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79 Si tratta di un uso comune, rintracciabile ad esempio anche nelle Ricordanze di Francesco di Durante («A

Come si è accennato in precedenza, le rubriche rappresentano un supporto extra-

testuale alla narrazione e funzionano, generalmente, come strumenti di consultazione.

La loro presenza frammenta il flusso narrativo della storia, definendo sequenze testuali

sulla base dell'omogeneità tematica. Generalmente, nelle cronache che procedono

secondo una rigida scansione temporale l'uso delle rubriche risulta poco attestato, in

quanto il materiale riportato è diviso per anno o per periodo. All'interno del corpus sono

compresi sia testi organizzati per sezioni temporali prive di supporto riassuntivo, sia testi

dotati di rubriche, sia, ancora, testi che prevedono un'organizzazione mista. Senza

rubriche risulta l'organizzazione della Cronica di Paolino Pieri, all'interno della quale il

testo è diviso secondo un impianto annalistico.

80

La scansione temporale è in questo

caso predominante e il testo è suddiviso da un sistema di incipit formulari secondo lo

schema: "Nel +

ANNO

+ contenuto". Generalmente, dopo l'indicazione dell'anno il

contenuto narrativo riguarda l'avvicendarsi di consoli o podestà, oppure l'annotazione di

un episodio importante che presumibilmente godé, al tempo, di una considerevole eco.

Anche in questi casi le diciture impiegate risultano formulari, secondo i tipi che seguono:

"Nel +

ANNO

+ Console di Firenze fu... Furono Consoli... Fu Podestà... Fu morto Messer Santo

Tommaso Arcivescovo di Conturbiera... Si perdé il sepolcro di Cristo.... Nel testo del Pieri

guadagnano poco spazio le tematiche non direttamente legate all'ambito istituzionale,

militare o celebrativo, come si intuisce – ad esempio – dall'annotazione relativa all'anno

1206: «Nel MCCVI Consoli di Firenze furono Sizio Botticelli et suoi compagni. In

questo tempo non si fece cosa da registrare in iscritto», dove l'uso del verbo registrare (di

cui questa è l'unica occorrenza nel testo) può indicarci con chiarezza la finalità

compilatoria dell'opera. Anche le anonime Cronica di Lucca e Cronichetta lucchese sono prive

di rubriche e suddivise secondo una struttura annalistica. In entrambe gran parte delle

annotazioni si riferiscono a vicende militari, oltre che all'avvicendarsi delle figure

istituzionali o al verificarsi di calamità naturali. Nella Cronichetta lucchese l'indicazione

dell'anno compare sempre negli incipit di periodo secondo lo schema "(In) + anno +

contenuto" e l'avvio della narrazione successiva tende da subito a individuare il soggetto

                                                                                                               

80 In Pieri l'indicazione dell'anno viene espressa in testa al segmento narrativo (in numeri romani) e

successivamente viene anche sciolta nell'incipit dell'annotazione che segue (es. rubrica: «MCCLXIX»; incipit: «Nel mille dugento sessantanove»).

della vicenda riportata.

81

Anche nella Cronica di Lucca non si hanno rubriche e il testo

segue una scansione temporale che risulta, a differenza della cronaca precedente, meno

formulare. L'indicazione dell'anno, pur rintracciabile nell'incipit dei periodi, è disposta

secondo geometrie variabili come, ad esempio, le seguenti: «A dì IIII d'ottobre del

