L E RAPPRESENTAZIONI SOCIALI NELLA SOCIETÀ LOCALE
6.7. L’integrazione strutturale degli albanes
La condizione sociale dell‟albanese riguarda in primis la sua integrazione strutturale e funzionale all‟interno della società e della classe sociale di riferimento. Tuttavia, i risultati dell‟indagine sono compatibili con l‟idea di una interconnessione fra immigrazione, luogo di nascita e stratificazione sociale. Peraltro, il fattore nazionalità è rilevante per l‟impostazione delle relazioni sociali tra lo straniero/l‟albanese e il nativo/il veneto. Nel caso degli albanesi di prima generazione si verificano dei fenomeni assai controversi: presentando delle similarità fisiche con gli italiani ("sfortunatamente" hanno sembianze simili a quelle degli italiani del sud e questo fatto può essere uno svantaggio in Veneto) possono essere confusi facilmente, anche perché le loro abilità linguistiche sono superiori a quelle di altri stranieri provenienti dal sudest europeo. La scoperta della loro nazionalità può costituire un difetto/imperfezione; un‟anomalia a causa del pregiudizio generale (il peccato originale) per cui il termine „albanese‟ ha una connotazione negativa. Questo fatto può influire sulle loro possibilità di fare carriera (gli uomini col martello e le donne con lo straccio in mano al posto del martello e falcetto socialista) oppure sulle probabilità di migliorare la condizione sociale iniziale. In molti casi, l‟abbassamento predeterminato della posizione sociale dell‟immigrato si identifica con l‟impossibilità di svolgimento della professione precedente praticata nel paese di origine. Un altro limite è il riconoscimento dei titoli acquisiti nel paese di origine per cui i soggetti testimoniano di aver “dimenticato” e chiuso nel cassetto i precedenti titoli di studio, e di aver ricominciato una
nuova vita in nome della loro sopravvivenza in Veneto anche perché nel loro paese il sacrificio è più grande. La posizione sociale attuale è giudicata inferiore e quindi non corrisponde alla precedente a causa dell‟immigrazione. In altri casi, si realizza il processo di avanzamento sociale dello straniero in seguito al conseguimento del titolo di studio successivo all‟arrivo in Veneto.
Tabella 9: Le professioni possibili
Professione Albania
Intellettuale Professore Maestro Ingegnere Scrittore Studente
Professione Veneto
Operaio Pittore Idraulico Muratore Carpentiere Cameriere
In qualche caso, si osserva la corrispondenza dei ruoli (es. l‟infermiera fa l‟infermiera, oppure il medico svolge la professione di medico di base a Treviso). Tuttavia, la consapevolezza dei soggetti è limpida: sono coscienti del fatto di essere "ospiti a casa degli altri" (ripetutamente accennata dalla propaganda anti-immigrati) anche se la loro concezione di ospitalità è diversa e non corrisponde alla realtà della società ospitante. In Albania, lo straniero, un italiano in particolare, riceve una ospitalità incondizionata (avvolte eccessiva), secondo il codice etico tradizionale tuttora praticato.
È evidente lo sforzo che deve fare l‟albanese per guadagnare la sua posizione sociale nella nuova società. Bisogna riconoscere il fatto che, per riconfermare la sua posizione sociale lo straniero, e in particolare l‟extra-communitario del sudest europeo ossia dei Balcani, deve abbattere i pregiudizi costruiti intorno alla sua nazionalità per dimostrare che è diverso anche se fa parte dello stesso gruppo degli extras albanesi. La nazionalità può diventare un „difetto‟, un handicap, nel momento in
cui l‟individuo è declassato per il semplice fatto di appartenere a una nazionalità di serie B. In questo senso, la serie B in primis simbolizza i Balcani e include tutte le nazionalità della penisola balcanica che non sono ancora riuscite a fare parte dell‟UE (nazionalità di serie A).
"Dall‟altra parte dell‟Adriatico, le cose funzionano peggio" – è la dichiarazione spontanea del muratore albanese (l‟occupazione, per eccellenza), stanco delle sue ore mentre ricostruisce i muri della palazzina veneziana. I sacrifici hanno segnato il suo viso (B, 47 anni, Venezia). Rassegnati alla loro condizione di stranieri, gli albanesi intervistati accettano di fare qualsiasi tipo di lavoro, in quanto il lavoro costituisce il motivo essenziale che condiziona la loro permanenza all‟estero. Il padre di famiglia è costretto ad accettare il fatto. Secondo la mentalità patriarcale, esportata all‟estero, è "lui, che ha sulle spalle il peso della famiglia" (47 anni, Treviso). Il lavoro è un fattore decisivo che influisce sulla permanenza (sull‟ottenimento del permesso di soggiorno) dell‟albanese all‟estero. Per cui, la disponibilità del lavoro influisce sulla trasformazione del progetto migratorio iniziale, da immigrazione di lavoro in immigrazione di popolamento, in contrapposizione con il carattere di temporaneità. Dal punto di vista pragmatico, le condizioni sociali delle famiglie albanesi in immigrazione sono migliorate. Il ragionamento va fatto sulla comparazione delle priorità e delle prospettive migratorie fra la prima generazione e la seconda generazione degli albanesi. Le traiettorie dell‟evoluzione indicano un risultato finale positivo nella vita dell‟immigrato albanese se comparate con le traiettorie negative in possesso prima del momento della partenza. Per cui il progetto migratorio tende a diventare di permanenza.
La propensione a emigrare verso i paesi più sviluppati è giustificabile a patto che lo straniero non occupi il posto di lavoro di un lavoratore nativo, per cui lo straniero è consapevole di avere una vasta scelta di lavoro che gli italiani non vogliono fare più; la scelta però non è
più libera. Come vediamo, la condizione sociale iniziale declassifica e svalorizza gli immigrati nella società nuova. Perciò:
“Io, straniero, devo scegliere di restare e accettare questa condizione, obbligato, e in possesso della mia posizione sociale inferiore per via della mia origine, indipendentemente dal fatto che sono un individuo, un essere umano acculturato; la ragione d‟essere mi può vincolare” (E, 35 anni, Treviso).
Molti degli intervistati albanesi residenti a Treviso sono lavoratori impegnati nei cosiddetti lavori umili; sono i padri e le madri delle seconde generazioni di albanesi che crescono e vengono educati nella società veneta; lavoratori e lavoratrici, operai e operaie che cercano di sopravvivere all‟immigrazione ogni giorno (Zot, Bukën e përditshme, falna sot/ Dio, dacci oggi il nostro pane quotidiano!). La loro posizione
sociale include l‟emarginazione. Le loro storie di immigrazione presentano delle caratteristiche interconnesse. Il loro percorso individuale di immigrazione è parte integrante di un percorso collettivo che ha formato la storia stessa del processo migratorio in questione.
Poiché il processo migratorio è anche un percorso epistemologico, secondo Sayad51, "esso può costituire un eccellente mezzo mnemonico per mettere in ordine le diverse questioni dato che consiste nell‟analisi delle condizioni che hanno portato il futuro emigrato, in primo luogo, a rompere con la sua condizione originaria e con tutto il suo universo sociale, economico, culturale senza distinzioni e in secondo luogo, a immergersi in un altro universo sociale, economico, culturale politico ma dotato di una logica interna, di uno stile proprio, di un‟intenzione fondamentalmente distinta e completamente diversa dell‟ordine originario".