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La schedatura operata nell'intera opera di Cucchi fa emergere con chiarezza che è obiettivo poetico più gradito quello che riesce ad ottenere richiami sonori tra termini distinti nel modo più ricco e articolato possibile. In questa ottica, l'impiego della figura etimologica e delle varie forme di paronomasia valgono a mettere in evidenza i risultati più potenti di tale lavorio poetico. Si prendano alcuni esempi di figure etimologiche:

solitamente tetri, ora deserti, dei soliti scaloni

(DSP.16.2.v.28) Tocco fatale alla benedizione. Incenso

profumato, fumo

(DSP.16.3.v.6-7) […]tra le scartoffie,

carte geografiche, portaritratti, agende

(ACQ.7.E.v.1-2) È liquido, fumoprofumato

(ACQ.9.I.v.1) Liquefatto confluirò in te

chiarore ombrato bianca ombra pastosa che palpo.

il trasbordo è all’estraneo inerzia strana

(FNT.1.D.v.4-5) La voce cieca

sale dalla terra immensa e immensamente cavernosa

(GLN.4.S.v.2-4) essere parte, essere partecipe,

(MAL.5.E.v.6) […] Ma guardati,

vacante sguardo, vischioso cane appigliato...

(ACQ.8.C.V.6-7) …o affidarsi, finalmente fiducioso

(DSP.20.4.v.1) […] gli intrusi

si moltiplicano... i ruffiani, ambigue fisionomie multiple...

(ACQ.4.6.v.4-5)

In effetti, la figura etimologica nei suindicati esempi viene sempre a fornire una sorta di amplificazione alla semplice compattazione del significante: in uno con il suono si diffonde in diversi membri del periodo anche il concetto, che raddoppia le percezioni olfattive (fumo:profumo), visive (ombrato:ombra), stranianti (estraneo:strana); verso la fine del piccolo elenco, il raddoppiamento descrive addirittura una sorta di evoluzione interiore (la fiducia è maggiore; non si è semplice parte, ma partecipi; lo sguardo introspettivo viene consigliato con particolare zelo), mentre nell'ultimo caso non vi è un semplice raddoppiamento, ma addirittura, con moltiplicano:multiple, una sorta di sviluppo esponenziale del concetto, delle fisionomie paradigmatiche che si fanno innanzi all'io poetico.

Il gioco etimologico, particolarmente frequente, può anche saltare a piedi pari la figura retorica per offrire nel testo l'etimologia stessa, direttamente e senza mediazioni, realizzando nell'esposizione dell'evoluzione storica dei lemmi interessati la moltiplicazione degli effetti sonori:

Villapizzone ovvero

villaggio Piccione, Villabezone dopo il Mille, "el paes di zuccatt"

E non era Vaucluse, solo Linterno, o Inferno, Cassina Interno

(SCL.2.G.v.3-4)

Il poliptoto e la figura etimologica in ogni caso costringono la corrispondenza tra significanti all'interno di determinati binari grammaticali (la flessione, la corradicalità), ma è con la paronomasia o con parziali meccanismi anagrammatici che è possibile trovare una compiuta libertà combinatoria:

Monsieur Opale sgattaiolava coi suoi cioccolatini sull'ultima rampa cupa e sassosa dei tuguri, mentre io con il sorriso della mente, oltre il camion col muso, traballante sull'acciottolato, me ne andavo nel mio maglione giallo con Topolino e Pecos Bill

(MAL.2.R.V.1-4) Noi animali amiamo

(MAL.4.D.V.5) Ah! che testolina

che trottolina questa mano va dentro:

(DNN.9.F.v.5-6) Così non arrampicarti; arretra il piede

(DSP.19.v.83) [...] Povero e enorme

come la macchina meccanica

(VIT.5.A.v.9-10) Ero con lei vicino all’officina.

(GLN.4.P.v.1) li seduti nel prato. E poi è proprietà privata

(DSP.11.v.6)

Nel primo esempio la corrispondenza, relativa ad almeno tre sillabe fortemente implicate, vale a incorniciare un piccolo quadretto autobiografico in cui l'io poetico vede se stesso appartarsi con dei fumetti e allo stesso tempo, entrato in possesso forse in maniera surrettizia di alcuni cioccolatini, sgattaiolare come una sorta di Mr. Hyde (Monsieur Opale ne è la versione francese in un film degli anni cinquanta) soddisfatto del suo "crimine". Negli esempi successivi, la relazione si esprime in un verso o poco più, evidenziando tutta la forza delle ricche isofonie coinvolte, in questi casi mai limitate a singole sillabe.

Ad un livello isofonico più articolato troviamo alcune ricorrenze legate da forme più o meno perfette di anagramma:

nel suo torpore era troppo spesso rannicchiato.

