Introduzione: vecchie e nuove sfide per la scuola lombarda
Grafico 5.20 Distribuzione percentuale dei ricoveri per trauma di italiani e stranieri in posizione professionale elevata Lombardia
6. Lavoratori immigrati e dinamica infortunistica Un quadro della situazione in Lombardia
6.1 La dinamica infortunistica nel contesto dei più generali an damenti occupazional
La dinamica infortunistica che coinvolge i lavoratori immigrati nel nostro paese, così come più in generale la questione degli infortuni sul lavoro, non rappresentano temi ampiamente frequentati in letteratura; pochi in letteratura sono gli approfondimenti dedicati dalle scienze sociali alle di- mensioni del fenomeno e alle tipologie di accadimento applicate al caso dei lavoratori stranieri (Zanfrini, 2009; Marcaletti, 2008; 2010), alle impli- cazioni degli eventi infortunistici (Bichi, Bracalenti, 2012), alle più generali politiche di contrasto, anche in prospettiva organizzativa (Fondazione Istud, 2010).
La discussione su queste tematiche può tuttavia oggi trovare nuovi ar- gomenti e una maggiore profondità dalla possibilità di accedere libera- mente, grazie all’inaugurazione da parte dell’Inail di una politica open da-
ta, alle banche dati amministrative conservate presso l’Istituto.
Ma prima ancora di entrare nel dettaglio delle potenzialità che la nuo- va possibilità di analizzare una fonte informativa amministrativa di tale vastità consente, e ancorché descrivere gli esiti di alcune delle analisi effet- tuate con riferimento all’andamento infortunistico riguardante la Lom- bardia e che ha coinvolto i lavoratori immigrati nell’ultimo quinquennio, è opportuno procedere da alcune necessarie premesse. Tali premesse si muovono in primo luogo lungo l’asse delle dimensioni di contesto, ovvero le dinamiche occupazionali che rappresentano lo sfondo entro cui colloca- re il manifestarsi degli eventi infortunistici. In secondo luogo, nel momen-
L’attribuzione dei paragrafi è la seguente: 6.2 e 6.3, Francesco Marcaletti; 6.1 Michele
to in cui si affronta questa tematica, e a maggiore ragione facendolo a par- tire dalle informazioni contenute in una banca dati amministrativa, alcune precisazioni circa la natura dei dati a disposizione per le analisi si rendono necessarie.
Il presente contributo si sviluppa infine attraverso la vera e propria di- scussione dei risultati delle analisi compiute sui dati Inail, e tratteggia al- tresì un approfondimento circa uno degli elementi predittivi degli eventi infortunistici che coinvolgono i lavoratori immigrati, svolto sulla base del- le informazioni raccolte dall’Orim nel 2008, anno in cui l’annuale survey, su un campione rappresentativo della popolazione straniera ultra14enni proveniente da paesi a forte pressione migratoria presente in Lombardia, dedicò un modulo ad hoc, ovvero una sezione del questionario, proprio a investigare il fenomeno degli incidenti e degli infortuni nei luoghi di lavoro.
6.1.1 Gli andamenti occupazionali degli immigrati in Lombardia
La dinamica occupazionale rappresenta il fattore che inevitabilmente oc- corre assumere per poter leggere a contrasto i corrispettivi effetti della di- namica infortunistica, specie quando entrambe queste grandezze si esprimono, e vanno lette, in termini di stock: numero di occupati, numero di eventi infortunistici sul lavoro. È chiaro, infatti, che la dinamica che in- veste i secondi può essere provocata sia da un’effettiva maggiore o minore frequenza del determinarsi degli eventi stessi (dovuta a una peggiore o migliore virtuosità delle politiche di contrasto, per esempio, o dei livelli di consapevolezza di datori e lavoratori stessi), sia da una loro maggiore o minore numerosità dovuta al fatto che i lavoratori occupati che corrono il rischio di infortunarsi sono in numero superiore o inferiore rispetto a un periodo precedente assunto a riferimento.
