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Politiche abitative e tecnologie costruttive innovative

Nel documento SCUOLe DI DOTTORATO 37 (pagine 197-200)

La questione abitativa in Italia, a partire dalla metà degli anni ’80, è stata completamente assente dal dibattito politico, lasciando così il libero mercato di attivare i suoi meccanismi con i risultati deludenti che sono noti. Oggi le politiche abitative2a fronte di una vera a pro-pria emergenza, particolarmente critica nelle aree metropolitane, hanno riacquistato una forte centralità nel dibattito con soluzioni discutibili e non risolutive, di cui un esempio ne è il Piano Casa.

1Università di Roma La Sapienza.

Hanno partecipato ai lavori preparatori e alla stesura del contributo: Silvia Covarino (Politiche per l’emergenza abitativa e tecnologie per abitare: Italia – Guatemala due casi di studio, tutor Ferdinando Terranova), Ivana Miletic (Abitazione accessibile in Serbia. Nuovi modelli abitativi e standard tipologici e tecnologici, tutor Francesca Giofré).

2È necessario sottolineare che il termine politiche abitative deve essere letto nelle sue diverse articolazioni: “1) facilitare l’affitto a tassi di mercato per la clas-se media spingendo al pieno uso del patrimonio sfitto esistente…; 2) facilitare l’accesso per l’affitto a prezzi moderatamente inferiori a quelli di mercato (20–30% di sconto) per famiglie solvibili, ma impoverite dall’inflazione patrimo-niale e dall’aumento degli affitti, tramite una maggiore diffusione degli affitti con-cordati, il mantenimento dell’integrazione all’affitto (buoni casa) e tramite l’au-mento dell’offerta privata o mista pubblico privata di housing sociale; 3) rilancio dell’offerta abitativa per le fasce sociali in grado di pagare solo affitti molto mode-sti e che non possono essere affrontati in altra maniera che con l’Edilizia Residenziale Pubblica a canoni sociali”. Cfr. Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Unità di analisi strategica delle politiche di Governo “Le politiche abitative in Italia: ricognizione e ipotesi di intervento”.

Massimo Lauria (edited by) Produzione dell’Architettura tra tecniche e progetto. Ricerca e innovazione per il territorio = Architectural Planning between build and design techniques. Glocal oriented research and innovation, ISBN 978-88-8453-988-5 (online) ISBN 978-88-8453-990-8 (print) © 2010 Firenze University Press

L’approccio al tema casa è necessariamente pluridisciplinare, multidimensionale e deve considerare prioritariamente le “sensibi-lità” del contesto di studio, ovvero l’analisi delle diverse variabili (culturali, sociologiche, storiche, istituzionali – politiche, ecc.) che intervengono nella definizione del vissuto abitativo non solo dello Senza entrare nel merito delle motivazioni sociali ed economiche e delle non scelte politiche che hanno generato tale situazione nel nostro contesto, è necessario considerare che l’Italia investe in tale direzione una quota tra le più basse in Europa pari allo 0,1% della spesa sociale complessiva.3In questo scritto l’attenzione verrà rivolta ai contribuiti di ricerca propri dell’area tecnologica sul tema, secondo le sue diverse declinazioni, emersi durante il tavolo di lavoro.

3Cfr. dati Eurostat 2005. La spesa per l’housing, inteso genericamente come supporto all’abitare (alloggi sociali, trasferimenti per sostegno all’affitto, promo-zione della proprietà), è calcolata sul totale della spesa sociale. Si consideri che la media dei 15 Paesi UE è pari al 2,3%, in testa il Regno Unito con il 5,6%, segui-to dall’Irlanda con il 3,0% e dalla Francia con il 2,7%. Per una corretta lettura delle politiche abitative è necessario considerare anche i dati relativi allo stock di alloggi sociali (sul totale di quelli in affitto) e quella dei nuovi alloggi costruiti (sul totale delle nuove costruzioni). Comunque anche rispetto a questi dati l’Italia è la penultima, dopo il Portogallo, nella graduatoria dei 15 paesi Ue con il 5% di allog-gi sociali in affitto sul tot. allogallog-gi e lo 0,0 % di allogallog-gi sociali sul tot. nuove costru-zioni (dati CECHODAS, 2007).

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spazio confinato (spazio priva-to), ma anche del conteso cir-costante (spazio pubblico) e delle relazioni, a volte osmoti-che, che si instaurano tra i due.

È necessario definire la

“domanda abitativa” sotto il profilo quantitativo e qualita-tivo. In tal senso l’azione pro-grammatoria è il momento chiave per la pianificazione delle strategia di intervento e la valutazione degli impatti derivanti. La domanda, infatti, si evolve costantemente in maniera differente a secondo dei contesti di analisi, allar-gandosi a nuovi soggetti e combinandosi a volte con altri tipi di domanda di carattere

“immateriale”, come il biso-gno di inserimento sociale e di assistenza, la ricerca di un lavoro e altro.

Il concetto di social hou-sing “alloggi e servizi, con forte connotazione sociale, per coloro che non riescono a sod-disfare il proprio bisogno abita-tivo sul mercato (per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata), cercando di rafforzare la loro condizio-ne”,4 sottolinea tale duplice aspetto della domanda.

4Cfr. CECODHAS – Comite Europeen de Coordination de l’Habitat Social,

“Social housing in the UE, Rapporto C.E.”, marzo 2005.

Social Housing, Belgrado.

Insediamento precario, Guatemala.

Gli interventi, di rigenerazione o ex novo, devono contribuire al rafforzamento dell’identità del luogo, o alla creazione dello stes-so, e alla definizione delle future interazioni con il preesistente, con particolare attenzione rivolta all’integrazione o realizzazione di ser-vizi di supporto. Importante è lo studio tipologico, la distribuzio-ne spaziale che varia in relaziodistribuzio-ne al target, ovvero alle categorie di utenza identificate quali destinatarie dell’abitazione, nonché le scel-te formali idonee a favorire il raggiungimento di obiettivi sia di carattere sociale che in termini di qualità dell’abitato.

Alcuni aspetti, emersi durante il tavolo di lavoro, generalizza-bili, ma da studiare adeguatamente in funzione dei diversi contesti di intervento, sono: la flessibilità, intesa come possibilità di aggior-namento tecnologico dell’edificio durante il suo ciclo di vita ed ottimizzazione sul piano strutturale per limitarne i vincoli distribu-tivi e consentire variazioni distributive nel tempo; la sostenibilità locale di materiali e tecnologie, intesa come scelta di materiali e tec-nologie in grado di aumentare la durata dell’intervento, minimizza-re i costi di gestione ed i consumi energetici, ovvero ottimizzaminimizza-re le prestazioni dell’intervento.

Questo ha dei risvolti non solo economici, ma anche sociali;

spesso infatti il degrado fisico contribuisce al degrado sociale.

Inoltre gli interventi possono rappresentare l’occasione per rinsal-dare o promuovere, a seconda dei contesti, lo stretto e necessario rapporto con il settore della produzione edilizia nella prospettiva di una sperimentazione di nuove tecnologie costruttive locali. È emersa le necessità di definire metodi e strategie per il consegui-mento di un equilibrio di lungo termine nella dimensione sociale, economica e ambientale, attraverso un approccio integrato e par-tecipato di tutti gli attori coinvolti nel processo decisionale sin dalle prime fasi di programmazione.

La tematica, vasta e complessa, offre molteplici spunti per interessanti sviluppi di ricerca nell’area tecnologica.

Nel documento SCUOLe DI DOTTORATO 37 (pagine 197-200)

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