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Tavola VI.6 Nazionalità per ordine di scuola

NUCLEI TEMATIC

VI.3.2 Le condizioni socio economiche delle famiglie immigrate e il disagio dei minori stranier

VI.3.2.3 Dinamiche di integrazioni dentro e fuori la scuola

Il modello implicito di integrazione che innerva le decisioni e gli interventi politici agisce sulle rappresentazioni sociali di riconoscimento delle differenze e entra inesorabilmente nel contesto scolastico coinvolgendo tutti gli attori che, a titolo diverso, si trovano a costruire relazioni quotidiane con i soggetti immigrati. L’oscillazione ambivalente tra atteggiamenti di cura e di intolleranza assumono, soprattutto nelle figure genitoriali, valenze diverse che si modificano in correlazione all’età anagrafica e al percorso di istruzione dei figli. Come ci conferma Ambra (Capo d’Istituto)

Da parte di un numero significativo di famiglie c’è sensibilità e volontà di prendersi cura dei bambini stranieri, li portano a casa insieme ai loro figli per fare i compiti, intervengono economicamente per pagare la quota delle gite. Certo è un atteggiamento che non copre il 50%, a volte c’è anche rifiuto, fastidio, irritazione più o meno palese, ci sono sguardi, più che parole e azioni ed espressioni di indifferenza. Di certo più i problemi di successi scolastici sono all’orizzonte e più c’è il desiderio di concentrare l’attenzione verso il proprio figlio. Per cui se nella media l’orizzonte è il liceo, le famiglie cercano quasi di economizzare le energie perché il successo scolastico del proprio figlio sia garantito, nella scuola primaria questa dinamica è meno marcato soprattutto nelle prime classi (Ambra, dirigente scolastico)

Pur se il contesto locale è ben disposto a mettere in atto strategie di aiuto verso i soggetti economicamente più deboli, atteggiamenti di intolleranza diventano spesso espliciti nei gruppi. Alcune testimonianze ci illustrano questo fenomeno.

Qui c’è tutto un settore che sta accogliendo gli immigrati, certo le paure nei confronti dell’altro esistono, perché sono irrazionali. Noi abbiamo una quindicina di volontari e una trentina di mamme che ci aiutano in un posto di 100000 abitanti o poco più. La tradizione tipica di questo contesto, è un cattolicesimo molto impegnato, anche se attualmente sta scemando. E’ difficile, infatti, ottenere nuovi inserimenti di volontari tra i giovani. Dietro questo cattolicesimo si nascondono però posizioni politiche che favoreggiano l’ideologia della Lega lombarda, per cui, a volte, rispetto, ad esempio, all’invito del Papa che richiede esplicitamente forme di accoglienza per gli immigrati, sento espressioni del tipo: “Perché non se li porta in vaticano? (Don Pietro, docente scuola secondaria)

Il pregiudizio esiste anche tra noi stranieri. Quando siamo in gruppo spesso parliamo male degli italiani, di quello che vediamo e subiamo tutti i giorni.(Saba, mediatrice iraniana)

Secondo me il problema è da entrambe le parti, da parte di che accoglie e da parte di chi deve essere accolto. Non dimenticare che siamo anche in Lombardia e l’influenza della Lega e si sente. (Veronica referente stranieri)

E’ difficile che queste persone si integrino nel tessuto sociale, è stato difficile per me, figuriamoci per loro. (Federica, docente primaria)

Secondo me alle famiglie straniere non interessa integrarsi, sono qui per lavorare per poi tornare nel loro paese di origine. (Chiana mediatrice cinese)

Le mamme di questi ragazzini stranieri non si sentono integrate, fanno fatica anche per i tempi liberi a loro disposizione. (Roberta, volontaria oratorio)

a) Componente docenti

Anche in ambito scolastico si registrano situazioni simili, Angela, Giorgia e Maria, raccontano la propria esperienza

C’è un atteggiamento essenzialmente positivo anche se ci sono tante sacche di chiusura. Non è vero che c’è questa voglia di coinvolgerli, voglia di tenerli dentro, voglia di farli partecipi del gruppo.

Ti faccio un esempio. Due o tre settimane fa sono entrata in una classe per una comunicazione e ho visto il bambino straniero, che io seguo, semi sdraiato sul banco mentre gli altri stavano lavorando. In quella occasione riconosco di aver sbagliato perché non dovevo fare affermazioni davanti a tutta la classe, ma la cosa, credimi, è stata spontanea.

