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Distruzione della prospettiva e fluttuazione dei segn

II. 1 1912: il mito dell’origine e la sua dissoluzione

III. 4 Distruzione della prospettiva e fluttuazione dei segn

Marjorie Perloff ha osservato che uno degli effetti del collage sul testo verbale è “la soppressione degli elementi gerarchizzanti che specificano le relazioni logiche più forti tra gli elementi presentati. Per relazioni logiche più forti, intendo relazioni di implicazione, negazione, subordinazione”155, al posto dei quali le cose e le sensazioni vengono dispiegate su un piano in cui prevalgono la coordinazione, il legame di somiglianza e per differenza. Il lavoro di decostruzione della «prospettiva», che distrugge una delle fondamentali strutture di gerarchizzazione nell’opera, può accomunare il lavoro poetico di Apollinaire a quello dei cubisti156. “Proprio come lo spazio percettivo che buca la tela nel suo punto di fuga, viene abolito il tempo lineare, «vettoriale» del discorso logico o descrittivo. Al loro posto, procedendo per deformazioni e ricostruzioni, il montaggio instaura il poliprospettivismo e la polifonia“157.

 154

Cortège, in Ibidem, p. 75-76.

155

Marjorie Perloff, Collage and Poetry, cit. p.384.

156

A proposito della moltiplicazione delle prospettive, si vedano le osservazioni di Jurij M. Lotman, La struttura del testo poetico, cit., p. 322s.

Richter ha affermato che “un’unica ricerca guidava Picasso e Apollinaire nelle loro rispettive arti: si trattava di raggiungere una «realtà» che la realtà esistente, prodotta dalla visione prospettica e condizionata da una ben definita gerarchia di valori tiene nascosta”, in Richter, op. cit., p. 20

157

Gli elementi, privati di una prospettiva centrale, sono disposti su un piano in cui il senso deriva dalla concatenazione. Le frasi sono spezzate e decomposte in elementi isolati e dislocati sulla superficie dell’opera e, per così dire, fluttuano nel testo. Le parole stesse sono decomposte in atomi di senso che poi si ri-aggregano in parole.

Un solo esempio:

L’amour s’en va comme sette eau courante L’amour s’en va

Comme la vie est lente

Et comme l’Esperance est violente158.

Hélein-Koss, analizzando la funzione poetica del calembour in questi versi, ha notato che l’apparente contrasto semantico tra «Esperance» e «violente» va riportato a un calembour tra eau, vie, lente che si fondono nel verso successivo in violente159. Richter ha invece parlato di un «montaggio interno» alla poesia di Apollinaire, realizzato prima attraverso lo smontaggio di frammenti della realtà abituale e poi un riassemblaggio che rinnova la visione fenomenica, connettendola con la memoria individuale e collettiva160.

Un altro modo in cui si rivela la mancanza di una prospettiva unica, ad esempio in Zone, è l’alternanza della prima, della seconda e della terza persona come soggetti delle impressioni, ricordi e desideri e punti di vista esterni, anche all’interno dello stesso verso.

Ces femmes se sont pas méchantes elles ont des soucis Cependant

Toutes même la plus laide a fait souffrir son amant Elle est la fille d’un sergent de ville de Jersey Ses mains que j’avais pas vues sont dure set gercées J’ai une pitié immense pour les coutures de son ventre J’humilie maintenant à une paure fille au rire horrible Ma bouche

 158

Le pont Mirabeau, in O.P., p. 45.

159

Suzanne Hélein-Koss, La Fonction poétique du calembour: relecture d'un vers du "Pont Mirabeau" de Guillaume Apollinaire, Vol. 52, No. 5 (Apr., 1979), pp. 740-744. Un altro esempio in Clotilde, (L’anémone et l’ancolie), in O.P., p. 73.

160

Tu es seul le matin va venir161.

Anche l’uso di un presente più o meno esteso contribuisce a creare una sorta di movimento di espansione e contrazione, analogo a quello della memoria162 sul piano del testo163. Altro elemento importante è l’eliminazione della punteggiatura in Alcool, che fu giudicata severamente da alcuni critici contemporanei e da altri considerata irrilevante rispetto al suo specifico poetico164. In realtà, insieme a tutti gli altri procedimenti utilizzati, l’assenza di punteggiatura contribuisce alla distruzione della gerarchia e della prospettiva e permette una fluttuazione delle parole, una maggior permutabilità interna, fulminee associazioni di idee tra luoghi diversi del testo.

A contrastare questa generale distruzione della prospettiva e liberazione dei segni, ci sono però delle forze, per così dire, centripete: Leitmotive, cornici e strutture narrative. Appaiono dei Leitmotive che chiudono lo spazio della poesia e attraverso i quali il gioco della libera fluttuazione dei significanti si congela in grumi di senso. Oppure vengono utilizzate delle cornici temporali, come in Zone, che si sviluppa tra l’alba e la notte fonda. Altre volte la poesia viene inquadrata in una forte struttura narrativa, come ne La maison de morts, in cui si racconta una bella scampagnata coi morti, con gita in barca e conversari amorosi. O ancora, per finire, la struttura stessa della poesia è costruita in modo tale che il primo verso rimandi all’ultimo, il secondo al penultimo e così via, o con la ripresa di una parola o almeno con una rima, com’è chiaro in Les colchiques:

1. Le pré est vénéneux mais jolie en automne / 15. Pour toujours ce grand pré mal fleuri par l’automne;

2. Les vaches y payssant/ 14. Tandis que lentes et meuglant les vaches abandonnent165.

 161

Zone, in O.P., p. 43.

162

Sarebbe interessante approfondire alcuni punti di tangenza tra Apollinaire e la concezione bergsoniana della memoria. Ne fa cenno Shattuck nel suo The Banket Years, cit., p. 327.

163

Cfr. Hadermann, op. cit., p. 946.

164

Lo stesso poeta in una lettera liquidava la questione della punteggiatura come irrilevante. “Pour ce qui concerne la ponctuation je ne l’ai supprimée que parce qu’elle m’a paru inutile et elle l’est en effet; le rythme meme et la coupe des vers voilà la veritable ponctuation et il n’en est besoin d’une autre”Lettera del 19 luglio 1913 pubblicata sulla rivista “Le Divan”, citata in Pascal Pia, Apollinaire par lui-même, Seuil, Paris 1954, p. 135.

165