MLXX...», «MLXXXVII...», «Et in del MCIII fu lo secondo fuoco...», «Et fue grande

fame et mortalità anno Domini MCLIII...». Inoltre, le sequenze narrative risultano di

dimensione maggiore rispetto a quelle del testo precedente e sono caratterizzate da una

scansione tipicamente paratattica del dettato. Sono presenti, anche lontano

dall'indicazione della data, formule di ripresa formate da "(cong.) + dimostrativo" («Et

questo anno ebero li Lucchesi...», «Et in questo anno fue grande bataglia...», «Questo

anno fu podestà di Lucha...»), seguite a loro volta da elementi frasali privi di elementi

subordinati («E cade le tori delli Ispiafanni...», «Et fue disfatto lo borcho...Et Firense

disfecie...et fu l'asiodio a Semofonte»). Altri testi di respiro più municipale o familiare

presentano, oltre all'assenza delle rubriche, indicazioni temporali ancora più precise,

suggerendo un breve intervallo di tempo tra l'episodio reale e la sua annotazione,

lasciando così intravvedere la prassi di una scrittura continua. Nelle Ricordanze di

Francesco di Giovanni di Durante, nella Cronaca di Pisa di Ranieri Sardo e nel Libro

memoriale di Donato di Villanova, il testo è scandito non solo dall'indicazione dell'anno

ma anche del mese e del giorno, secondo uno schema che può essere così riassunto:

"(preposizione) giorno +

N

°

giorno

+ mese +

N

°

anno

".

82

In Ranieri Sardo, ad esempio, la

precisione nell'indicazione della data si spinge fino all'espressione del momento del

giornata («Domenica mattina, a dì 8...», «Domenica, in sull'ora del vespero, in Pisa...»).

                                                                                                               

81 Moduli frequenti sono i seguenti: «1170 Lo popolo di Lucca...», «1223 Li Pisani e la loro amistade funno

isconfitti a Cerasomma a dì XI Marzo...», «1235 Fue consolo di Lucca...», «In MLXXXVII fue lo stuolo ad Africa...», «MCLXXI Del mese di Gennaio Lucha prese Ghivizzano ed arse Chalavorna...», «MCCXXIII Die XI Marzo che f[unn]o sconfitti li Pisani e la loro amistà...». Si noti che con Cronichetta lucchese si indicano due testimoni distinti posti in successione dall'editore (BONGI 1893: 223-42, 243-54). In relazione all'indicazione dell'anno, ad esempio, il testo che corrisponde alla sigla (TLIO) FN impiega con maggior frequenza i numeri romani, mentre l'altro, FO, utilizza i numeri arabi (come si vede dagli esempi riportati).

82 La Cronaca di Pisa è in realtà un testo che si presenta come anonimo e che è stato attribuito

successivamente a Ranieri Sardo: si tratta di una porzione testuale che s'innesta all'interno di una cronaca composita e per questo – pur apparendo come un testo d'autore – non presenta elementi tipici come il prologo (BANTI 1963).

Oltre ai testi organizzati in stile annalistico, sono presenti nel corpus anche testi che

hanno una scansione per rubriche. Fanno parte di questo gruppo opere come la Cronaca

senese e il Libro del Biadaiolo, il Diario di Anonimo fiorentino, le cronache dei due Villani e

la Cronica fiorentina di Marchionne. Si tratta, come si vede, di testi molto diversi tra loro e

che converrà esaminare separatamente. Le rubriche della Cronaca senese, ad esempio, si

declinano secondo alcuni moduli fissi e presentano in calce o l'indicazione dell'anno o

un elemento di ripresa. Il modulo più ricorrente è quello introdotto dall'avverbio modale

(Come) o temporale (Quando) a cui fa séguito un ordinamento frasale generalmente di

tipo

SVO

sempre al passato remoto. La successione frasale, quando prevista, avviene

all'interno della dimensione paratattica (Come..., quando...; Come...e come...; ecc.). Sono

presenti anche rubriche formate da costrutti nominali e introdotte dalla preposizione

(De, De la, ecc.), così come è possibile riconoscere alcune tracce enunciative (si fecie,

s'andò, si prese, si mosse) che collocano il locutore tra le fila senesi. Bastino pochi esempi:

Come arseno parecchie chase nelle Coste a Uvile. Anno Domini MCCLXXXXII a dì cinque

d'aprile, in sabato;

Come el soldano di Babilonia fu esconfitto da' Tartari nel detto anno;

