In tema di condizionamento delle politiche di consumo a cagione di uno strapotere economico-finanziario che limita di fatto il ventaglio di scelte dei potenziali acquirenti, è d’uopo citare il caso delle grandi aziende high tech. Microsoft, Google, Intel, Apple paiono disattendere a più riprese la normativa in tema di abuso di posizione dominante. Già nel 2004 (17 marzo) l’allora commissario alla concorrenza dell’Ue Mario Monti sanzionava Microsoft di 497,2 milioni di euro (1,6% del fatturato) per abuso di posizione dominante. La
(166) «Il costo del lavoro è aumentato con trend del 15-20% annui. A Shenzen il salario minimo è stato portato a 1500 yuan (185 euro)». In Vietnam il salario medio è meno della metà, il 25% in Cambogia. Adidas e Nike chiudono gli stabilimenti di Suzhou (160 dipendenti). «Un sondaggio effettuato dal
Capital Business Credit, un'agenzia americana di consulenza finanziaria, rivela che il 40% delle principali
compagnie ha già in atto piano di trasferimento dalla Cina verso paesi ritenuti più convenienti come Vietnam, Filippine, Pakistan, Bangladesh». http://affaritaliani.libero.it/economia/pianeta- cina_delocalizzazione25102012.html?refresh_ce.
(167) G. Mele, Operai contro, cit., p. 176.
60
richiesta di Bruxelles era: «di non includere più automaticamente in Windows, presente in più del 90% dei computer di tutto il mondo, il software audio-video Media Player, e di divulgare tutte le informazioni tecniche necessarie affinché i concorrenti possano sviluppare prodotti compatibili o interfacciabili con
Windows»(169). L’ostracismo dell’azienda che mal volentieri adempie alle
indicazioni comunitarie (se non le disattende del tutto) la porta nel 2009 ad una nuova sanzione di 1,68 miliardi di euro e nel 2013 di 561 milioni di euro. Il nuovo commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, ravvede nuovamente violazioni dello stesso tenore (l’interfaccia del sistema operativo internet
explorer su Windows 8 per i tablet multi touch) e ipotizza una multa fino al 10%
del fatturato(170).
2.11.1 Don’t be evil, luci ed ombre
Google, il cui motto era Don’t be evil, sembra affezionata ai vecchi canoni del
capitalismo di rapina (la definizione è di Maurizio Ricci). «Sfruttamento di
risorse altrui, abuso di posizione dominante, occupazione forzosa di territori, guerra al fisco (proprio come la Standar Oil di John Rockefeller) affossano
definitivamente l’utopia della rete»171
. Sembra tramontare l’approccio teso a condividere risorse, conoscenze ed esperienze «per tessere una rete virtuosa che
crea valore»(172). L’esperienza open source di The Hub (consesso internazionale
di innovatori), di GeMiTo (rete a bassa velocità) pare marginale. Nuovi potentati economici licenziano regole virtuali «adottate di regola in considerazione di
(169)http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=20.0.1879457462&chId=30&artType=Articolo&Do cRulesView=Libero. (170) http://www.itespresso.it/antitrust-ue-e-browser-microsoft-rischia-una-maxi-multa-72581.html. 171http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/12/19/news/il_mondo_contro_google_la_grande_guerra_2_0 -49058679/.
(172) A. Maccaferri, Reti a effetto moltiplicatore, IlSole24Ore, Nòva, 2010, n. 209, p. 11. The Hub è una «community che condivide l’idea di creare imprese (for profit e non profit) con impatto positivo a livello economico, sociale e ambientale». GeMiTo (Genova, Milano, Torino) punta a individuare «eccellenze sostenibili, esperimenti di microeconomia che funzionano, piccole strutture turistiche innovative, progetti che conciliano sobrietà e occupazione». Ibidem.
61
interessi privati, a prescindere dalle opinioni altrui»(173). Le misure tecnologiche
di autotutela (soprattutto restrizioni software), l’inasprimento della disciplina in tema di proprietà intellettuale e la predisposizione di fori di risoluzione delle controversie ad hoc minano la cultura tecnico-meritocratica «l’apertura e la
neutralità dell’architettura di internet»(174) preconizzata dai padri fondatori della
rete (Vinton Cerf, Robert Kahn e Jon Postel) derubricando a mero auspicio la
Dichiarazione di indipendenza del ciberspazio di Barlow. Riconoscere
addirittura taumaturgici destini di pace a seguito dell’implementazione della tecnologia internet (si veda la riflessione del tecnologo David Weinberger) o
candidarlo al Nobel (per la pace appunto) è almeno un’iperbole(175). Nel 2007 è
stato assegnato congiuntamente all’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate
Change) e all’ex vicepresidente americano Al Gore (con il documentario Una
verità scomoda). Appare consequenziale la sintesi: la tecnologia, l’innovazione
non in formato neutrale, mero esercizio di ricerca piuttosto al servizio del benessere collettivo e della sostenibilità ambientale (canalizzata verso fini operazionali utili alla specie). Lo spontaneismo, l’anarchia della rete segna il passo. Internet pare declinato in funzione egoistica e privatistica.
