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Molto spesso, nella poesia di Cucchi, la struttura sonora di una porzione di testo consiste nella forte disseminazione lineare di determinate ricorrenze vocaliche o consonantiche. Con disseminazione lineare intendiamo, per l'analisi che qui si illustra, il coinvolgimento di un verso o al massimo di due nell'operazione di compattazione sonora. È il caso di ricordare che si danno anche numerosi casi di meno intensa disseminazione (richiami di due o più membri distribuiti in più versi), ma di questi non ci occuperemo, in linea di massima, in questa tesi.

La prima forma di disseminazione lineare è quella relativa a determinate tonalità vocaliche. Molto impiegata nelle ricorrenze binarie di cui già ci siamo occupati, la ricorrenza in analisi risulta particolarmente evidente nei casi in cui la tonalità vocalica in questione si diffonda nel periodo amplificando l'ictus dei lemmi più in importanti:

[…] Buio e freddo nella casa vuoto languore allo stomaco. Poche mosse abituali […]

(DSP.12.3.vv. 6-8)

In questa frase nominale i termini ruotano attorno al lemma languore che coinvolge e sembra appropriarsi della sostanza sonora dell'aggettivo vuoto grazie all'azione del dittongo; oltre a questo, languore occupa e guida in qualche modo anche i termini seguenti, attraendone la sillaba tonica oltre il segnale interpuntivo di fine periodo. Accompagnano il tono, in maniera meno evidente, ben quattro -o in sillaba finale atona. Nell'esempio seguente il tono scuro -u-:

[...] Da tempo

molto tempo, trascuro gli studi, ma la giovinezza non mi abbandona, concede nuovi indugi...»

più che pervadere il periodo di una tonalità precisa, sembra registrare un addensamento di forza sonora attorno alla relazione tra i membri studi:indugi, in opposizione semantica ma in forte relazione assonante nonostante il disallineamento metrico. Ancora un addensamento di tonalità scure, che aggiunge alla linearità la verticalità delle ricorrenze, si ha nel seguente esempio:

Curvando tre volte dopo il più debole squillo notturno ecco quegli occhi fissi la mano salendo i quattro gradini oltre la porta una specie di cattedra i pochi resti e le piume... facevo luce scarsa dalla candela tra le gabbie oblique

(DNN.5.F.v.1-4)

La presenza strutturante della labiovelare -qu- si diffonde coinvolgendo anche altre ricorrenze in questa manciata di versi: si tratta del disagio e dell'incertezza notturni del padre del poeta che, a causa di una ferita di guerra, sta per ritornare dalla campagna di Russia.

Più spesso coinvolte in forme di relazione omoteleutica o di assonanza vera e propria, le linearità sonore vocaliche sono particolarmente difficili da trovare al loro stato puro, ovvero senza interferenze di altri fenomeni, mentre molto più abbondanti perché più esibite sono le linearità sonore consonantiche, in particolare quelle meno diffuse nella lingua, o quelle che emergono sfacciatamente perché costruite su nessi consonantici fortemente implicati. Si prendano i seguenti esempi:

fuori alla fermata fredda del 91.

(DSP.12.3.v.10) il buffet, il fornello, la stufa...

(ACQ.7.C.v.7) al fondo cieco della fessura dentro i fili.

(ACQ.10.F.v.9) […] la faccia di fuoco, potevo

finalmente affacciarmi alla fonte, affondare

(ACQ.9.D.v.8-9)

nei quali la linearità è chiara in tutta la sua evidenza; e così accade anche in questi ulteriori esempi:

le meraviglie del vetrino, lo svolgersi della vita nel letargo, nella vacanza...

(ACQ.4.1.v.3-4) Ma era lieve, e così remissivo,

nell’evidenza del suo amore.

(GLN.4.L.v.3-4)

Le labiovelari sorda e sonora sono infatti tra i suoni meno diffusi della nostra lingua, e una loro particolare compattazione, al modo indicato negli esempi, non può passare inosservata. Più frequenti, come abbiamo detto, le linearità consonantiche implicate, in particolare con -r-, come emerge dal gruppo di esempi seguente:

da questa parte della strada, dell’ombra del verde incupito, avvallato dall’altra)

(DSP.6.1.vv.15-16) […] vibrazioni

d’organo dietro l’altare (tantum ergo) […]

(DSP.16.3.v.9-11) Penetrano, lugubri, attraverso i vetri

(FNT.2.I.v.4) oltre la doppia porta, oltre le scale,

il cortile verde cupo e il portone

(FNT.2.F.v.3-4) verde morto e oltre il mercato il fiume

(DNN.5.E.v.9)

Una significativa frequenza riscontrano anche, in virtù dell'effetto di ribattitura le ben riconoscibili ricorrenze dei suoni -t- e -p-:

quegli occhietti dappertutto, così ottusi

(JDA.22.v.15-16) Quanto allo scavo avviene forse

per nostalgia diffusa di una realtà densa di terra, forte, di sudicia terra totale, e atlante

(MAL.1.K.v.1-4) Tra le voci raccolte una frase,

«Ho visto.., sapete bene... quello mutilato. […]

(DSP.9.2.v.9-11) Come se respirasse, in un istante, tutta intera

l'estasi del distacco.

