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Illustri Colleghi e cari Amici,

Innanzitutto mi scuso molto con voi per la mia assenza alle Giornate la- tinoamericane in omaggio al Professore Giuseppe Grosso, così molto bene organizzate e di grande rilievo scientifico, che si svolgeranno a Torino il prossimo 8 e 9 settembre. Assenza dovuta a pregressi impegni, che non mi è stato possibile spostare o annullare. Vi sono molto grato per avermi fatto l’onore di cooptarmi tra i componenti del Comitato scientifico della mani- festazione, anche in virtù della carica di consigliere di amministrazione del Cnr, che ricopro da inizio anno. Il Cnr è stato, e conta di esserlo ancora, sempre sensibile agli studi e le ricerche del mondo giuridico latinoamerica- no, come, tra l’altro, testimonia l’ammirevole impegno dell’Unità di ricerca Giorgio La Pira del Cnr, che ha sede presso la Sapienza di Roma ed è così autorevolmente diretta dal prof. Pierangelo Catalano. E poi, sempre a pro- posito del Cnr, come dimenticare l’autorevole presidenza di quello che era il Comitato di scienze giuridiche e politiche del Cnr del professore Giuseppe Grosso, al quale oggi è dedicato il convegno? Mi piace ricordare, e spero me lo consentirete, che in quel Comitato era presente anche mio Padre, il quale venne eletto pure per il mandato successivo (sotto la presidenza stavolta di Aldo M. Sandulli) e tanto si impegnò nell’intensificare i rapporti con la cul- tura giuridica straniera, specialmente quella sudamericana, oltreché avviare anche la ricerca sui temi dell’informatica giuridica.

Vorrei spendere qualche parola sul tema del convegno, così suggestivo e significativo anche per il costituzionalista vocato altresì agli interessi com- paratistici. Quello del tribunato e potere negativo è un tema che ha forte- mente caratterizzato la scuola romanista di Giuseppe Grosso. Il quale, in una fulminante intuizione in un saggio del 1952, collegava altresì il diritto

di sciopero con l’intercessio dei tribuni della plebe, affermando che “il po- tere sindacale, coll’arma dello sciopero, è entrato nella struttura della so- cietà e dello Stato moderno come il potere tribunizio nella civitas romana”. Argomenti che verranno ripresi, ampliati e autorevolmente sostenuti dall’al- lievo di Grosso, Pierangelo Catalano. A partire da quel formidabile libretto del 1971 dedicato a Tribunato e Resistenza (edito da Paravia), che sviluppa una concezione democratica fondata sul concetto di sovranità popolare di derivazione rousseauiana; e che individua, altresì, il diritto di sciopero qua- le istituto Della resistenza politica individuale e collettiva, per dirla con il titolo di un noto scritto di Vittorio Emanuele Orlando. Sempre sul tema del tribunato, voglio altresì ricordare l’importante monografia di un allievo di Pierangelo Catalano, Giovanni Lobrano, dedicata a Il potere dei tribuni del-

la plebe (edita da Giuffrè nel 1983). Un libro che ricevetti in omaggio dallo

stesso Lobrano negli anni del mio primo insegnamento nella Facoltà giuridi- ca di Sassari, dove lo ebbi prima collega e poi Preside e mi è caro il ricordo di quella indimenticabile esperienza nell’Ateneo turritano, dove peraltro si era svolto, a inizi anni Settanta, quello straordinario convegno su Autonomia

e diritto di resistenza, i cui Atti (pubblicati da Giuffrè nel 1973) rimangono

davvero un punto fermo di riferimento per gli studi sul tema.

Consentite, infine, che svolga una breve considerazione sul diritto di scio- pero nell’assetto costituzionale, anche alla luce dell’esperienza che ho vis- suto, oramai una decina di anni fa, quale componente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero. In un convegno che orga- nizzai per conto della Commissione, insieme alla collega Mariella Magnani (i cui Atti, a nostra cura, sono usciti per l’editore Giuffrè nel 2010), uno dei relatori, Massimo Luciani, nell’esporre il tema del diritto di sciopero conte- stualizzato tra forma di Stato e forma di governo, diede (anche) particolare risalto allo sciopero politico come diritto di resistenza, in quanto radicato su un diritto sociale, e cioè il diritto di promozione all’uguaglianza sostanziale

ex art. 3 comma secondo della Costituzione. Tesi suggestiva, che sposta il

parametro costituzionale che invece Costantino Mortati aveva individuato nell’art. 1 secondo comma della costituzione con riferimento alla sovrani- tà popolare. Infatti, Mortati qualificava lo sciopero politico come forma di resistenza collettiva, suscettibile di tradursi in uno strumento popolare alle scelte di indirizzo politico e come “autoassunzione dei poteri di decisione politica, in luogo degli organi cui spetterebbero, di resistenza che si mani- festa attraverso lo sciopero utilizzato al di fuori della sfera definita dall’art. 40 Cost.”. Certo, lo sciopero politico viene a essere esercitato in quei casi in cui l’astensione dei lavoratori è voluta per incidere non solo e non tanto come pressione sul datore di lavoro per ottenere miglioramenti contrattuali, ma soprattutto sul regolare svolgimento della polis, e in particolare sull’e-

sercizio dei servizi pubblici essenziali. Anche se, a partire dalla legge n. 146 del 1990, la novella del 2000 e la “giurisprudenza” della Commissione di garanzia hanno fissato una serie di paletti per circoscrivere l’uso e, soprat- tutto, l’abuso dello sciopero politico, operando un accorto bilanciamento tra il diritto costituzionale di sciopero e i diritti costituzionali del cittadino. Andando così a verificare l’espansione e i limiti del diritto di sciopero, che non è più riferibile alla sola disposizione costituzionale che lo regola (art. 40 Cost.), ma piuttosto si innerva nell’intero tessuto costituzionale.

Altro tema che verrà affrontato nel corso del Convegno torinese è quello del difensore civico: tema di straordinario interesse e attualità, che si sta venendo a sviluppare positivamente nelle esperienze regionali italiane e che conosce nell’esperienza comparata ed europea una sua piena affermazione e riconoscimento. Sarei tentato anche qui di fare qualche osservazione ma non voglio abusare di questa mia già invadente testimonianza. Pertanto, mi congedo da voi formulando i miei migliori auguri di buon lavoro per questo importante Convegno in ricordo della nobile figura di Giuseppe Grosso e con l’augurio di ulteriori, successivi convegni per l’iniziativa e sotto l’egida dell’Unità di ricerca Giorgio La Pira del CNR.

già Ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Bari – già Segretario del Comitato di Scienze Giuridiche e Politiche del CNR

Breve ricordo del Prof. Giuseppe Grosso per la presenza nel