2.11.2 L’analisi di Morozov
Il politologo e ricercatore dell’Università di Stanford ne The net delusion assevera l’immagine di una tecnologia asservita ai dettami di nuove élite capaci di propugnare nuove ortodossie e rinverdire vetusti integralismi in ragione della padronanza delle arcane tecnicalità che ne sovraintendono il funzionamento (si verifichi quanta assonanza con la riflessione teorica di Weber dianzi esposta). «Ci sono tutta una serie di miti su come funzionano le piattaforme online. Progetti come Wikipedia, Google e Facebook ci hanno insegnato - e anche condizionato - a pensare che funzionano in modo oggettivo, neutrale e del tutto
(173) C. Di Cocco, G. Sartor, Temi di diritto dell’informatica, cit., p. 22. Appare opportuna una disamina dell’intera riflessione di G. Sartor: Internet e il diritto. Ivi, pp. 1-26.
(174) Ivi, p. 7.
62
evidente. Ovviamente non è vero: nel caso di un progetto come Wikipedia, sono molte poche le persone (tra loro c'è il suo fondatore Jimmy Wales) che capiscono come funziona davvero. Nessuno conosce tutte le regole che innescano il meccanismo Wikipedia: ce ne sono troppe. Lo stesso per Google: non sappiamo come funzionano i suoi algoritmi e loro hanno resistito a ogni sforzo di renderli
esaminabili»(176). L’azienda Twitter parrebbe in grado di amplificare
(artatamente e arbitrariamente) taluni messaggi e marginalizzarne altri. Secondo Morozov risulterebbe decisamente compromessa la distribuzione egualitaria dei
mezzi di partecipazione. Subdole gerarchie definiscono i percorsi poi sposati da
masse inconsapevoli mosse da interessi eterogenei e sovente inconciliabili. La spersonalizzazione delle rete e pratiche associative virtuali limano le asperità di opposte visioni e realizzano un’armonia destrutturata da declinare in rifiuto e opposizione di maniera (quindi scarsamente propositiva).
2.11.3 Google, Intel e Apple: furbi.net
La Federal Trade Commission e la Commissione Europea hanno avviato due indagini parallele su Google atte ad accertare se sussiste abuso di posizione dominante e se l’algoritmo di ricerca è davvero neutrale. Sembrerebbe infatti che i risultati delle ricerche restituiscano dati in ordine artatamente manipolato eliminando di fatto la concorrenza tra gli inserzionisti e contestualmente
aumentando i prezzi della pubblicità(177). Una corruzione in salsa web. «Le
indagini sull'abuso di posizione dominante e su supposte manipolazioni alla neutralità dell'algoritmo di ricerca sono, probabilmente, le insidie più velenose
che Google ha di fronte, perché ne corrodono il brand e l'immagine»(178). La
(176)http://www.repubblica.it/politica/2013/03/05/news/intervista_morozov-53835572/?ref=HREC1-2. (177) I 2/3 delle ricerche negli Usa e ben il 90% in Europa avvengono tramite Google. «Oltre il 90 per cento dei 50 miliardi di dollari che Google ha incassato quest'anno viene dalla gestione della pubblicità. Detto in termini più espliciti, i 45 miliardi di dollari arrivano dalla capacità di monetizzare i risultati delle ricerche che qualche miliardo di utenti fa sul proprio computer».
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/12/19/news/il_mondo_contro_google_la_grande_guerra_2_0- 49058679/.
63
partita fiscale mina il carattere durevole dell’equilibrio aziendale, pur
rimpinguandone sistematicamente la liquidità, sufficiente (in prima
approssimazione) a fronteggiare corpose (e prevedibili) sanzioni.
Anche Intel si è resa protagonista di pratiche anticoncorrenziali illegali ai danni di Amd. L’accusa (provata in giudizio) era di aver «costituito un cartello versando illecitamente a Media-Saturn-Holding (la holding proprietaria della catena MediaMarkt, in Italia MediaWorld) tra i 15 e i 20 milioni di dollari per esigere la vendita esclusiva di computer a marca Acer, Dell, Hp, Lenovo e Nec
con processori Intel a bordo»(179). La Commissione ha sanzionato per 1,06
miliardi di euro l’azienda. Le motivazioni riferiscono di: sconti occulti e pagamenti diretti al fine di alterare le dinamiche di mercato.
Non manca Apple. Secondo l’Agcom: «la società, insieme alla catena di vendita Comet, proporrebbe un contratto di assistenza a pagamento (Apple Care) senza chiarire al consumatore che il contratto si sovrappone temporalmente al
secondo anno della garanzia prevista per legge (e gratuita)»(180). Presso l’autorità
garante della concorrenza e del mercato pende un secondo ricorso di
Altroconsumo per pubblicità ingannevole riferita alla funzionalità AirPlay(181). Chaterine Ashton, vicepresidente della Commissione europea, ha inviato una richiesta formale ai paesi membri dell’Ue al fine di verificare la consonanza delle pratiche commerciali della Apple alla normativa europea (segnatamente in tema di garanzia sui prodotti).
