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Esercitare la professione di assistente sociale oggi

Capitolo 2 – L’assistente sociale

2.3. Esercitare la professione di assistente sociale oggi

2.3.1. La formazione dell’assistente sociale in Italia

Secondo quanto previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 2001, n. 328 capo IV, oggi in Italia per esercitare la professione di “assistente sociale” bisogna dapprima conseguire la laurea triennale classe L-39 “Servizio sociale”, superare poi l’esame di Stato di abilitazione professionale e infine occorre iscriversi alla sezione B dell’Albo professionale degli assistenti sociali; mentre per esercitare la professione di “assistente sociale specialista” bisogna dapprima conseguire la laurea magistrale classe LM-87 “Servizio sociale e politiche sociali”, superare poi l’esame di Stato di abilitazione professionale e infine occorre iscriversi alla sezione A dell’Albo professionale163.

Rispetto al corso di laurea triennale in Servizio Sociale “classe L-39”, in Italia ci sono 38 sedi universitarie, inserite in modo difforme nei dipartimenti di scienze politiche, di sociologia164, di scienze della formazione, di scienze giuridiche, di filosofia e beni culturali165. Questo corso è ad accesso “programmato” e prevede il superamento di una prova di ammissione che, oltre ad accertare il possesso di un’adeguata preparazione iniziale, è anche selettiva: l’immatricolazione è infatti condizionata dalla posizione occupata nella graduatoria166. I posti disponibili per l’iscrizione al primo anno variano a seconda della sede, per esempio a Venezia sono 100, a Verona sono 50, a Torino sono 160 e a Palermo sono 60167.

162 Per la stesura di questo paragrafo si è fatto riferimento al sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della

Ricerca. Crf www.miur.it.

163 Il DPR n. 328 del 5 giugno 2001, Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per l’ammissione all’esame

di Stato e delle relative prove per l’esercizio di talune professioni, nonché della disciplina dei relativi ordinamenti ha riguardato la professione di assistente sociale

164 Solamente 3 sono inserite nel dipartimento di Sociologia: a Trento e a Milano-Bicocca (“Sociologia e ricerca

sociale”) e all’Università del Sacro Cuore di Milano (“Sociologia”). Crf http://cercauniversita.cineca.it/index.php?module=strutture&page=StructureSearchParams&action=submit&mypasswd =css_strutture&typeuni=00&coduni=00&codfac=00&codreg=00&coddip=00&codist=00#titdip

165Alcuni esempi di Corso di Laurea in Servizio Sociale afferente al dipartimento di sociologia: a Milano Bicocca,e

Trento. In altre città, il corso di laurea in servizio sociale è afferente ad esempio al dipartimento di Scienze Politiche (Bari, Firenze e Perugia), al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali (Venezia), al Dipartimento di Scienze della Formazione (Bressanone), al Dipartimento di Scienze Umane (Trieste e Cassino), al Dipartimento di Giurisprudenza (Parma), al Dipartimento di Psicologia (Roma). Si veda http://offf.cineca.it/pubblico.php/ricerca/ricerca/p/cercauni

166Il test d’accesso è finalizzato a valutare competenze di comprensione, interpretazione e commento di testi inerenti ai

fenomeni e ai problemi sociali contemporanei. Si veda un esempio di test di ammissione al link http://www.unive.it/pag/fileadmin/user_upload/cdl/laurea/ft4/documenti/2014-15/test_ammissione_FT4_2013-14.pdf.

167 Per Venezia si veda http://www.unive.it/ammissione; per Verona si veda http://www.dtesis.univr.it/

?ent=iscrizionecs&aa=2014%2F2015&cs=359&lang=it; per Torino si veda http://www.didattica-cps.unito.it/ do/documenti.pl/Show?_id=75ff;sort=DEFAULT;search=;hits=347; per Palermo si veda http://offweb.unipa.it/ offweb/public/corso/visualizzaCurriculum.seam?oidCurriculum=13924&cid=1020.

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Come si evince dalla Tabella 1, si tratta di un corso il cui conseguimento è subordinato all’ottenimento di 180 crediti formativi universitari (da ora CFU) distribuiti in un curriculum di studio in cui sono presenti attività formative di base e attività caratterizzanti che rientrano nell’ambito disciplinare del servizio sociale, ma che fa capo alla disciplina della “sociologia” poiché non esiste ancora in Italia un settore scientifico disciplinare autonomo per il servizio sociale. I tre insegnamenti sono “Storia del Servizio Sociale”, “Metodologia del Servizio Sociale 1” e “Metodologia del Servizio Sociale 2”, per un totale di 24 CFU168. Tra le attività formative di base e

