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CAPITOLO 2 NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMA FORMATIVO DALLA

2.5 L’evoluzione tecnologica in ambito educativo

2.5.1 I sistemi CAI, CBT e WBT

La lunga storia della didattica supportata in modo interattivo dalle tecnologie inizia con l’introduzione dei sistemi CAI, Computer Assisted Instruction, sistemi didattici orientati al sostegno dei processi di insegnamento/apprendimento attraverso il supporto o la sostituzione del docente in alcune sue funzioni tradizionali. Ispirati ai principi dell’istruzione programmata, tali software prevedevano una presentazione dei contenuti di tipo lineare, predisposti in unità didattiche e secondo una sequenza rigida di passi in cui quello precedente è funzionale a quello successivo. Tali sistemi comprendono anche test, esercitazioni ed approfondimenti. All’allievo vengono proposte una serie di brani o di immagini e periodicamente delle domande per verificare il grado di comprensione dell’argomento. Ogni errore commesso comportava la ripetizione della sequenza delle attività compiute; la procedura era sempre preordinata dal progettista ed

implementata dallo sviluppatore in modo definitivo. In base alle loro funzionalità, si possono distinguere i software CAI nelle seguenti categorie133:

Demo di teoremi, fenomeni fisici, esecuzione automatica di compiti pratici: si

tratta di una versione del programma messa a disposizione dalla casa produttrice per permettere all’acquirente di sperimentarne le funzioni. L’esecuzione del programma è del tutto, o quasi, automatica, in quanto all’utente viene lasciato lo spazio soltanto per selezionare la funzione da applicare.

Esercitazioni o testing: costituiti da una serie di domande di diverso tipo (a

risposta multipla, vero o falso, ecc.) su specifiche tematiche il cui livello di difficoltà può essere stabilito dall’insegnante, dall’allievo o dal sistema durante l’esercitazione in base all’andamento delle risposte fornite dallo studente. L’interazione tra la macchina e l’uomo può prevedere che vengano forniti i motivi della risposta esatta oppure i chiarimenti sull’errore commesso. Al termine viene anche comunicato il risultato conseguito.

Tutoriali: obiettivo principale di questo tipo di programmi, di matrice

comportamentista e fondati sul meccanismo stimolo-risposta-rinforzo, è l’individualizzazione dell’insegnamento, da conseguire tramite la somministrazione delle lezioni in modo individuale. La verifica dell’apprendimento è effettuato tramite domande a risposta multipla, prevedendo un percorso differenziato per ogni risposta. Sono previsti percorsi di tipo compensatorio per le domande errate, in modo da poter colmare le lacune dimostrate per quel dato argomento del programma.

Una particolare categoria di software CAI di tipo tutoriale sono i CAL, Computer

Assisted Learning, che si caratterizzano per una maggiore flessibilità ed

interazione rispetto ai primi. I CAL sono più centrati sull’apprendimento che sull’insegnamento, e prevedono un certo grado di autonomia per il discente, il quale può prendere decisioni e seguire percorsi da lui determinati, a differenza dei sistemi CAI che affidano sempre al sistema la scelta sul percorso da seguire in base ai feedback ricevuti dall’allievo. Nel sistemi CAL la maggiore autonomia

dell’allievo viene evidenziata con il passaggio dal concetto di programma didattico, strumento chiuso ed autogestito, a quello di ambiente di apprendimento, aperto alla partecipazione dello studente. Nei tradizionali programmi CAL, definiti anche software creativo, rientrano le simulazioni ed i games didattici utilizzati per lo studio dei fenomeni fisici e l’apprendimento delle lingue straniere. Successivamente vengono introdotti i sistemi ICAI, Intelligent Computer Assisted

Instruction, caratterizzati dall’uso di tecniche di Intelligenza Artificiale. Mentre

per il funzionamento dei precedenti sistemi CAI occorreva un database nel quale il docente inseriva a priori domande, risposte, sequenze di argomenti da presentare, possibili ramificazioni, con gli ICAI si fa ricorso all’Intelligenza Artificiale per fare in modo che il calcolatore oltre ad essere in grado di generare autonomamente i problemi da sottoporre allo studente, sia anche capace di risolverli in modo da fornire aiuto e segnalare in tempo reale procedimenti non corretti come un tutor reale134.

L’evoluzione dei sistemi CAI, ha portato negli anni ’80 ai sistemi denominati CBT, Computer Based Training, che rappresentano programmi basati su supporti come floppy, CD-Rom e DVD per favorire l’acquisizione di competenze in maniera autonoma, individuale ed “isolata” da parte degli allievi, senza avvalersi della presenza fisica dell’insegnante. Secondo Berardino “mentre con il CAI si ottiene un’assistenza nello studio di determinate discipline, con il CBT il fruitore deve utilizzare il computer prima come training e subito dopo come strumento di lavoro: il CBT infatti serve non tanto ad acquisire nozioni, ma ad acquisire soprattutto capacità procedurali ed informazioni135”. I CBT sono progettati ed utilizzati per l’aggiornamento e la formazione aziendale, per l’acquisizione di abilità più o meno complesse e per l’apprendimento multimediale delle lingue, fanno uso combinato di testo e grafica e prevedono una scarsa interazione con l’utente. Agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, periodo che vede lo sviluppo di Internet, del World Wide Web, dei relativi standard, linguaggi di markup e di scripting, ed il prevalere del modello costruttivista in ambito educativo, vengono

134

Laschi R., Riccioni A., Calcolatori & Formazione. I primi cinquant’anni, Franco Angeli, Milano, 2010.

135 Berardino L., Dall’istruzione programmata al CBT (Computer Based Training), in Personale e

superati i limiti e le rigidità dei CBT. Ciò avviene con il Web Based Training (WBT) che permette la fruizione ed acquisizione dei contenuti didattici in rete, senza vincoli spaziali e temporali, offrendo strumenti di comunicazione sincroni, asincroni e bidirezionali, aggiornamenti in tempo reale dei contenuti, e la possibilità di accrescere la conoscenza accedendo ad ulteriori contenuti, documenti e saperi depositati in rete, e di condividerli con gli altri soggetti, secondo l’idea costruttivista che vuole la valorizzazione della dimensione sociale dell’apprendimento e la centralità degli allievi.