Ho detto al ragazzino di tirasi su e, rivolgendomi al collega, gli ho chiesto spiegazioni. Era un rimprovero rivolto ad entrambi…questo è un esempio potrei fartene altri perchè ci sono tante cose di questo tipo che ti fanno capire che per alcuni la loro presenza è del tutto indifferente tranne poi dargli 5 nel comportamento o nella materia (Angela, referente stranieri di istituto)

Nessuno dirà mai che l’immigrazione è un problema, lo leggi tra le righe ma a volte è così evidente che ti sbatte addosso appena metti il naso dentro una scuola. La cultura locale entra anche dentro la scuola , ci sono realtà splendide dove alcuni insegnanti fanno una fatica pazzesca non solo con gli immigrati ma anche con i loro stessi colleghi, in altre anche situazioni tristissime (Maria, preside associazione) Non c’è sempre disponibilità da parte degli insegnanti, perché è ovvio che un

bambino straniero ti richiede maggiore fatica nella semplificazione del lavoro e quando sono più di uno nella stessa classe di 20-25 ragazzini, la fatica aumenta notevolmente (Giorgia, docente primaria)

b. Componente alunni

Nel rapporto tra pari le difficoltà sembrano annullarsi. Spesso alcune dinamiche vengono innescate dai ragazzi immigrati che, come ci raccontano alcuni testimoni, vivono una sensazione di profonda diversità, che permane nel tempo.

I compagni sono bellissimi da studiare. Ultimamente abbiamo avuto qualche problema con una ucraina , una splendida ragazza arrivata lo scorso anno, volitiva, forte, dal carattere esuberante, abituata a difendersi. Lei ha bisogno di mettersi in mostra di conquistare l'attenzione ed è abituata a relazionarsi con tutti, ma lo fa in modo brusco e questo sta creando dei problemi nella classe. A gennaio ho inserito lì anche un ragazzo cinese, lei è andata in crisi, pianti addirittura, crisi di gelosia e segnali di grosso disagio, di grossa carenza affettiva. Lei è in una ricerca continua di attenzione, è splendida tra l'altro. C'è, da parte dei compagni, non rigetto, non rifiuto, ma malessere, perchè diventa appiccicosa e quindi i compagni dopo un po’ l’allontanano. Nonostante che la dinamica sia ora rientrata, in lei è rimasta un po' questa sensazione di non essere amata di non essere accettata nella classe e di essere in qualche modo rigettata. E’ questa è la sua sensazione.

Nelle seconde generazioni permane una sensazione di diversità, è quasi un voler rivendicare ad ogni costo una richiesta di attenzione. Loro sentono di avere bisogni diversi e non si sentono perfettamente integrati, lo sgarbo che viene fatto ad un ragazzo non italiano viene amplificato rispetto a come viene vissuto da un connazionale perché ha risvolti affettivi e personali più forti. (Elena, scuola sec). L’integrazione nel gruppo classe è solo apparente, quando in classe propongo i gruppi di lavoro gli italiani si coalizzano e gli stranieri rimangono isolati anche se hanno un percorso pregresso di frequenza scolastica con i compagni italiani. (Piera, docente lettere)

c. Componente genitori

La relazione tra le famiglie italiane e straniere, ripercorre le stesse dinamiche bipolari di attenzione e rifiuto. Il tentativo di contenere i dissensi dei genitori italiani per la presenza eccessiva degli alunni stranieri, è fonte di un notevole spiegamento di

energie da parte del personale scolastico. Il rischio di un possibile decremento di nuove iscrizioni di alunni italiani nell’Istituto, è interpretato in relazione agli effetti che potrebbe produrre. La ridistribuzione del personale, improvvisi accorpamenti di plessi o di sezioni e la conseguente riduzione di personale interno, rappresentano le implicazioni dirette che producono effetti che variano in base al contesto scolastico e alla sua collocazione.

La maggior parte dei genitori è disponibile finchè il bambino straniero sta al suo posto perché se invece crea problemi, perché è vivace e disturba, allora scatta un meccanismo di rifiuto e di intolleranza. Tramite il volontariato, le parrocchie e alcune iniziative culturali che l’istituto porta avanti, cerchiamo di coinvolgere le famiglie italiane e straniere per capire le loro preoccupazioni, la loro esperienza, il loro sentirsi. Le parrocchie ci aiutano tantissimo ad integrare i genitori stranieri con i genitori italiani perché è un problema fra adulti e, di conseguenza, dei messaggi educativi che rivolgono ai minori Se gli adulti non hanno paura dello straniero educano anche i loro bambini a non avere paura, altrimenti si innesca un circolo vizioso. ( Ambra, Preside)

Da parte degli adulti non si può nascondere che ci sono difficoltà. Sicuramente le famiglie straniere si frequentano tra loro e si isolano, quindi, è difficile per una famiglia italiana avvicinarsi La disgregazione, secondo il mio punto di vista, si sta dilagando ormai anche tra le famiglie italiane. (Matilde, docente primaria)

I genitori italiani valutano il fatto che in questa scuola ci sono molti alunni stranieri quando devono iscrivere i propri figli. Noi in un plesso abbiamo avuto un grande calo di iscrizioni. Il dato non è allarmante ma il fatto che ci siano tanti stranieri gioca moltissimo (Federica, docente primaria)

VI.3.3 Risorse e criticità delle politiche educative in tema di accoglienza e di