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3. Il discorso indiretto ( DI )

3.2 Discorso indiretto con L 1 collettivo

Contrastivamente a quanto osservato per il

DD

, l’uso del

DI

per la resa di enunciati

attribuiti a una pluralità di parlanti è impiegato in situazioni narrative che necessitano di

finalità espressive diverse. In questo caso l’attribuzione di un enunciato a un soggetto

plurale da una parte continua a svolgere una funzione evidenziale, dall’altra riporta

informazioni ancillari allo svolgimento della narrazione. Si vedano alcuni esempi:

- Passato remoto del verbo introduttore:

                                                                                                               

(1) Alcuni dissono il detto messer Andrea n’avea avuti fiorini .iiijm., e alcuni dissono gli

furono dati dal Comune di Firenze, per rispetto della nimicizia ne avea acquistata (Compagni, I.137).

(2) Quelli della Balìa cominciorono a dire che none intendeano di partirssi però che il popolo gli avea messi e che quando il popolo volesse, alora n’uscirebono (Pieri, 5.200). (3) Il Capitano rispuose loro, che ciò non potea essere, perchè i Lucchesi aveano diliberato

che non si pigliassono se none per uomini morti. Quelli dentro, vedendo lo reo partito, dissono che voleano fare quello che ’l Comune di Lucca volea, e che andassono per lo castello, e ch’avessono misericordia di loro (Istorie pistolesi, 41).

(4) [...] e i più dissero che non v’ebbe colpa, se non di mala guardia (G. Villani, 13.2. 293.27).

(5) Nel detto anno MCCCXIIII apparve una commeta di verso settantrione quasi a la fine del segno de la Vergine, e durò più di VI semmane, e secondo che dissono gli astrologi, significò molte novità e pestilenze ch’apresso furono [...] (G. Villani, 10.65 268.1). (6) I Fiorentini dissero al prenze ch’era meglio, poiché si partìa, mandare per la vettovaglia

dello fornimento, che dovea a vespro intrare, e sollicitarla, e seguire poi l’oste (Stefani, 117.29).

(7) Li Pisani dissono essere gabelle nuove, e così ruppero la pace palese, che segretamente più volte avieno rotta con dare gente a Castruccio.

- Imperfetto del verbo introduttore:

(1) Quelli che aveano maltalento dicevano che la caritevole pace era trovata per inganno (Compagni, 2.35).

(2) E poi il Bavero si partì di Roma e andonne a Velletri, e lasciò sanatore in Roma Rinieri [...] il quale martorizzò e fece ardere due buoni uomini, l’uno lombardo, e l’altro toscano, perché diceano che ’l detto frate Piero di Corvara non era né potea essere degno papa [...] (G. Villani, 11.76 613.9).

(3) E dolendosi gli ambasciadori nostri di tanto inganno e tradimento, diceano che poteano fare de’ loro cittadini quello voleano (Velluti, 275.14).

(4) E come che ’l fatto si andasse, eglino e gli altri s’armavano, e diceano che voleano cose nuove, delle quali assai n’ebbono (Stefani, 399.5).

-

Presente del verbo introduttore:

(1) Alchuni dicono che sono venuti per sospetto che ci è di trattato di gente dentro e degli usciti. Trattasi per li Signiori Priori di fare legha cho·molte città di Toschana e di Lonbardia (Pieri, 17.29).

(2) [...] vogliono andare adosso a·re Charllo per vendicare la morte della reina Giovanna, la quale dichono esso Carllo fecie morire (Pieri, 18.9).

(3) Alcuni dicono che fu ove oggi si chiama il Guardingo, di costa a la piazza ch’è oggi del popolo dal palazzo de’ priori, la quale era un’altra fortezza (G. Villani, 2.1 61.22). (4) E certi sono, che dicono che questi Uberti sono nati dello ’nperadore della Magna (Libro

fiesolano, 96.1).

