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Ecologia industriale e metodi di valutazione della sostenibilità del territorio

Nel documento SCUOLe DI DOTTORATO 37 (pagine 189-193)

Il tema selezionato2per il tavolo 2 “tecniche, processi, progetto”, ha affrontato la sottotematica “Ecologia industriale e metodi di valu-tazione della sostenibilità del territorio”, nella quale sono stati indagati diversi aspetti ritenuti prioritari per la situazione in ogget-to: la ricerca di indicatori per il controllo delle proposte di crescita urbana e immobiliare; la ricerca di modalità atte a promuovere uno sviluppo sostenibile a partire da risorse locali, ovvero producendo risorse e/o trasformando problemi in risorsa; il processo di riuso delle macerie come progetto di nuovi materiali.

Nel primo studio si fa riferimento alla scala territoriale–urba-na. L’obiettivo tende a configurare un quadro informativo utile ad orientare preliminarmente gli indirizzi di piano, a livello quantitati-vo (possibilità di espansione) e a livello qualitatiquantitati-vo (nuove espan-sioni, come e dove, recupero e/o rinnovo urbano).

Il “quadro” contiene dati e analisi critiche riferiti ai consumi dell’attuale popolazione di Caporciano, espressi in superficie di

1Università G. D’Annunzio Chieti–Pescara.

Hanno partecipato ai lavori preparatori e alla stesura del contributo: Danilo Di Mascio, Raffaella Giannotti, Luciana Mastrolonardo.

2Per le premesse generali si rimanda alla nota 2, nel contributo dello stesso autore per il tavolo Tecniche, materiali, progetto.

Massimo Lauria (edited by) Produzione dell’Architettura tra tecniche e progetto. Ricerca e innovazione per il territorio = Architectural Planning between build and design techniques. Glocal oriented research and innovation, ISBN 978-88-8453-988-5 (online) ISBN 978-88-8453-990-8 (print) © 2010 Firenze University Press

territorio necessaria a produrre risorse ed a smaltire rifiuti (Impronta ecologica sintetica), e alla capacità di carico del siste-ma territoriale osservato. In questo modo si rendono trasparen-ti le condizioni di base (volendo affrontare la sostenibilità) per configurare un modello di sviluppo/crescita sostenibile del ter-ritorio in oggetto.

Il lavoro ha utilizzato metodi di indagine diretta sul luogo: uso del suolo, censimento e conoscenza (prestazioni); analisi dei con-sumi per categorie di risorse. I risultati mirano alla configurazione di una pianificazione integrata, urbanistico–tecnologica, ovvero alla definizione di guide nel processo di costruzione degli insedia-menti connotati da sostenibilità ambientale.

Nel secondo studio si affronta il problema della produzione per l’edilizia, con l’obiettivo di individuare risorse locali da valoriz-zare in cicli produttivi chiusi (ecologia industriale).

Viene perseguita l’ecocompatibilità a partire dalla scelta dei materiali fino alla configurazione degli edifici, attraverso la qualifi-cazione di processi costruttivi e, soprattutto, di processi produtti-vi, dove devono essere esplicitate chiaramente quali strategie siano in grado di qualificare il sistema edilizio nel contesto e di metabo-lizzare i flussi di materia ed energia.

La ricerca si serve di una metodologia di indagine diretta sul territorio per l’acquisizione di dati (risorse primarie e secondarie;

siti compatibili; analisi ambientale; sistema di gestione; fattibilità) e per la verifica del modello elaborato. In particolare si analizza la possibilità di promuovere una nuova imprenditoria verde. Il caso studio, su cui è attualmente concentrata l’attività, riguarda la possi-bilità di utilizzare la risorsa forestale in un ciclo produttivo ed ener-getico chiuso, in grado di fornire biomassa da riscaldamento e materiale per l’edilizia.

Il territorio dell’altopiano di Navelli comprende diversi comu-ni, con un numero di residenti pari a circa 4200 unità compresi nel raggio di una decina di chilometri: Barisciano, San Pio delle Camere, Prata D’Ansidonia, Caporciano, Navelli, Collepietro, S.Benedetto in Perillis.

Il territorio di questi comuni è caratterizzato da una discreta copertura boschiva: tra i 2500 e i 3000 Ha di bosco di latifoglie a maggioranza di ceduo e poco meno di bosco di conifere.