Da questa prospettiva, gli andamenti infortunistici che hanno coinvolto i lavoratori immigrati in Lombardia negli anni più recedenti s’inscrivono in un quadro contrassegnato dal perdurare delle difficoltà sul fronte oc- cupazionale (Colasanto, Marcaletti, 2011; Zanfrini, 2013). Come riferito anche commentando gli esiti della survey Orim 2013 (Blangiardo, 2014), nell’ultimo anno si sono ulteriormente confermate le tendenze consolida- tesi nel quinquennio 2008-2012 (periodo che nelle prossime sezioni è as- sunto come osservatorio della dinamica infortunistica sulla base dei dati Inail), ovvero di quell’arco di tempo che, a causa del perdurare della crisi economica e delle sue ripercussioni su domanda e offerta di lavoro, ha
progressivamente eroso quote di popolazione attiva immigrata così come di quella autoctona.
Pur non disponendo di un dato statisticamente rappresentativo dello
stock di stranieri occupati in Lombardia, e dovendo pertanto riferirsi a
quanto emerge osservando nel suo insieme la ripartizione Nord Ovest del paese, la Rcfl Istat riferisce che tra 2008 (anno in cui tutti gli indicatori del mercato del lavoro hanno raggiunto in Italia i valori migliori da decenni a questa parte, e negli ultimi mesi del quale si è innescata la crisi finanziaria globale che ha condotto alla crisi economica) e 2012 (anno più recente di cui si dispone dei valori medi annuali) gli occupati di cittadinanza non ita- liana ultra15enni sono cresciuti del 28%, raggiungendo a fine serie quota 803mila, mentre il numero degli occupati di cittadinanza italiana si è con- tratto del 5%, scendendo su una quota di poco superiore ai 6 milioni di unità. Tuttavia, a controbilanciare questa situazione è l’andamento degli indicatori relativi di partecipazione, e in particolare un tasso di occupa- zione che nel medesimo periodo per i cittadini stranieri è sceso da quasi il 68% nel 2008 a poco più del 60% nel 2012, mentre per i cittadini italiani il calo è risultato di poco superiore al punto percentuale, nella discesa dal 66% al 65% circa a fine periodo. Tali andamenti suggeriscono che, pur con una crescita dei volumi degli occupati, tra gli stranieri si è assistito anche a una crescita del numero di disoccupati e di inattivi, con un contrarsi del tasso di occupazione più evidente e un corrispettivo gonfiarsi dei tassi di disoccupazione e di inattività. Per i cittadini italiani, il cui volume di po- polazione è andato nel periodo altresì contraendosi, tali dinamiche risulte- rebbero nel Nord Ovest del paese meno marcate.
Come si è detto, le survey Orim degli ultimi anni, pur concentrando la propria attenzione su un target di individui parzialmente diverso da quel- lo delle rilevazioni istituzionali1, confermano tali trend, e più in generale il
determinarsi di strategie di genere differenziate tra immigrati maschi e immigrate femmine in rapporto alla partecipazione al mercato del lavoro, con l’occupazione maschile in specie che, nell’erodersi, è andata ad ali- mentare le fila dei disoccupati o ha trovato sfogo compensativo dei livelli di impiego nel lavoro autonomo, mentre le femmine hanno maggiormente ceduto alle difficoltà occupazionali rifugiandosi nella condizione di inatti- vità. Una condizione di inattività che sta peraltro andando sempre più as- sumendo per le donne straniere i contorni di un imprigionamento, at-
1 Ovvero gli stranieri ultra14enni presenti sul territorio, e non soltanto i residenti, e al-
tresì non i cittadini stranieri in genere ma soltanto quelli provenienti da un gruppo dei paesi che esercitano forte pressione migratoria sull’Italia.
traendo verso la propria sfera di influenza anche le disoccupate scoraggia- te, lasciando quale unica alternativa in diversi casi soltanto le occupazioni di tipo irregolare. Da tali dinamiche non sono esclusi gli stranieri più gio- vani (under 30), e questo fondamentalmente rappresenta un andamento in linea con quello che in genere sta investendo le giovani generazioni in Ita- lia, ma forti difficoltà si segnalano anche per le classi di età centrale, come nel caso degli stranieri quella dei 30-44enni, investite da un radicalizzarsi della permanenza nelle condizioni che esprimono la mancata partecipa- zione al mercato del lavoro.
Tirando le fila, gli andamenti descritti possono soltanto suggerire, per quanto riguarda gli stranieri presenti in Lombardia, che nonostante un tendenziale e costante incremento del volume degli occupati registratosi nel complesso a livello di ripartizione del Nord Ovest, l’altrettanto costan- te aumento delle presenze abbia condotto a un deterioramento degli indici di partecipazione al mercato del lavoro, contrassegnato dal calo del tasso di occupazione e dall’incremento di quelli di disoccupazione e inattività.