le attività caratterizzanti rientrano le discipline della sociologia (almeno 27 CFU), della giurisprudenza (dipende dalle sedi, ad ogni modo un numero variabile tra 18 a 26 CFU che devono prevedere il superamento degli esami di Diritto Pubblico e Amministrativo e di Diritto Privato e di Famiglia), della psicologia (15 CFU), le discipline politico-economiche-statistiche (9 CFU), della pedagogia, antropologia e filosofia (almeno 12 CFU) e della medicina (6 CFU). Vi sono poi 24 CFU di attività affini o integrative: 21 CFU che vanno ad approfondire le materie sociologiche e di ricerca sociale e 3 CFU per la lingua inglese livello B2. A questi si aggiunge un insegnamento a

scelta dello studente tra tutti gli insegnamenti di livello triennale offerti dall’Ateneo (12 CFU) e lo stage o tirocinio obbligatorio di 450 ore (e 18 CFU), che si articola in due moduli169. Il primo modulo, al quale sono attribuiti 8 CFU, prevede 220 ore di tirocinio ripartite in 190 ore da effettuarsi presso la sede operativa e 30 ore per la partecipazione agli incontri di rielaborazione e per la preparazione della prima relazione scritta, la quale verrà sottoposta a una valutazione di idoneità per il passaggio al secondo modulo; il secondo modulo, al quale sono attribuiti 10 CFU, prevede 230 ore di tirocinio ripartite in 200 ore da effettuarsi presso la sede operativa e 30 ore per la partecipazione agli incontri di rielaborazione e per la preparazione della relazione finale. In sostanza sia il primo che il secondo modulo si concludono con una relazione scritta e una valutazione di merito170. Come mette in evidenza Marini, in alcune sedi universitarie è anche previsto l’esame di tirocinio, che in alcuni casi assegna una votazione numerica e in altri un semplice giudizio di approvazione171.

Il percorso triennale si completa con la prova finale (alla quale sono attribuiti 6 CFU) che consiste nella predisposizione di un elaborato valutato con modalità simili a quelle di un compito scritto,

168 Il riferimento ai crediti è calcolato sulla media dei crediti richiesti in ciascuna specifica sede. Si veda

www.miur.it/formazioneuniversitaria/pdf.

169 D.M. 16 marzo 2007.

170 http://www.unive.it/pag/fileadmin/user_upload/cdl/laurea/ft4/documenti/2014-15/Vademecum-tirocini.pdf.

171 Marini M., Tirocinio e Professione nel Servizio Sociale. Esperienze e riflessioni di studenti e supervisori, Tesi di

Dottorato in Fondamenti e Metodi delle Scienze Sociali e del Servizio Sociale, Università degli Studi di Sassari, 2011, p. 175.

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senza la presenza dello studente. Qualora il relatore lo ritenesse opportuno, però, può richiedere la discussione orale della tesina172.

Tabella 1 _ Piano di studio L-39

Denominazione Corso di Laurea Triennale in Servizio Sociale Classe di appartenenza L-39

Accesso Programmato, condizionato al superamento di una prova scritta Durata del corso: 3 anni

Crediti Formativi Totali 180 Attività formative

di base e caratterizzanti Discipline • sociologiche (27 CFU) • giuridiche (18 ÷ 26 CFU) • psicologiche (15 ÷21 CFU) • antropologiche (0 ÷ 9 CFU)

• storico-filosofico-pedagogiche (12 CFU) • politico-economiche e statistiche (9 CFU) • mediche (6 CFU)

• del servizio sociale (24 CFU)

Attività formative di affini o integrative

Discipline

• sociologiche (21 CFU) • inglese B2 (3 CFU) Attività a scelta Discipline

• a scelta (12 CFU) Tirocinio 18 CFU (pari a 450 ore) Prova finale 6 CFU

Presentazione di un elaborato scritto, senza obbligatorietà di una discussione orale

Rispetto al corso di laurea magistrale in servizio sociale e politiche sociali “classe 87”, in Italia ci sono 36 sedi universitarie e anche in questo caso sono inseriti in modo difforme nei dipartimenti di scienze politiche, di sociologia, di scienze giuridiche, di scienze della formazione e di Filosofia e Beni culturali173. Come si evince dalla Tabella 2, l’ammissione al corso richiede il possesso di requisiti curriculari minimi, quali almeno 42 CFU acquisiti in specifici settori scientifico disciplinari durante il corso di laurea triennale174 (che quindi non deve essere necessariamente il Corso in Servizio Sociale), la quale a sua volta deve essere conseguita con la votazione di almeno 95/110 e la conoscenza certificata della lingua inglese a livello minimo di B2. La richiesta di ammissione al corso magistrale deve essere trasmessa al Collegio didattico, il quale, se la valuterà

172 http://www.unive.it/pag/1603/.

