La stabilizzazione di intere famiglie albanesi80 in immigrazione è un fenomeno in aumento. Inizialmente il progetto emigratorio si è rivelato di natura individualistica (cioè tradizionalmente l‟emigrare è una scelta del capo famiglia albanese oppure del figlio). Successivamente al suo arrivo in Italia (es. in Veneto), l‟immigrato albanese ha cercato di creare le condizioni favorevoli per il ricongiungimento della famiglia, regolamentata dalla legislazione italiana in materia di immigrazione. In altri casi, molti giovani albanesi hanno scelto di creare la propria famiglia in Veneto sposando giovani albanesi che vivono in Albania o in Italia, oppure persone di cittadinanza diversa (italiana o altra) per cui si sono formate delle coppie miste. La maggior parte dei giovani intervistati ha scelto di condividere la propria vita in immigrazione con un/una partner albanese. La questione del matrimonio fra emigrati in Italia e donne albanesi (rimaste in patria) è una questione ricca di peculiarità, che incidono sulla propensione della preservazione dell‟identità etnica e culturale da parte degli albanesi.
Gli emigrati albanesi, che al momento della partenza erano sposati e hanno lasciato la propria famiglia in Albania, hanno progettato l‟emigrazione dell‟intera famiglia in un secondo momento, dopo il raggiungimento delle condizioni necessarie. L‟auspicio iniziale è quello di trovare, in Veneto, la migliore sistemazione per la famiglia, fatto condizionato dalla legislazione in tema di immigrazione e dalla possibilità di trovare un impiego per il/la coniuge. La valutazione successiva del progetto migratorio in termini di costi e benefici da parte dell‟immigrato e della sua famiglia induce al ripensamento e alla
80 Rif. Devole R., Pittau F., Ricci A., Urso G. (a cura di), Gli albanesi in Italia, Edizioni IDOS, Roma, 2008.
rivalutazione della scelta iniziale. A tale proposito, molti dei soggetti intervistati hanno riportare la loro considerazione di fronte al quesito esistenziale di emigrare oppure restare in Albania. La scelta individuale, oppure familiare, di emigrare è stata una scelta condizionata dalla loro posizione e dalla loro situazione sociale in Albania. Consapevoli delle difficoltà che comporta l‟inserimento dell‟immigrato nella nuova società veneta, nella maggioranza dei casi sono stati i maschi della famiglia a provare inizialmente la via dell‟emigrazione. In una società dal profilo patriarcale, la tradizione vuole che sia l‟uomo a provvedere al benessere della famiglia, per cui la sua partenza è una soluzione predeterminata. Nel caso degli esodi di massa (‟91 e ‟97), vi è stata emigrazione di intere famiglie.
Qual è invece la posizione della donna albanese all‟interno del processo migratorio? Essa sembra essere una figura marginale e al contempo è una figura centrale nel compimento delle aspettative che tale processo prevede. Dai dati dell‟Osservatorio Immigrazione Veneto 2011 consultati, si nota una crescita dell‟incidenza della componente femminile rispetto a quella maschile degli albanesi in immigrazione. Inizialmente, le possibilità lavorative sono state quelle rifiutate dalle donne italiane; mentre la crisi economica attuale ha costretto molto di loro alla disoccupazione e così sono diventate madri di famiglia a tempo pieno. In questa situazione, all‟interno delle famiglie albanesi si presentano le condizioni di ripresa della gerarchia dei ruoli e così il marito lavora mentre la donna si occupa del focolare domestico. Questo fa riferimento alla tradizione albanese dove l‟uomo e la donna si impegnano ad assicurare il benessere, l‟armonia e la quiete della propria famiglia. Questo non esclude certo la presenza di famiglie di natura diversa.
L‟immigrazione e l‟emancipazione della donna riflette le trasformazioni radicali della sua posizione nella società e nella famiglia
albanese. Secondo Barjaba (Devole 2008: 95), "le donne albanesi devono molto a una cultura che ha stimolato la loro emancipazione e partecipazione nella vita sociale e culturale del paese e la rivalorizzazione del suo ruolo all‟interno della famiglia". Di conseguenza, la presenza delle donne in immigrazione è in continua evoluzione e riflette ulteriore emancipazione. In immigrazione, la sua posizione è rivalorizzata, riacquistando importanza e maggiore autonomia e consapevolezza. Anche questo non esclude la presenza di famiglie albanesi, all‟interno delle quali le relazioni familiari si sviluppano rispettando la gerarchia tradizionale e patriarcale dei ruoli.
Tuttavia, la stratificazione sociale e le differenze tra i due sessi, in molte zone sottosviluppate o rurali dell‟Albania, sono determinanti nella decisione di emigrare all‟estero oppure di migrare dalla periferia verso il centro di essa. Alcune donne ambiscono emigrare oppure sposare un „emigrato albanese‟, nella speranza di migliorare la loro condizione sociale attuale. La cultura patriarcale è ancora presente nelle famiglie albanesi per cui l‟emancipazione della donna non è la regola. Accanto alle questioni storiche circa l‟eguaglianza sociale, la comprensione, il significato e il ruolo della donna nella società, è presente anche l‟aspetto di inferiorizzazione della donna albanese in tema di parità di sesso, sfruttamento e abuso. Secondo Barjaba, "la prima fase della transizione democratica della società non ha avvantaggiato la figura e la posizione sociale della donna albanese" (Barjaba 1995: 163).
