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Nell'analisi dei componimenti, ci siamo imbattuti in testi poveri o privi di verbi di modo finito. Spesso, la presenza di tali forme verbali non dettava l'azione sulla scena poetica, ma si nascondeva tra gli anfratti di frasi secondarie, relative, tutt'al più incidentali. Si vedano i seguenti esempi:

1.

Più che legittima

la rentrée convulsa; le pretese

poco meno che un documentato credito, di subitanea, cioè, restituzione del sudato gruzzoletto. (E sia, spennato al gioco. Ma al gioco!)

2.

Futili (come sempre) e indelicati quanto meno gli argomenti avanzati dai gazzettieri in seguito.

Pronti a sparare a zero sui precedenti e sul ricovero (del resto minimo e appena appena

precauzionale)

(appunto un gioco, sia chiaro,

tra gli intappati in smoking, duri. Si scherza, ci si diverte un po’... – loro –)

3.

Ma ai fatti:

così le urla, la volata sul pavimento

di lusso, i lampadari, tra i croupiers, le fiches. E poi gli spari. Triste,

inutile, angosciosa, beffarda, l’incidentale, ingiusta, violenta

morte incolpevole sul fatto da impallinatura, dell’accorrente appuntato (o che altro?) La Bernarda fulminato. Spiacevole, tragico, evitabile il grottesco finale dell’arresto,

le manette inchiavardate nel dibattersi estremo precipitando ogni cosa nell’ultima ingiustizia.

Il testo riporta fin nei dettagli un fatto di cronaca nera dei primi anni settanta16. Abbiamo sottolineato i verbi (se ne contano tre), tutti all'interno di incidentali parentetiche. Nel testo seguente, l'io narrante osserva una macchina movimento terra portare alla luce le stratificazioni storiche conservate nel sottosuolo milanese:

Afferra, nella sua morsa formidabile, il cucchiaio artigliato, un antichissimo ferro tutto incrostato, fra condotti

e tubature in terracotta in mezzo a mucchi di terra, terriccio a grumi indistinguibili, compenetrati nel metallo granuloso delle condutture, accanto all'uomo, all'operaio scuro con la giubba gialla e in calzoncini, come un bambino nel cortile sul compressore colorato.

(MAL.3.C)

L'unico verbo è quello iniziale, emblematico dell'azione della ruspa, seguito da una serie di complementi in gemmazione continua. Anche il testo seguente, analogo per tema e soggetto, è costruito sull'unico verbo finito iniziale, cui seguono alcuni infiniti e, successivamente, un periodo intero privo di verbi che risulta costruito su una elencazione di oggetti e una contestualizzazione di luogo e di successione temporale ricca di apposizioni:

16 Qui di seguito riportiamo l'estratto di comunicato stampa commemorativo diramato dal Consiglio della Regione Autonoma della Valle d'Aosta relativo ai membri delle forze dell'ordine caduti in servizio. Come si noterà, sono presenti tutte le coordinate per interpretare fin nei minimi particolari il testo, a parte il dettaglio del corpo del reato: La sera dell’11 settembre 1972, l’Appuntato della Polizia di Stato Adolfo La Bernarda, era in servizio presso il posto fisso di Polizia del Casinò di St.Vincent. Gli veniva richiesto dalla Direzione di intervenire nei confronti di un individuo venuto a diverbio con il personale della Casa da Gioco. L’uomo aveva perduto 60.000 lire giocando e si era rivolto alle casse dando in escandescenze ed esigendo di essere risarcito di qualche migliaio di lire per potere tornare a casa. Aveva ottenuto 5.000 lire con l’avvertenza che, come da regola, non sarebbe stato più accettato all’interno della casa da gioco. L’appuntato La Bernarda riusciva a calmarlo e a convincerlo ad uscire.L’esagitato vagò nei bar di St.Vincent per tutta la serata e fu probabilmente in uno di questi locali che si impossessò di un lungo coltello da cucina che nascose sotto gli abiti.Intorno alle 2,30 del mattino l’uomo ritornò nel Casinò e nei pressi della portineria vi trovò l’appuntato La Bernarda insieme ad un altro agente in servizio. Improvvisamente, il folle, con una mossa fulminea estrasse il coltello e, dopo averlo fatto roteare in aria, lo scaglio dalla distanza di tre metri contro La Bernarda, colpendolo al costato con una forza tale da fare penetrare la lama di circa 15 centimetri all’interno del corpo. Immediatamente soccorso, venne fatto salire in ambulanza ma morì prima di raggiungere l’ospedale.L’assassino venne catturato poche ore dopo dai Carabinieri nei boschi intorno al Casinò.L’uomo, che in precedenza era già stato ricoverato presso un nosocomio psichiatrico, durante la permanenza in carcere, si tolse la vita. [...]

Manitou Group Noi animali amiamo spargere tracce del nostro irrilevante passaggio, imprimere il nostro odore, marcare, appunto, il territorio di gestione. Carrelli elevatori e telescopici, taniche gialle, assi e lamiere, ganci, attrezzi di metallo, lattine, stracci

in mostra sotto la tettoia, sotto le arcate della biblioteca e d'improvviso, come una beffa, la scritta rossa sulla macchina, nome del grande spirito, nostra invenzione manichea, patetica ed eroica.

(MAL.4.C)

Il testo gioca sull'ironia di una casualità: chi porta alla luce le tracce del passaggio del tempo depositato nel sottosuolo è uno scavatore che ha il nome di una divinità indiana; la coincidenza suggerisce l'ipotesi che qualsiasi forma di trascendenza religiosa in realtà non sia che una nostra patetica invenzione.

Prima di procedere all'analisi di alcune ricorrenze stilistiche che possano spiegare la scelta di comporre ampie sequenze con una ridotta presenza di verbi di modo finito, può tornare utile offrire un resoconto quantitativo sulla presenza di verbi nelle singole raccolte, cercando, qui come altrove, risposta alla domanda se il fenomeno in analisi sia episodico oppure se risponda via via a particolari strategie:

raccolta n. parole n. verbi Rarità verbale DSP 7104 551 12,89 ACQ 5301 442 11,99 DNN 2636 368 7,16 FNT 2489 298 8,80 GLN 2360 296 7,97 SCL 3084 314 9,82 JDA 2588 335 7,73 VIT 4207 402 10,47 MAL 3476 267 13,02

Definiamo il rapporto tra numero complessivo di parole e numero di verbi presenti in una determinata raccolta come indice di rarità verbale. Nella linea indicata nel grafico, un valore più alto dell'indice descrive una presenza più rarefatta di verbi di modo finito; singolare è il fatto che la curva presenti il valore più alto nelle prime e nelle ultime raccolte (agli estremi, un verbo ogni 13 parole circa), mentre le raccolte centrali si assestano indicativamente su un valore di 8. Gli alti valori nelle prime due raccolte non dovrebbero meravigliare più di tanto, in quanto l'osservazione confermerebbe una tendenza allo sperimentalismo vista in quasi tutti i fenomeni fino a questo punto analizzati, e che andrebbe nella direzione della difficoltà come grammaticalizzazione dell'impossibilità agnitiva dell'io poetico. Ma nelle raccolte finali, quale fenomeno vi si può riscontrare? Si tratta di uno stilema impiegato con finalità analoghe?