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LE ELEZIONI DEL 1994 : EFFETTI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO

MAGGIORITARIO: IL MATTARELLUM

3.1.1. LE ELEZIONI DEL 1994 : EFFETTI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO

Alla luce della legge elettorale approvata, per comprenderne gli effetti ritengo sia importante osservare i risultati attraverso un'analisi territoriale del voto : i collegi uninominali, che attribuiscono il 75% dei seggi, mettono in luce l'articolazione del voto che naturalmente varia in base alle zone geografiche.

Anzitutto la scissione della Democrazia Cristiana, che diede vita al Partito Popolare Italiano guidato da Martinazzoli (maggioranza) e al Centro Cristiano Democratico di Casini (minoranza), rappresenta la fine di uno storico partito di massa, rimasto al governo ininterrottamente per quasi cinquant’anni, unico caso tra le democrazie europee, fu un esempio sintomatico del processo di trasformazione dei partiti.

Essendo in vigore un sistema misto ma comunque a prevalenza maggioritario, il fenomeno coalizionale cambia completamente : alle elezioni del 1994 c'è la presenza di coalizioni pre elettorali, che si contrappongono a quelle che si formavano dopo il voto in gran parte del periodo di vigenza del sistema proporzionale.

Grazie al meccanismo del Mattarellum, che premia le coalizioni a sostegno dei singoli candidati nei collegi uninominali, si costituiscono in breve tempo tre distinte coalizioni : I Progressisti, la aggregazione composta da Partito Democratico della Sinistra, Rifondazione Comunista, Verdi e socialisti. Il Patto per l’Italia, aggregazione di centro tra il Partito Popolare Italiano e la Lista di Mario Segni. A destra Forza Italia stringe accordi con la Lega Nord nei collegi settentrionali e con l’MSI-Alleanza Nazionale in quelli del centro-sud, dando vita rispettivamente al Polo delle Libertà e al Polo del Buon Governo. Nella quota maggioritaria – pari al 75% dei seggi – il centro-destra si afferma in larga parte dei collegi uninominali del nord, del centro-sud – in particolare Lazio, Campania e Abruzzo – e delle isole, per un totale di 302 collegi (su 475).

I Progressisti conquistano 164 collegi, buona parte dei quali in territori storicamente “favorevoli” al centro-sinistra e in alcune regioni del sud Italia,come Puglia, Basilicata e Calabria.

Nella quota proporzionale, corrispondente al 25% dei seggi sia alla Camera che al Senato, Forza Italia risulta il primo partito con il 21% dei consensi seguito a ruota dal PDS, al 20,3%105.

Il risultato di FI è ottimo soprattutto in Piemonte, Lombardia e Sicilia

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dove raggiunge punte del 33%. Il PDS si conferma in crescita rispetto alle precedenti elezioni (+4%), ma dal punto di vista territoriale l’incremento è circoscritto al centro-sud.. Il Patto guidato da Segni ottiene il 15,7% riportando buoni risultati in Sardegna, Veneto e Puglia ; e se da una parte la Lega si stabilizza intorno al 8% (lo stesso dato del 1992) dall’altra MSI-Alleanza Nazionale registra un exploit di ben 8 punti percentuali, salendo al 13,4% e affermandosi come primo partito nel Lazio e in Puglia106.

Credo possa essere interessante analizzare i risultati delle prime elezioni con un sistema maggioritario alla luce di alcune delle “leggi” di Sartori a proposito del sistema maggioritario, rispondendo alla domanda sulla possibile generalizzazione che si poteva fare riguardo all'influenza dei sistemi elettorali107.

Anzitutto il nuovo sistema elettorale va messo in relazione al formato bipartitico : se la principale causa che portò all'introduzione del Mattarellum fu l'instabilità politica e questa era considerata una diretta conseguenza di quel multipartitismo che aveva caratterizzato il lungo periodo del sistema proporzionale, è ora da comprendere se il cambiamento di sistema elettorale ha prodotto un sistema bipartitico. Secondo il politologo infatti il maggioritario non produce di per sé un formato bipartitico ma aiuta a mantenerlo108 : alla luce

degli esiti delle elezioni del 1994, possiamo affermare che non vi è la nascita di un sistema bipartitico . Ma vi è di più : il nuovo sistema non vede una riduzione significativa , a livello quantitativo, del numero di formazioni politiche ; il nuovo assetto politico-partitico perde la polarizzazione ma acquista una frammentazione sconosciuta nel passato, tanto da non assicurare la governabilità nel nuovo contesto di democrazia maggioritaria109.

Infatti, la prevalente competizione maggioritaria nei collegi uninominali ha rappresentato un antidoto alla potenziale moltiplicazione e atomizzazione delle formazioni politiche tipica di situazioni di transizione, obbligando i partiti alla ricerca di convergenze elettorali e programmatiche110.

E' soprattutto l'elemento correttivo della soglia di sbarramento l'elemento di novità, ma principalmente sul nuovo sistema partitico incidono due fattori, che il politologo tratta nelle sue “leggi” : il livello

106 Cfr. Elezioni che hanno fatto la storia : il 1994, in www.youtrend.it.

107 Cfr. G.SARTORI, Ingegneria costituzionale comparata, Bologna, Il Mulino, 1995, p.53. 108 Cfr. G.SARTORI, Ingegneria costituzionale comparata, Bologna, Il Mulino, 1995, p.53. 109 Cfr. O.MASSARI, La parabola dei partiti in Italia, in Democrazia e diritto n. 3-4 , 2009 , cit.

p.31.

