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Gli effetti delle migrazioni. 41

Le conseguenze nei Paesi della partenza.

La fase di emigrazione ha sempre costituito, per i Paesi in cui avviene la partenza, una soluzione per tentare di arginare l’esubero di disoccupati, una

37 Tagli alla sanità, trasporti, previdenza sociale.

38 Interessi passivi e quote d’ammortamento dei prestiti ricevuti.

39 Nel 1987 l’attivo dei Paesi in via di sviluppo era di 600 miliardi di dollari, contro un debito di 1.050 miliardi di dollari.

40 Materiale tratto da www.cestim.org .

41 Ibidem.

sorta di valvola di sfogo per il lavoro42, in particolare per i Paesi toccati da forti crescite demografiche naturali.

La partenza di un lavoratore sottoccupato, non sempre in possesso di qualifiche elevate, porta una sorta di rivisitazione dei salari, della produzione, e dell’occupazione nei paesi di origine.

Il mercato del lavoro per i primi periodi è alleggerito, e il reddito delle famiglie rimaste in patria tende persino ad aumentare, non solo per un mercato del lavoro più accessibile (soprattutto a livello quantitativo e non sempre a livello qualitativo), ma anche perché gli emigrati inviano denaro al proprio Paese.

Questo denaro è chiamato rimessa dell’immigrato.

La somma delle rimesse di tutti gli emigrati dello stesso Paese, riesce ad incidere positivamente sul bilancio dello Stato, e costituisce un introito notevole a livello di ricchezza effettiva43. Le rimesse però, costituiscono una fonte di ricchezza per il Paese solo se sono utilizzate anche per portare a termine investimenti e non solo a titolo personale: se l’uso è solo privato alla fine possono addirittura favorire l’inflazione, e di conseguenza provocare dei danni all’economia.

Se emigra una persona con alte qualifiche lavorative, la cui formazione professionale è costata allo Stato in termini sanitari, educativi e sociali, il frutto di questo “investimento” sarà rivolto quasi esclusivamente al Paese di arrivo 44: rari ma possibili i casi in cui una persona emigrata riesca a qualificarsi in un paese estero, per poi tornare in patria potendo sfruttare al meglio la propria qualificazione sia in termini operativi che in termini di remunerazione del proprio lavoro.

42 Ibidem.

43 Nel piccolo El Salvador le rimesse rappresentavano, non più tardi di qualche anno fa, già un 5% circa delle entrate dello Stato

44 Una situazione del genere si presentò nella Repubblica Democratica Tedesca, dove l’esodo di laureati e tecnici qualificati portò una lacuna occupazionale nel settore industriale e assistenziale di dimensioni notevoli, che durò non pochi anni.

Se ad emigrare invece sono le persone giovani, di sesso maschile, la popolazione della società di origine subirà uno squilibrio in termini di genere e di carenza forte di manodopera, specie in alcuni settori caratteristici della presenza maschile.

Se l’emigrazione invece risulta essere d’impronta prevalentemente femminile45, si avrà una tendenziale mancanza in settori economici importanti come ad esempio l’agricoltura.

Le conseguenze nei Paesi di arrivo.46

Quando i flussi di persone si spostano ed emigrano, compiono anche uno spostamento della forza lavoro che in breve tempo può abbassare il costo stesso del lavoro, avendo quindi un effetto positivo sulla produttività , permettendo così ad un più grande panorama impresariale di sopravvivere.

La manodopera costituita dagli immigrati, infatti, ha un costo del lavoro relativamente inferiore, poiché i lavoratori stranieri accettano salari più bassi e

45 E’ il caso ad esempio delle donne di Capo Verde, Filippine ed alcuni paesi latino americani.

46 www.cestim.org .

condizioni lavorative più dure rispetto agli autoctoni, per la necessità primaria di avere un’occupazione e per poter, il prima possibile, provvedere al sostentamento della propria famiglia in termini finanziari, senza contare che la regolarizzazione dal punto di vista legislativo della propria presenza sul nuovo territorio non è sempre di facile compimento.

Queste condizioni a cui gli immigrati si sottopongono creano “lavoro nero”, ed una consequenziale economia sommersa, e non portano le imprese a migliorare e promuovere le proprie economie: con l’adeguamento degli immigrati a compiere operazioni rischiose per la propria vita, gli impresari si permettono di non migliorare la qualità della sicurezza sul posto di lavoro, e non si preoccupano di far osservare le norme di base per salvaguardare la propria vita.

Tutto ciò rende le imprese meno competitive, a fronte di una riduzione iniziali dei costi per la produzione diminuisce allo stesso tempo la competitività in settori nei quali, in particolare, è richiesta affidabilità ed alto livello di precisione, per ottenere prodotti di qualità e mantenere alti gli obiettivi di vendita e produzione.

In un Paese a forte tasso di immigrazione allo stesso tempo, si elevano i costi per l’erogazione dei servizi socio-assistenziali: abitazione, formazione scolastica, senza che però esista allo stesso tempo un corrispettivo in termini di contributi versati da parte dei richiedenti i servizi.

Inoltre un Paese con numerosi arrivi di persone immigrate comporta un cambiamento a livello sociale nell’ambito degli agglomerati urbani: la presenza di gruppi numerosi di persone con cultura differente, abitudini ed usanze alimentari, religiose, sociali diverse possono portare in un primo momento alcune difficoltà di assimilazione del “nuovo”: il contatto tra i locali e i nuovi arrivati non è sempre pacifico o ben tollerato, si creano molte volte episodi di forte emarginazione sociale che possono sfociare nel pregiudizio o nella discriminazione, nel razzismo e nell’esclusione immotivata di un immigrato dal contesto sociale solo perché percepito come “diverso”.

Queste problematiche possono persistere nel tempo: il rapporto difficile degli autoctoni con gli immigrati può essere problematico anche con le generazioni

seguenti, le cosiddette seconde generazioni, figli di immigrati nati nel contesto sociale ricevente o altrove, in ogni caso cresciuti socialmente e culturalmente nella “nuova ” patria, e completamente inseriti nella società del Paese di arrivo, anche se di provenienza geografica diversa, ma percepiti nella maggior parte dei casi alla stregua di persone che non conoscono assolutamente la società dove vivono e le regole da osservare, persone dalle quali addirittura dover potenzialmente temere qualcosa.

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