Come el comuno di Siena aquistò molte chastella e come si mosse ghuerra a' conti di Santa Fiore. Anno Domini MCCC;

Come si fecie Monteregioni, quando s'andò a canpo in Valdistrove MCCXVIII; Quando giurò el contado fedeltà al comuno di Siena MCCXVII;

Quando sancto Francescho fu chalonezato MCCXXVIII; Quando si prese Orvieto e Sarteano per li Sanesi MCCXXVIIII; D'Otto imperadore MCCVII;

De la sconfitta da Castello del Boscho in quello di Pisa MCCXXII; Del conte Ghuiglielmo MCCXXVII;

Meno lineare la descrizione delle rubriche presenti nel Libro del Biadaiolo, in virtù delle

note peculiarità del testo.

83

Domenico Lenzi allestisce tre tipologie di rubrica in base alle

                                                                                                               

83 Nell'introdurre il testo notava G. Pinto: «In effetti lo Specchio umano non rientra in nessuna di quelle

categorie in cui si suole inquadrare la produzione letteraria del tardo Medioevo. È un’opera di storia, ma lontana sostanzialmente sia dall’antica storiografia annalistica che dalle opere pressoché coeve di un Compagni o di un Villani. Se è vero che alla metà del ’300 la storia universalistica inizia ormai a fare il suo tempo e viene a poco a poco sostituita da storie circoscritte nell’oggetto e nel tempo, è anche vero che

caratteristiche del segmento da introdurre, fosse questo una sezione del prezzario, una

nota sugli avvicendamenti istituzionali oppure un episodio legato alla vita del mercato o

della città. Il primo tipo (1), che prelude a una forma riportiva estremamente schematica,

può riassumersi con la formula seguente: "data + tipo di frumento + indicazione

sull'andamento dei prezzi" e fornisce una chiave di lettura per interpretare i dati che

seguono. Il secondo tipo (2) rappresenta invece un'indicazione circoscritta

sull'avvicendarsi dei ruoli amministrativi, importanti anche dal punto di vista della

politica economica cittadina, e si apre di norma con il nome stesso dell'amministratore

citato. Il Terzo tipo (3), introdotto dall'avverbio modale (Come), introduce invece una

vicenda notevole per il mercato o per la città. Ecco alcuni esempi:

(1)

Gennaio grano mcccxxj. Ora chomincia ogni dì a rrincharare così il grano chome la biada; Marzo biada mcccxx. Così, per tucto il decto mese, vendessi lo staio del...;

Luglo grano mcccxxij. Da dì xxiij di luglo, ogni dì cominciò il grano a ssalire...; (2)

Piero Guillielmi da Montesanto i’ lluogho di vichario per lo re Uberto per lo mese di lullio e d’agosto;

Messer Giovanni da Sassoferrato vichario per lo re Uberto per quattro mesi, cominciati in chalendi di settembre;

Messer Ubertino de Sala da Brescia, podestà per vj mesi: cominciorono in chalendi gennaio mcccxxj;

(3)

Come furono chiamati i Sei nel mcccxxviij;

Come i Sei facevano vendere per lo comune: aprile mcccxxviiij;

Come i biadaiuoli ebbono licenza da' Sei della Biada che potessono comperare.

Caratterizzate dalla presenza del modale (Come) risultano anche le numerose rubriche

della Cronica fiorentina di Marchionne.

84

Si tratta generalmente di indicazioni brevi e che

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

nessuno scritto è stato mai dedicato a un solo aspetto della vita cittadina, trascurando in particolare le vicende politiche». (PINTO 1978: 19).

