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Lo studio delle fasi migratorie attraverso la “periodizzazione”. 47

I fenomeni migratori si evolvono rapidamente, cambiano, i flussi di movimento migratorio si manifestano con variabile rapidità, sia spaziale che temporale.

Un metodo più chiaro per sviluppare un quadro generale del fenomeno e per inquadrare gli spostamenti delle migrazioni nei contesti economici e politici in cui questi si inseriscono e la maniera in cui interagiscono con la società, è la periodizzazione storica48 .

Queste sono le fasi principali della periodizzazione in termini storici recenti:

1830-1915: Il periodo della “grande emigrazione”49 e dello sviluppo industriale .

Questo periodo è contraddistinto dalle grandi emigrazioni di massa, con particolare attenzione alla destinazione extraeuropea per eccellenza, ovvero l’America. Saranno realizzate grandi opere pubbliche, la crescita delle industrie subirà una sorta di serializzazione, l’espansione urbana subirà una forte accelerazione , e verrà richiesta manodopera in ampia quantità. Gli ingressi nei Paesi sono scarsamente regolati, con eccezione del rispetto di alcune norme igienico sanitarie, e non è richiesta forza lavoro qualificata, l’analfabetizzazione o la povertà non sono condizioni restrittive per l’ingresso in un Paese di un lavoratore.

47 Tratto da “Sociologia delle migrazioni” di M. Ambrosini ed. il Mulino 2005 Bologna op. cit.

pag. 24 e segUEnti.

48 Limitando il raggio di studio alla storia contemporanea.

49 Per l’Italia la grande emigrazione partirà dal 1880 circa.

Dall’Italia partono movimenti di emigrazione verso i Paesi vicini, non solamente in direzione degli Stati Uniti : Francia, Svizzera, Germania sono le mete più praticate.

Nel complesso in questo periodo si muovono nel globo quasi tredici milioni di persone.

Il periodo tra le due guerre.

Questo momento storico è caratterizzato dall’emergere del fenomeno delle espulsioni, deportazioni, esodo di profughi50. Nuova manodopera viene richiesta dagli Stati per cercare di sopperire alle perdite belliche.

Negli anni Venti nasce l’Ufficio Internazionale del lavoro51 presso la Società delle Nazioni52, e l’idea di una regolamentazione dei flussi migratori tramite trattati ed accordi internazionali prende piede, contribuendo così ad un aumento della regolarizzazione e della gestione del fenomeno migratorio.

50 In particolar modo dall’Unione Sovietica.

51 È un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, con particolare riferimento a qUElli riguardanti il lavoro in tutti i suoi aspetti. È stata la prima agenzia specializzata a far parte del sistema delle Nazioni Unite nel 1946, ma la sua fondazione risale al 1919. Ne fanno parte 178 Stati e le lingUE ufficiali sono inglese, francese e spagnolo. Ha sede a Ginevra.

L' Organizzazione è comunemente conosciuta attraverso i suoi acronimi: ILO in inglese (International Labour Organization), OIT in francese (Organisation International du Travail) e OIL in italiano.

52 La Società delle Nazioni fu un'organizzazione internazionale fondata il 25 gennaio 1919, prevista dalla parte I del Trattato di Versailles, con l'intenzione di portare ad una riduzione degli armamenti, dirimere le dispute tra le nazioni e mantenere le condizioni di vita dei popoli. Questo era ampiamente motivato dal bagno di sangUE che fu la prima gUErra mondiale. La proposta giapponese sulla Clausola d’eguaglianza razziale nel patto della Società fu la causa del rifiuto del Congresso statunitense a aderirvi, dopo gli sforzi del presidente Wilson per crearla come naturale evoluzione dell'umanità dagli orrori delle trincee e dei bombardamenti. La Clausola d’eguaglianza razziale non fu mai approvata per il veto britannico, paralizzando l'autorità morale della Società e, secondo molti storici, creando le premesse culturali per l'aggressione di Pearl Harbour ed il pangermanismo proto-nazista. Mentre la Società fallì nel prevenire la seconda gUErra mondiale, ebbe successo nel gestire i conflitti minori durante tutti gli anni '20. La Società tenne il suo primo incontro il 10 gennaio 1920 e il giorno stesso ratificò il Trattato di Versailles, ponendo ufficialmente fine alla prima gUErra mondiale. La prima assemblea generale della Società si tenne a Ginevra il 15 novembre 1920. La Società si dissolse formalmente il 18 aprile 1946 e trasferì la sua missione alle Nazioni Unite.