Per quanto concerne i cittadini italiani, unitamente a una crescita nu- merica infinitesimale di tale popolazione nell’ultimo periodo (a una velo- cità 40 volte inferiore a quella dei residenti di cittadinanza straniera), si assiste a un contrarsi degli stock di occupati meno intenso, accompagnato comunque da un peggioramento – anche se non sulla scala di quello che riguarda gli stranieri – di tutti gli indicatori di partecipazione al mercato del lavoro.
6.1.2 Leggere gli andamenti infortunistici
La focalizzazione sugli andamenti occupazionali, utilizzati come elementi di contesto, è funzionale all’inquadramento dei dati sugli infortuni sul la- voro che saranno analizzati e discussi. Come anticipato in premessa, la crescita o il calo di eventi infortunistici denunciati presso l’Inail può di- pendere da numerosi fattori2. Anche per questa ragione, insieme allo stock
di denunce andrebbero considerati con attenzione gli stock di occupati, operazione come detto non percorribile nel caso degli stranieri, specie se l’ambito di osservazione è il livello territoriale regionale. Rapportare le due grandezze, il numero di eventi al numero di occupati, consentirebbe di calcolare l’incidenza degli infortuni, ulteriormente articolabile, in ra-
2 Per una discussione sulla fonte informativa rappresentata dalle banche dati Inail in
gione della possibilità di disaggregazione dei dati, per settori di attività economica, sub aree territoriali, categorie socio-anagrafiche come per esempio la cittadinanza o il paese di nascita. In questo modo, la variazione stessa degli stock può giungere a determinare indici di incidenza differen- ti, ovvero un livello di analisi determinante nel momento in cui ci si ac- cinge a confrontare i comportamenti di segmenti diversi della popolazio- ne (Marcaletti 2010). Per esempio, l’incidenza può crescere perché a parità di occupati aumenta il numero di eventi denunciati, o al contrario perché a parità di eventi è diminuito lo stock di occupati.
Posto che nelle analisi che saranno presentate riportare i valori degli
stock di denunce agli andamenti occupazionali non sarà possibile, le con-
clusioni che sarà possibile trarre dai dati in esame risentiranno necessa- riamente di questa limitazione.
Va altresì osservato – per quanto questa attenzione esuli dalle finalità del presente lavoro – che gli andamenti delle denunce stesse sono sensibili ad altre dimensioni rilevanti, non ultima i già citati livelli di awareness di datori di lavoro e lavoratori stessi lungo due dimensioni: il fondamentale rispetto della normativa sulla sicurezza e delle procedure riguardanti gli accadimenti infortunistici, da un lato, e quello sulla regolarità amministra- tiva del rapporto di lavoro, dall’altro. Va da sé, infatti, che trattandosi di una fonte di origine amministrativa, anche i dati Inail risentono del pro- blema dell’omessa comunicazione di un determinato evento, in mancanza della quale pur accadendo un evento non lascia traccia all’interno dell’iter amministrativo e dunque non produce il dato; dall’altro lato, tutto ciò che sfugge alla normativa sul lavoro per definizione sfugge alla possibilità di essere osservato e conteggiato. In conseguenza di ciò, tali questioni si in- tersecano più in generale con le politiche dell’Istituto rivolte all’emersione dell’irregolarità, al contrasto dell’illegalità e alla promozione di compor- tamenti consapevoli sia sul fronte datoriale sia su quello delle maestranze. Un’ultima premessa alla lettura dei dati, che anticipa elementi di natu- ra più prettamente metodologica ma che può essere colta nella stessa linea delle considerazioni appena svolte, è che le informazioni statistiche che si andranno a osservare non riguardano eventi infortunistici in quanto tali, ma denunce di eventi infortunistici, ovvero – come detto – la traccia ammi- nistrativa che l’accadimento infortunistico determina nel sistema ammini- strativo dell’Istituto. Peraltro, nel momento in cui ci si accingerà a con- frontare gli andamenti relativi a italiani e stranieri, occorrerà tenere pre- sente che le pratiche Inail rilevano questo dato non nei termini status di cittadinanza attuale quanto nei termini di paese di nascita. Per quanto la stragrande maggioranza dei nati all’estero potrà dunque essere considera-
ta come sinonimo di straniero immigrato nel nostro paese, più corretta- mente essa andrebbe assunta, in carenza di informazioni aggiuntive, come equivalente di background migratorio.