84 La cronaca di Marchionne è composta da quasi mille rubriche che presentano tratti sostanzialmente

presentano la tendenza all'accumulazione paratattica delle informazioni. In

corrispondenza di alcuni elenchi di nomi, in particolare i ricorrenti elenchi dei priori, la

rubrica è sempre introdotta dal dimostrativo (Questi, Quelli) e il tempo verbale può

passare dal passato remoto al presente. Si vedano solo alcuni esempi:

638 Come in quello anno fu grande carestia di vino in Firenze;

727 Come si elessero bargelli, e fecesi legge sopra falliti, e feronsi gabelle al Monte, e fecesi Uguccione Albizi una lega, e fecesi legge a chi uccidesse gli sbanditi;

786 Come furono quelli della Parte guelfa in superbia nell'ammonire, e come in luogo di Giovanni Dini fu messo uno loro confidente a loro posto;

792 Come il popolo e l'Arti corsono all'arme, e furono arse più case, e furono fatte provvisioni sopra gli ammoniti;

830 Come furono presi cittadini e chi e perché e come si fecero quattro cittadini capitani della gente d'arme;

916 Come di nuovo fu romore in Firenze, e s'armarono i Ciompi e gli sbanditi ribanditi, e corsero alla piazza de' Priori, e fecesi parlamento, e tolsersi 8 Gonfaloni;

935 Come fu alcuno bisbiglio, onde ne seguì certi inconvenienti ed infino in palagio de' Priori;

692 Quelli che furono ammoniti in quello anno;

918 Questi ' sono i confinati del dì 14 di marzo per lo Capitano;

640 Questi sono i Priori dal dì primo di gennaio 1348 a dì primo di gennaio 1349; 639 Lamentazioni contro gli Ubertini;

641 Perché fu mossa guerra agli Ubaldini, e tolto loro le castella;

648 Siccome la gente dell'Arcivescovo fece fare corridori per tenere a bada li cittadini, e poi andò a scarperia;

658 D'una grande carestia fu in questo anno in Firenze;

Anche nella Nuova Cronica di Giovanni Villani l'uso dell'introduttore come è dominante

rispetto alle altre forme avverbiali o alle preposizioni. Nella maggioranza dei casi il grado

di ipotassi delle rubriche è minimo e le serie di coordinate parattattiche assolvono

all'introduzione dei nuclei tematici successivi. I tempi verbali sono di norma quelli del

passato, in particolare il passato remoto, anche se sono presenti costrutti nominali

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

635. L'ultima parte si riferisce infatti al periodo che va dal 1349 al 1385, epoca nella quale l'autore visse e che risulta, inoltre, in gran parte successiva al periodo considerato dal testo villaniano.

generalmente introdotti da preposizioni (Del, Della). Altri introduttori sono il temporale

Quando, che sembra rispondere a un uso formulare, e forme come Ancora o Quello,

impiegati di solito come elementi a cui si aggiungono espressioni di ripresa di rubriche

anteriori anche non direttamente precedenti. Di séguito alcuni esempi:

85

Come papa Clemento VI ordinò il giubileo e perdono a·rRoma nel L anno;

Come Messina fu rubellata a que' d'Araona che·lla signoreggiava, e come la raquistò; Come la città di Firenze si recò a quartieri, e si raccomunaro gli ufici co' grandi, ma poco durò;

Come il popolo di Firenze assaliro e combattero i grandi, e rubarono i Bardi e missono fuoco in casa loro;

Come e per che modo fu morto Andreas, che doveva essere re di Cicilia e di Puglia; Di certe giustizie che 'l duca fece in Firenze per essere signore;

D'una compagna di gente d'arme che feciono i soldati de' Pisani; Di certe novità state in Firenze in questi tempi;

Della congiunzione di Saturno e di Giove e di Marti nel segno d'Aquario; Del fallimento della grande e possente compagnia de' Bardi;

Quando morì Carlo Uberto re d'Ungheria; Quando morì il re Ruberto;

Quando morì mesere Albertino da Carrara signore di Padova, e quello ne seguì; (Come mesere Luchino Visconti di Milano si fece nimico di Pisani);

Ancora della guerra dalla gente di meser Luchino Visconti co' Pisani; Ancora della guerra della gente di meser Luchino Visconti co' Pisani; Ancora di novità fatte in Firenze per rettori di quella;

