• Non ci sono risultati.

Risulta emblematica la vicenda dell’azienda Foxconn(137). Qui si registra un

significativo iato tra la comunicazione aziendale e quanto sostiene il China labor

watch (Clw). Il problema sembra focalizzato sulla trasparenza, sull’attendibilità

dell’informazione relativamente alla modalità di impiego del fattore produttivo primigenio lavoro. «Le condizioni di lavoro nell'azienda sono state oggetto di pesanti polemiche e critiche, dopo una lunga serie di suicidi avvenuti nel 2010,

quando furono almeno 13 i dipendenti che si tolsero la vita»138. Preziose le

considerazioni del reportage-diario di un giornalista cinese dello Shanghai

Evening Post fintosi operaio della fabbrica di Tai Yuan (provincia cinese dello

Shanxi): «dieci giorni da incubo fra notti insonni, mobbing, e disumani tour de

force»139. La giornata lavorativa è di 10 ore con la possibilità di un impiego straordinario di altre due ore retribuite 27 yuan (poco più di 2 euro). Nell'impianto di Wuhan, (provincia centrale dell'Hubei) il salario mensile di un

(135) Ivi, p. 87.

(136) E. Giannessi, Appunti di economia aziendale, cit., pp. 153-154.

(137) Foxconn Technology Group fa capo alla Taiwan Hon Hai Precision Industry, principale assemblatore di componentistica Apple: dagli iPad agli iPhone, fino all’ultima versione (la 5°) dello smartphone. Lavora anche per Sony, Intel, Nokia ed altri colossi. Il giro d'affari è di circa 60 miliardi di dollari ed occupa più di 1 milione e 200mila dipendenti.

(138)http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/10/08/news/osservatori_due_scioperi_alla_foxconn_turni_n o-stop_e_controlli_pressanti_per_iphone-44118018/?ref=HREC2-7.

(139) http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/09/13/news/un_giornalista_a_foxconn-42475778/. «Molti lavoratori dormono e vivono ammassandosi in 10 o 12 per stanza in edifici di proprietà dell’azienda. Non è raro che per questo servizio vedano decurtato il proprio salario mensile del 40%». G. Mele, Operai

52

operaio è di circa 2 mila yuan (245 euro)140. Secondo lo Shanghai Daily a seguito

di un'ispezione aziendale nello stabilimento della città di Yantai, nella Cina orientale la Foxconn avrebbe ammesso la presenza di minori di 14 anni in

fabbrica(141). Pare che nel settembre 2012 l’azienda sia stata costretta a

sospendere la produzione per una giornata intera nello stabilimento della città di Taiyuan (Cina centrale) a seguito di una rissa che avrebbe coinvolto circa 2.000

dipendenti, 40 persone avrebbero necessitato dell’assistenza sanitaria(142). Come

in Fiat «il grado di coesione e appartenenza delle risorse umane, un sistema premiante nei confronti delle stesse e la capacità del soggetto economico di saper

creare e gestire il senso di orgoglio e appartenenza all’azienda»(143

) è labile, fortemente vulnerabile. L’azienda, per contenere il fenomeno dei suicidi, ha aumentato i salari del 70%.

2.10.1 Smartphone e terre rare

Interessante è l’inchiesta di Kiera Butler (senior editor di Mother Jones) realizzata di concerto con la Society of environmental journalists e il Puffin

foundation investigative journalism project. Riferendosi allo smartphone

l’autrice svela le «condizioni in cui il prodotto viene realizzato, riferendosi a fattori sociali, ambientali, di salute e sicurezza»(144). Il focus è a monte rispetto all’assemblaggio realizzato dalla Foxconn, segnatamente sull’acquisizione delle materie prime: le terre rare. Si tratta di 17 elementi chimici della tavola periodica (scandio, ittrio, lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio, lutezio)

(140) http://www.corriere.it/esteri/12_gennaio_11/suicidi-foxconn-fabbrica-cinesi-apple_32af2bda-3c5d- 11e1-9394-8a7170c83e07.shtml. (141) http://www.corriere.it/esteri/12_ottobre_17/foxconn-ammette-anche-minori-lavorano-nella-fabbrica- degli-iphone_3dd65ee8-1830-11e2-a20d-0e1ab53dafde.shtml. (142)http://www.corriere.it/esteri/12_settembre_24/cina_apple_ipad_12aa706e-05ee-11e2-a9b9- 923643284af5.shtml.

