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Dati statistici sulla presenza nel territorio italiano d’emigrati di seconda generazione: un’ introduzione al

3 Le rilevazioni statistiche

3.1 Dati statistici sulla presenza nel territorio italiano d’emigrati di seconda generazione: un’ introduzione al

tema.

Dopo aver concentrato l’analisi sulla definizione della terminologia attinente alle seconde generazioni, ora è possibile puntare l’attenzione su ciò che riguarda la distribuzione nel territorio italiano dei giovani immigrati, i quali, sebbene in un registro incompleto dal punto di vista statistico (infatti, per i ragazzi sotto i 14 anni non vi è trascrizione delle loro generalità), hanno, presso i singoli Comuni italiani, una sorta d’archiviazione dei loro dati che, se presi in esame, grazie anche all’analisi dei dossier (ricordiamo che il più completo tra i rapporti è quello annuale dell’Istat72, non redatto però su fonti dirette del Ministero dell’Interno), possono fornire un quadro abbastanza completo e rilevante della loro presenza in Italia, che diventa fonte molto importante d’informazione a livello regionale e nazionale, per prendere in esame iniziative da proporre a livello amministrativo e istituzionale a livello nazionale e regionale.73

Avere la possibilità di capire com’è distribuita annualmente la popolazione straniera sul territorio nazionale, è fondamentale, non solo per avere un quadro esauriente della situazione attuale sociale, ma anche per comprendere come

72 Istat : Istituto Nazionale di Statistica.

73 Altra fonte informativa è rappresentata dai dati del Ministero dell’Interno e dai pubblici uffici demografici e di rilevazione statistica dei singoli Comuni.

procedere con le politiche migratorie e di riforma, sia a livello d’organizzazione del lavoro, che a livello scolastico e di formazione individuale delle persone residenti in Italia.

In questo ambito un importante ruolo può essere svolto dalle politiche di migrazione, attive tramite un coordinamento ed un’organizzazione a livello prevalentemente regionale: i rapporti statistici74 infatti, denotano una visione completa della distribuzione della popolazione straniera sul territorio, ma è altamente probabile la disomogeneità di tale distribuzione a livello nazionale.

L’ipotesi più probabile infatti, è che gli stranieri tendono a stabilirsi con affluenza maggiore in determinate aree piuttosto che in altre, e per questa motivazione i coordinamenti politici attivi e funzionali a livello regionale possono essere maggiormente efficaci per la gestione completa dell’integrazione fra etnie, che è poi il problema principale che affligge lo Stato Italiano.

Oltre ai coordinamenti regionali è ottimista pensare a una sorte di collaborazione a livello transnazionale, argomento che si ripropone nella sua indagine il Libro Bianco : è giusto ricordare che il metodo collaborativo a livello istituzionale è forse il più immediato per raggiungere dei risultati concreti, anche nel rapporto di comunicazione tra cittadino residente o immigrato, e con le istituzioni del Paese ricevente.

Infatti, se il problema della comunicazione fa parte di una serie di difficoltà di cui la persona immigrata si sente oggetto, è giusto che la società ricevente opti per una scelta di integrazione particolarmente “mirata” ai problemi concreti e caratteristici di una determinata area regionale.

74 Rif . Rapporti annuali Istat, Caritas/Migrantes.

3.2 I numeri .

75

All’inizio del 2005, secondo la stima di Caritas76 e Migrantes77, gli immigrati regolari in Italia sono 2.786.000, mentre nel 1970 erano solo 144.000 mila.

Essi costituiscono più di un decimo dei 23 milioni d’immigrati soggiornanti nei 25 Stati membri dell’Unione Europea.

Tra 10 anni gli immigrati saranno 6 milioni e più in là potranno arrivare ad un sesto della popolazione, come avviene adesso in Canada, uno dei paesi a più alta incidenza di stranieri.

Nella tabella sottostante possiamo constatare la presenza di soggiornanti stranieri nel 2004 secondo le stime del rapporto Caritas/Migrantes 2005, suddivise per le stime del Nord, Centro , Sud :

75 Caritas e Migrantes: ”Immigrazione è globalizzazione”, dossier sull’immigrazione 2005.

76 La Caritas Italiana è l’organismo pastorale voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana, al fine di promuovere , anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, n forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con una prevalente funzione pedagogica.

77 La fondazione Migrantes è l'organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per assicurare l'assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri, per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti ed opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella stessa comunità civile la comprensione e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza rispettosa dei diritti della persona umana.

I minori sono circa mezzo milione e, le nuove nascite corrispondono al numero di 48.384 neonati l’anno,ovvero pari all’8.6% di tutte le nascite nel territorio Italiano.

I figli d’immigrati iscritti a scuola in questo periodo sono circa 362.000.

E’ possibile assistere quindi ad uno stanziamento delle seconde generazioni di origine immigrata situate per la maggior parte tra i banchi delle aule scolastiche che si caratterizzano per obiettivi concreti, nonché per un atteggiamento nei riguardi della formazione scolastica di tipo serio e ambizioso: l’educazione è intesa e percepita a livello di investimento, la scuola di conseguenza ha il compito morale e materiale di concretizzare le ambizioni e l’impegno di questa nuova seconde generazioni.

Il radicamento in Italia è molto forte.

Attualmente 800.000 persone hanno maturato una presenza di 5 anni nel nostro Paese e nel 2008 diventeranno un milione e mezzo.

Zone STIMA TOTALE

2004 Valore assoluto

DI CUI MINORI Valore assoluto

Nord 1.651.684 324.984

Centro 755.373 111.222

Sud 277.164 36.399

Isole 102.118 18.625

ITALIA 2.786.340 491.230

La tendenza all’inserimento stabile è attestata anche dal mercato immobiliare:

ogni otto case vendute, una è acquistata da un immigrato. Solo nel 2004, gli immigrati hanno investito in immobili 10 miliardi di euro, in buona parte ricorrendo ai mutui.

Focalizzando l’analisi sulla distribuzione territoriale dei giovani stranieri, possiamo notare che vi è una netta prevalenza dei minori stranieri nelle fasce d’età più giovani.

I minori stranieri tra i banchi di scuola secondo il Ministero dell’Istruzione nell’anno 2004/2005 sono circa trecentosessantamila ovvero il 4% della popolazione scolastica complessiva; erano il 20% rispetto l’anno precedente e provenivano da ben 187 Paesi diversi, in pratica da tutto il mondo.

L’incidenza dei minori stranieri non è omogenea sul territorio, infatti, è stato rilevato che anche tra regioni confinanti ci sono differenze rilevanti.

Le cause di queste differenze sono in primo luogo attribuibili alle opportunità di lavoro delle differenti realtà territoriali.

Altrettanto importante è il tipo d’aggregati nazionali insediati nelle diverse zone, e l’anzianità d’immigrazione raggiunta nelle varie aree del Paese.

3.3 La distribuzione territoriale nazionale dei minori

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