Quello che 'l re d'Inghilterra con sua oste fece dopo la detta vittoria;

Anche nella Cronica del fratello Matteo l'introduttore più attestato risulta quello modale

(Come), sebbene siano rintracciabili anche formule diverse. In generale le rubriche

tendono ad essere molto brevi, perlopiù composte da una sola frase secondo una

successione di tipo

SVO

, anche se in alcuni casi possono essere presenti elementi frasali

subordinati introdotti o dal relativo o al gerundio. Il passato remoto è il tempo verbale

                                                                                                               

85 Gli esempi sono estratti dal capitolo XIII della cronaca di Giovanni Villani, in quanto rappresenta il

maggiormente presente, ma è ben attestato anche l'uso del participio e di costrutti

nominali. Le rubriche nelle quali compare l'uso del participio passato sono introdotte

direttamente dal sostantivo privo di preposizione o articolo e il verbo è sempre posto in

seconda posizione. I costrutti nominali, invece, sono di norma introdotti dalla

preposizione (Della, Del, ecc.). Si riscontra anche l'uso incipitario di forme verbali al

tempo presente (Comincia), secondo l'uso formulare che si è visto per le rubriche in

apertura di capitolo. Di séguito alcuni esempi:

86

Come i Fiorentini cavalcarono in Valdera e presono Ghiazzano; Come messer Ridolfo prese il bastone da messer Bonifazio; Come e perché si criò la compagna del Cappelletto;

Come non essendo il castellano contento del patto messer Ridolfo fé gittare una delle torri di Pecciole in terra;

Come Rinieri da Baschi ruppe gente che messer Piero da Farnese avea mandati in Carfagnana;

Della prospera fortuna de' collegati lombardi; Della morte di Leggieri d'Andriotto di Perugia;

Del processo della guerra da' collegati a messer Bernabò;

Discordie nate tra ' Genovesi per la guerra de' Fiorentini e ' Pisani; Cavalcate fatte per messer Bonifazio Lupo in su quello di Pisa; Domande fatte per lo re di Francia al papa;

Sagacità usata pe ' Pisani per no· perdere Montecalvoli;

XXIV Comincia la guerra che ' Fiorentini feciono i· mare a' Pisani;

Come si vede, la fisionomia linguistica delle rubriche risulta generalmente omogenea,

fatta salva la peculiarità discorsiva delle rubriche di apertura relative ai capitoli delle due

cronache villaniane. È nei luoghi testuali di confine che le rubriche villaniane accolgono

gli elementi più significativi del discorso, lasciando la titolazione interna ai libri meno

marcata sul versante dell'enunciazione.

87

In generale, la differenza maggiore è da

                                                                                                               

86 Anche per Matteo Villani gli esempi sono tratti dall'undicesimo capitolo, l'ultimo della Cronaca.

87 Si vedano al riguardo alcune interessanti osservazioni sulle tipologie di rubrica pre-boccacciane, in

cogliersi nella presenza o meno dell'anno o della data, elemento che ci permette di

comprendere la diversa funzione strutturale della rubrica. I compendi frasali della

Cronaca senese, ad esempio – che come abbiamo visto precedono l'espressione dell'anno –

sono da considerarsi moduli organizzativi più vicini alle esperienze annalistiche che alle

espressioni di una gestione tematica dei contenuti. Anche la mancanza di spie

enunciative tende a presentare le rubriche senesi come strumenti di consultazione,

indicazioni in tutto simili a marginalia di tradizione. Si noti, però, che l'assenza, in queste

sedi, dei dispositivi coesivi risponde alla ripresa di un modello tradizionale noto e non

alla mancanza della dimensione discorsiva nella strumentazione a disposizione

dell'autore. Nel caso di eventuali perturbazioni del dettato, come ad esempio in presenza

di un errore individuato nel percorso di scrittura, alcuni elementi discorsivi possono

affiorare, come si vede dall'esempio che segue: «Della sconfitta demo a' Fiorentini a