110 Cfr. A.AGOSTA, Sistema elettorale e sistema politico : una spirale infinita, in

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di strutturazione delle formazioni politiche e il livello di dispersione nei collegi di quella porzione di elettorato restìa a “qualsiasi pressione del sistema elettorale”111.

Al contempo il suddetto bipartitismo diviene impossibile alla presenza di minoranze (per esempio linguistiche) che rifiutano di farsi rappresentare dai due maggiori partiti.

Il caso della Lega Nord in questo senso è sintomatico : l' 8,4% ottenuto alla Camera nella parte proporzionale è da osservare insieme ai dati dei collegi uninominali, che fotografano , nel Nord Italia, da consensi molto alti : superiori al 20% nei collegi uninominali del Veneto, con un 28% ottenuto nella circoscrizione Lombardia 2. Tramite una breve analisi territoriale, possiamo osservare come, mentre alcune regioni esprimono un orientamento politico-elettorale piuttosto omogeneo (la Toscana e l'Emilia Romagna al centro- sinistra, ad esclusione delle province di Lucca e Piacenza, il Lazio e la Lombardia alle coalizioni di centro-destra, eccezion fatta per le province di Viterbo e Mantova) , in altre (Liguria, Campania, Abruzzo) la situazione varia moltissimo da collegio a collegio.

Vince dunque la coalizione di centro-destra. Ricevuto l’incarico dal Capo dello Stato Scalfaro, il 10 maggio 1994 Berlusconi scioglie la riserva e presenta la squadra di governo, il primo con la partecipazione diretta di esponenti del vecchio MSI.

Ma il governo avrà vita breve: dopo la rottura con Forza Italia, la Lega uscirà dalla maggioranza determinando la caduta del governo112.

Possiamo ora osservare la forte interdipendenza tra il mutamento di sistema elettorale e una forte variazione del sistema partitico, la cui natura è ancora fluida : fluidità accentuata dal fatto che proprio il maggioritario a turno unico in collegi uninominali, intervenendo in una fase di destrutturazione radicale dei vecchi partiti e spingendo alla necessità di larghe alleanze elettorali per la vittoria nei collegi uninominali, offre quindi anche a piccolissimi partiti un potenziale di coalizione e di ricatto (nel momento della costituzione delle alleanze elettorali per la conquista dei seggi nella parte maggioritaria) che ne facilita la formazione e la riproduzione113.

I primi effetti del nuovo sistema elettorale misto a netta prevalenza maggioritaria attengono alle decisioni delle formazioni politiche

111 Cfr. G.SARTORI, Ingegneria costituzionale comparata, Bologna, Il Mulino, 1995, p.53. 112 Cfr. Governo Berlusconi I , in www.governo.it.

113 Cfr. O.MASSARI, La parabola dei partiti in Italia, in Democrazia e diritto n. 3-4 , 2009 , cit.

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anzitutto in riguardo alle strategie elettorali, in particolar modo sulle scelte coalizionali.

Come osserveremo analizzando il periodo di vigenza del maggioritario , la coalizione presenta una notevole influenza non soltanto sui singoli partiti che la compongono ma determina un effetto anche in riferimento ai singoli candidati , che spesso la rendono poco più di un mero cartello elettorale.

Il rapporto reciprocamente strumentale tra l’aggregazione e le forze aderenti trova cioè un frequente sbocco nel comportamento di coloro che vengono investiti della candidatura.

La selezione del personale politico avviene da parte dei gruppi dirigenti del sistema partitico e questo è un dato che induce i candidati ad orientare la campagna elettorale con un’attenzione rivolta al proprio elettorato di riferimento molto più che in un’ottica unitaria con gli altri componenti della coalizione, che pure dovrebbero rappresentare : questa assume quindi il ruolo di contenitore dove inevitabilmente confluiscono identità , e di conseguenza contenuti , di estrazione politica assai distante (e talvolta antitetica).

Nella tornata elettorale del 1994 , mentre abbiamo visto che il blocco coalizionale del centro-sinistra si presenta omogeneo comprendendo un vasto numero di forze (anche ideologicamente assai distanti tra loro ma accomunate da un programma elettorale condiviso), il centro-destra pone in essere due distinti raggruppamenti : nei collegi uninominali del centro-nord Forza Italia presenta un'alleanza con il centro cristiano democratico e la Lega Nord, mentre nei collegi uninominali del centro-sud rimane l'alleanza con il CCD ma l'aggregazione comprende Alleanza Nazionale.

Sommando due diverse coalizioni territoriali, con la sola Lega al Nord al settentrione e con la sola AN al Sud, l’offerta politica rispondeva alla bipolarizzazione strisciante del corpo elettorale114.

Il Patto per l'Italia di Segni, che si presentava come terza forza, non ottiene il risultato sperato e questo secondo Sartori è un effetto tipico di un sistema elettorale come il Mattarellum: nelle sue “leggi” infatti il politologo sostiene che, se non rappresentano minoranze linguistiche o comunque un elettorato molto concentrato geograficamente in un'area, i terzi partiti vengono penalizzati115.

114 Cfr. S.CECCANTI, La trasformazione strisciante delle istituzioni, in

www.scienzaepolitica.unibo.it , 2003 , pp.3ss.

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