2.11.4 Double irish with a dutch sandwich
Secondo Celia Guimaraes Apple, Amazon, Ebay, Facebook, Google, Microsoft e Yahoo sarebbero, per il fisco europeo, le sette sorelle cattive. Interessanti le inchieste di Der Spiegel, de The New York Times, de The Sunday Times sulla contribuzione fiscale (meglio sarebbe la sistematica elusione
(179) http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/05/antitrust-ue- multa-intel.shtml.
(180) http://www.itespresso.it/i-guai-antitrust-di-apple-in-italia-53723.html. (181) Ibidem.
64
tributaria) delle grandi corporation182. Si tratta del Double irish with a dutch
sandwich:
«numerous companies take advantage of loopholes in international laws to move profits around the world, avoiding taxes. Many of these techniques rely on transferring profits on patent royalties to place like Ireland. Here is one technique typical of what Apple and others pioneered»(183).
Ebay ha ricevuto nel mese di gennaio (2013) un avviso di accertamento dell’Agenzia delle entrate di 76,8 milioni di euro, tra imposte, sanzioni e
interessi(184). L’amministrazione finanziaria italiana muove analoghe
contestazioni a Facebook e Google(185). La vicenda Amazon (di segno analogo) è
stata oggetto di una trasmissione di Report.
Il Fondo monetario internazionale annovera tra i paradisi fiscali anche: Regno Unito, Irlanda, Svizzera, Lussemburgo, Giappone, Israele, Malta e Singapore. Poiché la tesi si sviluppa intorno alla Corporate social responsibility appare oltremodo emblematico l’articolo di The Independet: Facebook, the antisocial
(182) Il riferimento è alla puntata di Scenari (a cura di Roberto Reale) dal titolo Evasori internazionali. http://scenari.blog.rainews24.it/. Tra i grandi evasori internazionali viene annoverata anche la francese Total e Starbucks (britannica?).
(183)http://www.nytimes.com/interactive/2012/04/28/business/Double-Irish-With-A-Dutch- Sandwich.html.
(184)http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-24/ebay-mirino-fisco-italiano- 151548.shtml?uuid=AbK5IkNH.
(185) Tale fenomenologia è susseguente all’allungamento (fraudolento) della catena societaria. Di fatto le controllate italiane paiono svolgere un’attività marginale (solitamente marketing) trasferendo i proventi (nell’ambito del consolidamento) alla controllante (magari di diritto irlandese). «Google cede i diritti sul suo software e la sua tecnologia ad una società che controlla, Google B, che sta in Irlanda, ma ha sede fiscale a Bermuda, nei Caraibi. Google B li trasferisce a Google C, che sta in Olanda. Google C a Google D che sta, di nuovo, in Irlanda (è la seconda fetta del panino, con in mezzo il formaggio olandese). Non è il gioco dell'oca, ognuno di questi passaggi è fondamentale. Alla fine, Google D mette al lavoro Google E, in Italia o in Germania. Ora, seguiamo i soldi, che ripercorrono al contrario la catena. Google E gira i suoi incassi, aggirando la Finanza, a Google D, che è il braccio operativo. Questa paga i diritti a Google C, in Olanda: siccome è un altro paese Ue, non ci paga tasse. Ma la legge olandese consente di trasferire, pagando una modesta commissione, i profitti a Bermuda. Dove non esistono tasse sulle società».
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/12/19/news/il_mondo_contro_google_la_grande_guerra_2_0- 49058679/.
65
network branded disingenuous and immoral(186). John Mann, esponente
laburista, argomenta meglio:
«They benefit enormously from the country's internet infrastructure but do
nothing to fund it. It's like driving a car with no tax. We would stand for it on our roads so why stand for it on the net?»(187).
Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble propugna una lotta serrata all’erosione della base imponibile nei paesi europei, nella convinzione che sia una vera e propria iattura per la crescita dell’economia. Roberto Reale è convinto che l’evasione (elusione) delle multinazionali (banche comprese) vada necessariamente osteggiata con rigore altrimenti si scaricherà, inevitabilmente, sulle spalle già deboli dei cittadini. Il sistema Italia registra tra le altre le vicende di Intesa Sanpaolo, di Unicredit e Mps con accuse che spaziano da frode fiscale a riciclaggio. Stante a quanto sostiene l’Agenzia delle entrate sarebbe l’utilizzo (fraudolento o almeno distorto) di prodotti pct (pronti contro termine) a determinare il risparmio (indebito?) d’imposta. I prodotti derivati non sarebbero intrinsecamente deleteri. In matematica finanziaria sono utilizzati per completare il marcato (aumentarne lo spessore) e determinare i prezzi di stato. Non parrebbe opportuno bandirne l’utilizzo, solo la declinazione irresponsabile e antisociale.
(186) «Facebook was accused last night of disingenuous and immoral tax avoidance after a new analysis
of its UK business suggested the social networking giant paid just £238,000 in corporation tax in Britain last year. Although industry experts estimate the company made £175m in revenue from its UK businesses last year, facebook is able to avoid paying millions in corporation tax by diverting most of its sales via Ireland». http://www.independent.co.uk/news/business/news/facebook-the-antisocial-network-branded- disingenuous-and-immoral-8206123.html.
66