Negli Stati Uniti la rigidità dei parametri di entrata nel Paese e la crisi del ’2953 , provocano una drastica discesa del flusso migratorio, sostenuta inoltre dall’avvento del fascismo in Italia, che ostacola le partenze.

I numeri parlano chiaro: si scende verso le 2-300.000 partenze l’anno negli anni Venti, e intorno a 100.000 partenze negli anni Trenta. Nello stesso periodo si avviano alla massima espansione i regimi totalitari in Europa, che provocheranno un enorme esodo di rifugiati ed oppositori politici.54

Il periodo della “ricostruzione”.

Dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Cinquanta l’umanità vive una sorta di rilancio migratorio, risorto dalle ceneri di un conflitto bellico lungo e difficile quale è stata la Seconda Guerra Mondiale.

La Francia, la Svizzera e il Belgio richiedono manodopera dall’Italia, l’Inghilterra ricorre agli Irlandesi e la Svezia ai finlandesi, la Germania riceve ondate di profughi dall’Est europeo che alimentano il mercato del lavoro e la Franca ottiene forza lavorativa dall’Algeria.

La situazione dei profughi non trova soluzione, ed i numeri sono in costante aumento: rappresentano più della metà dei due milioni e mezzo di europei che tra il 1947 ed il 1951 hanno tentato la fortuna oltreoceano.

In Italia arrivano circa 400.000- 500.000 persone, provenienti dalla zona Istriana e dalla Dalmazia. Per quanto riguarda le partenze italiane invece, tra il 1946 ed il 1951 il numero stimato è di circa un milione di persone (Pugliese 2002)55. Cominciano inoltre le migrazioni territoriali interne, dalle zone rurali ed arretrate del Paese verso i maggiori poli industriali del Nord (Torino, Milano, Genova).

53 Il termine “Crisi del ‘29”(detta anche Grande depressione, grande crisi o crollo di Wall Street), indica una crisi economica eccezionale per estensione e durata. Fu aperta dal crollo della Borsa di Wall Street a New York il 24 ottobre 1929 (Giovedì nero), che perdurerà fino al 29 ottobre (Martedì nero).

54 Gli ebrei in fuga dalla Germania, e gli antifascisti italiani, scappati dopo la promulgazione delle leggi razziali .

55 “Sociologia delle migrazioni” di M. Ambrosini ed. il Mulino 2005 Bologna, op. cit. pag. 24 e segUEnti.

Il periodo del decollo economico.

Questo momento è caratterizzato dagli accordi internazionali per la gestione della manodopera lavorativa, e dalla rapida regolarizzazione dei lavoratori, anche quando l’entrata in un paese straniero avveniva senza i regolari permessi di soggiorno.

Le zone di reclutamento del lavoro si allargano con la partecipazione di nuovi Stati56 e l’emigrazione dalla zona nord africana verso la Francia ed il Benelux57 cresce in misura esponenziale. Intorno agli anni Cinquanta gli italiani costituiscono circa un 50% dei migranti dell’intero Mercato Interno Europeo, e sono frequenti anche le migrazioni a livello nazionale, dal Mezzogiorno verso il Nord Italia: questa fase di partenze e mobilitazione viene interrotta impetuosamente dallo shock petrolifero del 1974, anche se dai primi anni del Settanta iniziavano i rallentamenti dei flussi migratori, a causa delle politiche restrittive più frequenti in ambito di gestione delle entrate di nuovi lavoratori nei vari Paesi .

Grazie infine alla recessione e all’impennata della disoccupazione diversi Paesi europei, in particolare dell’Europa centro Settentrionale, decidono di non ammettere più forza lavoro immigrata, cercando addirittura di procedere al rimpatrio dei lavoratori già inseriti nella società di arrivo, con scarsi risultati.

Il periodo del blocco ufficiale delle frontiere verso l’immigrazione per motivi di lavoro.

