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L’intervista qualitativa. 250

8 La metodologia utilizzata

8.1.4 L’intervista qualitativa. 250

L’intervista qualitativa presenta caratteristiche differenti rispetto al metodo quantitativo: è, infatti, basata su altri parametri d’interpretazione del fenomeno, i dati statistici non hanno una rappresentatività esauriente per l’osservazione del fatto sociale, sono uno strumento utilizzato ai fini della comprensione del fenomeno preso in considerazione.

L’assenza di standardizzazione nel metodo qualitativo, è un elemento determinante per deliberare il grado di libertà dell’intervistato di spiegare le motivazioni delle proprie risposte all’interrogazione, che questa volta non si adagiano su un questionario, ma si snodano attraverso il dialogo effettuato con l’intervistatore, che procede lasciando facoltà di parola alla persona intervistata, per avere più informazioni possibili sugli argomenti da esaminare, ponendo la persona interpellata come “soggetto attivo” della ricerca, cercando di indirizzarla verso una schema definito solo nei tratti salienti251 , lasciando massima libertà di espressione e di approfondimento degli argomenti del soggetto studiato, cercando di “accedere alla prospettiva dell’intervistato”252. Per poter compiere lo studio in questa maniera, è necessario conseguire una sorta di “individualità nell’intervista253”: le informazioni devono essere raccolte secondo criteri

“flessibili”, i quali possono adattarsi ad una pluralità di soggetti, permettendo a tutti gli interpellati di utilizzare la massima capacità d’espressione di linguaggio e di esplicazione dei concetti. Di conseguenza, “lo strumento dell’intervista non può essere standardizzato: dal che ne consegue che produrrà dati fra loro disomogenei, difficilmente confrontabili”254.

249 Nel caso di studio di una popolazione clandestina invece, si adotta la tecnica del campionamento a “valanga” (cfr. P. Corbetta op. cit. pag. 410), con il quale, ad esempio, si interroga una determinata popolazione, ma il momento iniziale non è definito da un percorso statistico ma bensì di conoscenza personale degli autori dell’inchiesta (a causa delle difficoltà causate appunto, dalla clandestinità).

250 P. Corbetta, op. cit.

251 L’intervista può essere, infatti, strutturata, semi-strutturata, e non-strutturata.

252 P. Corbetta. Op. cit. pag. 407.

253 Ibidem.

254 P. Corbetta, op. cit. pag. 407.

Se in questa metodologia l’interrogazione è uno strumento per la comprensione della realtà sociale, questo modus operandi si rifletterà sul numero di persone da intervistare, e sulla finalità stessa dell’intervista: in questo caso infatti non ci sarà più l’obiettivo della “giustificazione”255, ma bensì l’esigenza della comprensione totale del fenomeno studiato, che non esclude l’obiettivo precedente, anzi, ne fa uso, ma rimane una sorta di “sottoprodotto”256: la priorità infatti sarà sempre indirizzata verso la rilevazione dei fenomeni dal punto di vista comprensivo e non statistico.

A questo proposito, l’assenza del campione rappresentativo nel metodo qualitativo è un altro fattore caratterizzante: malgrado il fatto che anche in questo percorso esista la necessità di individuare un campione di persone da intervistare, queste ultime sono raggruppate con l’intento di proporre conversazioni ad hoc, come fossero una varietà di individui che simbolicamente ricoprono il panorama di molteplicità delle situazioni sociali, per riprodurre su scala ridotta, grazie ai risultati delle interviste, le caratteristiche generali della popolazione osservata. L’obiettivo della rappresentatività quindi è “tralasciato”:

non si cerca più un campionamento che abbia tutte le caratteristiche che si vogliono osservare, ma si procede valutando circa un centinaio di casi, scegliendo le persone da intervistare con il criterio fisso delle “quote”257, e con la discrezionalità dell’intervistatore.

L’interesse dell’intervistatore è quindi incentrato sulla lettura e comprensione totale dei fenomeni, e soprattutto dei soggetti studiati. L’obiettivo è inoltre di

“ricostruire storie”258, attraverso il metodo dell’intervista, per comprendere, partendo dall’individuo e non dalle “variabili statistiche”, ciò che le persone riflettono nella società a livello di fenomeni e comportamenti individuali o di gruppo.

255 Il momento cioè della messa alla prova del controllo empirico (P. Corbetta, op. cit. pag. 408).

256 P. Corbetta, op. cit. pag. 409.

257 La quantità di persone maggiormente tenute in considerazione nelle interviste qualitative, è di circa un centinaio di individui, numero insufficiente per qualsiasi obiettivo di rappresentatività.

258 P.Corbetta. op. cit.

8.1.5 L’intervista semi-strutturata.259

Il metodo di interrogazione scelto per i soggetti delle seconde generazioni di immigrazione che verranno interpellati è quello qualitativo, verificato empiricamente con le interviste semi-strutturate.

L’intervistatore in questo caso possiede solo una traccia indicativa degli argomenti da approfondire nel corso dell’intervista.

La discrezionalità dell’intervistatore entra in gioco nel momento in cui sono decise le domande da porre, i temi da affrontare, l’impostazione che può prendere il discorso a livello di dialogo con l’intervistato.

La traccia dell’intervistatore può essere curata nel dettaglio o avere caratteristiche generiche, come ad esempio possedere solo una lista di argomenti da affrontare, oppure un elenco di domande pre-strutturate in maniera più approfondita ed analitica.

Questo modo di procedere con l’intervista porta maggiore libertà all’intervistatore e all’intervistato stesso, garantisce peraltro il fatto che tutti i temi hanno la possibilità di essere affrontati e approfonditi.

L’intervistatore ha il compito di non far uscire al “perimetro” del percorso dell’intervista il soggetto interpellato: non dovrà quindi affrontare temi non previsti dalla traccia, e, qualora l’intervistato tenda a uscire fuori dagli argomenti attesi, il compito dell’intervistatore sarà quello di riportare il soggetto studiato nell’ambito dell’indagine.

E’però possibile che l’intervistato sviluppi temi che nascano all’interno della stessa intervista: queste tematiche nate dalla conversazione rientreranno in maniera consona nell’indagine solo saranno ritenuti fondamentali ai fini di una più completa interpretazione del fenomeno osservato.

La flessibilità che è possibile intendere da questa tipologia d’indagine è propria dell’intervista semi-strutturata , nonché della metodologia qualitativa.260

259 P. Corbetta, op. cit. pag. 415.

260 P. Corbetta, op. cit. pag. 414-415.

Questo tipo d’intervista permetterà ai soggetti intervistati nell’ambito delle problematiche interculturali delle seconde generazioni di immigrazione di dare maggior risalto alle loro osservazioni sulle condizioni sociali in cui vivono nel contesto genovese, esprimendosi in maniera libera senza le costrizioni esplicative di una risposta chiusa o il distacco dalla comprensione umana e psicologica che porterebbe la compilazione di un questionario.

9 Le interviste. La realtà dei giovani immigrati a

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