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Distretti come sistemi locali del lavoro: prospettive di innovazione socio-economica

4.4 Distretti e relazioni industriali complesse

É la crisi economica del 2008 ad aver avviato una rifessione più pragmatica sulle carenze persistenti fno a quel momento e ad introdurre la necessità perseguire un'innovazione basata innanzitutto sulla capacità auto-rigenerativa del capitale socialeshehui zijinben zaishengchan nengli社会资本再生产 能 力. Nel 2009, nel corso della sessione plenarialianghui, l'economista Li Yining, affrontando il tema degli effetti della crisi fnanziaria e sulle possibili strategie in risposta alle diverse debolezze palesate dal sistema industriale cinese, concludeva ribadendo che il passaggio da un modello di produzione estensiva cufangshi shengchan 粗放式生产 ad uno intensivo jiyuexing shengchan集约型 生 产 avrebbe comportato come precondizione indispensabile quella di un innalzamento della qualità della forza lavoro, del numero di manodopera specializzata e del generale livello tecnologico del lavoro manifatturiero, inteso come il pilastro dell'economia nazionale377.

374 “Shoe Capital of the West” e “Western Shoe Production base”.

375 WANG Jici, MEI Lixia, “Dynamics of labour-intensive clusters in China: relying exsclusively on labour costs or cultivating innovation?”, Discussion Paper, International Institute for Labour Studies, ILO, Geneva, 2009, p. 21. 376 Vedi Cap. 2.

377 Quanguo Zhengxie Jingji Weiyuanhui fuzhuren, jingji xuejia Li Yining zai 2009 nian quanguo lianghui shang de fangtanlu - Wang Haiyan, Zheng Chunping, Li Yining: Zhongguo jingji mei shuaitui, zhishi zengsu fanghuan 全 国 政 协

经 济 委 员 会 副主 任 , 经 济 学 家 厉 以 宁 在 2009 年 全 国 两 会 上 的 访 谈 录 – 王 海 燕 , 郑 春 平 , 厉 以 宁 : 中 国 经 济 没 衰

退 只 是 增 速 放 缓 Discorso dell'economista e vice presidente della commissione economica della conferenza politica consultiva Li Yining in occasione della sessione plenaria - Wang Haiyan, Zheng Chunping, Li Yining: L'economia c i n e s e n o n è i n r e c e s s i o n e , m a s o l o i n u n a f a s e d i r a l l e n t a m e n t o , 2 0 0 9 - 0 3 - 1 9 , http://theory.people.com.cn/GB/41038/8987659.html.

L'avvio di una rifessione accademica più solida su questi temi ha da subito palesato una distorsione già allora bel radicata, e tendente ad enfatizzare gli aspetti legati alle scelte manageriali senza tenere in dovuta considerazione il contesto istituzionale che informa effettivamente la gran parte delle decisioni378.

Nel 2010, uno studio che analizzava il comportamento organizzativo degli impiegati comparando un campione di imprese distrettuali e non distrettuali localizzate nelle città di Shenzhen, Zhongshan, Hangzhou, Ningbo, Wukan, Kunming, Zhengzhou, Luoyang e Fuzhou, dimostrava come la superiorità dei distretti in termini di capacità di attrazione di talenti e pratiche di gestione delle risose umane si conformasse alla casistica internazionale per la capacità di generare percezioni di maggiori opportunità di guadagno, crescita professionale, e di generale appartenenza, come emergeva dalla comparazione fra impiegati in aree distrettuali e non379.

Inoltre, più o meno in concomitanza della comparsa e della diffusione del concetto di distretto innovativo, un crescente numero di documenti uffciali cominciò a includere all'interno delle proprie disposizioni quelle riguardanti l'attrazione e l'individuazione dei talentirencai 人 才 in grado di collaborare alla promozione delle diverse realtà locali380.

