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CAPITOLO 2 NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMA FORMATIVO DALLA

2.8 La figura dell’e-tutor: funzioni e strumenti

Affinché un processo formativo in rete proposto in forma di e-learning o blended learning sia in grado di promuovere apprendimento significativo e creativo è necessario poter contare su un insieme di risorse umane interdisciplinari, un team di professionalità composite, eterogenee ed integrate in grado di progettare, realizzare e gestire l’intero processo che deve considerare sempre centrale la figura del soggetto che apprende. Si tratta di far convivere figure in possesso di competenze tecniche, gestionali, didattiche, organizzative che, come sottolineano Ardizzone e Rivoltella, sono figure flessibili ed ibride, dai contorni non definiti che si integrano tra loro175. Tra le risorse umane presenti all’interno di un processo formativo in rete un ruolo importante è quello ricoperto dalla figura dell’e-tutor, che si pone come facilitatore, educatore, organizzatore di percorsi di apprendimento e autoapprendimento, punto di riferimento per docenti, tecnici ed allievi, questi ultimi supportati e guidati nell’apprendimento durante il percorso educativo. Il concetto di tutorship affonda le sue radici molto indietro nel tempo,

175 Ardizzone P., Rivoltella P. C., Didattiche per l’e-learning. Metodi e strumenti per l’innovazione

se si considera che l’utilizzo della funzione di tutoring è stata sperimentata per la prima volta nel 1789 attraverso un’azione di peer tutoring tra gli studenti176. Il termine tutor deriva dal latino “tutori” e significa proteggere. La figura del tutor, quindi, può essere avvicinata a quella di un custode, di un guardiano, di un protettore. Tale figura è stata mutuata dalla tradizione scolastica britannica in cui ha assunto una considerevole importanza, e si è diffusa in Italia a partire dagli anni ’90 del secolo scorso nelle attività formative d’aula, anche se non ha ancora trovato un riconoscimento ufficialmente certificato. Secondo il repertorio delle professioni dell’Isfol, il tutor online è una figura complessa che ha il ruolo di: guida per la comunicazione e l’interazione; organizzatore del processo formativo; facilitatore d’uso delle tecnologie informatiche. Inoltre è il punto di riferimento per i docenti, gli studenti e i gestori del campus; partecipa alle attività didattiche (lezioni online, videoconferenze, ecc.); ha funzioni di gestione e monitoraggio; fornisce assistenza tecnica sull’uso del computer e dei software necessari all’attività del campus virtuale. Secondo Carl Rogers, il tutor, o meglio e-tutor, è un facilitatore dell’apprendimento, in quanto a suo parere l’apprendimento non si può insegnare, ma solo facilitare177. In tale veste, dunque, l’e-tutor si prodiga per predisporre nel migliore dei modi l’atmosfera ed il clima iniziale dell’esperienza formativa, assiste i soggetti nell’individuare i propri obiettivi e nel riconoscere le risorse adatte per conseguirli, sollecita riflessioni, offre spunti di ricerca, corregge eventuali percorsi non coerenti, aiuta ed incoraggia a superare le difficoltà incontrate. Seguendo l’evoluzione dei sistemi educativi verso nuovi modelli e nuovi paradigmi l’e-tutor è chiamato a svolgere compiti che vanno oltre le dimensioni dell’insegnamento. A tal proposito vengono individuati quattro differenti piani di intervento178:

• supporto tecnico: consiste soprattutto nel preoccuparsi del corretto funzionamento del sistema usato e nel fornire supporto agli attori del processo nel caso di difficoltà di carattere tecnico;

176 Rizzi C., Figura e funzioni dell’E-tutor: il caso della formazione in servizio del personale

scuola, in Crispiani C., Rossi P. G., E-learning. Formazione, modelli, proposte, Armando Editore, Roma, 2006.

