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L’ORCO E LA GALLINA

Nel documento Ferraro Domenico - Canti Cunti Futuristi (pagine 121-123)

Seguendo le ragioni del cuore che batte forte in petto le passioni fioriscono, so- linghe , scivolano dentro di noi si trasformano in fiori d’inestimabile bellezza, in giochi di luci , illuminare che addobbano le strade ed i vicoli della vecchia città pensante sui morti colli affacciata sul mare. Un battito d’ali ,una piccola emozio- ne appiccicata sotto il cielo cinereo , che a sera si riempie di stelle. Pazze pagi- ne, scritte in piazza , mentre passa questa lunga processione con in testa lo stanco santo , che s’insinua dentro lo spirito , bevendo assenzio da solo sotto questo sole in questo angolo perduto ,in questo amore dalle mille facce. 


Pensando , ascoltando il cuore , cedere a mille lusinghe a giorni che passano lenti ed irregolari , convergenti in antichi deliri ,in giochi di ombre che trascinano con sè un povero orco urla contro il cielo il suo dolore, la sua invincibile forza, l’odio l’assale tutti fuggono, l’urlo dell’orco si spande nell’eco , corre lungo la valle, tra i boschi che si chiudono ad ogni altra voce , ad ogni altro richiamo ,fuggiasco tra le fitte frasche al riparo da occhi indiscreti si rifugge esule, incom- p r e s o d a o g n i a l t r o e s s e r e l a s u a t r i s t e f i g u r a . .


Un orco speciale che sa cucinare tante prelibatezze ,un cuoco sopraffino che co- nosce mille ricette, mille impasti che sa fare la pizza con le scarole , la pizza con i pomodorini dello piennolo del Vesuvio , i scialatielli con il ragù di coccodril- lo , uova farcite di lattuga , di carne di maiale. Torte e pasticcini ,taralli e taralluc- ci , ogni cosa che delizia il palato egli coltiva nel suo macabro orto , diviene una z u p p a s a p o r i t a c h e n o n t e l a d i m e n t i c h i m a i p i ù .


L’Orco teneva nel suo pollaio una bella gallinella si chiamava Giuseppina costei faceva le uova appresso, appresso, sembrava una catena di montaggio , le sfor- nava ad ogni ora del giorno, rosse, bianche , uova grossa quante un pugno di mano , chiene, chiene , belle a vedersi che ti facevano consolare.
 La gallinella era una malandrina ,tenevo per innamorato una faina ogni sera gli regalava tre ,quattro uova da lei fatte, fresche ,fresche calde , calde la faina era felice assai di Giuseppina e non permetteva a nessun altro animale che s’ avvici- n a s s e a l p o l l a i o d e l l a s u a p r o l i f i c a a m a t a .


L’ Orco sapeva ogni cosa della tresca amorosa , ma chiudeva un occhio per il buon vivere poiché sapeva bene che: gallina innamorata fa uova a quantità. A

far mille moine ridere, correre , felice per dentro al pollaio inseguita dalla sua in- foiata faina con i calzoni calati , che cercava ad ogni costo di possederla , di mangiucchiargli il collo , tirargli un po’ le penne leccargli la cresta che pendula gli c a l a v a s u l l ’ o c c h i o s i n i s t r o .


Erano quelli momenti d' immensa felicita , l'orco era assai contento e non face- va altro che rallegrarsi di quella sua pollastrella che aveva allevato con tanta cu- r a e d a f f e t t o .


Passa lo tiempo e la gallina si fece inspiegabilmente sempre chiù secca è più secca si faceva , quasi pelle ed ossa meno uova produceva , giunse cosi ad es- sere quasi scheletrica, impresentabile ,brutta a tal punto da essere lasciata dal- la suo amato , il famelico faina . Rimanette sola , sola dentro il pollaio , allonta- nata da tutte l’ altre galline , neppure il gallo che non si faceva mai scrupolo nel pizzicare da vecchio dongiovanni la capa di qualche giovincella gallinella , non ne volle più sapere d’avere d’avanti quella vecchia secca sbilenca gallina.


Accossì passarono tre anni , la gallina si fece sempre più vecchia . L'orco in una bella mattina di sole che colorava l’aria di mille e rari colori e metteva den- tro al cuore tanta gioia, tanto calore la chiamò a se pigolando . Spargendo tan- to graurignolo , dicendogli vieni , vieni gallinella che ti voglio accarezzare , galli- nella , gallinella poverella , pigliatela questo grano che ti voglio fare reginella . La gallina prima spaventata , poi incuriosita mosse o cuollo a ca’ a là poi muo- vendo la coda bianca al passo di danza , facendo coccodè , coccodè , quante e buono lo graurignolo , quanto e bravo lo mio padrone , s’avvicinai chiano , chia- no con due occhi fuori all’orbita . In quel mentre tutto un tratto l’orco lesto l’af- ferrò per lo collo e tirò ,tirò con forza che la vecchia gallinella che aveva fatto, tante uova ma proprie tante e tante da riempire una stalla, ed un capanno , ci rimise le penne , senza poter neppure dire Madonna mia , ma che succede.

L’orco la spennò con molta cura gli tirò una penna alla volta gli estrasse dallo pertuso del deretano le membra fradice e ci fecette un bel brodo con dentro tan- te zucchine , carote e patatine, che si sentì l’ odore tanto invitante , delizioso , un profumo così intenso che giunse alle narici del re in persona. Quest’ultimo as- saggiatolo dopo tanta insistenza la deliziosa pietanza volle ad ogni costo l’orco diventasse il suo cuoco personale e per ripagargli il suo servizio gli diede in sposa la sua unica figliola . Guendalina affetta da una strana malattia ipocon- driaca che guarì tutto d’un botto , stando insieme all’orco, mise al mondo tre fi- glioli. Tali e quali al loro babbo orco , di sangue reale divennero grandi ,verdi , pelosi assai che facevano tanto terrore a chiunque li vedesse che finirono per conquistare lo mondo intero ed anche il senso di questa breve storia dell’orco e della povera gallinella.

Nel documento Ferraro Domenico - Canti Cunti Futuristi (pagine 121-123)