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CAPITOLO 2 NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMA FORMATIVO DALLA

3.3 Gli strumenti del Web 2.0

3.3.4 Social Bookmarking e Folksonomia

I concetti di social bookmarking e folksonomia sono strettamente correlati, ed hanno acquisito grande popolarità con l’affermarsi della dimensione collaborativa e sociale tipica del Web 2.0. Il termine social bookmarking nasce dall’utilizzo collettivo dei cosiddetti bookmark, e rappresenta la possibilità offerta data dalle applicazioni Web agli utenti di salvare i propri siti preferiti, taggarli e renderli pubblicamente fruibili in un nuovo archivio Web ricercabile234. I bookmark, o preferiti o ancora segnalibri, sono i siti maggiormente visitati che un utente può memorizzare nel proprio browser sotto forma di lista grazie all’apposita funzione messa a disposizione da questo tipo di software. La condivisione di questi elenchi, la cui presenza fino a qualche tempo fa era limitata al computer locale dell’utente, tramite appositi sistemi o siti Web tra una pluralità di persone ha portato alla nascita del social bookmarking. Il termine, dunque, indica la condivisione con altri navigatori dei bookmark, organizzati e classificati tramite l’utilizzo di etichette o tag che gli stessi utenti attribuiscono in modo libero ed autonomo, creando le condizioni per parlare di user generated content (UGC). Un forte impulso allo sviluppo del social bookmarking è stato dato dal sito americano

del.icio.us235, che può essere considerato il pioniere tra i siti di condivisione dei preferiti. Per utilizzarlo, ed entrare a far parte della sua comunità, è necessario prima iscriversi, utilizzando un semplice form nel quale inserire i dati richiesti. Successivamente sarà possibile aggiungere alla barra degli strumenti del proprio

234 Grivet Foiaia L., Web 2.0. Guida al nuovo fenomeno della rete, op. cit. 235 http://delicious.com/

browser la barra delicious utile per inserire tra i propri preferiti, grazie ad un’apposita maschera, qualsiasi sito che si sta visitando associando ad esso delle etichette (tag) e una breve descrizione (vedi figura seguente) che risulteranno utili per ritrovare il sito in un secondo momento, quando l’utente avrà necessità di rivisitarlo.

Figura 3.7 – Aggiunta di un sito ai preferiti tramite la maschera di delicious.

In tal modo ogni bookmark viene salvato, insieme agli altri, su delicious.com all’interno del profilo personale e contemporaneamente le etichette utilizzate per la catalogazione vengono elencate in una lista sempre visibile, con a fianco indicate le loro occorrenze. Le potenzialità di questo sistema di catalogazione viene apprezzato nel momento in cui si raggiunge una notevole quantità di bookmark memorizzati. Essi possono essere ordinati grazie ai tag che l’utente stesso, ritenendoli significativi, ha apposto nel momento del loro salvataggio. Cliccando su una delle voci di tag utilizzate (ad esempio formazione), viene effettuato un filtraggio all’interno dei preferiti: l’interfaccia di delicious cambia mostrando solo i bookmark associati a quella determinata etichetta. L’aspetto interessante dal punto di vista sociale è data dalla possibilità di creare un network. Ogni utente di delicious può collegarsi ad amici, colleghi di lavoro, familiari, collaboratori o anche utenti di cui si è soltanto visitata la lista dei bookmark. In tal modo si crea una rete (network) che è in grado di produrre un flusso costante di siti Web interessanti, traendo beneficio in modo reciproco dei bookmark

memorizzati e condivisi. Dal punto di vista tecnologico, le applicazioni di social bookmarking non si avvalgono di tecnologie particolarmente innovative e complicate e si presentano con un aspetto grafico pratico e lineare. Un aspetto peculiare dei siti di social bookmarking è la presentazione dei tag sotto forma di

cloud (nuvola). Ogni etichetta ha una grandezza proporzionale alla sua popolarità,

misurata dalla quantità di utenti che hanno utilizzato quel particolare tag per descrivere una risorsa.

Figura 3.8 – Esempio di tag cloud sul sito flickr.com.

Ciascun tag si comporta come un link che, se cliccato, porta ai bookmark etichettati con quella parola chiave. Nel caso di Flickr, sito dedicato alla memorizzazione e condivisione di fotografie, il clic sul tag conduce agli album fotografici catalogati con quel tag. La catalogazione tramite tag dei preferiti da parte degli utenti viene descritta dal termine folksonomy236 (folksonomia in italiano), derivante dall’unione di folks (gente) con taxonomy (tassonomia). Per essere più precisi, il termine folksonomia indica un sistema di categorizzazione e classificazione delle informazioni disponibili nel Web su base condivisa e collaborativa, a cui le persone partecipano in modo libero ed autonomo associando parole chiave agli oggetti da catalogare (siti, foto, video, ecc.). la folksonomia si contrappone alla tassonomia, ovvero a quel sistema di classificazione predeterminato che consiste nell’organizzare la conoscenza in modo gerarchico secondo classi e sottoclassi. Le tassonomie sono definite a tavolino da soggetti diversi da quelli che le useranno, per tale motivo vengono

236 Il termine è stato coniato da Thomas Vander Wal, speaker internazionale, conduttore di

indicate anche come strutture top-down, create dall’alto. La possibilità di taggare una risorsa secondo parole chiave che sono significative per l’utente che la usa, fa della folksonomia un processo bottom-up, cioè le categorie nascono dal basso.

Categorizzazione e tassonomia

Folksonomy e tagg

Centrale Distribuita, fatta dalle persone

Controllata Indipendente e virale

Classificazione corretta e di qualità Classificazione imprecisa e soggettiva. ridondante

Capacità finita di classificazione Grande potenzialità di classificazione per utilizzo dell’effetto virale (“taggano” tutti)

Necessariamente legati agli schemi mentali del controllore centrale

Innovazione nella classificazione derivante da un pensiero collettivo basato sul concetto democratico del “si afferma il più diffuso”

Tabella 3.1 – Differenze sostanziali tra tassonomia e folksonomia.

Fonte: Grivet Foiaia L., Web 2.0. Guida al nuovo fenomeno della rete, Hoepli, Milano, 2008.

Dunque, mentre prima del Web 2.0 gli utenti seguivano percorsi di navigazione suggeriti dall’alto, con la folksonomia sono essi stessi a definire sistemi di classificazione che vanno incontro ai loro modelli mentali, dando vita ad una serie di correlazioni e rimandi incrociati che favorisce la scoperta di nuovi contenuti. Il rovescio della medaglia della folksonomia è rappresentato dalla mancanza di regole comuni e standard in grado di evitare situazioni di disordine dovuti all’utilizzo di sinonimi, all’alternanza minuscolo/maiuscolo e singolare/plurale per taggare una stessa risorsa. Considerato lo stato dell’arte, si può affermare che la folksonomia non può essere proposta per rimpiazzare del tutto il vecchio sistema di catalogazione, ma l’uso dei tag affiancato ai sistemi tassonomici ed ai motori di ricerca permette agli utenti di creare dei percorsi personalizzati complementari.