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CAPITOLO 2 NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMA FORMATIVO DALLA

2.7 I contenuti della didattica on-line: i Learning Object

Nell’ambito del vasto mondo dell’e-learning una delle aree di studio che ha attirato molta attenzione da parte degli esperti è quella riguardante l’utilizzo degli oggetti di apprendimento digitali, i cosiddetti Learning Object, e lo sviluppo di standard per la loro descrizione finalizzati a favorirne la portabilità ed il riuso. I Learning Object (LO) sono blocchi di istruzione in formato digitale, indipendenti dal contenuto, di piccole dimensioni rispetto alla lunghezza del percorso formativo, pensati per l’apprendimento autonomo on-line. La logica alla base dei LO è quella di capitalizzare i contenuti di apprendimento, rendendoli riusabili all’interno di percorsi formativi secondo una logica combinatoria. Tale logica può essere considerata come l’evoluzione dell’istruzione programmata, contesto nel quale si fa avanti l’idea dell’unità minima di apprendimento, che sommandosi ad

altre unità costituisce il processo di apprendimento, risultato di composizioni modulari di microapprendimenti165. Il termine Learning Object è stato coniato da Wayne Hodgins, ideatore anche della metafora dei LEGO che richiama la costruzione della conoscenza in ottica costruttivista, secondo la quale i blocchi didattici, se organizzati secondo alcuni standard fondamentali, possono essere assemblati in qualsiasi struttura, formando sequenze di dimensioni e tipo variabili. Il Comitato di standardizzazione delle tecnologie per l’apprendimento, IEEE166, definisce Learning Object “qualsiasi entità digitale o non digitale, che può essere usata, riusata e alla quale fare riferimento durante l’apprendimento supportato dalla tecnologia”. Tale definizione, molto ampia, permette di considerare qualunque cosa come LO, concetto che può estendersi a materiale multimediale, software, eventi, persone ed obiettivi di apprendimento. Al fine di restringere il campo, David Wiley ha proposto la seguente definizione: “qualsiasi risorsa digitale che può essere riutilizzata per supportare l’apprendimento167”. Downes ricorre ad una metafora per descrivere i Learning Object, assimilandoli ad un bagaglio posizionato in un deposito, in attesa di essere trovato, assemblato, di essere preso per essere collocato al posto che gli spetta nell’aereo dell’apprendimento e quindi di essere consegnato a persone in trepidante attesa di scoprire cosa vi è nascosto all’interno168. Corrado Petrucco definisce un Learning Object “un elemento che abbia un contenuto e degli strumenti per la valutazione basata su specifici obiettivi educativi e che possegga dei metadati come descrittori169”. Soffermandosi sui due termini che ne compongono il nome, il termine Object si collega alla programmazione ad oggetti in ambito informatico che consente di creare ed assemblare componenti indipendenti in base alle esigenze e alle finalità che si presentano, mentre il termine Learning si riferisce al processo di apprendimento, e dunque all’obiettivo finale che è quello di far

165 Celentano M. G., Colazzo S., L’apprendimento digitale. Prospettive tecnologiche e

pedagogiche dell’e-learning, op. cit.

166 Institute of Electrical and Electronic Engineers, è un'associazione internazionale di scienziati

professionisti con l'obiettivo della promozione delle scienze tecnologiche.

167 Wiley D. A., Connecting learning object to instructional design theory: a definition, metaphor

and taxonomy, in Wilay D. A., Instructional Use of Learning Object, Association of Educational Communications and Technology, 2000.

168

Downes S., Smart Learning Object, su

http://education.qld.gov.au/learningplace/onlinelearning/sdownesapril.htm, 2002.

169 Petrucco C., Learning Object: un innovativo supporto all’e-learning, su

acquisire conoscenze e competenze al fruitore dell’oggetto al fine di arricchire il suo bagaglio culturale. I LO fanno riferimento ad una nozione dell’insegnamento come sequenza di azioni ed al concetto di modularità: i corsi vengono presentati come macroentità costituite da unità didattiche a loro volta composte da entità più piccole rappresentate dai LO veri e propri. Caratteristiche principali di un LO sono:

Riusabilità: indica la possibilità di utilizzare il LO in un diverso contesto di apprendimento da quello in cui è impiegato senza che vi sia la necessità di apportare modifiche o aggiustamenti ulteriori. La riusabilità è resa possibile dall’autoconsistenza, in quanto come indicano Fini e Vanni “un LO non deve appoggiarsi al contenuto di un altro LO per esprimere un concetto o fornire delle risorse formative; è necessario che sia autosufficiente e costituisca pertanto un’en- tità autonoma. Da un punto di vista progettuale questo significa che in un LO non ci può essere alcun componente che richieda di far parte di una specifica sequenza o che faccia riferimento a contenuti precedenti o successivi170”;

Granularità: indica la grandezza minima del LO, intesa in senso logico, che garantisce la sua autosufficienza in un contesto di apprendimento. Tale grandezza non è indicata in maniera precisa dagli standard. Maggiore è la dimensione del LO, minore sarà la possibilità di riutilizzarlo in diversi contesti;

Interoperabilità: assicura che il LO possa essere importato ed usato in modo completo e senza limitazioni su qualsiasi piattaforma, con qualsiasi sistema operativo e qualunque browser di navigazione venga utilizzato, permettendo il monitoraggio ed il tracciamento delle attività svolte;

Interattività: il LO deve poter offrire all’utente di poter interagire con il materiale didattico soddisfacendo le necessità motivazionali dell’interazione uomo- macchina;

Reperibilità: si riferisce alla possibilità che il LO si possa trovare facilmente in rete, grazie alla presenza di repository strutturati ed all’uso di metadati che ne agevolano la ricerca;

170 Fini A., Vanni L., Learning Object e metadati. Quando, come e perché avvalersene, Erickson,

Esaustività: il LO deve rispondere ad un obiettivo formativo e condurre l’utente al suo raggiungimento.