(JDA.17.v.20-21) di questa mia realtà preziosa eppure

pellicolare, provvisoria». E si palpava cauto, il gonfiore, si sporgeva guardando dalla sua portafinestra

(MAL.5.O.v.9-12) [...] propone i rapporti;

predispone [...]

(ACQ.13.3.v.22-23)

mentre non mancano altre forme di implicazione coinvolgenti differenti suoni:

stravagante smisurato spazio

(ACQ.8.D.v.8) Mossa ulteriore:

– La filovia... vuota.., disabitata.., ridicola l’asta, la sbarra (beffa? di chi?) orizzontale a mezz’altezza...

(DSP.19.2.v.1-4) e alzavi le braccia, uccellino felice di vivere.

(SCL.8.G.v.23)

Come si vede, la compattazione sonora preferisce nessi consonantici particolarmente aspri, riconoscibili, efficaci, spesso rafforzati da altri elementi compositivi come l'omotopologia verbale o la tonicità delle sillabe coinvolte. Ci sono ovviamente esempi di omoteleuto consonante resi evidenti più che dalla consistenza del suono, dalla ripetitività ossessiva distribuita su più membri:

[...] Non lontano le fragole

mature, spettacolari in primavera e ciuffi interi, grappoli (ACQ.7.F.v.6-7) Sagoma solitaria io

e tu vaneggi ridi coi tuoi dentoni d’oro rampolla adiposo in me il rancore. Miserie

da gran signore da spossessato re: impuro e fiero

da sé si distrae per essere

La lunga serie di esempi non si esaurisce qui, ma intendiamo virare verso disseminazioni lineari più coerenti con i concetti di allitterazione e di omoteleuto. Tra le prime, abbiamo scelto dalla nostra schedatura i seguenti esempi:

[...] E quelle camicie d’allora,

larghe, i pantaloni alti in vita, paletò, palandrane... (DSP.1.3.v.19) […] Triste,

inutile, angosciosa, beffarda, l’incidentale, ingiusta, violenta

morte incolpevole sul fatto da impallinatura, dell’accorrente appuntato (o che altro?) La Bernarda fulminato.

(DSP.13.3.v.3-7) tutto lucido per l’uso, nei calzoni. Larghi e lunghi.

(DSP.6.3.v.2) Qualcuno ti cammina

sulla pietra del tetto della testa tendi le braccia e non la cancelli

(DNN.1.G.v.1-3) Il mio costume nero

era cucito a mano ma la maschera non si sa mai cosa nasconde.

(DNN.1.C.v.1-3)

La ricorrenza allitterante vale a compattare nel primo esempio una elencazione di oggetti appartenenti alla stessa categoria, e analogamente nel secondo dove la serie è costituita da un elenco di aggettivi negativi; negli ultimi due esempi la ribattitura allitterante fa corpo tra sintagmi finitimi, mentre nel terzo esempio la disseminazione si presta a collegare una doppia ricorrenza di coppie sintatticamente distanti, se aggiungiamo alla serie di tre membri anche il termine larghi che si lega al successivo lunghi in virtù di altre forme di compattazione. Più produttive le forme di omoteleuto perfetto o consonante, spesso flessionale:

Nei pressi di... trovata la Lambretta. Impolverata,/ a pezzi. (DSP.1.1.v.1) ricordando, parlottando, riposandosi

(DSP.9.1.v.11) Posso almeno raccogliermi, assaggiarmi,

annusarmi, essere mia... toccarmi...

(JDA.22.v.4-5) dietro la piccola folla delle damigelle

(FNT.2.C.v.14) a perpendicolo nella pupilla

dell’occhio destro

(DSP.19.3.v.8-9) Tutti i parenti, uno per uno,

orrendi; sfilanti dentro casa.

(DSP.25.v.33-34) Ognuno anonimo, ognuno nessuno, ma senza pena.

(JDA.20.v.4)

In questi casi può trattarsi di una ribattitura consonantica ricca che sviluppa l'eco di una testa di sintagma che si intende valorizzare (folla, pupilla), o l'insistenza quasi ossessiva del ritorno sonoro flessionale che intende focalizzare l'attenzione su un particolare lemma (Lambretta, parenti, ognuno); emblematico a questo riguardo il seguente esempio:

Intendo del pestacarne abbandonato sopra il frigorifero, o della mela

mezza sbucciata, tagliata, diventata nera; della bottiglia del vermut rimasta senza tappo

(DSP.1.2.vv. 12-15)

Riscontriamo la ripetizione in regime di omoteleuto flessionale coinvolgente tre aggettivi, mentre il lemma reggente, mela, assona in punta di membro (metrico il primo, sintattico il secondo) con il predicante nera, e ancora con l'immediato aggettivo mezza. Nel frattempo, la forte tonalità aperta della finale -a e i moduli assonanti -a.a- ed -e.a- si fonodiffondono oltre il termine del periodo, coinvolgendo membri della frase successiva.

Riteniamo l'elencazione esaustiva di fenomeni per altro molto diffusi, non fosse il caso di segnalare in un ultimo esempio che lo sperimentalismo di Cucchi si è spinto a offrire la singolare ricorrenza di una disseminazione lineare legata a termini e grafemi stranieri:

c’erano il kamikaze, il Nacka, l’apolide e Veleno.