Come conciliare quindi tali risultati con il fsiologico deterioramento che, insieme agli elementi precedentemente illustrati, ha invece messo a serio rischio il mantenimento di una base di manodopera stabile anche nei distretti di più lunga tradizione, incidendo negativamente sull'affusso dei lavoratori migranti verso i centri specializzati e aumentando i fattori di caos e disordine interni? Ancora una volta, laddove in altre esperienze distrettuali era possibile identifcare un sistema di incentivi interni - seppure non monetari381 - o l'instaurazione di pratiche di impiego innovative in base ai bisogni382, meno prevedibile sembrava essere la reazione di molti distretti tradizionali in

378 Per una ricognizione generale sul tema si veda WARNER Malcom (a cura di),Whither Chinese HRM? Paradigms, Models and Theories, Routledge, New York 2013; ZHANG Mingqiong, NYLAND Chris, ZHU Cherrie J., “Hukou-based HRM in contemporary China: the case of Jiangsu and Shanghai”, in Asia Pacifc Business Review, vol. 16, n. 3, 2010. 379 WENG Qingxiong, XI Youmin, “Chanye jiqun yu feichanye jiqun qiye yuangong zuzhi xingwei bijiao yanjiu 产业集群

与非产业集群企业员工组织行为比较研究 Analisi comparata fra il comportamento organizzativo dei lavoratori in imprese distrettuali e non”, in Kexuexue yu kexue jishu guanli – Renli ziyuan guanli, 2010, pp. 193-199.

380 In concomitanza alla comparsa di numerosi piani sia locali (rencai jihua 人才计划) che nazionali (qianren jihua 千人 计划) contententi clausole favorevoli per facilitare il collocamento delle professionalità più richieste.

381 DE BLASIO Guido, DI ADDARIO Sabrina, “Do workers beneft from industrial agglomeration?”, inJournal of Regional Science, Vol. 45, N.4, 2005, p. 797-827.

382 REGALIA Ida, Regulating new forms of employment – Local experiments and social innovation in Europe, Routledge, London, 2006.

condizioni di diffcoltà.

Di fronte alle criticità appena descritte, due tipi di strategie rimediali sembrano essersi affermate e consolidate nell'arco degli ultimi dieci anni circa. La prima è senz'altro quella inaugurata da molte politiche apparse sin dai primi anni 2000 e già ampiamente trattate nel secondo capitolo di questo lavoro, dove un coordinamento di misure fortemente sponsorizzate dal governo centrale ha condotto all'idea di un percorso di innovazione possibile grazie all'estensione delle catene produttive verso le province occidentali, alla sostituzione del lavoro manuale con quello meccanizzato, e al generale fusso invertito di lavoratori migranti verso le località di origine. Il secondo, benché meno defnito ed esplicito è quello che, soprattutto governi e attori locali, hanno avviato con lo scopo invece di preservare i vantaggi dell'agglomerazione realizzata nelle aree orientali.

Numerosi casi confermano che la scelta dell'una o dell'altra via è spesso connessa ai diversi percorsi di evoluzione e, più precisamente, all'individuazione del momento preciso in cui le tensioni fanno la loro comparsa. Se ciò avviene prima che il distretto abbia compiuto il primo, fondamentale, avanzamento, allora la rilocazione si profla come la soluzione più effcace, essendo in questa fase la forza-lavoro un fattore essenziale al proseguimento delle attività; in distretti ben avviati, invece l'insorgere di problematiche connesse alle relazioni industriali è un fattore che aumenta i costi di operatività del distretto mettendone a rischio le prospettive di proftto presente e futuro, ma senza costituire una minaccia imminente383.

In questo lavoro, così come nella maggior parte degli studi che hanno indagato negli ultimi anni le diverse direzioni possibili per una trasformazione/innovazione dei distretti, si è fatto principalmente riferimento alle realtà specializzate la cui formazione è stata inizialmente favorita dalla presenza di una abbondante forza lavoro a basso costo. Questa risorsa, ancora più decisiva per le province che non disponevano di altro tipo di risorse naturali, è stata sorprendentemente sottovalutata fno a tempi molto recenti, quando fattori esterni ed interni all'ambiente dei singoli sistemi produttivi hanno cominciato a minarne la stabilità e la stessa sopravvivenza.