(143) N. Lattanzi (a cura di), Elementi di management e dinamica aziendale, cit., p. 64.

(144) Azienda Facile, gestione, organizzazione e consulenza, Certificazione e qualità, n. 10, Norme e tributi, IlSole24Ore, cit., p. 51.

53

contenuti (tra l’altro) in telefoni, portatili, televisioni, turbine a vento, automobili elettriche o ibride, led e lampadine fluorescenti, radar e sonar. «Negli smartphone sono usate per i magneti che producono la vibrazione e per quelli degli autoparlanti, per i circuiti elettronici, per i colori delle schermo e per le finiture

brillanti»(145). Presenti in discreta quantità in natura si accompagnano sempre al

torio e uranio (elementi radioattivi). Il procedimento di separazione è decisamente complesso (quindi costoso). Richiede l’impiego di acido solforico e di grandi quantità di acqua e energia. Considerando che l’emivita del torio e dell’uranio è rispettivamente di 14 e 4,5 miliardi di anni anche lo stoccaggio delle scorie è problematico (e di nuovo costoso). «Non a caso si tende a costruire raffinerie in paesi dove le norme ambientali sono meno rigide ed è possibile

risparmiare»(146). L’inchiesta cita le drammatiche esperienze di Bukit Merah

(Malesia), Baotou (Mongolia interna) e il progetto di Kuantan che prevede di scaricare i rifiuti «nelle zone di pesca del mar Cinese meridionale, che ospita

3300 specie di pesci»(147). Si aggiunga che più volte l’Antitrust italiana ha

sanzionato l’azienda per pratiche commerciali scorrette avendo di fatto disatteso quanto posto dal codice del consumo (Decreto legislativo 6 settembre 2005, n.

206 e successive modificazioni) a tutela del consumatore(148). E si aggiunga

anche le considerazioni di Massimo Gaggi nell’articolo: Apple «pensa

differente». Tasse escluse che segue un’interessante inchiesta del New York Times dal quale sembrano emergere pratiche tese almeno all’elusione (se non

all’evasione) dell’imposizione tributaria. «Ammirata per la genialità delle sue soluzioni tecnologiche, la Apple è meno nota per l'abilità con la quale riesce,

(145) Nei 20 anni compresi tra il 1992 ed il 2011 «la domanda di terre rare è passata da 1 a 10 miliardi di dollari, e si prevede che entro il 2015 aumenterà ancora del 36%». Per l’Us geological survey la stima delle riserve globali è: Cina (55milioni di tonnellate), Csi (19), Stati Uniti (13), India (3,1), Australia (1,6), Brasile (0,05), Malesia (0,03) K. Butler, Dentro lo smartphone, Internazionale, 14-20 dicembre 2012, n. 979, pp. 40-46.

(146) Ivi, p. 43. (147) Ivi, p. 42.

(148)http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-27/scure-antitrust-apple-multa- 124441.shtml?uuid=AaLmtIYE.

54

legalmente, a pagare pochissimi tributi»(149). L’azienda sembra declinare in

funzione egoistica (non sociale) l’interazione con due aspetti richiamati esplicitamente da Vittorio Coda: l’ordinamento tributario e quello sindacale letti in chiave internazionale e globale. Ecco magari Walter Isaacson avrebbe potuto evitare sensazionalismi, emozionalismi e considerare opportunamente queste variabili nella vicenda professionale di Steve Jobs. Portatore di un progetto a tratti visionario (con contorni di genialità) affermava: quando in un’azienda (high

tech) sono venditori e esperti di bilancio a prendere le decisioni allora, senza

saperlo, quell’azienda è già nei guai.

