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CAPITOLO 2 NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMA FORMATIVO DALLA

2.3 E-learning e comunità di apprendimento on line

concettualizzazione che ad essa viene data, ma perché si tratta di un termine complesso che richiama significati, concetti e sfaccettature diverse a seconda del piano di riflessione e dell’ambito disciplinare in cui lo si colloca. In termini generali una comunità può essere vista come un insieme più o meno ampio di persone fisicamente collocate in un territorio ben definito, caratterizzata dall’esistenza di un senso di appartenenza e di uno spirito di solidarietà tra i suoi membri che trascende gli interessi degli individui e delle famiglie che vi appartengono. Analizzando l’origine semantica, il termine comunità deriva dal latino communis, composto da cum (insieme) e munis (che assolve il proprio compito), ponendo l’attenzione su un gruppo di persone che appartengono ad una collettività e ne condividono norme, valori, comportamenti e cercano di impegnarsi per assolvere insieme i compiti quotidiani117. Il concetto di comunità,

114 Pinnelli S., Le tecnologie nei contesti educativi, op. cit. 115

De Pietro O., Formazione e ambienti di apprendimento in rete, op. cit.

116 Baldacci M., Personalizzazione o individualizzazione?, Erickson, Trento, 2005.

117 Petti L., Apprendimento informale in rete. Dalla progettazione al mantenimento delle comunità

inserito nella logica pedagogica, è sede di formazione e di educazione, in quanto la formazione di un individuo non avviene mai nel vuoto sociale, ma all’interno di un determinato ambiente con molteplici risorse. Pensando all’etimologia della parola comunità si fa riferimento alla necessità di luoghi e presenza fisici, della vicinanza geografica tra i membri, mentre con l’avvento del Web e dell’e-learning il concetto di comunità si estende, arrivando al concetto di comunità virtuale118 per indicare gruppi di persone che mantengono relazioni a distanza senza essere contigui fisicamente. Approdando in rete la comunità perde l’elemento incisivo della presenza, ovvero l’identificazione dei suoi membri con un luogo fisico e dei legami sociali che scaturiscono da questa prossimità119. Va sottolineato come oggi il termine virtuale associato a quello di comunità, i cui membri non sono fisicamente vicini, non è da molti studiosi condiviso, e si preferisce parlare di

comunità on line, in quanto non esiste una realtà contrapposta ad una virtualità.

Come sostiene Pier Cesare Rivoltella “quando siamo in Internet non smettiamo di trovarci nell’ambiente da cui ci stiamo connettendo; le relazioni che nella Rete intratteniamo non possono non interferire con le relazioni che contemporaneamente stiamo intrattenendo nello spazio domestico o lavorativo in cui ci troviamo120”. Tra i diversi tipi di comunità che possono essere individuate in base alle caratteristiche ed al paradigma teorico di riferimento, vi sono le comunità di pratica (Communities of Practice, COP). Esse sono gruppi di persone che svolgono una qualunque attività affine e interagiscono fra loro in modo informale. Nascono in seguito a un processo spontaneo di socializzazione finalizzato alla condivisione di esperienze e di cultura specifica. Nelle comunità di pratica c’è l’impegno a intraprendere un percorso di crescita comune, poiché si basano sul presupposto che l’apprendimento è un processo sociale e non esclusivamente individuale e che, il bagaglio di esperienze di ogni membro

118 Rheingold H., The Virtual Community: Homesteading on the Electronic Frontier, Penguin

Books, New York, 1993.

119 Tonnies F., Gemeinschaft und Gesellschaft, Reislad, Leipzig, 1887.

120 Rivoltella P. C., Costruttivismo e pragmatica della comunicazione on line. Socialità e didattica

rappresenta il valore reale delle comunità di pratica121. Wenger individua tre dimensioni che caratterizzano una comunità di pratica122:

• il dominio, ovvero l’area di conoscenza che tiene insieme la comunità, che accomuna i membri sviluppando la partecipazione ed il coinvolgimento. Il dominio ha rilevanza tale da compromettere il funzionamento della comunità nel caso l’argomento perda di valore.

• La comunità, che riguarda il gruppo di persone per le quali il dominio è rilevante, la qualità delle relazioni tra i membri e la definizione dei confini tra dentro e fuori. Una comunità forte, infatti incoraggia le persone a condividere idee, fare domande difficili e ascoltare con attenzione, favorendo la creazione di relazioni fiduciarie e basate sul rispetto.

• La pratica, che individua l’insieme di conoscenze, metodi, strumenti, storie, documenti che i membri condividono e sviluppano insieme, e che permettono alla comunità di interagire con il campo tematico di riferimento.

In aggiunta a queste dimensioni di base, Wenger identifica tre ulteriori dimensioni per associare il concetto di pratica a quello di comunità: l’impegno reciproco,

l’impresa comune ed il repertorio condiviso. L’impegno reciproco tra i membri fa

in modo che essi si sentano legati da una comune identità, da rapporti di fiducia e dall’impegno reciproco per mantenere la comunità stessa. L’impresa comune permette di tenere insieme la comunità e rappresenta la responsabilità condivisa dei problemi e delle prospettive ed una negoziazione delle attività tra i membri. Il

repertorio condiviso è costituito da strumenti, artefatti, routine, credenze, valori

che rappresentano la memoria storica della comunità, ovvero l’insieme di risorse che la comunità dispone e che si rinnovano tramite la combinazione di partecipazione e reificazione.