(FNT.2.N.v.5-6) come il suo portamento

inamidato e timido.

(MAL.5.C.V.5-6) Domina nascosto, invisibile,

il pietoso, sconosciuto osservatore

(ACQ.4.1.v.5-6) Dicono che l'amore si trasforma

(VIT.4.F.v.1) Chissàchi sei donna del gioco

(DNN.1.C.v.4) […] nessuna insidia vile,

però, viscida […]

(DSP.20.4.v.10-11)

Caratteristica di questi esempi è il fatto che uno dei membri della relazione è contenuto quasi interamente all'interno dell'altro, con una ricombinazione del materiale sonoro e pochissimi suoni di scarto. Negli ultimi due esempi la ricombinazione coinvolge addirittura tre termini, con una sorta di risegmentazione del primo membro (chissà:chi sei) nel primo caso, ed una fusione dei primi due nel terzo (insidiavile:viscida) nell'ultimo.

Questo meccanismo di relazione binaria in ogni caso si può spingere ad ulteriori e più evidenti forme di richiamo del significante:

[…] Ma poi la luce

ancora accesa, in camera, di là; la caramella

(DSP.9.1.vv.22-23) Esplora. Nebbia, canali, cascinali.

(DSP.24.4.v.5) Linares leggero, leggiadro nel suo

(VIT.1.N.v.1) dolente, compiaciuta spia,

ricorrente indovinello, metafora incompiuta...

E poi: le ciaramelle di Bronte, la donna di Salamanca. [...] [...] Già immagino, benissimo, il tuo sguardo stranito, i tuoi occhi spalancati

(VIT.1.S.V.11-16) Gli immensi banchi dello studio,

le facce sinistre dei prefetti, il tanfo del refettorio.

(VIT.1.K.v.1-3) un’arma allegramente colorata...

riconosco il punto esatto sulla carta.

(ACQ.9.B.v.4-5)

Nei primi esempi, parlare di legame paronomastico o di anagramma può risultare in qualche modo limitativo, poiché l'indiscusso effetto di eco viene ottenuto in linea di massima con l'inserto di una sillaba; negli esempi successivi, l'operazione è simile, ma vi possono essere piccole scorie sonore che rimangono irrelate nel confronto tra i membri, come per esempio in Salamanca:spalancati, o in prefetti:refettorio.

Un'ultima forma di paronomasia dalle dinamiche sonore ancora più implicate è quella che prevede uno scarto minimo del significante tra i membri interessati dal fenomeno:

È tutto pieno nel suo passaggio, vivo. Come l'aurora, il vento o questo mediocre paesaggio

(VIT.7.D.v.1-3) [...] descrivo

la vegetazione di passaggio lo stupendo paesaggio notturno

(ACQ.9.C.v.5-6) quali giri misteriosi, insomma? labirintici

passaggi, spargendo

meravigliosi messaggi, oscuri cenni da...

(ACQ.13.1.v.4-6) [...] E che parole

o rivoli rossi percorrono i dintorni, i contorni e si espandono a grappolo, a pioggia sottile?

(VIT.6.B.v.2-5) un intervento, un’intervista

[...] dell'atleta. Fosse in tuta o in pigiama da ospedale

mi ha indicato, al muro, un atlante

(SCL.5.C.V.4-6) capire ripetendo mentalmente o a fior di labbra

per le scale, lentamente, imbambolato per la strada...

(ACQ.3.B.v.4-6) nel sentiero che curva alla fontana

docilmente soggetto e nel pensiero

(DNN.6.E.v.3-4)

La ricorrenza ravvicinata dei membri vale a rilanciare con il significante il significato, in particolare quando essi si trovino in un regime topologico di anadiplosi (dintorni:contorni), epanalessi (intervento:intervista), epistrofe (passaggi:messaggi). Segnaliamo infine che la penultima coppia (mentalmente:lentamente) non vale unicamente a raddoppiare, ma a quadruplicare l'indugiare del passo e del pensiero con la quadruplice ripetizione di -ente/a-.

Abbiamo fin qui elencato, dando ampio spazio alle modalità più eclatanti, le dinamiche di richiamo del significante poste in essere nella poesia di Maurizio Cucchi, ma vorremmo segnalare il fatto che in questi paragrafi si è illustrato una sorta di lavoro preparatorio, poiché la coppia di termini legata da richiami del significante è l'indice sonoro più diffuso perché più facile da realizzare e da identificare. Nei paragrafi che seguiranno, vedremo come la relazione tra due membri legati da uno stesso fenomeno sonoro in realtà si organizzi in sistema, in relazione di relazioni, in doppie coppie o in forme più complesse di compattazione sonora. Solamente l'abbondanza di esempi potrà rendere ragione di una tale abbondanza di ricorrenze.