Accogliere istanze più articolate rispetto ai precetti aziendalistici è quantomeno auspicabile. Propugnare nuove ortodossie, nuove visioni parziali lo è forse meno. La tesi si propone di allargare gli orizzonti da ricomprendere nella formula dell’economicità, del durevole ed evolutivo equilibrio con senso di misura ed opportune proporzioni. Speriamo che alla Apple (ed ovunque) qualcuno di altrettanto geniale (o forse più opportunamente un team con differenti competenze) possa sempre comprendere in modo esaustivo tutte le implicazioni di un’invenzione. Basta con visioni settarie funzionali a carriere folgoranti ed a memorandum storici. D’accordo la fusione nucleare può essere utilizzata per la cura di talune patologie tumorali ma intanto è servita per Hiroshima e Nagasaki. Le armi possono difendere ma molte volte offendono. La radio, la televisione, il web possono diffondere conoscenze, talvolta offrire copertura ideologica a misfatti. Occorre intuire nella sua totalità i riverberi di un paradigma di sviluppo: una comunità con diverse sensibilità, tutti stakeholders (presenti e futuri, ignoranti e colti) tutti equiordinati. In sintesi: lavoro di squadra (o team come piace agli economisti).

2.10.2 Cina:produttività del lavoro e contenimento del salario

In un interessante articolo dal titolo Operai contro Giorgio Mele si interroga su «quanti giocattoli della Disney sono stati costruiti dalle mani martoriate dei

(149)http://www.corriere.it/opinioni/12_aprile_30/gaggi-apple-pensa-differente-tasse-escluse_8dfecba4- 9292-11e1-96f9-bbc2eef37e85.shtml.

55

bambini cinesi»(150). I dettami aziendalistici suggeriscono sovente il

contenimento del prezzo del lavoro (voce di C.e. B 9). «I salari non sono quasi mai direttamente legati all’andamento di domanda ed offerta di lavoro (tantomeno alla produttività), piuttosto alla forza contrattuale posseduta da

questo fattore produttivo o da chi lo supporta in quel determinato momento»(151).

Nelle economie mature appare un fattore di produzione particolarmente rigido a cagione di un’iper-legificazione stratificatasi nel tempo, talora non organica, se

non contraddittoria(152). «Si riscontrano trattamenti estremamente difformi tra i

lavoratori, tali per cui, in molti paesi (soprattutto quelli vocati all’esportazione), si accetta forzosamente un’insufficiente remunerazione del fattore lavoro, mentre

in altri si forzano misure di pressione al rialzo oltre l’opportuno»(153). Si tenga

conto che aumenti forzosi dei salari sembrano innescare la spirale inflattiva (aumento del prezzo dell’output) nel caso di politica accomodante (espansione della massa monetaria circolante), ovvero disoccupazione e caduta della produzione globale con politiche restrittive che genererebbero la contrazione della domanda dei consumatori marginali (quelli che non giovano dell’aumento salariale). «Per confezionare un paio di Timberland che in Europa costano oltre 150 euro nella città di Zhongshan un ragazzo di 14 anni guadagna 45 centesimi di euro. Il salario medio si aggira intorno ai 900 yuan al mese per un orario che

per i ragazzi può toccare le 15 ore al giorno»(154). Con la Trade Union Law

(1992) e la Labour Law (1994) si sposa in Cina (per la prima volta) la logica del contratto collettivo di lavoro di cui si fa interprete e promotore (di concerto con l’egemone Partito comunista) l’All China federation of trade union (Acftu, unico sindacato riconosciuto per legge). Intorno al 2000 i contratti collettivi accolgono istanze più articolate rispetto al solo salario (sebbene in nuce, allo stato embrionale): diritti delle donne lavoratrici (congedi di maternità, esami

(150) G. Mele, Operai contro, cit., p. 171.

(151) M. Mora, Le leggi e i mercati dell’economia, libreriauniversitaria.it edizioni, Padova, 2011, p. 94. (152) Si pensi agli aumenti salariali che «una volta concessi non è più possibile retrocederli e quindi agiscono (tendenzialmente) perennemente». Ivi, p. 96.

(153) Ivi, p. 95.