Un caso particolare di comunità di pratica è rappresentato dalle comunità di apprendimento (learning community), che si sviluppano tipicamente nei contesti educativi e scolastici, ed hanno come obiettivo primario quello di favorire il processo di apprendimento. Queste comunità si basano sulla forte condivisione

121

Brown A. L., Campione C., Community of Learners and Thinking: Or a Context by Anyother Name, in “Human Development”, 21, 1990, pp. 108-125.

122 Wenger E., Communities of Practice: learning, meaning and identity, Cambridge University

dei saperi da parte dei membri e sulla valorizzazione degli aspetti metacognitivi. Secondo Calvani le comunità di apprendimento possono essere considerate “dei dispositivi sociali orientati a favorire l’apprendimento collaborativo, caratterizzati dall’adesione spontanea dei membri e dalla forte valenza affettivo-emotiva su cui si basano le relazioni tra i membri123”, dove per Kaye collaborare “vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti, e una esplicita intenzione di aggiungere valore per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni124”. Le comunità di apprendimento sono comunità a carattere libero e volontario, aperte alla partecipazione volta per volta di esperti, ricercatori e di tutti coloro che possono diventare fonte di conoscenza. Nelle comunità di apprendimento il formatore assume il ruolo di facilitatore, di mediatore della conoscenza costruita dagli allievi stessi. Caratteristica prevalente all’interno di una learning community è la condivisione di una cultura dell’apprendimento, tale che ogni soggetto membro si impegna in uno sforzo collettivo di comprensione di quel senso. Elementi peculiari di tale cultura sono125:

• i membri della comunità si possono differenziare sulla base del grado di expertise;

• l’obiettivo condiviso è rappresentato dal far accrescere competenze e conoscenze in modo continuo;

• la chiave è costituita dall’imparare ad imparare;

• la predisposizione di dispositivi atti alla condivisione di ciò che viene appreso. Tali comunità si basano sull’apprendimento collaborativo, o cooperative learning, definito come “un processo in cui viene enfatizzato, all’interno del gruppo, l’impegno collettivo di studenti e docenti, finalizzato al raggiungimento di nuove abilità e competenze attraverso la condivisione di informazioni e conoscenze126”.

123 Calvani A., Reti, comunità e conoscenza. Costruire e gestire dinamiche collaborative, Erickson,

Trento, 2005.

124 Kaye A., Apprendimento collaborativo basato sul computer, TD – Tecnologie Didattiche, 4,

volume 2, pp. 9-21, 1994.

125 Petti L., Apprendimento informale in rete. Dalla progettazione al mantenimento delle comunità

on line, op. cit.

L’apprendimento collaborativo sottolinea il ruolo della comunità e della comunicazione intersoggettiva nell’attivazione di processi di apprendimento significativo. Elementi fondamentali per poter parlare di cooperative learning sono l’interdipendenza positiva, l’interazione promozionale faccia a faccia, la valutazione individuale e collettiva, l’suo di abilità sociali nell’agire in piccoli gruppi, un monitoraggio ed una revisione del lavoro di gruppo127. Con il cooperative learning si realizzano forme di apprendimento orizzontali e simmetriche, facendo attenzione alla qualità delle interazioni all’interno del gruppo in modo da venire incontro al bisogno di socializzazione avvertito dall’uomo. Si favorisce l’impegno comune dei discenti su compiti complessi, si promuovono competenze che possono maturare la condivisione di informazioni e conoscenze, si concepisce il docente come esperto di riferimento e facilitatore delle interazioni all’interno del gruppo. Le strategie di apprendimento collaborativo/cooperativo si coniugano in modo efficace con l’uso educativo delle tecnologie di rete e con il linguaggio ed i formati della comunicazione mediata dal computer128 (Computer Mediated Communication, CMC), in quanto i nuovi media si dimostrano funzionali nel favorire l’apprendimento collaborativo grazie alla messa a disposizione di ambienti conversazionali in cui i contenuti della conoscenza vengono organizzati razionalmente ed archiviati per un loro successivo riutilizzo a seconda dei problemi che devono aiutare a risolvere. Con l’avvento della terza generazione della formazione a distanza e dell’e-learning, infatti, le pratiche collaborative assumono maggiore rilievo grazie alla possibilità di dar vita in modo maggiormente intensivo a processi comunicativi di natura orizzontale tra tutti gli attori del processo formativo, nella direzione della socializzazione della conoscenza e della costruzione condivisa del sapere, in cui ognuno fornisce il proprio contributo assumendo il ruolo di leader quando necessario. L’apprendimento collaborativo, nato prima di Internet, viene successivamente adottato nella dimensione virtuale considerato che la comunicazione in rete può potenziare e rendere efficace il flusso informativo in

127

Johnson D. W., Johnson R., Cooperation and Competition: Theory and Research, Interaction Book Company, Edina, MN, 1989.

128 Carlini F., Lo stile del Web. Parole e immagini nella comunicazione di rete, Einaudi, Torino,

quanto non vincolata dal tempo e dallo spazio, fornendo a tutti di confrontarsi in una logica di condivisione e di rivalutazione di esperienze reciproche, favorendo l’acquisizione di nuove conoscenze. Grazie alle tecnologie informatiche dell’e- learning, collaborazione e cooperazione si sviluppano privilegiando forme di apprendimento trascurate nella didattica tradizionale, come esperienze di lavoro in gruppo anche tra soggetti situati in realtà socio-culturali marginali e lontane, condivisione di esperienze tra docenti e studenti, attività di ricerca documentale su tematiche condivise da studiosi sparsi nel mondo, ecc.