L’ IDEALIZZAZIONE DELLA NAZIONE ALBANESE
8.2. Konica: i valori e le virtù dell’albanese
Nella sua opera Shqipëria, kopshti shkëmbor i Evropës juglindore71, nel capitolo "Gli albanesi, le chiavi per capire la loro vita e la loro natura", Konica scrisse "per capire la storia di un popolo è necessario capire la sua natura". Molte delle virtù e dei vizi descritti dal Konica sono presenti nel carattere dell‟uomo e della donna albanesi contemporanei. Alcuni sono diventati caratteristiche costituenti l‟idealizzazione dell‟essere albanese in funzione dell‟essenzialità/ideale di Shqiptaria. Per cominciare, secondo Konica72 è importante sapere che "in Albania, l‟offesa più grande è chiamare qualcuno i pabese/”infedele‟; molte delle vendette fra gli albanesi hanno avuto come causa principale il tradimento/l‟infedeltà. Questo non vuol dire che in Albania non ci sono persone che non tradiscono" (Jorgaqi 2004: 102). Nell‟Albania odierna, la questione dell‟infedeltà o del tradimento assume tuttora una connotazione negativa e viene socialmente condannata. Il comportamento del gruppo sociale verso il fenomeno (anche se bisogna distinguere le ragioni e la natura del tradimento) è di carattere punitivo. Il carattere, la tolleranza e la cultura del perdono è espressa nel proverbio Koka e falur, nuk pritet “la testa perdonata non viene tagliata” che risale a tempi remoti, quando il nemico catturato dagli albanesi è stato sottomesso ma non ucciso. Nelle situazioni tipicamente albanesi (nelle
71 Konica F., Shqipëria, kopshti shkëmbor i Evropës juglindore (“L‟Albania, il giardino roccioso dell‟Europa del sudest”), Vatra, Boston, 1957. Pubblicato postumo da Q. M. Panariti.
aree rurali) questo proverbio è ancora frequente e fa riferimento all‟atto di perdonare il prossimo.
Konica scrisse poi della fierezza degli albanesi intendendola come consapevolezza, da parte loro, di possedere molte abilità e virtù; la indicò come "una debolezza di tutte le popolazioni […] che non ha alcun valore". Nella cultura della collettività albanese, la fierezza dell‟albanese, sostenuta dalla letteratura di ispirazione nazionalistica, è una caratteristica fondante della proiezione dell‟identità etnica nel presente. L‟espressione medievale francese „fiero come un‟albanese‟ ci richiama i versi di Lord Bajron in Childe Harold‟s Pilgrimage. La fierezza dell‟albanese si nota nei comportamenti, nell‟apparenza fisica. Nel suo libro Researches on the highlands of Turkey, Tozer (1869) scrisse degli albanesi "it was amusing to notice the curious mixture of pride and poverty that showed itself in some of these men";73 la mescolanza di povertà e fierezza come sintomi della dignità della persona povera.
Un‟altra caratteristica fondamentale della natura dell‟uomo albanese è il suo individualismo. L‟inesistenza della nozione di „folla‟ nella cultura dell‟albanese si basa sulla sua abilità sorprendente di decidere in modo autonomo. In passato, il sistema albanese ha condiviso norme e valori di una tradizione che non imponeva l‟uguaglianza come obbligo, ma conservava il valore della differenza (Resta 1996: 60). Lo studioso tedesco Herbert Louis74 scrisse del suo primo incontro con la popolazione albanese sottolineando che „in ogni albanese si trova un uomo con piena fiducia in sé‟. Queste osservazioni affermano l‟idea principale che concerne „l‟inesistenza di masse indifferenti in Albania‟. Secondo Konica, "la mancanza del sentimento di „folla‟, può essere interessante, ma essa ha avuto delle conseguenze per l‟unità e
73 "Fu un piacere notare la curiosa mescolanza della fierezza con la povertà apparente in alcuni di questi uomini", Tozer (1869: 207-208).
l‟indipendenza dell‟Albania in quanto l‟albanese sempre ha voluto partecipare personalmente, perfino senza la mediazione dei delegati nella discussione dei problemi di tutta la società; la sua idea di governo non ha oltrepassato i confini della sua città o della sua montagna" (cit. in Jorgaqi 2004: 111). Di conseguenza, l‟Albania fu occupata a causa della mancanza di una resistenza coordinata da tutti. La contemporaneità della società e del sistema valoriale albanese presenta delle similitudini ereditate dal sistema precedente.
