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DUE ANGELI A MERGELLINA

Nel documento Ferraro Domenico - Canti Cunti Futuristi (pagine 44-47)

Varie volte la ragione poetica conduce a falsi intendimenti ,vagando, cercando perduto in quei momenti che non hanno un giusto indirizzo , un senso antropo- morfico dei versi che rinchiudono in se diverse conclusione affrettate ,un mo- mento lucido , memoria forse di una bagascia che a lungo ha vissuto dentro un vascio insieme ai suoi tre cagnolini di razza pechinese. Si vede trascendere la propria vita come noi l’intendiamo in un millantamento, rivolto ad orfici esercizi che destano in noi piaceri e giuste affermazioni. Assistere ad azioni ignobili con i nostri occhi ,vedere quella follia insita nel genere umano , calata in una giostra di piaceri che ci spingono a partire per altri lidi sciulianne nella insensata sen- sazione di un realtà post nucleare in un congiungimento di frasi scurrili un mo- mento circoscritto in quell’essere uno e solo.

Questi i tanti beceri pensieri in testa , neri corvi , voli di un calabrone africano affamato di gloria, di un cormorano indiano sopra un mare di merda, ove galleg- giano tanti disperati, tanta gente giunta da lontani paesi alla ricerca di un incerto benessere, un utopia che non include nessuna logica certa di come si possa giungere a congiungere il nostro benessere economico con una logica partitica che non ha pietà , ne pace nei propri confini intellettuali.

Di tanta pace detta , di tanta fretta nel giungere a quei momenti ineluttabili che sono cosi descritti che ti fanno accapponare la pelle, invogliato da quella facilita di costumi ,da quella facile volontà nel proseguire per codesti viali alberati dove si perde lo spirito in mille astrusi ragionamenti. Seduto al bar descrivendo que- sto dialogo illogico , questo rapporto interpersonale dove l’errore emerge in tutta la sua potenza, ove non c’è certezza di cosa si voglia dire ,non esiste un punto fermo dove l’ interrogativo preposto pur contenendo in se vari errori grammati- cali non siano alfine cosi importanti come stringere la corda al collo al povero autore di questo messale.

Pomeriggio, lungo mare, una coppia d’amanti clandestini s’incontra furtiva. Sedu- ti ad un tavolino ordinano un caffè.

( 1 Angelo)Forse hai ragione e tutta una maledetta farsa avresti potuto salvarlo , questo ignaro autore, gettare la sua ipocrita esistenza in un pozzo purificante e poi svanire per sempre dalla circolazione. Ma io lo so non sei mai stato il tipo di tale azione , certo ti conosco da tanto tempo , in questi lunghi anni di convivenza

sei molto cambiato hai passato momenti bui , sei caduto in un baratro insondabi- li ove vivono ancora oggi le tue mille paure esistenziali. Lo so non riesci a trova- re scusanti per questa vita che ha ferito anche me che vivo ai suoi margini . Igno- bili e innominabili momenti che conducono ad un delirio musicale .

(2 Angelo ) La gente ci guarda, il mondo ci osserva , ci sente , , seduti così vici- no siamo un bersaglio per l’opinione pubblica, noi siamo il risultato narco narcisi- sta di una società votata ed eretta ad un dissoluzione mnemonica che conduce spesse volte alla pazzia. Una malattia organica che invade ogni spazio vitale, ogni recesso della propria coscienza. Già noi così diversi ,entrambi nati per sof- frire , così uguali , cosi simili , cosi legati da un corpo eterotopico che ci condu- ce a vivere aldilà di ogni regola in intenso dolore , giungere oltre ogni altra ra- gione plausibile ad una salvezza iniqua per questa umanità che noi rappresentia- mo . Un etica chimerica che richiama ad antichi ideali a battaglie memorabili di eroi conterranei che hanno sfidato l’opinione pubblica con tanto di carta bollata con innumerevoli processi civili e penali . Noi siamo questa società nel bene nel male , noi viviamo in essa , come ombre di una divinità oscura che sorveglia il suo gregge ,le sue anime inquiete , noi respiriamo la sua amorfa ed ineluttabile confusione politica. Ci alimentiamo del bene e del male, degli errori dei tanti orro- ri che loro generanno ad ogni ora del giorno.