177 Rogers C., Libertà nell’apprendimento, Giunti e Barbera, Firenze, 1973.

178 Rotta M., Ranieri M., E-Tutor: identità e competenze. Un profilo professionale per l’e-learning,

• supporto pedagogico e intellettuale: prevede azioni di stimolo cognitivo ed intellettuale, fornendo chiarimenti sui contenuti e selezionando gli argomenti sui quali discutere o sviluppare attività;

• supporto metodologico e organizzativo: fornito sostenendo i discenti nella individuazione di un adeguato metodo di studio, nella gestione delle scadenze e del tempo di studio;

• supporto sociale: rappresentato soprattutto dal compito di mantenere un clima di fiducia tra i partecipanti, eliminando possibili elementi di conflitto ed incomprensione.

Considerando la gestione dei processi di insegnamento-apprendimento si possono individuare tre differenti ruoli che caratterizzano il ruolo dell’e-tutor179:

instructor;

facilitator;

moderator;

Il primo ruolo, instructor, riguarda la gestione dei contenuti, nella quale l’e-tutor affianca il docente per l’elaborazione e la presentazione di materiali didattici. Nel secondo ruolo, facilitator, l’e-tutor è chiamato a offrire forme di scaffolding, facilitando comunicazione ed interazione tra docenti e discenti. Il terzo ruolo, moderator, riguarda la gestione delle discussioni aperte e dei gruppi di lavoro on- line, nelle quali l’e-tutor dovrà favorire la collaborazione reciproca, stimolare la partecipazione di tutti i partecipanti, mantenere alta attenzione e motivazione, favorendo un clima sereno e di fiducia reciproca.

Secondo un’analisi approfondita condotta da alcuni autori180, il profilo professionale dell’e-tutor è molto esteso e si articola in undici funzioni centrali, in base al tipo di interazione e al tipo di supporto da fornire:

1. Content facilitator: è la funzione ricoperta quando l’e-tutor entra nei contenuti

disciplinari del corso, chiarendo ed interpretando i concetti da studiare;

179

Calvani A., Rotta M., Comunicazione e apprendimento in Internet: didattica costruttivistica in rete, Erickson, Trento, 1999.

180 Denis B., Watland P., Pirotte S., Verday N., Roles and Competences of the e-Tutor, Networked

2. Metacognition facilitator: si rientra in questo caso quando l’e-tutor sollecita i

discenti alla riflessione sul percorso intrapreso, sullo sviluppo delle loro conoscenze e sulla crescita delle competenze rispetto agli obiettivi previsti; 3. Process facilitator: si riferisce alla capacità di dare indicazioni e suggerimenti

ai discenti riguardo la gestione del tempo e le strategie per raggiungere gli obiettivi previsti;

4. Advisor-counselor: quando l’e-tutor si pone da interfaccia tra organizzazione

del processo formativo e discente, interpretandone i relativi bisogni;

5. Assessor: si riferisce alla capacità di interpretare i dati provenienti dalla

valutazione formativa per indirizzare meglio i discenti verso gli obiettivi da conseguire, ed alla capacità di impostare e gestire prove di valutazione finali (valutazione sommativa);

6. Technologist: riguarda la capacità sugli aspetti tecnologici e di conseguenza la

possibilità di consigliare i corsisti su strumenti e funzioni offerti dall’ambiente di apprendimento in rete;

7. Resource provider: riguarda la capacità di fornire risorse e contenuti utili da

erogare ai discenti in caso di necessità;

8. Manager-administrator: si riferisce alla gestione del corso on-line non dal

punto di vista tecnico, ma dal punto di vista organizzativo (raccolta della documentazione, gestione delle iscrizioni alle classi virtuali, ecc.);

9. Designer: l’e-tutor assume tale funzione quando fornisce la propria esperienza

per collaborare alla preparazione di contenuti, suggerendo caratteristiche, compiti ed esercizi associabili;

10. Co-learner: fa riferimento alla capacità di affiancare i discenti durante il

processo di apprendimento, assumendo verso di loro il ruolo di “compagno di studi”;

11. Researcher: si parla di tale funzione quando l’e-tutor ottiene dalla riflessione

sull’esperienza indicazioni utili, buone pratiche da condividere. A queste sopra elencate, Ranieri e Rotta181 ne aggiungono altre tre:

181 Rotta M., Ranieri M., E-Tutor: identità e competenze. Un profilo professionale per l’e-learning,

Animatore: quando l’e-tutor fornisce stimolo e sostegno alla motivazione nelle

esperienze formative in rete che prevedono il lavoro collaborativo in gruppo;

Allenatore (coach): quando l’e-tutor svolge specifiche azioni finalizzate alla

preparazione dei discenti ad affrontare prove di valutazione o verifiche dell’apprendimento, o al miglioramento delle performance di gruppo;

Mentore: quando l’e-tutor favorisce la definitiva conquista dell’autonomia da

parte dei discenti, facendo in modo che rimangano in contatto anche dopo il termine del percorso formativo, mantenendo attivi i gruppi di discussione on-line o costituendo una comunità professionale.

Va sottolineato come difficilmente un e-tutor sia in grado di ricoprire con lo stesso livello di capacità e competenze tutte le funzioni indicate, considerato che tale figura può operare in una serie di contesti diversi tra loro che richiedono, in base al ruolo assunto caso per caso, un modo di operare differenziato. Nelle analisi sulle funzioni dell’e-tutor molto interessante risulta il modello proposto da Rivoltella182, illustrato nella figura seguente, il quale propone un quadrante ai cui vertici sono posizionati quattro descrittori che ne rappresentano le polarità: ruolo, attività, contenuti, relazioni.

Figura 2.5 – le funzioni dell’e-tutor.

Analizzando l’asse Ruolo/Attività, se il tutoring si identifica con un ruolo la sua identità sarà “forte”, potendo parlare in tal caso di tutor disciplinare (più orientato ai contenuti) o tutor di sistema (più orientato alle relazioni), mentre se l’attività di tutoring si limita ad una serie di attività, l’identità del tutor risulterà debole, il che implica che le sue attività si distribuiscono come sistema di competenze tra tutte le figure previste nello staff docente. Facendo riferimento sempre al modello di Rivoltella, si possono individuare le azioni svolte dall’e-tutor tramite l’intersezione tra le variabili Ruolo, Contenuti, Relazioni, Attività.

Nel quadrante Ruolo/Relazioni, ad esempio, trovano posto le funzioni tipiche dell’e-tutor di sistema, il quale viene considerato come un tecnico e quindi dovrà fornire aiuto nella risoluzione di problemi di natura tecnologica nell’ambito dell’ambiente di apprendimento in rete, viene visto come animatore a cui spetta incentivare e promuovere le interazioni, come moderatore perché dovrà gestire le interazioni e limitare i conflitti, come osservatore in quanto monitora in tempo reale i processi che avvengono in rete.

Nel quadrante Ruolo/Contenuti sono comprese le funzioni che caratterizzano il tutor disciplinare, che può essere visto come esercitatore quando viene delegato dal docente per la messa in pratica della struttura del corso, come scaffolder cognitivo a cui compete rispondere alle richieste di chiarimento su contenuti e sul corso provenienti dai discenti, come istruttore in quanto deve organizzare le attività, gestire i tempi a queste assegnati, distribuire i contenuti.

I quadranti inferiori del modello individuano le attività in corrispondenza delle relazioni e dei contenuti. Nel quadrante Attività/Relazioni le attività individuate sono la facilitazione tecnologica, la socializzazione, la ricerca e lo scaffolding. Nel quadrante Attività/Contenuti le attività dell’e-tutor vengono individuate le attività di analisi, la costruzione della conoscenza, la ricerca e lo scaffolding. Galliani sostiene che le competenze di cui un e-tutor deve essere dotato possono essere raggruppate nelle seguenti macro-categorie:

– competenze tecnologico-gestionali: inerenti la conoscenza e la capacità di gestire l’ambiente di apprendimento e le sue risorse;

– competenze socio-comunicative: riferite alla gestione dei processi di insegnamento/apprendimento, della leadership e dei conflitti;

– competenze strategiche: comprendono lo scaffolding emotivo, la moderazione, il coordinamento, il monitoraggio e la valutazione.

2.9 I nuovi scenari della formazione: l’e-learning 2.0