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Il futuro della lingua araba, in un mondo che cambia continuamente, è legato anche al rapporto tra essa e la globalità, perché la lingua vive e prospera insieme al contesto di chi la usa.

Le sfide principali con le quali la lingua araba deve fare i conti, sono, in un ambito dinamico, la conservazione della sua particolarità, la garanzia della continuità, la protezione di quei componenti e valori che costituiscono gli elementi fondamentali del grande corpo arabo e islamico.

La globalizzazione non è sicuramente un male di per sé, e neppure un pericolo dal quale proteggerci.

[…] la maggior parte degli storici ha scoperto la globalizzazione solo di recente. Ma questo fenomeno è tutt’altro che nuovo.109

Essa è un fenomeno universale e, accanto alle inevitabili pecche, contiene parecchi aspetti positivi. A livello linguistico, il rapporto con la globalità è sempre legato alla modalità con la quale a essa ci si approccia e lega. Per poter ottimizzare questo rapporto è necessario correggere le situazioni anomale del mondo arabo, sia a livello politico che socioculturale. Secondo Hunt, la globalizzazione:

[…] è l’interconnessione crescente tra parti del mondo. Può essere definita in termini economici, tecnologici, sociali, politici o culturali. Sebbene la globalizzazione sia un processo di lungo termine che percorre tutta la storia umana, la maggior parte degli studiosi si è concentrata sugli ultimi venti o trenta anni.110

L’elemento principale che sta dietro l’idea della globalizzazione è la crescita dei rapporti tra le nazioni, il facile spostamento di capitali e merci, la diffusione dell’informazione e delle idee. Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta una vera e propria sfida per la lingua araba.

L’utilizzo di Internet nel mondo arabo è in costante aumento e rappresenta uno strumento di apertura e di confronto sulle più diverse tematiche care alla società, anche mediante scontri sulle prospettive.

I domini Internet di lingua araba sono stati autorizzati dal 2010 per opera della “The Internet Corporation for Assigned Names an Numbers”; l’Egitto ha già autorizzato tre aziende, l’Arabia saudita e gli Emirati Arabi Uniti, siti con domini nazionali traslitterati nell’alfabeto arabo.

109 Hunt, Lynn, la storia culturale nell’età globale, edizioni ETS, Pisa 2010, p. 35. 110 Ibidem, Hunt, p. 40.

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Secondo i dati della Word Bank, l’arabo è la quinta lingua più diffusa al mondo, parlata da circa 400 milioni di persone, ma solo l’1,4% del contenuto on line è in arabo. Questa lacuna non incentiva tra l’altro la ricerca di materiale in lingua araba sul web, e demotiva gli sviluppatori di contenuti a pubblicare in questa lingua.

L’Egitto, che è il paese arabo più popolato con circa ottanta milioni di persone, ha una penetrazione del 12,9% nella rete. In Arabia saudita è del 22,7%, e, anche se la percentuale rimane bassa, alcuni trend risultano molto interessanti.

L’informazione on line sta ovunque scavalcando quella della stampa tradizionale; infatti i quotidiani e le riviste che hanno sostituito il cartaceo con il monitor sono in costante crescita. Nel mondo arabo, secondo le stime di Arab Media, si trascorrono mediamente tre ore on line e più meno altrettante davanti alla televisione.

Come già anticipato, la lingua araba classica o standard è una lingua di origini semitiche il cui alfabeto è di ventotto consonanti, usata da una stretta minoranza rispetto alle molte varianti dialettali. Tra i dialetti più conosciuti annoveriamo l’egiziano e quello siro-libanese, grazie alla grande popolarità e alla diffusione della filmografia e delle serie televisive di questi paesi. Per quanto riguarda i dialetti marocchino e algerino, anche se meno compresi dal resto del mondo arabo, i parlanti sono in grado di capire e parzialmente comunicare in egiziano e in siro-libanese.

L’arabo, come visto precedentemente, è una lingua che si addice più alla letteratura e alla poesia che ai contenuti razionali, ai linguaggi e alla velocità dei media moderni; il primo dominio Internet completamente in lingua araba, di nome ةكبش Shabaka, che vuol appunto dire “rete”, appare scritto con lettere dell’alfabeto arabo già nel 2010, e rappresenta senza dubbio un importante punto di svolta nella storia di Internet nella regione. Non è più necessario traslitterare i nomi dall’arabo all’inglese, operazione fonetica spesso problematica soprattutto nel passaggio da un paese all’altro.

