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Capitolo 4 – Risultati della ricerca

4.3. Elementi comuni alle due professioni

4.3.5. Dimensione etica

Dal confronto emerge che le professioni si basano su fondamenti etici comuni: il rispetto della persona e della sua dignità, l’autodeterminazione, protezione dell’autonomia, l’uguaglianza, la protezione del diritto alla privacy, la solidarietà e la lotta contro la povertà e il valore della giustizia sociale.

Per entrambe le professioni, la dimensione valoriale è stata formalizzata nel relativo codice deontologico621, lo strumento attraverso cui i professionisti proteggono se stessi e tutelano la loro professione e le persone che entrano in contatto con loro.

L’assistente sociale e l’educatore devono agire nel pieno rispetto della dignità della persona. Nel codice deontologico degli assistenti sociali si legge:

“La professione si fonda sul valore, sulla dignità e sulla unicità di tutte le persone,

sul rispetto dei loro diritti universalmente riconosciuti e delle loro qualità originarie, quali libertà, uguaglianza, socialità, solidarietà, partecipazione, nonché sulla affermazione dei principi di giustizia ed equità sociali”622.

Nel codice deontologico dell’ANEP si legge:

“L’Educatore Professionale nell’ambito della sua azione educativa e nell’esercizio

della propria funzione deve rispettare la personalità e la dignità dei propri utenti e del loro ambiente di vita”623.

Il riferimento alla dignità contiene il diritto della persona a essere rispettata (“il rispetto della

persona può avvenire solamente a partire dal rispetto della sua dignità”624) e a essere accettata nella sua globalità; questo valore è strettamente connesso al principio della sospensione del giudizio di valore relativo ai comportamenti delle persone.

Entrambi i professionisti inoltre devono agire considerando l’utente quale soggetto attivo e tenendo stabilmente presente il suo diritto all’autodeterminazione, rispettandone quindi la libertà d’opinione e di decisione, nonché proteggendo la sua autonomia.

Nel codice deontologico degli assistenti sociali si legge:

620 Fargion S., 2013, op. cit., p. 29.

621 Il Codice Deontologico redatto da ANEP vincola meramente i soci dell’associazione, nonostante ciò si legge dal

preambolo al codice stesso “esso si rivolge in eguale misura a tutti gli educatori”.

http://www.anep.it/anep/allegati/file/Documenti%20ANEP/CDANEP2010.pdf

622 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo II, art. 5. 623 ANEP, op. cit., “Responsabilità nei confronti dell’utente”. art. 1. 624 Fargion S., 2013, op. cit., p. 40.

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“La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità

e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza

l´autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità”625. Inoltre:

“L´assistente sociale deve impegnare la propria competenza professionale per

promuovere la autodeterminazione degli utenti e dei clienti, la loro potenzialità ed autonomia, in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto, favorendo l'instaurarsi del rapporto fiduciario, in un costante processo di valutazione”626.

Similmente il codice dell’ANEP afferma:

“(L’educatore) tiene costantemente presente il diritto dell’utente all’autodeterminazione e al libero arbitrio rispettandone la libertà d’opinione e di decisione [...] curando comunque nell’esercizio delle proprie funzioni che all’utente

sia assicurato il rispetto – per quanto possibile – della sua autonomia”627.

Un altro fondamento etico comune è legato all’uguaglianza e alla non discriminazione. Per quanto riguarda gli assistenti sociali si legge:

“L´assistente sociale svolge la propria azione professionale senza discriminazione di

età, di sesso, di stato civile, di etnia, di nazionalità, di religione, di condizione sociale, di ideologia politica, di minorazione psichica o fisica, o di qualsiasi altra differenza che caratterizzi le persone”628.

Allo stesso modo per gli educatori:

“L’Educatore Professionale nell’ambito della sua azione educativa e nell’esercizio

della propria funzione deve rispettare la personalità e la dignità dei propri utenti e del loro ambiente di vita” evitando qualsiasi forma di discriminazione che si riferisca all’appartenenza etnica al sesso, all’età, alla religione, allo stato civile, giuridico, alle idee politiche, ad una qualsiasi infermità o malattia e in generale alle condizioni personali e sociali”629

.

La relazione che entrambi i professionisti instaturano con l’utenza è di natura fiduciaria, da qui il fondamento etico del doversi attenere al segreto professionale su tutto ciò che viene loro confidato o di cui vengono a conoscenza durante lo svolgimento del loro lavoro.

Nel codice deontologico degli assistenti sociali si legge:

625 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo II, art. 6. 626 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo III, art. 11. 627 ANEP, op. cit., “Responsabilità nei confronti dell’utente” art. 4.

628 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo II, art. 8. 629 ANEP, op. cit., “Responsabilità nei confronti dell’utente” art. 1.

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“La riservatezza ed il segreto professionale costituiscono diritto primario dell´utente

e del cliente e dovere dell´assistente sociale, nei limiti della normativa vigente”630 e “La natura fiduciaria della relazione con utenti o clienti obbliga l´assistente sociale

a trattare con riservatezza le informazioni e i dati riguardanti gli stessi”631. Nel codice deontologico dell’ANEP si legge:

“L’Educatore Professionale è tenuto al segreto professionale su tutto ciò che gli è

confidato o di cui può venire a conoscenza in ragione della sua professione e del

carattere fiduciario della relazione instaurata con l’utente salve le giuste cause di

rivelazione previste dalla legge e salvo il caso di rischio di grave pregiudizio all’utente in particolare quando si tratti di minori o di incapaci nel rispetto comunque delle norme vigenti in materia di trattamento dei dati personali”632.

Entrambi i professionisti non devono solamente attenersi al segreto professionale, ma devono porre in essere ogni precauzione atta a garantirne la sua tutela e pretenderne l’osservanza anche da parte dei soggetti con i quali collaborano, durante il rapporto di lavoro e anche dopo la cessazione dello stesso633.

Per quanto riguarda infine la solidarietà e la giustizia sociale, nel codice deontologico degli assistenti sociali si legge:

“La professione si fonda sul rispetto [...] delle qualità originarie delle persone, quali

libertà, uguaglianza, socialità, solidarietà, partecipazione, nonché sulla affermazione dei principi di giustizia ed equità sociali”634.

Analogamente per gli educatori:

“Nelle responsabilità nei confronti dell’utente i principi guida per l’educatore professionale sono molteplici, ma non possono che partire da concetti più generali quali il servizio e l’aiuto, la giustizia sociale, la solidarietà e l’educazione”635.

L’assistente sociale e l’educatore devono rivestire un ruolo attivo nella promozione della giustizia sociale e della solidarietà: Secondo Fargion ciò “si traduce nell’impegno per la costruzione di una

società più equa e nel tentativo di osteggiare ogni forma di discriminazione”636.

630 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo III, art. 23. 631 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo III, art. 24. 632 ANEP, op. cit., “Responsabilità nei confronti dell’utente” art. 6.

633Brandani W., MasciadriA., Nel labirinto delle relazioni educative in “Pedagogika”, 45, anno IX,n.3, maggio-giugno

2005, pp. 12-14.

634 Nuovo codice deontologico dell’assistente sociale, 2009, Titolo II, art. 5. 635 ANEP, op. cit., “Principi”.

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