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4. DIRITTI SOCIALI ED EVOLUZIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO

4.2. DIRITTI SOCIALI E CITTADINANZA

Nel dibattito dottrinario sul rapporto tra diritti sociali e cittadinanza, occupa un posto centrale la dilatazione di quest'ultima fino ad includere la sfera sociale, operata da T. H. Marshall nel saggio

Cittadinanza e classe sociale del 1950. Nell'ambito del ciclo di conferenze svoltesi nel 1949 a Cambridge sul tema dell'influsso dei diritti di cittadinanza sulla disuguaglianza sociale, egli elabora l'idea di “cittadinanza sociale”, concetto inteso in chiave evolutiva, con il quale intende il

118 Così V. Onida, secondo cui il fatto «Che poi vi siano alcuni milioni di cittadini poco o per nulla interessati ad esercitare tale diritto se non occasionalmente, perché residenti stabilmente all’estero, mentre premono alle frontiere milioni di stranieri che quel diritto, se l’avessero, sarebbero assai interessati ad esercitarlo, fa parte ancora una volta del divario fra la realtà sociale in movimento e un assetto giuridico che non vi si adegua se non lentamente e con difficoltà», in ID., Lo statuto costituzionale del non cittadino. Relazione introduttiva, cit., p.12. In dottrina cfr. anche C. Corsi, Lo

Stato e lo straniero, cit., p. 77; D. Lochak, Étrangers: de quel droit?, cit., p. 102. Per un'ampia riflessione su immigrazione, libertà di circolazione e globalizzazione si veda G. Bucci, Immigrazione, eguaglianza e libertà di

circolazione nell'era della mondializzazione dell'economia in AA.VV, Studi in onore di Gianni Ferrara, vol.1, Torino, 2005, p. 450 ss.

119 Così si è espressa più volte la Corte costituzionale italiana. Si veda, ad esempio, Corte cost. sent. 104/1969, in

Giur.cost. 1969 , p. 1565; sent. 144/1970 in Giur. Cost. 1970, p. 558 ss; da ultimo sent. 172/2012, in Giur. Cost 2012, p. 2534.

120 Sul tema, C. Corsi, Lo Stato e lo straniero, cit., p.77.

121 Cfr. Dal Lago con riferimento a S. Sassen, The global city. New York, London, Tokyo, Princeton, 1995, in A. Dal Lago, Non persone. L’esclusione dei migranti in una società globale, Milano, 2004, p.219. In riferimento al trattenimento degli stranieri nei Centri di permanenza temporanea (oggi Centri di identificazione ed espulsione), Dal Lago continua la sua analisi contemplando il rischio che «questa disuaglianza, grazie alla quale alcuni stranieri sono esclusi dai diritti civili fondamentali», sia «potenzialmente l'avvio di un processo di riduzione di alcune categorie di esseri umani da persone a non-persone». Più di recente, sui rischi dell‘inumano riduzionismo dei soggetti a ‟non persone” si veda S. Rodotà, Il diritto di avere diritti, Roma-Bari, 2012, p. 282.

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riconoscimento ai cittadini di condizioni minime di salute, educazione, benessere materiale e sicurezza socio-economica122. Secondo Marshall esiste infatti una forma di uguaglianza sociale implicita nel concetto di cittadinanza, il quale funge quindi da fattore di eguaglianza nell'accesso ai diritti sociali in contrapposizione con il concetto di classe sociale, di per sé intriso di diseguaglianza. Tale analisi, anche oggi rilevante per la riflessione sulla valenza inclusiva della cittadinanza in ordine ai diritti ed ai doveri dei cittadini dello Stato sociale, non è esente da critiche soprattutto nell'epoca recente, interessata dai processi migratori, che mettono in crisi, come già si è sottolineato, il nesso cittadinanza-eguaglianza espresso dal sociologo inglese, secondo il quale «Le differenze di

status possono ricevere il loro marchio di legittimità nei termini della cittadinanza democratica a condizione che esse non creino solchi troppo profondi, ma si verifichino in una popolazione unita in una singola civiltà»123.

Come osserva Benhabib, l'accezione della cittadinanza come fattore di eguaglianza dipendeva «in misura determinante dalla presenza di quanti non avevano accesso alla cittadinanza stessa, e sui quali si riversavano non soltanto le umiliazioni del lavoro salariato ma anche quelle derivanti dal'esclusione dalla comunità. (…). Retrospettivamente, è quanto mai opportuno osservare la leggerezza con cui Marshall trascura il rapporto tra repubblica e impero, tra insiders e outsiders, e passa sotto silenzio la presenza di quegli stranieri il cui lavoro a basso costo ha in parte sostenuto le glorie del welfare state britannico»124.

L'evoluzione del fenomeno migratorio e la crescente presenza di soggetti non cittadini all'interno del Welfare state, attualmente in forte crisi, evidenzia quindi i limiti di dottrine sulla cittadinanza e i diritti come quella marshalliana125.

Per concludere, se in linea generale si può affermare, come si è fatto innanzi, che esiste una differenza di trattamento nel godimento dei diritti tra stranieri e cittadini, ciò è ancora più vero in ordine ai diritti sociali: «Les droits sociaux n'en finissent plus de rechercher leurs titulaires. Les

122 Cfr. T.H. Marshall, Cittadinanza e classe sociale (trad. it.), Torino, 1976, p. 71. Nella concezione marshalliana, la cittadinanza non è intesa come categoria bensì come concetto dinamico che include dapprima i diritti civili, poi quelli politici, ed infine quelli sociali. Per Marshall, la cittadinanza sociale rappresenta il correttivo alla cittadinanza politica sette-ottocentesca che, costruita sulla base della capacità giuridica, era intimamente discriminatoria, nonostante la sua contraria pretesa universalistica. Su questi profili, A. Di Stasi, I diritti sociali tra status civitatis, cittadinanza europea e

integrazione sociale, in ID. (a cura di) I diritti sociali degli stranieri. Principi e disciplina in Italia e in Europa, Roma, 2008, p. 16 ss. La letteratura sul rapporto tra diritti sociali e cittadinanza è molto vasta. Si segnalano: F. Twine,

Citizenship and social rights: the interdipendence of self and society, London, 1994; É. Balibar, Cittadinanza, cit., p. 64; G. Romeo, La cittadinanza sociale nell'era del cosmopolitismo: uno studio comparato, Padova, 2011.

123 T.H. Marshall, Cittadinanza e classe sociale, cit., p.63.

124 S. Benhabib, I diritti degli altri. Stranieri, residenti, cittadini, cit., p. 138.

125 G. Bascherini, Immigrazione e diritti fondamentali. L’esperienza italiana tra storia costituzionale e prospettive

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enjeux fluctuent en fonction des époques, da la conjoncture économique, du contexte politique ou philosophique»126.

126 F. Jacquelot, Les garanties nationales et supranationales des étrangers en matière de droits sociaux in T. Di Manno, M.-P. Élie (dir.), L'étranger: sujet du droit et sujet de droit, Bruxelles, 2008, p. 259.

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