Questo è un arco temporale che inizia nel 1974: durante questo momento non tutte le nazioni europee riuscirono ad attuare il blocco dell’emigrazione, solo la

56 Portogallo, Spagna, Turchia e Grecia.

57Il Benelux è una regione dell'Europa composta da Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Il nome è formato dalle iniziali del nome di ogni paese e fu creato per l'Unione economica Benelux, ma attualmente viene usato in maniera più generalizzata.

L' Unione economica Benelux fu siglata nel 1944, ma divenne operativa solamente nel 1958 per promuovere liberi movimenti di lavoratori, capitali, servizi e merci nella regione. La sua creazione contribuì alla nascita dell'Unione Europea, nonostante le organizzazioni precursori della UE fossero state fondate prima. I tre paesi furono anche i fondatori dell’UE, insieme a Germania Occidentale, Francia ed Italia.

Germania tra il 1975 ed il 1977 arrivò a ridurre in maniera consistente il numero degli immigrati.

L’Europa, soprattutto quella meridionale, subisce in questo periodo grandi ondate di immigrazione, diventa il polo di attrazione del grande bacino di partenze formato in Europa dell’Est, in particolar modo dal 1989, subito dopo la caduta del muro di Berlino.

L’ingresso degli stranieri nei paesi europei prosegue tramite il meccanismo dei ricongiungimenti familiari, le richieste d’asilo, o semplicemente, grazie agli ingressi irregolari.

Ora, la situazione è differente grazie alla stipulazione degli accordi di Schengen58, i quali adottano il principio di controlli più vigorosi nei riguardi degli arrivi dall’estero dell’Unione Europea e, grazie all’ingresso del 2004 nell’Unione Europea di dieci nuovi membri provenienti dell’Europa dell’Est, si percepisce il destino dell’ Unione europea come un insieme di Stati che dovranno sempre di più essere in grado di gestire le loro politiche migratorie e i loro flussi d’entrata nei diverso Paesi, per cercare di incoraggiare l’entrata non solo di lavoratori generici, ma anche di persone qualificate che sono in grado di migliorare la qualità del lavoro di un Stato, e dare una svolta in senso positivo all’economia.

Ovviamente i Paesi membri dell’ Unione Europea, devono essere in grado di attrarre non solo lavoratori molto qualificati, ma anche la cosiddetta

58Gli Accordi di Schengen sono una convenzione tra Stati membri dell'Unione Europea. Con il Trattato di Amsterdam tali accordi sono parte integrante del Trattato dell'Unione Europea (meglio noto come Trattato di Maastricht). Contenuti principali degli Accordi.

I contenuti principali degli Accordi sono:

abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dello Spazio Schengen;

rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dello Spazio Schengen;

collaborazione delle forze di polizia e possibilità di qUEste di intervenire in alcuni casi anche oltre i propri confini (p.es. durante gli inseguimenti di malavitosi);

coordinamento degli Stati nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale (p.es. mafia, traffico d'armi, droga, immigrazione clandestina);

integrazione delle banche dati delle forze di polizia.

manodopera, sebbene questo procedimento venga percepito come sconveniente dal punto di vista politico: per questo sono stati creati degli escamotagès, per poter conciliare la permanenza di un lavoratore immigrato in uno Stato straniero, nel caso subentri la difficoltà di regolare la propria posizione in via definitiva, per via delle politiche restrittive riguardo ai flussi d’entrata degli immigrati nei Paesi. Questa via di fuga si presenta con il contratto a breve durata59, adottato soprattutto nel caso tedesco al fine di disciplinare i percorsi migratori delle persone. Questa forma contrattuale è utilizzata anche perché le politiche migratorie, per decisioni dei governi statali, tendono a diventare sempre più restrittive e gli allargamenti del territorio destinato all’ Unione Europea procedono nel tempo: inoltre, benché le grandi migrazioni di massa preventivate con l’ingresso di nuovi Stati nell’UE60 non sono ancora accadute, l’Unione Europea dovrà essere in grado di gestire i movimenti dei lavoratori provenienti dai nuovi Paesi cosiddetti membri.

1.4.5

Le fasi e i cicli dell’immigrazione dal punto di vista

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