I confitti interni, in particolare, si sono dimostrati non solo sempre più frequenti, ma oggettivamente più complessi da risolvere rispetto ad altri tipi di organizzazioni economiche. Alla base dell'eccezionalità delle relazioni industriali interne ai distretti cinesi è possibile porre gli elementi che

383 HUANG Shunchun, GAO Fangyuan, Chanye jiqun zhong renli ziyuan jiju tanxi 产业集群发展中的人力资源集聚探析

ne hanno contraddistinto la specifcità anche in altri contesti, e cioè, l'informalità di fondo di regole e rapporti, i possibili cambiamenti dell'attività produttiva interna, un ciclo vitale delle imprese su cui infuiscono vulnerabilità riconducibili sia all'ambiente interno che a quello esterno al distretto384. In secondo luogo, ma altrettanto decisiva, vi è appunto la complessità dei confitti che vengono a determinarsi, se si considera che alla naturale opposizione fra lavoratori e datori di lavoro, per esempio, è frequente che si sommi quello fra imprenditori coinvolti in diretta o indiretta competizione. Qualsiasi soluzione dovrà dunque tener conto della bidimensionalità delle strategie possibili in tal senso.

All'inizio degli anni '90, dopo oltre un decennio di prolungata crisi economica che aveva interessato la maggior parte dei Paesi europei, l'International Labour Organization commissionò ad alcuni esperti un'analisi delle risposte generate a partire dalle entità distrettuali nel più generale ambito degli studi sulla “Nuova Organizzazione Industriale”385. Alla base di questo progetto vi era anche la generale cosapevolezza del ruolo fn troppo marginale a cui la dimensione del lavoro era stata relegata fno a quel momento nell'analisi delle realtà distrettuali.

Invero:

In the best cases of industrial districts a “high road” industrial strategy is the norm, a strategy aimed at continuous product improvement, fashion awareness, and innovation. Such a strategy places a high value on the quality of the labour force and the quality of relations between managers or enterpreneurs and employees. Continuous restructuring, with the introduction of new technology, necessarily involves continuous training, reskilling, and labour mobility. Workers need to be broadly trained in order to provide a fexible supply of labour that can adapt to changing market rewuirements at the same time, the workers increase the marketability of their skills, the more do that there are opportunities for people to apply themselves to the needs of more than one districts – as in the case of “horizontally diverse” regional agglomerations – either as workers or entrepeneurs.386

384 SAGLIO Jean, Labour markets and labour relations in industrial districts, 2007.

385 PYKE Frank, SENGENBERGER Werner (a cura di),Industrial Districts and Local Econom Regeneration, International Institute for Labour Studies, ILO, Geneva, 1992.

386 PYKE Frank, SENGENBERGER Werner (a cura di), Small frm industrial districts and local economic regenerations–Research and Policy Issues, International Institute for Labour Studies, Geneva, Paper produced for the International Conference on Industrial Districts and Local Economic Regeneration, Geneva 18-19 Ottobre 1990, p. 18.

Attraverso la raccolta e la comparazione di diversi casi, la diffusa percezione fu quella che nei distretti, più che nelle aree o nei settori privi di forme di concentrazione di imprese, potessero essere localizzati fattori di vera e propria “rigenerazione economica” in una fase di generale recessione. Questa conclusione derivava dalla considerazione del livello di sviluppo socio-economico raggiunto e preservato durante il periodo di generale diffcoltà, nonché della migliore risposta fornita da entità essenzialmente autonome dove a sistemi integrati di produzione e distribuzione si combinavano regimi di impiego basati sulla fessibilità (delle relazioni di lavoro ma anche dell'organizzazione del mercato del lavoro interno). Non pochi si spinsero perciò a leggere in questi casi una conferma della validità della forma distrettuale come in assoluto più conforme alle esigenze del mercato moderno387.

4.5 Evoluzione legislativa e innovazione istituzionale “dal basso” per l'ACFTU: il ruolo della

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