Attualmente sono oltre 120 milioni gli utenti di Internet di lingua araba, circa il 7% percento della popolazione di internauti mondiale; i contenuti in arabo tuttavia non passano la soglia del 2%. A livello globale il primo a rivolgersi alla comunità araba è stato Yahoo!, con l’interfaccia Maktoob. Sono poi arrivati Google+, Facebook e Twitter, ognuno con la propria proposta in arabo.111

Durante gli ultimi decenni e a partire dagli anni novanta, le tecnologie di comunicazione testuale di origini occidentale sono diventate sempre più diffuse nel mondo arabo, trovando applicazione sui computer, Internet, comunicazioni via email, chat e sms e infine su tutto l’infinito mondo dei Social Network. Molte di queste tecnologie erano originariamente basate solamente sull’alfabeto latino, e sulla lingua inglese con alcuni casi anche in francese. I locutori arabi iniziarono a comunicare fra loro traslitterando il testo inglese, mentre per le lettere che non avevano un chiaro equivalente fonetico nell’alfabeto usato, iniziarono a servirsi dei numeri e dei caratteri ortografici normalmente reperibili sulle tastiere occidentali. Per esempio la cifra 3 venne utilizzata per rappresentare la lettera عe la cifra 7 per la lettera araba ح. In ambito arabo, anche se è relativamente recente e adoperato in contesti informali, questo tipo di traslitterazione viene chiamato Arabish شيبارأ, un neologismo composto dalla fusione di Arabic e English.

La comunicazione online, specialmente quella via chat e blog, funziona talvolta solo con sistemi e protocolli che non supportano code page o set di caratteri alternativi, per cui si è reso necessario l’adattamento ai caratteri latini; il fenomeno è esploso con l’ideazione dell’alfabeto semplificato da chat. Tale sistema ha nel frattempo raggiunto una diffusa popolarità, al punto di essere utilizzato anche nei nomi di domini Internet, come ad esempio Qal3ah ةعلق.

111 Vedi: Ansa Interne. “Shabaka”, il primo dominio completamente in arabo, in:

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/qatar/2013/10/31/Internet-shabaka-primo-dominio- completamente-arabo_9550867.html.

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Per avere un’idea del rapporto tra Internet e la lingua araba prendiamo in esempio il caso dell’Algeria, che si riconosce come il paese arabo più aperto alla Nuova Tecnologia. Soltanto nel 2007 si trovavano circa 7000 Internet cafe, e risultano iscritti a Facebook circa 2,1 milioni di cittadini.112 Per poter usufruire della rete nel migliore dei modi, gli utenti algerini, soprattutto studenti universitari, hanno dovuto creare una loro lingua calzata su Internet, ottenuta da un mescolamento tra la lingua araba standard, la varietà locale algerina, vocaboli dal francese e l’inglese, simboli e numeri. Questa coesione linguistica esprime l’esigenza sociale di utilizzare la lingua come mezzo essenziale di avvicinamento, dialogo e libera espressione, senza subire l’intoppo della confusione dei significati e sinonimi e delle rigide norme grammaticali e morfologiche che affollano la lingua araba.

L’introduzione della rete in Algeria risale ai primi anni novanta, seppur con l’uso limitato alla raccolta di informazioni; successivamente vi è stata l’introduzione di CERIST, dal 1994 fino al 2000 il primo fornitore di accesso ad Internet.113 Da

allora l’Algeria ha conosciuto un notevole progresso nel campo informatico, attraverso il collegamento con l’Italia grazie al progetto dell’UNESCO per l’attivazione di una Società Regionale per il Network in Africa dal nome RINAF con centro in Algeria per la rete Nord Africana. Nel 1997 venne attivata un’altra linea passante da Parigi, mentre nel 1999 accede ai satelliti con gli Stati Uniti d’America. Con un decreto amministrativo del 1998, vennero definite le norme per l’uso della rete, rendendola di gestione libera anche per il settore privato, fatto questo che diede la possibilità di aprire il primo cyber cafe ad Algeri in quello stesso anno. Attraverso l’introduzione della rete nelle case e la proliferazione dei cafe che offrono il servizio, i giovani algerini, come il resto del mondo arabo, hanno trovato la possibilità di comunicare facilmente sia all’interno della propria nazione sia con gli altri giovani del mondo, costruendo rapporti d’amicizia virtuali e reali e scambio

112 Vedi: Jolanda Guardi, nel sito Pearson, “Il web nei paesi arabi. Il caso dell’Algeria”: https://it.pearson.com/aree-

disciplinari/storia/temi-attualita/il-web-nei-paesi-arabi-il-caso-dellalgeria.html.

113 Ibidem, Jolanda Guardi, nel sito Pearson, “Il web nei paesi arabi. Il caso dell’Algeria”: https://it.pearson.com/aree-

d’informazione. In questo modo essi, da passivi lettori, sono diventati produttori di materiale scientifico, letterario e linguistico.114

La rete è non è soltanto evoluzione della tecnologia digitale ma anche progresso nel campo scientifico, del pensiero e sociale. Essa ha offerto alle persone porte aperte attraverso il Social Network, facilitando lo scambio tra culture. La rete ha persino incentivato la nascita di una lingua nuova, uno strano miscuglio di lingue, lettere e numeri plasmati sugli spazi virtuali. In Algeria e in Nord Africa prese il nome di Francoarab, mentre dove la lingua dell’ex potenza colonizzatrice era l’inglese, viene chiamata Arabish.

La rete in generale e il Social Network in particolare sono i fautori principali per la riforma e la nascita della lingua giovanile, anche se questa rimane oggetto di discussione e critica; essa rispecchia il desiderio delle più recenti generazioni di arabi di comunicare agevolmente nel mondo globale, attraverso cui far sentire la propria voce, d’immediato impatto e facile comprensione.