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Diatribe sul caso Fiat: ripensamento delle relazion

Interessante il progetto ¡Tierra! nato dalla partnership tra Lavazza e Rainforest Alliance. Si tratta della trasposizione concreta dei dettami partoriti in tema di Csr (responsabilità sociale d’impresa). Le comunità di coltivatori di caffè di Perù, Honduras e Colombia sono apripiste dell’iniziativa e si ravvedono concrete possibilità di estenderla alle coltivazioni di Tanzania, Brasile ed India. Questi i capisaldi: «miglioramento delle condizioni di vita, sviluppo sociale e crescita economica delle comunità agricole, miglioramento della vivibilità del territorio, sviluppo di produzioni di qualità sempre più ecologiche e redditizie grazie a nuove tecniche agricole e strumenti produttivi, con il fine ultimo di una maggiore

competitività ed autonomia»(125). Chiara l’aderenza al vincolo di economicità:

competitività, innovazione, qualità, efficienza ne tradiscono la consistenza in termini economici e finanziari. La costruzione e (soprattutto) la ristrutturazione di abitazioni, scuole, infermerie impregnano l’iniziativa di sensibilità ulteriori. A rinforzare la caratura del progetto un’attività di microcredito rispettosa dell’autonomia dei produttori. Quindi anche il ciclo finanziario e l’autonomia

decisionale del soggetto economico (espressione cara all’economia aziendale)

sono declinati in termini di socialità ed in armonia con comunità e territorio (nelle espressioni più genuine del modus vivendi).

2.9 Diatribe sul caso Fiat: ripensamento delle relazioni industriali

Un’interpretazione parossistica, pedissequa dei dettami economici, finanziari e talora normativi (la contrattazione di secondo livello, l’efficacia del contratto collettivo al di fuori del vincolo associativo datoriale) pone Ad Fiat Sergio Marchionne in aperto conflitto con talune organizzazioni sindacali, segnatamente

la Fiom di Maurizio Landini(126). Lo stesso Landini riferisce che il gruppo Fiat è

(125) http://www.lavazza.it/corporate/opencms/it/mondo_lavazza/csr/fondazione-lavazza/tierra/.

(126) «La Fiat per assicurarsi una gestione del lavoro meno costosa di quella risultante dall’applicazione del contratto nazionale, ha costituito una nuova società, che non si è affiliata all’associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro del settore (Federmeccanica), ottenendo mano libera nella sottoscrizione di

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stato condannato ben 40 volte da 12 tribunali differenti per condotta antisindacale. Il sindacato è uno degli interlocutori principe individuati da Vittorio Coda. La tensione trasmigra alle aule di tribunale fino ad interessare a più riprese il Governo della Repubblica. Elsa Fornero esprime «rammarico e preoccupazione […], invita Torino a verificare le possibilità di un dialogo

sull’insieme delle relazioni sindacali»(127).

2.9.1 Marchionne sfida Renzi. La catena di montaggio e il risorgimento

L’esacerbato dibattito interessa parte della comunità industriale, che registra i distinguo di Diego della Valle. Degna di nota è la querelle con il primo cittadino di Firenze (ora Premier) Matteo Renzi. «Nel corso di un incontro che si è svolto in ottobre a Bruxelles, a porte chiuse, con un gruppo di studenti, a Marchionne era stata attribuita la frase: Renzi? È il sindaco di una piccola, povera città». Per quanto interessa al nostro lavoro, l’Ad del Lingotto, nel tentativo di recuperare popolarità presso una della città epitome della bellezza risorgimentale, ha avvertito l’esigenza di acquistare un’intera pagina della Nazione al fine di meglio argomentare e chiarire le sue affermazioni. Complice la crisi, la pedonalizzazione dei centri storici, il caro benzina, il super bollo, skype ed un più pronunciato

green sentiment «quest’anno per la prima volta si sono vendute in Italia più

biciclette che auto»(128). Da considerare che l’innovazione marcia in senso

diametralmente opposto: «I frigoriferi ci segnaleranno la nostra dieta ideale e compreranno online il cibo. […] Da casa, con uno smartphone, potremo guidare

un trattore irrigatore a cento chilometri di distanza»(129). Al Ces (Consumer

electronic show) di Las Vegas i produttori di chip promettono che televisori e un contratto aziendale, stipulato però senza la partecipazione dell’organizzazione sindacale di settore aderente alla Cgil». O. Mazzotta, Manuale di diritto del lavoro, cit., p 134.

(127) R. Polato, Pomigliano, governo in campo «la Fiat fermi i 19 licenziamenti», Corriere della Sera, 2 novembre 2012, p. 10.

(128)http://www.repubblica.it/cronaca/2012/11/26/news/2012_fuga_dal_weekend_cambia_la_gita_fuori_p orta-47450594/?ref=HREC1-6.

(129)http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/12/02/news/internet_delle_cose-47886591/?ref=HREC2- 13.