56

ginecologici), sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, job-training, contratti integrativi a carattere regionale. «Alla fine del 2005 sono stati innalzati i minimi salariali e nel 2006 è stata approvata una legge che stabilisce l’innalzamento

degli standard di welfare nelle aree urbane»(155). «Nell’ultimo lustro i minimi

salariali cinesi hanno registrato un incremento medio a livello nazionale del 12,6% annuo. […] A Pechino i tabellari minimi mensili sono cresciuti da 1260 yuan (2012) a 1400 yuan (con decorrenza 1 gennaio 2013), nel Zhejiang da 1310 a 1470 yuan, nello Shaanxi da 1000 a 1150 yuan. La città di Shenzhen continuerà a corrispondere gli stipendi minimi più elevati del Paese (1500 yuan). Pechino

continuerà ad essere l’area che paga i salari orari più alti»(156

). In deciso aumento anche il prezzo di altri fattori produttivi: costo dei terreni (a rischio bolla), e spese riconducibili all’ambiente e alla sicurezza. Il presidente Hu Jintao, ora Xi

Jinping(157), è sembrato farsi interprete di una nuova politica rispetto a quella del

predecessore Jiang Zemin. Appaiono istanze prima trascurate: «i diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente, la lotta alla corruzione, il riequilibrio della crescita a favore delle zone più arretrate, la costruzione di un welfare state (pensioni e sanità)»(158). Per il popolo cinese la scala dei valori è in via di ridefinizione: la propensione a generare reddito da lavoro (destinandolo al sostentamento proprio e della famiglia) deve necessariamente conciliarsi con la tutela della salute e del territorio.

(155) Ivi, pp. 175-176.

(156) L. Vinciguerra, Nelle provincie cinesi accelera il costo del lavoro, IlSole24Ore, 18 gennaio 2013, p. 39.

(157) Il premier era Wen Jiabao. Sul sistema politico cinese si veda L. Yue, Di qui alla democrazia,

vademecum per cambiare la politica, in Limes, 2008, n. 4, pp.107-116. «Oggi il potere esecutivo del

partito comunista e del governo è più forte del potere legislativo e di quello giudiziario. […] Come raggiungere un’autentica democrazia con il Pcc che controlla l’esercito, i funzionari e i mezzi di comunicazione?». Ibidem.

57

2.10.3 La vicenda del petrolchimico di Ningbo

Emblematica in tal senso l’opposizione nell’ottobre 2012 all’ampliamento di un impianto petrolchimico della Sinopec a Ningbo (3,5 milioni di abitanti, 7 considerando l’area metropolitana. La città è nella provincia orientale di Zhejiang). Si trattava di un investimento di 55.9 miliardi di yuan (pari a 6.9 miliardi di euro). La manifestazione, a tratti cruenta, ha richiesto l’intervento della polizia (in tenuta antisommossa) e si è conclusa con più di 50 arresti. Alla cittadinanza è stato assicurato che il distretto di Zhenhai «vieterà la produzione di paraxylene (px), un derivato petrolchimico altamente tossico usato per la produzione delle bottiglie di plastica e principale preoccupazione dei

residenti»(159). Dello stesso tenore (rivendicazioni in tema di tutela

dell’ambiente) le precedenti manifestazioni a Shifang (provincia del Sichuan) e a

Qidong (provincia di Jiangsu).

Corrado Clini suggerisce una implementazione del partenariato sino-italico in

materia ambientale(160). Proprio «la Cina è oggi l’economia con maggiori

possibilità di sviluppo e diffusione delle tecnologie e delle buone pratiche per lo sviluppo sostenibile. […]. Nel 2007 la Cina ha assunto un ruolo di leader nello sviluppo delle fonti rinnovabili, con un investimento di 10 miliardi di dollari soprattutto nell’energia eolica, nel solare termico e fotovoltaico, nei piccoli impianti idroelettrici, nelle bioenergie. Attualmente l’8% dell’energia primaria e

il 17% dell’elettricità sono prodotte da fonti rinnovabili»(161

). Si tenga conto che progressivamente si affaccia sulla scena internazionale un lifestyle di marca cinese (food and beverage, abbigliamento e cura della persona, casa e viaggi

(159) http://lastampa.it/2012/10/30/scienza/ambiente/cina-a-ningbo-le-proteste-fermano-impianto-chimico- arresti-D4FgIQWDBpeCeQrIlQLBtJ/pagina.html. Le informazioni sono trapelate da Sina Weibo, piattaforma simile a Twitter.

