• Non ci sono risultati.

Il mondo arabo e quello musulmano nella rete si barcamenano tra modernità e tradizione. Ancora oggi, gli utenti di Internet di quelle regioni sono ancora piuttosto scarsi rispetto al resto del mondo, limitati a un misero 0,6% con un picco del 4% in Turchia.115

L’utente tipico è giovane, preferibilmente studente universitario. Gli Internet cafe o i cyber cafe rappresentano l’unico modo per i ceti più svantaggiati economicamente di accedere a Internet.

114 Ibidem, Jolanda Guardi.

115 Vedi: “Internet e mondo arabo”, pubblicato in al jarida del 15 settembre 2016:

- 95 -

La rete globale è diventata un utilissimo strumento per diffondere un ampio ventaglio di idee. Un uso essenzialmente ecumenico della rete è quello per l’Ijtihad, diventando strumento di consultazione fra tutti i fedeli musulmani in tutto il globo e utile alle autorità religiose per proclamare delle Fatwa, ossia decreti religiosi, con tanto di ampi database facilmente consultabili da fedeli e studiosi. Alcuni considerano l’Ijtihad uno strumento per spalancare all’Islam più tradizionale le porte di interpretazioni alternative e quindi più moderne. Per altri invece, l’Ijtihad non sarebbe altro che un ulteriore mezzo di confusione in un mondo già fin troppo frastagliato e costellato d’innumerevoli scuole, ognuna con i propri principi. I blog afferenti sono scritti esclusivamente in lingua araba classica Fuṣḥā, la lingua del Corano, della Sharī‘ah e della liturgia; quelli che fanno da riferimento per i vari gruppi islamici integralisti, contengono scritti e discorsi video e audio in lingua araba arcaica.

Un altro importante e interessante esempio di utilizzo di Internet all’interno del mondo islamico è fornito dall’esperienza delle donne musulmane. Per esse la rete globale rappresenta un mezzo di libertà non indifferente; infatti in essa sono libere di confrontarsi su qualsiasi argomento, anche con uomini, perché attraverso la chat è possibile nascondere la propria vera identità e il sesso.

Le differenze dell’Islam e del mondo arabo, come già accennato in precedenza, sono innumerevoli, e rappresentano il riflesso fisiologico di un processo di modernizzazione e integrazione di un intero popolo, comunque sempre orgoglioso delle proprie origini. Nel momento in cui i musulmani si sentiranno capiti e rispettati, l’approccio alla realtà occidentale sarà positivo e di collaborazione; se viceversa questo non si verificherà, saranno possibili ancora molti anni di difficoltà e scontri frontali.

La maggior diffusione della rete è registrata nei paesi arabi del Golfo, tra cui gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, dove la percentuale degli utenti di Social Network si aggira intorno al 70%.116 Il picco è avvenuto dopo le aperture di nuovi

account in seguito a due eventi: il primo fu la liberalizzazione dei domini lanciati dall’ICANN nel giugno del 2008, che ha permesso la diffusione di indirizzi con estensioni anche di caratteri non latini; il secondo ha fatto seguito al lancio della versione araba di molti siti, tra cui Facebook, che ha notevolmente ampliato le potenzialità di tali network nel mondo arabo non anglofono; attualmente circa dodici milioni di arabi utilizzano Facebook. Dobbiamo auspicarci che la diffusione di siti di discussione e dibattito nel mondo arabo si allarghi comunque rapidamente, elaborando sempre più modelli homegrown, ovvero non semplici traduzioni e adattamenti di popolari siti occidentali ma autentiche versioni locali di forum e chat.117

I Social Network rappresentano un grande successo anche per la cultura della socialità araba, che spinge i giovani a reinterpretare in chiave tecnologica la loro tradizionale inclinazione al dibattito e alla discussione.

Tutta questa vivacità mediatica si scontra però con la forte repressione esercitata a vario titolo da molti regimi, che temono naturalmente il successo della rete e della comunicazione alternativa. In Siria, ad esempio, nel dicembre 2010 è stato arrestato il blogger diciannovenne Tal al-Mallahi118, che diffondeva

informazioni e opinioni sul conflitto israelo-palestinese non avallate dal regime, e soltanto ultimamente il regime siriano, dopo tre anni di oscuramento, ha aperto l’accesso a You Tube, Facebook e Blogpot.

116 Vedi: Aspenia online, C. De Martino, “I social network nel mondo arabo: nuovi strumenti per nuovi

protagonisti”, in http://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/i-social-network-nel-mondo-arabo-nuovi- strumenti-nuovi-protagonisti.

117 Ibidem, C. De Martino.

118 Vedi: l’articolo “Siria, 5 anni di carcere a blogger 19enne”, Corriere della Sera, redazione esteri del 14 febbraio

2011, in: http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_14/siria_condanna_blogger_19enne_49af0d28-383a-11e0-9d0e- ca1b56f3890e.shtml.

- 97 -

Di fronte a un sistema mediatico unidirezionale e rigidamente controllato dallo stato, ereditato dalla Guerra Fredda, i Social Network hanno rappresentato l’unica alternativa forte per colmare la fame di notizie dal mondo. La capacità di mobilitazione di massa dei nuovi strumenti si è verificata durante la Primavera araba. Il ruolo più significativo l’ha avuto il sito del movimento del 6 aprile, che unisce in sé molti giovani protagonisti della rivolta di Piazza Tahrir al Cairo. Le proteste libiche sono state animate da un sito definito بضغلا موي Yaūm al-Ghaḍab “Giorno della Rabbia”.

I Social Network assolvono quel desiderio di spazi di libertà di cui i popoli arabi avevano bisogno, per la rapidità dello scambio delle notizie e la libertà nell’esprimerle; le informazioni logistiche arrivano in tempo reale, attraverso video e testimonianze che travalicano all’istante i confini. La rapida ricezione dei messaggi di solidarietà, ha contribuito poi alla crescita dell’orgoglio dei protagonisti, che si sono sentiti attori della storia e del suo cambiamento.

Le parole d’ordine lanciate sui blog hanno funzionato perché il terreno sociale e culturale era pronto. I giovani arabi “globalizzati” reclamavano riforme ispirandosi anche al resto del mondo. La facilità di contatto e confronto, ha svegliato le anime incoraggiando la voglia di scendere nelle piazze per reclamare i propri diritti.

Il vero punto di forza è che questa generazione figlia della rete, potrebbe rivelarsi maggioritaria, o comunque in grado di diventare il nucleo di una maggioranza di cittadini finalmente attivi.

C

APITOLO

III

*

I GIOVANI E LA NUOVA ERA DELLA LINGUA