dove svolgono le principali attività quotidiane, quindi tra la propria casa e il luogo di

lavoro/studio, evidenziando come l’attività fisica sia un’attività di tempo libero e svago che non deve richiedere impegno o risorse particolari per essere raggiunta; il fatto che la quota dei praticanti domestici sia molto bassa e notevolmente inferiore alla media europea può condurre a pensare che vi sia il desiderio di condividere con altre persone la propria attività fisica, come anche di ricercare una più intensa motivazione in fattori esterni o anche alla necessità di ricevere aiuto e consigli da istruttori e persone competenti.

Vi è anche una marcata preferenza per gli spazi all’aperto, ritenuti più salutari ed evasivi rispetto a quelli al chiuso, ma si nota anche come questi siano molto frequentati per via della praticità e della poliedricità delle offerte e dei servizi, nonché per la duplice possibilità di consentire (come fanno anche i parchi) pratiche individualistiche e contemporaneamente sociali, perché “l’offerta proposta dalle palestre commerciali può

353 Martelli Stefano, Porro Nicola, 2013, Manuale di sociologia dello sport e dell’attività fisica, Milano,

FrancoAngeli, pag. 174

354 European Commission, 2014, Sport and physical activity. Results for Italy, visibile su:

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essere infatti consumata nell’immediato senza dovere assolvere gravosi compiti imposti dalla vita associativa [e contemporaneamente…] le palestre del benessere, del body building e altro ancora sono anche luoghi comunicativi, scenari per fare conoscenza e intrecciare flirt”355.

Infine vi sono coloro che svolgono sport negli sport center – cioè strutture polifunzionali, solitamente capaci di offrire la possibilità di praticare diversi sport, spesso ad amatori o gruppi non continuativi – sono il 19% (la media europea è dell’8%), dovuto prevalentemente alla passione per il calcio/calcetto amatoriale, mentre nel club sportivo – struttura più organizzata per coloro che intendono praticare, con l’intenzione di migliorare le proprie competenze nel lungo periodo, uno sport spesso di natura competitiva – sono il 7% (media europea del 13%).

In merito all’analisi delle motivazioni, l’indagine offre (sempre permettendo risposte multiple e senza ordine di preferenza) anche un panorama di motivi in favore delle pratiche sportive e delle principali difficoltà che allontanano le persone da queste. Tra le difficoltà, la prima risposta è la

mancanza di tempo (40%), cui seguono la difficoltà a trovare interesse e divertimento (18%) e l’eccessivo costo (15%) di attrezzatura, abbigliamento o di iscrizione a palestra o fruizione di servizi offerti dalla struttura. Sono pochi, invece, coloro che imputano le cause alla mancanza di amici che frequentino lo stesso luogo/sport (3%), che riduce l’importanza della possibilità che vi sia un problema a relazionarsi, o che non vi siano strutture sufficientemente vicine e raggiungibili (4%)

oppure, ancora, che le persone stesse si ritengano disabili o non capaci (4%).

Riguardo alle motivazioni relative alla pratica costante delle attività fisiche, in primis si nota quanto siano più alte le percentuali, il che significa che le persone hanno offerto più risposte alla richiesta sulle motivazioni rispetto alla richiesta sulle difficoltà, associando probabilmente a questa domanda una valutazione emotiva positiva in quanto associata alla pratica sportiva effettiva.

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La risposta più comune è il desiderio di migliorare la propria salute (55%), seguita dal desiderio di rilassarsi e svagarsi (44%), dal voler migliorare il proprio aspetto estetico (33%), dalla volontà di migliorare il proprio livello di atletismo e capacità fisiche (27%), dall’intenzione di contrastare processi degenerativi e di caducità (24%) e di controllare il proprio peso (17%), cui seguono infine il desiderio di divertirsi (19%) e di stare con gli amici (18%). Sicuramente, sono tutte opinioni positive e proattive, dalla forte componente salutistica, culturale e sociale, capaci quindi di

motivare le persone che praticano le loro attività fisiche a continuare e aumentare il loro impegno.

La ricerca condotta da The Nielsen Company su un campione di circa 4500 europei356 sottolinea la grande importanza delle persone tra i 18 e i 34 anni, i Millennials, che costituiscono circa il 75% dei frequentatori assidui delle palestre, e distingue i loro comportamenti rispetto alla media dei frequentatori dei centri fitness/wellness. Secondo questa ricerca, vi è una differenza inoltre della tipologia di allenamento, perché se la maggioranza predilige attività cardiotoniche (40%), i millennials preferiscono le attività di tonificazione, fitness e sovraccarico muscolare; inoltre, i frequentatori più giovani preferiscono attività dinamiche, divertenti e meno rilassanti (più apprezzate dagli over 35) e, soprattutto, apprezzano la competizione e le attività dove potersi sfidare o confrontare (17% a fronte di un dato non rilevato per la popolazione complessiva). Tra le attività, i millennials risultano i maggiori frequentatori di tutte le attività fitness e wellness, mostrando un gap maggiore con gli altri utenti in quelle attività che richiedono maggior impegno fisico, forza e resistenza, dinamicità, competenze, dedizione e costanza.

Osservato questo quadro della situazione attuale, sarà mia intenzione valutare come l’introduzione di nuove tecnologie, in particolare social network, siti internet, smartphone e App per il fitness e la salute, influiscano direttamente sulle pratiche sportive personali e nei processi di attribuzione di significato, nonché sulle relazioni sociali dei praticanti.

Nel prossimo capitolo presenterò un quadro teorico di come le persone e più in generale la società, e conseguentemente in seconda istanza il mondo delle pratiche sportive

356 Nielsen, Consumer Fitness Trends Statistics & Insights For Fitness Facilities, 2014, visibile su:

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oggetto della presente ricerca, abbiano vissuto l’integrazione e la trasformazione culturale digitale, dovuta all’introduzione delle nuove tecnologie della comunicazione, di Internet e della socialità in rete, della nuova modalità di accesso alle informazioni e dell’uso dei device personali portatili.

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Capitolo 3: LA SOCIETÀ DIGITALE: INNOVAZIONI