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Edizioni quattrocentine dei classici curate da Pomponio Leto

Michele Ferno, a proposito dell’opera di Pomponio Leto, ha scritto: Quae

legeret ille semel uolumina emendatissima in omnem Italiam exibant. Nam corrigendi, et erigendi latinam linguam studiosus adeo fuit, ut non unum ille uolumen profiteretur, quod idem manu sua non transferret207.

Pomponio Leto, dunque, curò, o almeno prese parte, ad alcune edizioni quattrocentine di classici, dei cui testi si servì anche per l’insegnamento.

Purtroppo gli studi sui manoscritti di Pomponio sono proceduti più velocemente di quelli relativi alle opere a stampa, e quindi anche relativamente al suo ruolo nella cura delle edizioni di alcuni auctores.

Il Carini già tentò di abbozzare un elenco delle edizioni romane da lui curate208; Massimo Miglio, pubblicando le prefazioni alle edizioni di Corrado Sweynheym e Arnoldo Pannartz, curate da Andrea Bussi, ha messo in rilievo indirettamente la collaborazione di quest’ultimo con Leto, per esempio nell’edizione di Virgilio (il Bussi, infatti, dedicando a Pomponio la seconda edizione romana di Virgilio, Roma 1471, C 6000; IGI 10180; ISTC iv00151400, parlava espressamente

205

“De magistratibus f. [D IVr]: Scribant alii diffusius, Pomponio satis est placere suis”. 206

Vd. ZABUGHIN 1910-1912 pp. 195-207; ACCAME 2008 pp. 167-172. Per un’edizione del capitolo De

sacerdotiis 70-78, vd. LOVITO 2005 pp. 69-80. 207

Michele Ferno in MANSI 1859 p. 631. 208

degli aiuti avuti da lui)209; di recente, poi, Piero Scapecchi ha riassunto i rapporti di Pomponio con la tipografia, schematizzandoli in due periodi, uno a Roma (in collaborazione con Andrea Bussi e quindi con Sweynehym e Pannartz, con Georg Lauer ed Eucharius Silber) e l’altro a Venezia210.

Sulla base di questi lavori, vengono di seguito riportate le principali edizioni dei classici certamente curate da Pomponio Leto211:

- Varrone, De lingua latina, in collaborazione con Georg Lauer (HC 15852*, IGI 10117, ISTC iv00094000) su invito di Lelio della Valle (Roma 1471-1472)212.

- Festo, De uerborum significatione, in collaborazione con Georg Lauer (Roma 1471- 1472, HR 7037; IGI 3848; ISTC if00142000)213.

- Curzio Rufo, Historia Alexandri Magni, in collaborazione con Georg Lauer (Roma non dopo il gennaio 1472, HCR 5879; IGI 3287; ISTC ic00999000).

- Nonio, De proprietate latini sermonis, in collaborazione con Georg Lauer (Roma 1474-1476 circa, HC 11899; IGI 6927; ISTC in00263000)214.

- Silio Italico, Punica, stampato dalla tipografia eponima (Roma 1471, HCR 14734; IGI 8973; ISTC is00504000).

209

Tu tamen mihi etiam Aetnam Maronis et Cirim integras quidem sed inemendatas, Catalecton uero

etiam corruptius et imperfectum tradisti. Vitam idem diuini uatis breuissime scriptam et nonnullos summarios operis uersiculos, eos quoque qui Hortuli nomine inscribuntur, vd. MIGLIO 1978 p. 43. 210

SCAPECCHI 2007 pp. 41-46; già prima, però Scapecchi si era occupato dei rapporti tra Pomponio Leto e la tipografia in SCAPECCHI 2005 pp. 119-126; un elenco, inoltre, delle principali edizioni dei classici curate da Pomponio Leto si trova già in BASSET- DELZ-DUNSTON 1976 p. 381.

211

Per il presunto o reale coinvolgimento di Pomponio nella cura dell’edizione della Pharsalia di Lucano, Roma 1469 (HC 10231*; IGI 5810; ISTC il00292000) vd. III.5. del presente lavoro.

212

Si aggiungano: Varrone (Venezia 1471-1472 circa, H 15857?; IGI 10118; ISTC iv000095000); Varrone (Venezia dicembre 1474 circa, H 15858 (I); C 5953; IGI 10120; ISTC iv00096000); Varrone (Venezia 1478 circa, HC 15854*; IGI 10121; ISTC iv00097000); Varrone (Brescia 16 giugno 1483, C 5955; IGI 10123; ISTC iv00098000); Varrone (Parma 1480, HC 11903*; IGI 10122; ISTC in00267000), dove sono stampati anche Nonio e Festo.

213

Il De uerborum significatione di Festo è contenuto anche, insieme a Nonio e Varrone, nell’edizione di Parma 1480 (HC 11903*; IGI VI 3853-A ; ISTC in00267000).

214

SCAPECCHI 2005 p. 120 si discosta dalla datazione di IGI (1470 circa) perché il carattere di questa stampa risulta modificato rispetto a quello utilizzato nelle stampe precedenti e anche dalla datazione proposta nel catalogo degli incunaboli della Nazionale di Parigi (1474-1476) per la mancanza delle segnature; va, inoltre, considerato che se Leto era in viaggio tra il 1472 ed il 1473, non poteva curarsi di testi a stampa a Roma, di conseguenza, egli data l’edizione al 1473 circa. Altre edizioni di Nonio curate da Pomponio Leto sono le seguenti: Nonio (Parma 1480, HC 11903*; IGI 6931; ISTC in00267000); Nonio (Venezia 1483, HC 11904*; IGI 6933; ISTC in00269000); Nonio (Venezia 1490, HC 11905; IGI 6934; ISTC in00270000); Nonio (Venezia 1492, HC 11906*; IGI 6935; ISTC in00271000); Nonio (Venezia 1496, H 11907*; IGI 6936; ISTC in00272000); Nonio (Venezia 1498, HC 11908*; IGI 6937; ISTC in00273000); Nonio (Milano 1500, HC 11909; IGI 6938; ISTC in00274000).