173 Alcuni esempi di corso di laurea magistrale in servizio sociale e politiche sociali afferente al dipartimento di

sociologia: a Milano Bicocca, a Trento, a Urbino. In altre città, il corso di laurea in servizio sociale è afferente ad esempio al dipartimento di Scienze Politiche (Bari, Firenze, Roma e Perugia), al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali (Venezia), al Dipartimento di Scienze della Formazione (Bressanone), al Dipartimento di Scienze Umane (Trieste e Cassino), al Dipartimento di Giurisprudenza (Parma). Si veda http://offf.cineca.it/ pubblico.php/ricerca/ricerca/p/cercauniv.

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positivamente, consentirà all’aspirante studente di immatricolarsi. Si tratta di un corso magistrale il cui conseguimento è subordinato all’ottenimento di 120 CFU distribuiti in un curriculum di studio in cui sono presenti attività di base e caratterizzanti che rientrano nell’ambito disciplinare della sociologia (almeno 15 CFU), della giurisprudenza (almeno 12 CFU), della psico-pedagogia e filosofia (almeno 9 CFU), dell’economia e della politica (almeno 12 CFU), attività affini o

integrative che vanno ad approfondire – come nel corso di laurea triennale – le materie sociologiche per un totale di 24 CFU, 12 CFU di attività a scelta dello studente e il tirocinio obbligatorio (10 CFU) di 250 ore, che diventano 450 ore per coloro che non sono in possesso della laurea triennale in servizio sociale, ma provengono da altre facoltà. Il percorso magistrale si completa con la prova finale (a cui vengono attribuiti 26 CFU) che consiste nella predisposizione di una tesi di laurea, discussa di fronte ad una commissione.

Tabella 2 _ Piano di studio LM-87

Denominazione Corso di Laurea Magistrale in Servizio Sociale e Politiche Sociali Classe di appartenenza LM-87

Accesso Conseguimento diploma triennale con la votazione di almeno 95/110, 42 CFU in specifici settori disciplinari

conoscenza certificata Lingua Inglese B2 Durata del corso: 2 anni

Crediti Formativi Totali 120 Attività formative di base e caratterizzanti Discipline • sociologiche (15 CFU) • giuridiche (12 ÷ 18 CFU) • psicologiche (0 ÷ 9 CFU) • antropologiche (0 ÷ 9 CFU) • filosofico (9 ÷15 CFU) • pedagogiche (0 ÷ 9 CFU)

• politico-economiche e statistiche (12 CFU)

Attività formative

di affini o integrative Discipline • sociologiche (24 CFU) Attività a scelta Discipline

• a scelta (12 CFU) Tirocinio 10 CFU (pari a 250 ore) Prova finale 26 CFU

Elaborazione scritta di una tesi con successiva discussione davanti ad una commissione di laurea

2.3.2. La centralità del tirocinio nella formazione

Rispetto alle ore obbligatorie di tirocinio previste sia dal corso triennale che da quello magistrale, in

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servizio sociale, e questo rappresenta sicuramente un fattore di debolezza175. L’unica previsione

normativa è contenuta, nel D.M. 16 marzo 2007, in cui si stabilisce che il corso triennale deve prevedere almeno 18 CFU per tirocinio, privilegiando la supervisione da parte di assistenti sociali176. Questo decreto si basa sulle indicazioni che sono state impartite, a livello nazionale e internazionale, per la realizzazione del tirocinio di servizio sociale e che incoraggiano un impegno rafforzato per la centralità del tirocinio nella formazione e mostrano la necessità della sperimentazione della pratica operativa in corso di formazione attraverso la collaborazione tra le sedi formative e le sedi operative177. Il tirocinio è oggi una cerniera tra sede accademica, realtà dei servizi e mondo della professione178 che si struttura quale attività di trasmissione del sapere e strumento per l’acquisizione e l’elaborazione costante dell’identità professionale179. Si tratta cioè di

un’esperienza, guidata e protetta, di apprendimento sul campo, in contesti reali, che permette la sperimentazione e l’acquisizione graduale di conoscenze e abilità tecniche.180. Il fatto che sia

un’esperienza guidata e protetta, significa che nel percorso di tirocinio, oltre allo studente, sono coinvolti diversi attori personali e istituzionali, che interagiscono e partecipano al medesimo progetto. Il tirocinio infatti è sempre guidato da due supervisori181, uno accademico e uno all’interno della sede operativa di tirocinio. Entrambi hanno il ruolo di accompagnare lo studente e aiutarlo a tradurre in sperimentazione la teoria182.

175 AIDOSS., Riflessioni dell’AIDOSS dal 2005 ad oggi, Summer School, Roma, 2010. Si veda

http://www.aidoss.it/Downloads/Riflessioni%20dell-nell'AIDOSS%20dal%202005%20ad%20oggi.pdf.