(160) «L’elaborazione di progetti è stata affidata a una task force permanente italo-cinese, composta da 60 esperti del ministero dell’Ambiente, dalle agenzie e ministeri cinesi, da istituzioni scientifiche e università italiane e cinesi». Il progetto Sieeb (Sino-italian energy efficient building), edificio eco-intelligente realizzato con tecnologie italiane alla Tsinghua university di Pechino, ne rappresenta la concretizzazione. C. Clini, La sfida ambientale, un’occasione anche per l’Italia, in Limes, 2008, n. 4, p. 158.

58

all’estero) alimentato da brands nazionali di spessore e qualità(162

). Il gap tecnologico appare oggi ampiamente colmato: la Cina ha inaugurato il 26 dicembre 2012 il collegamento ferroviario ad alta velocità Pechino-Canton (2300 km in 8 ore a 300 Km/h. Il più lungo al mondo), ha la tecnologia spaziale, il

Tiangong-1 Palazzo Celeste(163), ha una proiezione militare di tutto rispetto, con

il varo entro il 2020 di almeno due portaerei, di cui una a propulsione nucleare,

ed il sistema di difesa filo di perle(164) ed una capacità di penetrazione economica

davvero apprezzabile (soprattutto in Africa). La Cina sembra promuovere produzioni high tech (ad alto valore aggiunto) ed il comparto dei servizi. La politica industriale è orientata verso piccoli centri produttivi che integrano conoscenza, tecnologia e ricerca. Per quanto interessa al nostro lavoro Giorgio Mele osserva che il processo di modernizzazione della Cina è fortemente osteggiato dalle potenze occidentali (tramite la longa manus delle multinazionali). «Le aziende occidentali si sono ferocemente opposte alla adozione di una nuova legge sul lavoro. Aziende americane e europee hanno alimentato una campagna senza precedenti specialmente contro quelle parti che tendevano a rendere meno precario il lavoro e stabilizzare le forme di impiego»(165).

(162) L. Birindelli, I marchi del gusto sposano Cina e Italia, in Limes, 2008, n. 4, p. 121. «Nulla porta ad escludere che, in un futuro prossimo, la Cina arrivi a produrre beni di buona qualità. […] Negli anni a venire, buona parte degli immensi volumi produttivi saranno ancora composti da beni di modesta fattura, ma una parte crescente sta già compiendo il salto qualitativo». F. Sisci, Ritorno al futuro, in Limes, 2008, n. 4, p. 74.

(163)http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_settembre_29/cina-lancia-razzo-caprara_7af1f412- ea83-11e0-ae06-4da866778017.shtml.

(164) http://www.corriere.it/esteri/11_dicembre_14/olimpio-cina-portaerei_6c093810-2698-11e1-97ba- d937a4e61a87.shtml.

59

2.10.4 Cina addio. Benvenuti in Vietnam

Secondo un rapporto del ministero cinese del commercio nel 2011 almeno 1/3 delle imprese manifatturiere hanno trasferito (o sono in procinto di farlo) la produzione in altre regioni del sud-est asiatico (Vietnam, Indonesia, Malesia e

Birmania)166. Impietoso il commento che ne segue: «questo atteggiamento

dimostra quanto sia falsa la preoccupazione delle grandi corporations occidentali per i diritti umani, specialmente quando si parla di lavoro e di profitto»(167). Luca Birindelli suggerisce un approccio più articolato al mercato cinese: «superata la fase della delocalizzazione disperata, alla ricerca di manodopera a poco prezzo (opportunità da tempo scomparsa in Cina), la partita si gioca sui

quadranti medio-alti»(168). La direttrice è ancora una volta: differenziazione di

prodotto in ragione di un contenuto innovativo difficilmente replicabile.