- Frontino, De aquaeductibus, in collaborazione con Eucario Silber “Pomponius et

Sulpitius emendarunt” (Roma 1483 – prima del 16 agosto 1487, H 7389; IGI 4104;

ISTC if00324000).

- Plinio il Giovane, Epistolae, in collaborazione con Eucario Silber (Roma 1490, HC 13114*; IGI 7901; ISTC ip00809000).

- Sallustio, Opera, presso il tipografo Eucario Silber (Roma 3 aprile 1490, HC 14217*; IGI 8550; ISTC is00075000)215.

- Virgilio, Bucolica et Georgica, presso Eucario Silber, con commento di Antonio Mancinelli, in fine Disticha di Pomponio Leto, Girolamo Maserio, Andrea Flavio (Roma 20 ottobre 1490, C 6095; IGI 10237; ISTC iv00219500)216.

- Cicerone, Epistolae ad Brutum, ad Quintum fratrem, ad Atticum, presso Eucario Silber, edd. Bartholomaeus Salicetus et Lodovicus Regius, in fine versi di Pomponio Leto ad Agostino Maffei ed al lettore (Roma dopo il 17 luglio 1490, HC 5216*; IGI 2803; ISTC ic0050100)217.

- Donato, Ars Minor, uscita postuma a Venezia nel 1500 presso Giovanni e Gregorio De Gregoriis (ISTC id00347150).

Vi è, inoltre, un testo a stampa per Pomponium correctus218:

215

Altre edizioni di Sallustio curate da Leto: Sallustio (Venezia 11 maggio 1491, HCR 14222; IGI 8551; ISTC is00076000); Sallustio (Venezia 9 luglio 1492, HC(+Add)R 14223; IGI 8552; ISTC is00077000); Sallustio (Milano 31gennaio 1493, HC 14225; IGI 8553; ISTC is00077500); Sallustio (Venezia 5 agosto 1493, HC 14226; IGI 8554; ISTC is00078000); Sallustio (Venezia 1493 circa, HCR 14221; IGI 8555; ISTC is00079000); Sallustio (Torino 25 novembre 1494, HC 14218; IGI 8556; ISTC is00080000); Sallustio (Brescia 13 gennaio 1495, H 14230*; IGI 8557; ISTC is00082000); Sallustio (Venezia dopo il 14 novembre 1495, HC 14229*; IGI 8559; ISTC is00082300); Sallustio (Lione 1495 circa, ISTC is00082350); Sallustio (Lione 7 gennaio 1496/97, HC 14227*; ISTC is00082500); Sallustio (Lione 1497 circa, ISTC is00082700); Sallustio (Parigi 1497/98, ISTC is00083000); Sallustio (Venezia dopo il 14 novembre 1495, HC 14228*; IGI 8558; ISTC is00084000); Sallustio (Venezia 20 luglio 1500, HC 14233*; IGI 8560; ISTC is00085000).

216

Anche Virgilio, Opera (Venezia 1491-1492, C 6071; IGI 10220; ISTC iv00188500). 217

Si aggiungano: Cicerone Epistolae (Venezia 1494-1495 circa, HCR 5212; IGI 2804; ISTC ic00502000; Cicerone Epistolae (Venezia, 12 giugno 1499, HC 5217*; IGI 2805; ISTC ic00503000). Pomponio, inoltre, curò l’edizione dell’opuscolo De re militari di Modesto stampato nelle due edizioni ciceorniane Venezia 1471 (HC 5334*; IGI 2878; ISTC ic00569000) e Reggio Emilia e Bologna 1498- 1499(H 5344*; IGI 2883; ISTC ic00573000).

218

Pomponio, inoltre, avrebbe apportato delle correzioni all’editio princeps del De Architectura di Vitruvio inserite nell’edizione di Giovanni Sulpizio (Roma 1486 circa, C 6269; IGI 10347; ISTC iv00307000) e ancora avrebbe corretto un’edizione di Cornelio Nepote (Venezia 1490 circa, HC(+Add) 5732; IGI 3214; ISTC ic00918000) e supervisionato un’edizione di Marziale (Roma, 1471 circa, HR 10805; IGI 6215; ISTC im00296500), vd. BASSET-DELZ-DUNSTON p. 381.

- Dionisio Periegeta, Descriptio orbis terrae, Roma 1497-1498 presso Johann Besicken (H 6231*; IGI 3489; ISTC id00259200).

Pomponio, dunque, non rimase indifferente all’invenzione della stampa, anzi ne restò talmente affascinato che definì la tipografia una laudabilis inuentio; il suo interesse, però, non sembra essere legato tanto a motivi commerciali quanto alla produzione di testi universitari: il libro impresso e il codice a stampa, infatti, avevano per lui pari dignità, perché entrambi erano funzionali al suo insegnamento219

219

CAPITOLO II

L’ESEGESI A LUCANO PRIMA DI