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frigoriferi saranno più intelligenti (device con sensori wireless capaci di interagire con contenuti in cloud). Il Rapporto auto 2012 (Aci-Censis) evidenzia che «l’auto viene mediamente utilizzata per 4,4 giorni alla settimana (4,6 nel 2011). Si riducono (da 3,2 a 3,0. Erano 4,1 nel 2010) gli spostamenti nei giorni

feriali»(130). Si registra in termini aggregati una riduzione dei km annui percorsi

(tra il 5-7%), delle infrazioni al codice della strada e delle correlate sanzioni. Così Ennio Cascetta, presidente del comitato scientifico della Fondazione Caracciolo dell'Aci: «Storicamente il traffico stradale segue il Pil, quindi in Italia ci aspettavamo un calo in autostrada non superiore al 2,5 per cento. Invece è stato molto più forte, segno che c'è la crisi, ma che è anche in corso un cambiamento degli stili di vita degli italiani»(131). Fra i giovani americani si registra negli ultimi dieci anni un crollo del numero dei neopatentati ed il parco auto ha un’anzianità media di ormai 11 anni. Qualcuno sembra postulare la nascita di una

generazione indifferente alla guida: il mito dell’auto sconfitto dal web. Oggi

l’oggetto del desiderio sembrano essere tablet e smartphone(132

). Se le aziende

high tech registrano utili netti in ascesa (8 miliardi di dollari per Apple, 6 miliardi

per Samsung, frutto di costi della produzione decisamente contenuti) il settore auto langue. Nel 2012 in Europa si sono venduti 11 milioni di veicoli (erano 15 milioni nel 2007, in Italia nel 2012 le nuove immatricolazioni sono state meno di 1,4 milioni con un ritorno ai livelli del 1979). Se anche l’amministrazione Obama condanna le fuoriserie energivore e premia le piccole autovetture italiane forse è giunto il momento di una riflessione più matura sul trasporto privato. Il progetto

(130)http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/attualita/2012/12/18/news/rapporto_aci- censis_dov_finita_lauto_-48995032/?ref=HREC2-7.

(131)http://www.repubblica.it/cronaca/2012/11/26/news/2012_fuga_dal_weekend_cambia_la_gita_fuori_p orta-47450594/?ref=HREC.

(132) L’espressione è mutuata dalla puntata di Scenari dal titolo La tecnoeconomia. Cit. Nel periodo giugno-settembre 2012 sono stati venduti 25 milioni di tablet e 180 milioni di smartphone. «Il 31% degli utenti di internet negli Stati Uniti dichiara di avere un tablet. Si stima che oltre il 10% delle famiglie francesi ne avrà uno entro la fine del 2012. Secondo una ricerca Nielsen (leader globale nelle misurazioni ed informazione di marketing) il 25% delle mamme con figli tra i 0 e i 5 anni ha un tablet e lo lascia usare anche al figlio». In Italia il mercato dei tablet è aumentato nel corso del 2011 del 52%. Ibidem.

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di realizzare Smart Cities (l’Itc applicata ai trasporti, alla sanità, all’energia, alla sostenibilità ambientale) pare promuovere il trasporto pubblico. L’iniziativa è patrocinata dall’Unione europea e rappresenta l’asse portante del programma

Investing in the development of low carbon technologies ovvero Set-Plan

(Strategic energy technologies for long term). Pur con qualche riferimento al trasporto privato l’attenzione sembra focalizzarsi verso la sostenibilità ambientale dei medio-grandi conglomerati urbani, incentivando la fruizione del capitale culturale e sociale di cui sono dotate. Considerazioni squisitamente di opportunità sconsigliano apprezzabili investimenti nel trasporto privato: nel caso in cui il numero degli autoveicoli arrivasse a 1,5 miliardi (dal miliardo attuale) potrebbe mancare lo spazio (fisico) per il ricovero (soprattutto nei grandi agglomerati urbani). In termini aziendalistici, ciò che In Fiat appare minato è «il grado di coesione ed appartenenza delle risorse umane, un sistema premiante nei confronti delle stesse e la capacità del soggetto economico di saper creare e

gestire il senso di orgoglio ed appartenenza all’azienda»(133). Già Giannessi

riferiva come propedeutico al conseguimento dell’equilibrio durevole (e sotto un

certo aspetto anche evolutivo) la capacità di tenere avvinti alla combinazione

aziendale i fattori produttivi. Per Volpi «con la crescente precarizzazione del

lavoro ciò che tende a smarrirsi è la concezione dell’azienda come capitale

sociale, come luogo di identificazione culturale»(134). Non più l’azienda come

realizzazione di una democrazia degli interessi bensì lo scenario nel quale riappare lo spettro (ormai anacronistico) della lotta di classe. «Il rischio evidente di tali misure è che per aumentare l’occupazione si perda di vista la qualità del lavoro e la sua stessa efficienza di lungo periodo sviluppatasi storicamente all’interno di una nozione condivisa e socializzata di impresa; l’abbattimento dei costi e la flessibilità hanno come potente riflesso lo smarrimento del senso comunitario del lavoro che può produrre danni anche sul versante della

(133) N. Lattanzi (a cura di), Elementi di management e dinamica aziendale, cit., p. 64.

(134) A. Volpi, Ritardo, crisi, declino. Storia e cronache delle difficoltà economiche italiane, Edizioni Plus, Pisa, 2004, p. 88.

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competitività»(135). Anche Giannessi osservava che «l’alternarsi dei periodi di

occupazione e di riposo […] e la mancanza di specializzazione» determina un

minor rendimento economico(136).