Come già detto, la famiglia è una istituzione importante e occupa un posto di rilievo nell‟evoluzione del processo migratorio. Le strutture familiari tradizionali (generalmente patriarcali) favoriscono la condivisione delle difficoltà e delle strategie familiari nel progetto di emigrazione/immigrazione. In molti casi, all‟interno di questa struttura patriarcale, la massima autorità (il padre o il figlio maschio) riceve (se è in Albania) e gestisce (se si trova in Veneto) gli „affari‟ familiari.
All‟interno di questa struttura, le donne hanno un ruolo importante nella gestione materiale della quotidianità e in molti casi non hanno potere decisionale. Nelle famiglie albanesi „italianizzate‟ (in Italia) o „europeizzate‟ (in Albania) questa impostazione dei ruoli e doveri è stata modificata anche se la figura dell‟uomo/padre di famiglia gode di un rispetto derivato dalla sua posizione predeterminata nella famiglia albanese in Albania o all‟estero. Per quanto concerne la natura prescrittiva e patriarcale della famiglia albanese, le decisioni sono internalizzate sia dai maschi che dalle donne di casa. Con l‟emigrazione dell‟intera famiglia (ricongiungimento) viene raggiunta una condivisione intergenerazionale delle decisioni nella gestione e riorganizzazione dei doveri familiari.
È utile notare che, durante la lunga trasformazione dal periodo antecedente al comunismo fino al postcomunismo, la famiglia patriarcale è rimasta una istituzione sociale fondamentale della società e il suo „smembramento‟ è stato registrato a causa della „grande e lunga emigrazione‟. Comunque sussistono differenze sulla concezione di famiglia nelle due aree maggiori del paese (nord e sud). L‟Albania del Nord si distingue per il suo conservatorismo sociale e culturale, riflesso nella presenza di famiglie allargate e nella sua legge consuetudinaria che regola il ciclo della vita e della famiglia, comprendendo le relazioni tra i due sessi e fra le famiglie allargate (rif. Saltmarshe 200181 trad. mia). In quest‟ area del paese, si registra la sopravvivenza delle consuetudini, ossia del Kanun82, codice normativo ereditato dal secolo XV83". Il
81 Citato in King R., Vullnetari J., 2003, “Migration and Development in Albania”, Working Paper
C5, Sussex Centre for Migration Research, e-format, “Northern Albania is renowned for its social and
cultural conservatism, reflected in the widespread presence of extended family households and in the resilience of customary law which regulates both the life-cycle of the family, including especially gender relations, and relations between extended families (Saltmarshe 2001), p. 20.
82 Il riferimento è al Kanun di Lek Dukagjini la cui versione definitiva e codificata è di Padre Gjeçov. Alcune pratiche sopravissero fino al 1920-1930 (Durham 1928) e sono state reinventate in forme mutate dopo la caduta del Regime socialista.
83 Si veda King, Vullnetari 2003, ibid. p. 20: "The Kanun bases its strength not on individual responsibility but on the institution of the extended family clan, with authority the exclusive
regime comunista è riuscito a cancellare parzialmente questi valori e tradizioni remote, ignorandole e combattendole come „residui del passato”. La particolarità della questione consiste nella ricostruzione dello stesso sistema di comunismo (reinvenzione dell‟autorità patriarcale che diventa sistema), con l‟imposizione del potere (dittatura) di Hoxha nella piramide-società albanese, col potere del dittatore (uomo socialista) alla guida della nazione (famiglia), entro i valori di obbedienza e sottomissione che derivano dalla cultura della società albanese84. Nell‟Albania del Sud, il potere della consuetudine (la riconosciuta espressione sipas zakonit (“secondo l‟usanza”) ha definito da sempre le relazioni sociali e quelle tra i due sessi, intra-familiari e sociali sia nell‟area rurale che nell‟area urbana (sipas traditës “secondo la tradizione”). Formalmente, il comunismo ha sancito il diritto di uguaglianza fra gli uomini e le donne però la mentalità patriarcale non è stata completamente cancellata. In verità, l‟arrivo della democrazia ha gettato luce sulle disuguaglianze presenti nella famiglia e nella cultura della società precedente. Al contempo, sono emerse altre nuove diseguaglianze e ingiustizie sociali. Dopo gli anni ‟90, molti aspetti della tradizione patriarcale albanese sono stati reinventati e rimodellati secondo le strategie applicate individualmente (negative o positive). Per cui, risulta difficile trovare l‟essenzialismo di una identità albanese e una tradizione rappresentativa dell‟intera collettività albanese.
power of domination of the adult male within the institution of the family, leading to the utmost submission of women to men". L‟eccezione a questo fenomeno si riferisce all‟antica tradizione della decisione delle donne di "assumere le vesti dell‟ uomo/capo di famiglia" a causa della scomparsa del padre/marito oppure per mancanza del componente maschile in famiglia. I motivi di tale decisione da parte della donna albanese vanno contestualizzati all‟interno della sua condizione storica e sociale. Il concetto di " vergine giurata" è stato spiegato anche in Durham (1928) e Young (2000).
84 Si veda Mai „Transforming Traditions: A Critical Analysis of the Trafficking and Exploitation of Young Albanian Girls in Italy‟, in King, R. (ed.) The Mediterranean Passage: Migration and New
CAPITOLO 10
LA PIRAMIDE COME SIMBOLO DELLA GERARCHIA DEI VALORI NELLA