176 Decreto Ministeriale 16 marzo 2007, Determinazione delle classi di laurea magistrale.

177 Le indicazioni a livello europeo fanno riferimento alla “Raccomandazione del Comitatodei Ministri degli Esteri agli

Stati membri sul Servizio Sociale”, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d‘Europa il 17 gennaio 2001 e alle indicazioni a livello internazionale fanno riferimento alle “Linee guida per la formazione degli assistenti sociali” adottate dalla Assemblea Generale delle Associazioni I.A.S.S.W. (International Association of Schools of Social Work) e I.F.S.W. (International Federation of Social Workers), tenutasi ad Adelaide nel 2004.

178 Gui L., 2004, op. cit., pp. 253-354. 179 AIDOSS., op. cit.

180 Marini M., Tirocinio e Professione nel Servizio Sociale. Esperienze e riflessioni di studenti e supervisori, Tesi di

Dottorato in Fondamenti e Metodi delle Scienze Sociali e del Servizio Sociale, Università degli Studi di Sassari, 2011, p. 145. Si veda anche Bisleri C., Giraldo S., Tirocinio e professionalità nell’evoluzione del Servizio Sociale Italiano, in Neve E., Niero M., (a cura di), Il Tirocinio. Modelli e strumenti dall’esperienza delle scuole di servizio sociale italiane,

Franco Angeli, Milano, 1990, pag. 44; Tognetti Bordogna M., Ripensare il passato per progettare il futuro: la figura professionale dell’assistente sociale e il processo di tutoring, in Castellucci A., Saiani L., Sarchielli G., Marletta L. (a cura di), Viaggi guidati. Il tirocinio e il processo tutoriale nelle professioni sociali e sanitarie, Franco Angeli, Milano, 1997, p. 240; M. Raineri L., Folgheraiter F., Il tirocinio professionale nella formazione di base al servizio sociale, Introduzione all’edizione italiana in K. Ford, A. Jones, La supervisione dei tirocini nel Servizio Sociale, Erickson, Trento, 1991, p. 9.

181 Va precisato che sempre in un discorso di formazione orientata dalla prospettiva prassi-teoria-prassi il tirocinante è

seguito da sue supervisori, uno aziendale e uno accademico. Il primo esercita una guida ―in prevalenza orientata a sostenere processi di apprendimento dall‘esperienza attivati nei servizi, accompagnando il tirocinante durante le attività svolte sul campo, mentre il secondo svolge un‘azione ―in prevalenza orientata a sostenere processi di rielaborazione e di integrazione tra modelli teorici e modelli di azione professionali sperimentati sul campo. La supervisione implica da un lato una precisa responsabilità didattica dell’operatore, dall‘altro l’esigenza da parte dello studente di rielaborare i diversi aspetti dell‘esperienza avvalendosi del rapporto individualizzato con il supervisore.

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Il tirocinio è presente nelle sedi formative sin dai primissimi anni della loro vita183 perché ritenuto da allora indispensabile per la costruzione di un sistema di conoscenze e di competenze, quest’ultime considerate a loro volta fondamentali per l’esercizio dell’attività professionale184.

Oggi, come allora, il tirocinio rappresenta un’anticipazione dell’esperienza lavorativa in cui iniziare ad intendere, tra le tante cose, la relazione con l’utenza e con la realtà istituzionale. È in questa fase che elementi della realtà professionale si inseriscono nell’universo teorico di riferimento dello studente185. In una prospettiva formativa di prassi-teoria-prassi, durante le ore formative sul campo, lo studente ha l’opportunità di mantenere su un piano costantemente dialettico la relazione tra teoria e prassi ed imparare ad utilizzare la conoscenza teorica appresa per risolvere i problemi della pratica quotidiana, mettendosi in gioco e affiancando il proprio supervisore186. In una ricerca condotta da Marini, emerge che sono gli stessi tirocinanti a dichiarare di essere orientati alla conoscenza circolare, ovvero di ritrovare nella pratica il senso e il riscontro di quanto appreso nella teoria, secondo la complessità e la singolarità di ogni situazione e contemporaneamente di ritornare alla teoria, con l’aiuto del supervisore, per riflettere, approfondire, cogliere nessi e possibili sviluppi187.

Secondo Sicora, in un senso più generale, è possibile dire che il tirocinio è una forma di trasmissione delle abilità professionali da un maestro autorevole ad un discente che acquisisce tramite osservazione diretta e contatti personali: molte competenze professionali degli studenti si sviluppano tanto a partire da relazioni interpersonali con i professionisti quanto a partire da abilità personali le quali, grazie ad un corpus teorico di riferimento e all’esperienza pratica, ricevono nuovo impulso, struttura e direzione188.