Direttiva del Consiglio
77/486/CEE 1977 Formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti cittadini dell’U.E. La direttiva obbliga gli Stati a promuovere l’insegnamento della lingua materna e della cultura del paese di origine, gli Stati membri vengono invitati a promuovere un
insegnamento adatto ai bisogni specifici entro 4 anni e a prevedere tutte le misure necessarie per la formazione iniziale e in servizio degli insegnanti che se ne occupano.
Risoluzione adottata alla Conferenza permanente dei Ministri europei dell’Educazione
10-12 maggio 1983 Considerare i bisogni educativi e culturali e rendere disponibili risorse appropriate; organizzare
l’’educazione interculturale; curare i rapporti con la cultura d’origine; formare gli insegnanti
all’organizzazione di lezioni sulla lingua materna e sulla cultura di origine.
Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati membri sulla formazione degli insegnanti all’educazione interculturale
1984 Includere la dimensione interculturale e la
comprensione reciproca tra le comunità nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti.
Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati membri sugli immigrati di seconda generazione
1984 Adattare l’insegnamento alle loro necessità,
promuovere l’educazione interculturale,
promuovere lezioni nella lingua e nella cultura di origine, organizzare una formazione interculturale per gli insegnanti.
Consiglio d'Europa R(84)18 1984 Raccomandazioni sulla formazione degli insegnanti
ad una educazione interculturale, soprattutto in un contesto di migrazione.
79 La correlazione tra risultati scolastici e la situazione socioeconomica permette di individuare alcuni fattori di
svantaggio; la perdita di valore delle conoscenze e della lingua madre; le aspettative della comunità di appartenenza nei confronti dell’istruzione e l’ambiente scolastico.
80 La giustizia, l’uguaglianza dei diritti e la democrazia
81In connessione al concetto di “cittadinanza plurima” che esprime l'appartenenza di ciascun soggetto a più livelli:
Raccomandazione del Consiglio d’Europa e del Comitato dei Ministri R(85)7
1985 Insegnamento e apprendimento dei diritti umani
nelle scuole. Risoluzione del Consiglio dei
Ministri dell’Istruzione riuniti in sede di Consiglio (89/C 153/92)
1989 Scolarizzazione dei figli degli zingari e dei
viaggianti. Raccomandazione del Comitato
dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati membri sull’educazione dei bambini immigrati
1989 Raccomandazione al Comitato dei Ministri del
Consiglio d’Europa per la promozione
dell’educazione interculturale e della formazione degli insegnanti in quest’area.
Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei Governi degli Stati Membri riuniti in sede di Consiglio C157/90
1990 Lotta contro il razzismo e la xenofobia.
Conclusioni del Consiglio
europeo di Tampere 15-16 ottobre 1999 Garanzia degli stessi diritti dei cittadini dello Stato di residenza, incluso il diritto all’istruzione. Direttiva del Consiglio
2000/43/CE
2000 Parità di trattamento fra le persone
indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica. Offre un quadro di riferimento per la lotta alla discriminazione razziale ed etnica nei vari settori incluso quello educativo.
Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei Governi e degli Stati membri riuniti in sede di consiglio C196/02
2001 Promozione dello spirito di iniziativa,
dell'intraprendenza e della creatività dei giovani: dall’esclusione all’autonomia.
Conclusioni del Consiglio di Siviglia
21-22 giugno 2002 Riaffermazione della volontà di organizzare una politica di integrazione degli immigrati che risiedono legalmente nel paese.
Conclusioni del Consiglio europeo di Salonicco
19-22 giugno 2003 Riaffermazione della necessità di elaborare una politica globale di integrazione degli immigrati regolari per garantire loro diritti e doveri pari a quelli dei cittadini dell’UE, che coprono aree differenti tra cui quella educativa.
Conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles
16-17 ottobre 2003 Riaffermazione di un rapporto equilibrato tra la necessità, da una parte, di fermare l’immigrazione illegale e di combattere contro il traffico degli esseri umani, dall’altra di promuovere l’accoglienza e l’integrazione di immigrati regolari.
Direttiva del Consiglio 2003/9/EC 2003 Accesso al sistema educativo ai figli dei cittadini
dei Paesi terzi a pari condizioni di quelle applicate ai cittadini degli Stati membri.
Direttiva del Consiglio
2003/109/CE 2003 Obbligo per gli Stati membri di assicurare l’accesso al sistema educativo ai minorenni a pari condizioni di quelle dei loro cittadini, inclusa l’assegnazione di borse di studio, che possono essere limitate sulla base dell’adeguatezza o meno delle competenze linguistiche.
Risoluzione del Parlamento Europeo
2004/2267(INI)P6_TA(2005)0385
2005 Integrazione degli immigrati in Europa grazie alle
scuole e a un insegnamento plurilingue. Risoluzione del Pa (2006/-2056
(INI) Europeo 2006 Strategie e mezzi per l’integrazione degli immigrati nell’Unione Europea.
Commissione Europea Libro Verde SEC (2008) 2173 (Presentato dalla Commissione)
2007 Immigrazione e mobilità: le sfide e le opportunità
per i sistemi di istruzione europei. Risoluzione del Parlamento
Europeo 2008/2328 (INI)
2009 Istruzione per i figli dei migranti.
Commissione Europea, Direzione generale Giustizia, Libertà e Sicurezza
2010 Manuale sull’integrazione per i responsabili delle
politiche di integrazione e gli operatori del settore (Terza edizione).
Fonte: Elaborazione sui dati Eurydice 2004, sito UE
Come si desume dalla tabella gli Stati definiscono modalità diverse di integrazione dei soggetti immigrati strettamente correlate ai fattori evolutivi che caratterizzano il fenomeno e agli elementi strutturali economici, storici, politici e sociali di contesto. Pur se il diritto all’istruzione è esteso, nella maggior parte dei Paesi membri82, a tutti i minori in età di obbligo scolastico, indipendentemente dallo “status giuridico”83, diversi sono i criteri utilizzati per l’inserimento degli alunni immigrati nelle classi84. Fra questi la lingua risulta per tutti il parametro prioritario per l’inserimento dell’alunno, ma i bisogni di alfabetizzazione vengono affrontati in modo diverso dai paesi europei.
Al fine di presentare un quadro indicativo sulle modalità di supporto adottate dagli Stati membri, si ritiene opportuno far riferimento all’ultima classificazione effettuata da Eurydice-Indire riferita all’anno scolastico 2003/2004.
82 Escusa la Danimarca, la Lituania, la Polonia, la Svezia e l’Islanda che richiedono un documento attestante la
residenza prima di ammettere il bambino nel sistema scolastico (Eurydice, 2004)
83 Dichiarazione delle Nazioni unite sui Diritti umani; Convenzione delle Nazioni unite sui diritti del bambino 84 A) misure per l’integrazione: orientamento, informazioni bilingue sul sistema scolastico, disponibilità di risorse
aggiuntive, incontri con le famiglie immigrate, informazioni sulle attività scolastiche B) determinazione delle conoscenze pregresse dell’alunno C) modelli di integrazione D) misure scolastiche di sostegno
Tavola I.10 - Modelli adottati nei sistemi educativi europei: educazione