191 Ecologia industriale e sostenibilità

Negli ultimi 50 anni il bosco ha perso valore e oggi difficilmente viene considerato un “patrimonio”. I boschi, seppure di proprietà prevalentemente pubblica, non hanno più una vera e propria gestio-ne e vengono fruiti solo per tagliare un po’ di legna da riscaldamento.

Più recentemente il bosco è addirittura divenuto un problema da cui difendersi a causa degli incendi estivi.

Il primo passo da fare è quindi l’attivazione di una gestione continuativa nel tempo e complessiva del sistema boschivo, consi-derando la multifunzionalità dello stesso e i principi della sosteni-bilità da rispettare.

Si deve, in sintesi, rendere attrattiva dal punto di vista econo-mico la gestione forestale che finora ha significato solo un costo, sia per i privati che per la municipalità.

Una prima azione auspicabile è la concretizzazione (mediante associazioni pubblico–private) di una filiera corta, 30–40 km del

“legno da energia”3(l’attrattività economica deve ridurre i costi da trasporto, al pari della sostenibilità da perseguire che deve mini-mizzare le emissioni).

Occorre inoltre salvaguardare il patrimonio boschivo promuo-vendone altre utilizzazioni, ad esempio per l’edilizia. Per una filiera legno–edilizia occorrono però tempi lunghi e necessari incentivi eco-nomici per supportare le imprese in un nuovo e innovativo settore. I prodotti possibili possono configurarsi in telai per pannelli di tampo-natura in paglia (materiale da bosco ceduo) e multistrato (pino nero).

La necessaria manutenzione (pulizia e taglio) del bosco ceduo assicu-rerebbero ulteriore materiale per semilavorati e biomassa da scarti.

Si vuole introdurre una produzione industriale di pannelli in paglia; questi dovranno prevedere una produzione di componenti prefabbricate costituita da telai in legno e tamponatura in paglia.

Il telaio del pannello potrà essere realizzato in legno lamellare, se la costruzione lo prevederà con una sua funzione portante, oppure in semplici pannelli, se dovranno essere inseriti in una struttura esistente.

3Insieme dei fattori della produzione, trasformazione, trasporto ed utilizzo del legno a fini energetici (a partire dalla biomassa per riscaldamento).

Concretizzata la filiera del legno in una gestione sostenbile (sustainable forest management), si dovranno determinare le con-dizioni industriali per la produzione dei telai in legno; ad esempio iniziando dalle segherie della zona, per le prime fasi di lavorazione e trasformandole nelle nuove industrie per la lavorazione del pro-dotto, nelle fasi successive. Il costo industriale dello start up potrà essere mitigato tramite partnership con industrie leader nel settore della produzione.

Nel terzo studio è ipotizzato un processo di ricostruzione muovendo dalla soluzione di una delle maggiori criticità, mai trop-po evidenziata: la presenza delle macerie a seguito dei crolli di edi-fici storici e contemporanei. Si tratta di circa 4,5 milioni di tonnel-late di macerie che costituiscono ancora un impedimento fisico all’avvio della ricostruzione della città, oltre a rappresentare una cospicua fonte di inquinamento, essendo trattate come rifiuto indifferenziato e non essendoci siti a sufficienza per lo smaltimen-to di una quantità così ingente di materiale. Tali macerie, potreb-bero trasformarsi da problema a risorsa ed essere riutilizzate per la ricostruzione. Utilizzando le pietre locali, infatti, si preserverebbe l’integrazione espressiva e cromatica con il paesaggio naturale, tipi-ca dei paesi distrutti dal sisma, si limiterebbe notevolmente il con-sumo di risorse naturali e si eviterebbero i costi dello smaltimento dei materiali di scarto.

Il percorso di ricerca muove dalla delineazione di un processo di trasformazione del “problema” in risorsa materiale.

Si indaga, dunque, nel campo dei nuovi materiali e delle tecno-logie adeguate alle esigenze della popolazione locale per il prossi-mo futuro; il metodo fa riferimento ad una rassegna di sperimen-tazioni e applicazioni trasferibili anche da altre realtà assimilabili, verificate mediante strumenti di valutazione ambientale (LCA) per gli impatti delle diverse soluzioni di processo.

Il risultato atteso si configura come asse portante di un nuovo sviluppo sostenibile del territorio, mediante la trasformazione di quelle attività determinate dall’emergenza in opportunità concrete e durature nel futuro.

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Industrial ecology and evaluation methods

Nel documento SCUOLe DI DOTTORATO 37 (pagine 189-193)

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