Monteaperto, perché indinanzi facemo menzione: la vera sconfitta fu ne l'anno MCCLX». Questa

rubrica della Cronaca senese introduce un segmento narrativo più ampio della media che si

conclude così: «E questo basti in quanto a ragionare delle due sconfitte de' Fiorentini, l'una fu

nell'anno MCCXXX; e l'altra fu ne l'anno MCCLX, cioè della sconfitta detta di sopra; e fu

a dì

IIII

di settenbre l'anno detto. E così abino e Fiorentini onore d'ogni inpresa che

faranno mai, quanto ebeno di questa, quando venero a chanpo a Siena, e ancora posino

aver peggio. Amene». Sia nella rubrica, sia nell'explicit della nota sono presenti alcuni

dispositivi di raccordo, in particolare di rimando e di chiusura (in corsivo aggiunto): gli

unici di tutto il testo. In questo caso l'anonimo cronista si è accorto di aver commesso

un errore e di aver precedentemente narrato sotto l'anno 1230 la guerra del 1260.

Questo episodio, oltre ad indicare le difficoltà del processo di recupero e assemblaggio

dei materiali, testimonia come i moduli discorsivi della coesione testuale fossero ben

noti al cronista, pur non avendone fatto uso altrove.

88

Allo stesso modo della divisione in capitoli, che non attecchisce all'interno della

tradizione cronistica medievale, anche la presenza di indici e altri supporti paratestuali di

aiuto al lettore risulta poco attestata. Sebbene le difficoltà di ri-lettura e reperimento

depositeranno nei margini della tradizione manoscritta segni di penna e notabilia,

                                                                                                               

88 Dell'errore si era accorto anche l'editore che in nota avverte: «Il cronista accortosi di avere errato nella

narrazione precedente, ritratta ciò che aveva narrato sotto l'anno 1230, perché nella tradizione a lui nota aveva confuso la guerra del 1229 con questa del 1260» (LISINI –IACOMETTI 1939).

l'allestimento di preziosi strumenti di accesso al testo non pare rientrare – almeno per

tutto il XIV secolo – tra i compiti dello storico, rimanendo appannagio del lettore più

esigente e avveduto.

89

Nel caso del Diario dell'Anonimo fiorentino, testo che ancora

mancava all'appello, possiamo osservare interventi di tradizione che vanno in questa

direzione. Il testo è infatti suddiviso in rubriche, raccolte dal copista in un sommario

posto in testa al volume e dichiarato attraverso l'uso della prima rubrica del testo: la

stessa che aveva permesso di rintracciare nel lessico dell'opera l'impiego del termine

«cronaca» («Apresso scriveremo le lobriche della nuova cronicha conpilata e fatta per***

che comincia nel MCCCLXXXI»). La fisionomia linguistica delle rubriche non si

discosta dai moduli già visti e consiste nell'uso quasi esclusivo dell'introduttore modale

(Chome) e del tempo al passato remoto. Sul versante sintattico si ravvisa la consueta

accumulazione paratattica, pur in presenza di alcuni elementi frasali subordinati.

Un dato interessante, però, è che le rubriche presenti nell'indice (centosette in totale)

non sono identiche a quelle che nel testo introducono le sezioni narrative, ma sono più

brevi. Si vedano solo pochi esempi:

90

(2 indice) «Chome messer Giorgio delli Schali chon suoi seghuaci tolsono lo Schatiça al Chapitano e 'l Capitano rifiutò la bachetta e chome fu morto Simone di Biagio e chome fu moço il capo a messer Giorgioe chome i quelfi corsso la città e molte più altre cose si fe'»

(2 testo) «Chome messer Giorgio tolse lo Scatiza e morì».

(56 indice) «Chome il Comune mandò a Pisa anbasciadori achonpagniati da mille lance a provedere che·lla mercatantia