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PASSEGGIATA DI RIMPETTA

Nel documento Ferraro Domenico - Canti Cunti Futuristi (pagine 90-93)

Prima di morire avrei fatto meglio a capire gli altri , poi me stesso, infine chi vuol comprendere le cose nel suo verso giusto, idee, storie d'un tempo addietro, leggende , favolette della buonanotte ,quella politica corrotta, quell'umanità dispe- rata che vive sotto i ponti, fuori le stazioni della metro, la pena degli uccelli nel do- ver defecare sulle macchine, sulla testa del ben pensante ,storie, tante storie che ci fanno pensare chi eravamo, chi siamo , storie belle, brutte a volte strane che non riesci a capire. Storie di uomini e donne , di un topo rinchiuso in un baratto- lo, insieme ad una pallina che prega , prega poverino e prova ad uscire ,scap- pare tornare alla sua famiglia ma il topolino prigioniero in quel barattolo viene at- torniato da una banda di gatti pronti a mangiarlo, povero topo che ingrato desti- no. Tragiche storie, ed il canto del capro risuona tra i versi di storia trascorse , un grido , un laido canto che ci raggiunge in fondo al cuore, in fondo a noi stessi così rimaniamo estasiati . Non trovi nulla di strano vai ,giri scrivi, trovi una vocale che si colora da sola , si fa bella , pare una regina poi sotto sotto e una ranoc- chia. Un cardellino, una ciucciuetella del malaugurio e tu ridi , pensi semo ricchi ci riuniamo tutti intorno all'ara paci, là è presente il gonfalone con due ,tre pen- nacchi , sembra uno di quelli che hanno capito tutto , con una memoria di ferro ,forse discende dagli ottomani, o dagli etruschi , dai sanniti , poi riflette sul già detto , fai finta che sia tutto normale, la gente intorno applaude, c’è il sindaco , l'arcivescovo, c’è una scopa volante che porterà tutti quanti assai lontano .

In fila ci possono salire tutti, ridere tirarsi le orecchie, spingere l'uno e l'altro giù da quella scopa per poter al fine guardare meglio il panorama e c’è giggetto che fa i dispetti tira la coda al gatto , te canta uno stornello , con l'occhio da cernia Marilena ti guarda con passione , un giro di giostra e sei già a Piazza Navone do- ve ci sono trenta negroni , tutti sorridenti pronti a farti la pelle, pronti a dirti si ba- drone . Ma sono storie , un soffio di vento che passa ti cambia la vita e basta po- co in un minuto e siamo già ponte Milo a discutere con un terrone emigrato nel lontano ottanove con una giacca a quadri un sorriso dolce come un babà , nel tempo che passa che ci conduce in una nuova storia, in una nuova coscienza di se stessi..

Io la gita sulla scopa lo fatta aggrappato a Lucilla che ha la pelle color caramello che è bella, tanto bella che noi puoi dir di no, ne ritornare indietro, scendere, vedere dall'alto quella meraviglia , quel panorama dai colori intensi, fiumi , sta- tue, un gendarme si fuma un sigaro in compagnia d'un amico morto tre anni ad-

dietro che gli spiega cosa dire ad alcuni santi là in paradiso, poi io non ho scusan- ti e se mi rompi li coglioni e perché sono di Napoli e poi non ho voglia di mettermi a giocare a tiara piattello con davanti quella pelle color caramello. Il volo placido da incosciente , segnalato all'aeronautica militare , intercettato in volo per poco non ci multavano tutti , per fortuna che giggino aveva la patente e una conoscen- za alla caserma pastrengo , un generale in pensione di cui tempo addietro aveva avuto una breve relazione amorosa con la moglie. E cosa vuoi fare , vuoi scende- re da quella scopa , gridare ma va mori ammazzato, per pochi spiccioli il netturbi- no ha chiamato tutte le forze dell'ordine , si e giunti al punto di non poter prosegui- re perché eravamo arrivati in piazza san Pietro.

L'avresti mai creduto che Gigi fosse stato capace di scrivere quello che ha scritto con tutte quelle strane idee che aveva in testa sulla patria s'era fatto una cultura multimediale ,era un visionario , uno di quelli che non sanno cosa hanno mangia- to a mezzogiorno cosi si ripresenta sempre alla stessa ora con quella faccia di pir- la di chi conosce tutto chi ha visto il morto galleggiare lungo il Tevere, cosi la gen- te se impaurita hanno chiamati i vigili e venuto il maresciallo che faceva una scap- pata a casa dalla moglie del colonnello che di corna ha lunghe mezzo metro e tut- ti quelli della brigata dicono hai visto che corna ha quello.

Di fianco al fiume c’è venuto pure Gigi certo lui rappresenta il morto , quello mai conosciuto, senza famiglia e tutti a piangere, a menargli fiori, chi si faceva una preghiera , chi un te deum chi un kaddish. , chi voleva costruirgli una tomba im- mensa a forma di piramide , uno scienziato moscovita ha progettato quattro e quattro otto un mausoleo povero Gigi vederlo così , mezzo morto , non potevo crederci, l'avevo sempre considerato un pirla, purtroppo peggio per lui , forse me- glio cosi. Chi sà se ora sarà felice , pensarlo in gloria lassù in cielo attorniato da mille angeli e mille musici. Poverino, la vita può darti tanti dispiaceri. , farti com- prendere che forse vale , sempre la pena vivere.

Bello ho detto quando lo visto da vicino con quei occhi piccoli da topo ,capelli bianchi, pensato di dover scrivere per lui un poema , un memorandum delle sue gesta, credo che sarebbe stato contento , cosi gli preparato tutto l'occorren- te gli ho messo in una busta tutte le sue cambiali di cui mi doveva , anche quel vecchio accendino di plastica che una volta mi brucio la maglia, io non ci ho mai creduto alla pace e forse il tempo fugge immemore nella vita , tra le dita di un gi- gante e quando troveranno Gigi troveranno anche me che sono stato un suo grande amico. Poi mi son detto ora mi faccio una passeggiata là di rimpetta , la scopa non lo più trovata e non so che fine hanno fatto tutti gli altri a me mi puzza- va assai chi avrebbe potuto rubarsi una scopa ,malandata e poi a rigore di logica

tetti insieme ad un gatto che sapeva parlare spagnolo benissimo , io da parte mia che sono lo stendardo dell'ignoranza, ho fatto occhio che vede, occhio che tace cosi non me son dato pena. Cammina , saltella il gatto mi conduce all'ara pacis io gli dico ma che me ci porti a fa qui ? E lui fumando , miagolando con quei occhi di gatto mi fa diventare una mortadella, poi un orco, infine con solo colpo d'oc- chio eccomi qui sono un principe e invito tutti alla bottega a mangiarsi una gratta- checca. Che spasso l'avrei voluta tanto raccontare a Gigi questa storia , povero amico mio che chi sà dove lo hanno seppellito. Vado girando per i cimiteri igna- ro di dove sia sepolto ,con il pensiero che neppure un fiore gli posso portare , per ricordare quel grand omo di Gigi , amico mio d'infanzia.

Nel documento Ferraro Domenico - Canti Cunti Futuristi (pagine 90-93)