( 1 Angelo)Non ti adirare forse esiste ancora una speranza per questa generazio- ne , esiste un mezzo per giungere in un mondo felice in cui vivere e crescere i propri ideali le proprie illusioni che sono legittime figlie di quell’ amore pagano che ci conduce molte volte ad essere ciò , che non vogliamo essere. Inutile na- scondersi ,cercare delle scusanti per non portare a termine ciò che ci siamo pre- posti di fare , anche se , consapevoli che anche noi al fine di questo viaggio sare- mo condannati ,poiché alfine divenuti cosi simili alle nostre vittime ,cosi simili a queste anime in pena . La nostra missione, la nostra abnegazione ad una sana causa , la nostra capacità di superare momenti iniqui , peccati, ed altre brutture che non hanno nome, non hanno una forma certa per cui il comune individuo possa giungere a superare quell’incerto dialogo in cui la giusta dialettica emerge confusa . Inutile fuggire da noi stessi , provare a vestire in modo diverso , prova- re ad essere ciò che altri non sono , ma è giusto tutto ciò ? è giusto vivere que- sta vita cosi randagia , schiavi della nostra volontà d’emergere da una follia comu- ne che spesso ci conduce a compiere delle vere e proprie stronzate, per non dir di peggio , per non cadere di nuovo in quella logica bigotta frutto di un deterrente culturale che non ha rispetto per nessuno.

Ordinano entrambi un caffe lungo . Il barman un pachistano emigrato a piedi trent’anni fa dal suo villaggio fino a Napoli

ha imparato a parlare napoletano e i suoi modi di fare sono senza mezze misu- re li chiama entrambi , ricchioni e gli dice di fare presto ad ordinare perché all’in- terno del bar c’è un famoso boss del quartiere ponticelli che vuole essere servito di un panino con birra fredda e se non lo fa in tre minuti lo fa fuori con un colpo di pistola , diretto giusto in mezzo alle palle degli occhi.

(2 Angelo) Assurdo , non ci posso credere debbo essere insultata pure da un im- migrato , essere messo alla gogna da un ipocrita immigrato che non sa neppure dire grazie signore, per la vostra ospitalità in questo inferno. Sono infuriata , ed incapace di reagire , questo caffe fa schifo, andiamo via da qui , prima che lo spari io questo mentecatto .

Proseguono per la loro strada ,s’incamminano mano nella mano tutto ad un trat- to aprono le loro ali e s’alzano in volo . Dall’alto ammirano la città animarsi nel suo tramonto di tante persone grandi , piccole , anziani, scugnizzi, coppie di ra- gazzi innamorati, musici improvvisati , venditori ambulanti , poliziotti in borghe- se , vedono come antichi demoni conducono alcuni sprovveduti ladri di collani- ne ed orologi nel ventre dell’inferno. Fiamme alte come grattacieli avvolgono ca- se e persone , la lunga frusta di fuoco di un demonio schiocca nell’aria lascian- do apparire mostruose bestie , dalle tante teste , pronte a divorare alcuni incre- duli turisti intenti a passeggiare ridenti verso una antica gelateria per gustare in gioia e letizia un buon gelato a fragola e limone dopo una lunga giornata pas- sata a visitare musei e palazzi , piazze di spaccio, antri malfamati dove s’annida- no vecchi malavitosi che per solo due euro si fanno fotografare con pistola in vi- sta nella cinta dei pantaloni , mentre sorridenti in posa ti sfilano il portafoglio per una foto ricordo made in italy.

Nel documento Ferraro Domenico - Canti Cunti Futuristi (pagine 44-47)