Per facilitare il recupero dei LO in rete, nonché il loro aggiornamento e riutilizzo, è necessario che essi siano corredati dai cosiddetti metadati, che consentono la loro indicizzazione. “I metadata sono informazione strutturata che descrive, gestisce ed organizza le risorse di Internet. Un esempio immediato di metadata è il catalogo di una biblioteca: gli elementi contenuti nella descrizione di un libro sono il titolo, l'autore, la localizzazione ed altre informazioni. Lo scopo del catalogo è quello di identificare il libro nella collezione e consentirne l'accesso. I metadata per le risorse didattiche funzionano pressappoco allo stesso modo. Sono usati per identificare, localizzare ed usare una risorsa didattica in Internet. Senza i metadata non si potrebbe sapere che esiste una risorsa didattica; oltre a ciò, per evitare inutili perdite di tempo, deve essere possibile dalla descrizione valutare che tale risorsa è appropriata al bisogno di chi sta cercando e, in caso affermativo, occorre conoscere le condizioni di accesso. La funzione principale dei metadata per le risorse didattiche è quindi quella di aiutare l'identificazione di una risorsa, selezionando quegli elementi che meglio la descrivono, e soprattutto di dare l'informazione necessaria per usare la risorsa171”. Al fine di evitare che ogni volta vengano utilizzati dagli autori descrittori diversi, sono stati proposti degli standard per descrivere i LO; in tal modo si fa riferimento ad un unico “vocabolario” dal quale prelevare i metadata. Lo standard adottato è denominato LOM (Learning Object Metadata), creato dall’IEEE, il quale fa riferimento al linguaggio XML e rappresenta il riferimento principale per i LO. Le categorie nelle quali sono raggruppati i metadata da applicare ai LO secondo il documento IEEE sono172:

General: informazioni generali che descrivono i LO;

Life Cycle: fornisce le indicazioni sul ciclo di vita della risorsa e sugli autori

coinvolti nella sua realizzazione;

Meta-metadata: indica caratteristiche relative ai metadati;

171

Tammaro A. M., Meta-Data per le risorse didattiche: una breve nota, in form@re - newsletter per la formazione in rete, 2002.

172 Celentano M. G., Colazzo S., L’apprendimento digitale. Prospettive tecnologiche e

Technical: indica le caratteristiche ed i requisiti tecnici dei LO;

• Educational: indica le caratteristiche di ordine educativo, pedagogico e didattico del LO;

Rights: informa sul copyright e sulle condizioni d’uso del LO;

Annotation: racchiude i commenti su come servirsi della risorsa per ottenere il

miglior risultato sul piano formativo;

Classification: include le descrizioni di un LO in merito ad un particolare

sistema di classificazione.

Insieme allo standard di diritto convivono altri standard proposti nel corso degli anni come Dublin Core e ADL-SCORM. Quest’ultimo “è un modello che, riferendosi a un insieme di specifiche tecniche correlate, intende fornire un’unica cornice di riferimento per la standardizzazione dei LO173”. Promosso dall’agenzia ADL (Advanced Distribuited Learning), più che uno standard SCORM (Shareable Content Object Reference Model) è da considerarsi come una integrazione di specifiche esistenti e diffuse, come IEEE-LOM, IMS-CP, AICC in un unico framework174. SCORM rappresenta ad oggi il modello di riferimento, e la maggior parte delle piattaforme e-learning sono costruite per risultare compatibili con esso.

Il dibattito sui LO nel panorama scientifico ha riguardato in prevalenza gli aspetti tecnico-informatici relativi alla loro progettazione e realizzazione, tenendo in secondo piano quelli relativi alla dimensione pedagogica ed all’utilità che possono fornire nel processo di apprendimento. Alcuni autori hanno messo in evidenza come il modello su cui si basano i LO presupponga una standardizzazione dell’azione didattica, e dia prevalenza alla trasmissione di contenuti didattici precostituiti, con la conseguenza di risultare in molti casi insufficienti nel soddisfare le esigenze di apprendimento. Oggi l’allievo è sempre più attore protagonista dei processi di apprendimento in rete, e nell’epoca del social networking si attende di vivere esperienze formative caratterizzate da un’elevata attività comunicativa, interattiva e relazionale. In tale prospettiva i LO non

173

Fini A., Vanni L., Learning Object e metadati. Quando, come e perché avvalersene, op. cit.

174 Alvino S., Fini A., Sarti L., Oltre i Learning Object. Dal modellare i contenuti al modellare i

processi didattici, in Delogu C., (a cura di), Tecnologia per il Web learning – realtà e scenari, Firenze University Press, Firenze, 2007

risultano essere del tutto learner-centered, soprattutto in quelle situazioni in cui bisogna favorire la costruzione dell’identità, la negoziazione di significati, la meta-riflessione, le attività collaborative e partecipative. All’interno di tale nuovo scenario, che pone al centro il discente ed il suo percorso di apprendimento, è necessario sapere integrare i LO in un adeguato e ben progettato piano formativo in cui valutare l’incidenza dei vari fattori che ne influenzano gli esiti (tecnologie, persone, risorse, strumenti, strategie, ecc.) mettendo a disposizione contenuti didattici e formativi che spingano in direzione dell’attivazione di processi dialogici di negoziazione, interpretazione e strutturazione dei significati in cui confrontarsi con gli altri e operare attivamente nella creazione di nuova conoscenza.