È molto difficile per un albanese ammettere i propri difetti, però è possibile farlo attraverso le parole di Konica il quale rimane l‟ispirazione del criticismo dell‟albanese verso tutto ciò che è albanese. Secondo l‟autore, una caratteristica indubbiamente negativa degli albanesi è la mancanza di idealismo "in un paese dove le persone muoiono così facilmente per niente”. Nessuno è morto per un ideale o per una questione importante. La critica di Konica investe questioni importanti come gli ideali mancati, quali la liberazione dell‟Albania, che causò poi la sua tardiva realizzazione. “La fedeltà cieca verso le tradizioni radicate e il kanun dell‟onore, secondo l‟autore, sono degli atti quasi meccanici e non implica che qualcuno abbia rischiato la vita per un‟ideale scelto liberamente". La contestualizzazione dei suoi pensieri è d‟obbligo per la ridefinizione del valore dei suoi concetti e delle sue critiche. Gli albanesi contemporanei sembrano essere il riflesso del suo pensiero critico. L‟idealismo mancato degli albanesi è espressione delle loro liberta negate e condizionate dalle imposizioni di una tradizione radicata di matrice patriarcale del passato nel presente.
Acconto agli altri valori summenzionati, il valore riconosciuto universalmente agli albanesi è l‟ospitalità. In alcuni casi, questo sentimento di ospitalità si è limitato, secondo Konica, alla tendenza di dubbiosità e diffidenza dell‟albanese di fronte allo straniero (a volte invasore). Questa tendenza è scomparsa gradualmente nel tempo.
Durante il suo viaggio nell‟Albania del nord, all‟inizio del XIX secolo, Edith Durham75 descrisse l‟episodio dell‟ospitalità albanese in occasione della sua visita in una kasolle prej balte (“capanna di fango”) dove il capo famiglia, con un atteggiamento distinto le offrì di restare: "noi siamo poveri, – disse lui. – Pane, sale e cuore, è tutto quello che possiamo offrirvi; voi siete i benvenuti".
Molti osservatori e viaggiatori, che hanno attraversato le terre albanesi nel passato, indicano un'altra caratteristica dell‟uomo albanese che concerne la "questione dell‟ onore" (Durham 1909: 56). Lo standard etico dell‟albanese è la besa ossia la parola data. Indipendentemente dalle circostanze, quando un albanese dà la parola, questa non può essere „calpestata‟, e non richiede nessuna intesa scritta. Di conseguenza, la parola i pabesë (formata col privativo –pa) designa una persona che non ha mantenuto la parola data, ossia e ka shkelur atë ("l‟ha calpestata"). In verità, l‟importanza della parola dell‟uomo albanese si nota anche nel suo essere, per natura, di poche parole. La storia albanese parla di Kuvendet ("adunate") di popolo nelle quali gli albanesi spiccano per la brevità dignitosa dei discorsi tenuti.
Un altro valore riconosciuto agli albanesi è, secondo Konica, "la tolleranza verso le altre religioni; per questa ragione, molti hanno parlato di „scetticismo‟ albanese".
Per quanto riguarda il concetto di famiglia, nel passato, Konica richiama il valore della dedizione dell‟albanese verso i propri genitori e la propria famiglia. Questo sentimento naturale ha preso una forma diversa in Albania, dove la famiglia è stata considerata un‟entità sociale che si è sostituita al sistema-stato nel pensiero degli albanesi76.
75 Durham E., High Albania, London, 1909, p. 56.
76 "I bambini crescono con le tradizioni più o meno patriarcali di rispetto verso i più grandi, e soprattutto il padre la cui parola è legge (finché è in vita) per la famiglia. Quando il padre muore, la sua autorità passa al maschio più anziano della famiglia. La componente femminile della famiglia ha una posizione inferiore, con l‟eccezione della madre di famiglia. È interessante inoltre notare che in caso di divisione del patrimonio (anche se limitato) esso viene suddiviso tra i figli maschi della famiglia. Le donne non partecipano a questa questione. Anche se la madre è molto rispettata, la sua
Il presente excursus, fatto attraverso il pensiero di Faik Konica, è importante per un‟analisi della formazione e trasformazione dell‟identità etnica albanese. Alcune caratteristiche come la fierezza, la besa, l‟ospitalità, la generosità e la tolleranza, le cosiddette virtù universali dell‟essere albanese, vengono definite come l‟essenza dell‟identità etnica; mentre i vizi come l‟individualismo, la mancanza di idealismo e di collaborazionismo sono presentati come le caratteristiche costituenti una debole identità nazionale degli albanesi. Tutti questi valori, virtù e vizi costituenti l‟essenzialismo e l‟idealizzazione della Shqiptaria ereditati dal passato, ideologizzati durante la dittatura e reinventati durante la democratura, hanno influito nella trasformazione successiva dei valori dell‟essere albanesi in relazione al concetto di patria e nazione albanese. Questi valori sono, in parte, rinnovati e restituiti alla memoria e all‟identità della collettività diasporica di matrice etnica albanese, sulle cui basi si fonda l‟idealizzazione dell‟uomo/essere albanese in immigrazione.