(5) E perché inazi ò detto della edificazione di Fontebecci e di Martinella, la quale chanpana dicono s’aquistò in questa rotta, e così de’ prigioni che oltre a la taglia che lo’ fu posta, pagavano un becho (Cronaca senese, 61.14).

Come già visto per le strutture composte dal verbo impersonale + completiva,

l’atteggiamento modale del locutore è espresso soprattutto al tempo presente. Usi

evidenziali del modulo sono comunque rintracciabili anche in forme verbali al passato

remoto, come nell’esempio (5) del Villani in cui, l’espressione parentetica secondo che

dissono gli astrologi informa il lettore sull’origine della notizia riportata, in questo caso una

fonte scritta. La collocazione dell’introduttore in posizione intermedia, all’interno della

citazione, è indice dell’indebolimento della reggenza e dello slittamento del modulo da

una funzione di tipo riportivo a una di tipo evidenziale. Questo è particolarmente

visibile negli esempi (2) e (5) al tempo presente, dove la forma verbale acquista il valore

di un inciso. Nella maggior parte dei restanti casi il contenuto della citazione è di tipo

particolare e serve al cronista per l’articolazione della narrazione in corso. In generale, se

gli enunciati collettivi riprodotti in forma diretta svolgono una funzione di snodo tra

sezioni narrative medio-brevi, quelli in forma indiretta rappresentano snodi tra sezioni

discorsive brevi, parte di una medesima unità narrativa. La funzione prettamente

riportiva del

DI

con L

1

collettivo è affidata all’uso del gerundio, come si può vedere da

alcuni esempi che seguono:

(1) I loro avversari gli soprastavano con molto rigoglio, infamando Giano e’ suoi seguaci di grande arroganza, dicendo che avea messo scandalo in Pistoia, e [Ø] arse ville e [Ø] condannati molti, quando vi fu rettore (Compagni, I.88).

(2) I nimici de’ Cerchi cominciorono ad infamarli a’ Guelfi, dicendo che si intendevano con li Aretini e co’ Pisani e co’ Ghibellini: e questo non era vero (Compagni, I.143).

(3) Seguitammo il suo consiglio, e molti ci schernirono, dicendo che meglio era arrotare i ferri (Compagni, 2.58).

(4) I baroni di messer Carlo e il malvagio cavaliere messer Muciatto Franzesi sempre stavano intorno a’ Signori, dicendo che la guardia della terra e delle porti si lasciasse a loro, e

spezialmente del sesto d’Oltrarno, e che al loro signore aspettava la guardia di quel sesto, e che volea che de’ ma’fattori si facesse aspra giustizia (Compagni, 2.72).

(5) Ma quelli che erano maliziosi l’altro giorno levarono una falsa voce, dicendo che messer Corso Donati e messer Cante de’ Gabrielli d’Agobbio avean preso Arezzo per tradimento (Compagni, 3.67).

(6) Il detto dì v’ebbe pochi comperatori, che pareva che fossono tutti sazi; e quelli che v’erano venuti per comperare disdegnavano di torre perch’era così mescolato, e andavansene dicendo che scenderebbe, e pochi comperatori ne tolsono (Lenzi, 307.27).

(7) Et così stette la terra sotto l’arme et cole botteghe serrate infino a ccarneiasciare, che ffuorono da otto dì, dicendo di volere rivedere la ragione (Pieri, 167.8)

La presenza del gerundio come verbo introduttore riqualifica il modulo come una

rappresentazione riportiva, nella quale lo scopo illocutivo dell’enunciato è dato dal

contenuto dell’atto di dire, necessario allo svolgimento della narrazione. Un indice del

distanziamento tra la funzione riportiva e l’espressione della modalità evidenziale è

visibile, negli esempi (2) e (5), dalla presenza di indicazioni giudiziali sulla verità/falsità

del contenuto dell’enunciato. Formule come e questo non era vero e levarono una falsa voce,

rimandano a contenuti linguistici reali, in quanto giudicabili, attribuiti a un soggetto

definito per opposizione.